lunedì 10 gennaio 2011

DISCUSSIONE
Ennio Abate @ Leonardo Terzo: Bellezza non censurarmi!



Non sono un patito della Bellezza né in poesia (mi pare di averlo chiarito nella discussione con Tomaso Kemeny) né nella vita.
E perciò che i versi di Cronaca di performer siano  brutti per te o per altri m’importa poco. Di più m’importa che un parere improvvisato o un giudizio convinto da parte tua o di altri lettori di questo blog venga argomentato. E tu non l’hai fatto. Anzi ti surriscaldi fino a dire una falsità: «la bruttezza dei versi [di Ennio] è un’irrisione e un insulto alle drammatiche condizioni che si vorrebbero evidenziare». (Spiega, per favore, dov’è l’irrisione o l’insulto in Cronaca di performer). In più insinui il sospetto che il mio (permetti che ce l’abbia anch’io, vero?) «narcisismo poetico» stia sempre all’erta ed approfitti di ogni pretesto «per mettere in mostra la propria presunta creatività impegnata». Ahimé!
Ora posso concordare sul fatto che la poesia (perché solo la “civile”?) sia difficile da farsi; e posso anche ammettere che a me o a Grandinetti o ad altri, che non si tengono nel recinto della poesia lirica di solito vezzeggiata e ammirata, riesca una volta su dieci. Ma non accetto che la Bellezza (o l’ideale della bella poesia  o della poesia civile “alta”) diventi un  feticcio e venga usato per censurare più o meno consapevolmente la  mia/nostra ricerca di libertà. E mi pare un’ipocrisia che tu conceda per pura retorica che «quello che sta avvenendo in Tunisia e in Algeria è molto grave, come del resto in tante altre situazioni nel mondo. E’ giusto preoccuparsene e discuterne».  Ma dove? Ma quando? Chi lo fa più in questo dannato Paese? E non solo tra i poeti. E poi perché discutere di quegli eventi si potrebbe o dovrebbe, ma  in poesia solo a condizione che i versi siano “belli”?
Essere liberi nella ricerca poetica significa per me procedere relativizzando (preciso:non cancellando soltanto dalla propria testa!) le false coppie di opposti: bello/brutto; civile/incivile; buono/cattivo; legale/illegale; morale/immorale; politico/impolitico, reale/immaginario; poetico/impoetico.  E così via.
Oggi fare entrare, fosse pure in «brutti versi»,  anche nei luoghi (eletti o derelitti a seconda delle opinioni) dove si tenta di fare poesia o sviluppare discorsi  sulla poesia  certi contenuti controversi mi pare ridiventi indispensabile.
 Non hai detto tu stesso che forse « le antenne più sensibili degli artisti ricevono dal mondo i messaggi propri della stupidità epocale» e «se ne fanno coinvolgere»?
E allora perché farsi coinvolgere dalla stupidità epocale sì e dalle tragedie della povertà di milioni di uomini e donne, sulle quale è edificata la nostra Civiltà( e anche la Poesia Bella) no?
Un caro saluto

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Scrivere bene del brutto , scrivere male del bello o viceversa. Ennio tu avevi detto che anche chi erige muri può rivolgersi a tutti ed essere ascoltato (poesia IO/Noi), e allora perchè non pretendere anche che la poesia non debba essere penalizzata dagli argomenti che tratta anche se cruenti, civili ecc.ecc..E' il poeta che rende bella la scrittura e non l'argomento. Io penso che scrivere una poesia su un argomento banale sia una delle cose più difficili. Facciamo poesia sulla ricerca di libertà, bellissimo! E poesia sia . Scusate l'intromissione. Ciao Emy

Anonimo ha detto...

Non è la bellezza che censura, ma la bruttezza che sputtana. Scrivi un editoriale e lascia perdere la poesia, sarebbe meno ridicolo.
L.T.

Anonimo ha detto...

Ennio Abate:

Sputtana anche il dogmatismo, Leonardo III:rispondi alle obiezioni che ti faccio invece di pontificare.

Anonimo ha detto...

Senti chi parla di dogmatismo. Se avessi il tuo fanatismo persecutorio dovrei parlare di ipocrisia parolaia che fa solo chiacchiere, anzi solo versi (l'irrilevanza dell'irrilevanza),invece di andare in Tunisia ad aiutare chi lotta davvero. Ma questo tipo di perversione etica non mi appartiene, perciò puoi startene comodo a casa a fare la lezioncina impegnata agli altri. Ma per favore risparmiaci di farcela in versi.
L.T.

Anonimo ha detto...

Ennio Abate:

Tu invece di chiacchiere non ne fai e lezioncine e versi neppure. Stai in Tunisia ad aiutare chi lotta davvero...

Anonimo ha detto...

Ahi, Ahi, Ahi...e la poesia?

Anonimo ha detto...

Ci troviamo di fronte a un “poeta” non interessato alla bellezza, che perciò fa poesie brutte e se ne vanta. Quale argomentazione logica potrà mai confutare le contraddizioni esibite come medaglie?
L.T.

Anonimo ha detto...

Ennio Abate:

Ci troviamo di fronte a un "accademico" interessato alla bellezza e che fa solo poesie "belle".
E con questo?
E forse tutto la bellezza? E' di sicuro bellezza?
Non è ambigua, discussa e discutibile, la bellezza?

Anonimo ha detto...

Per favore basta, fatemi vivere.

GRAZIE. La Poesia.

Anonimo ha detto...

Ennio Abate @ Poesia

Vuoi vivere?
E allora mai dire:basta!
E'(così bruttina) la vita, Bellezza!

paolo pezzaglia ha detto...

Mi domando ma Ennio Abate abita presso Leonardo Terzo? perché questo vuol dire @, cioè – come gli anglisti sanno – "at" "presso" e non "chiocciolina" come dicono tutti gli italiani (all'estero dicono "at"):
Il titolo avrebbe dovuto quindi essere "Abate vs. Terzo"...
Un po' scherzo e un po' cheto le acque...
Statemi bene
Paolo Pezzaglia

Anonimo ha detto...

“È la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare niente. Niente.”
Preferite il giallo di Humphrey Bogart o il rosso di Giorgio Bocca?
Ciao a tutti.
Giuseppina

Anonimo ha detto...

A GIUSEPPINA:
Giuseppina quando ti lasci andare, sei forte!
Io preferisco "il Corriere dei Piccoli" grande giornale, grande perdita. Ciao Emy a presto.

Anonimo ha detto...

La stampa? Si, ma quale stampa?

L'autore della presunta poesia ha incorporato e fatte sue tutte le idiozie razziste del giornalista, il quale ricorda che Ben Alì è un ex poliziotto e sua moglie una ex parrucchiera, elementi che per lui sono evidentemente molto significativi.

Per l’ex poliziotto suppongo alluda al fatto che talvolta alcuni poliziotti imparano le buone maniere dai delinquenti che frequentano, e vabbé. Ma anche generalizzare questo fatto è già razzismo.

Ma le brave parrucchiere? Sono destinate a diventare assassine? E per ben governare conta la democrazia o la ex professione? O è meglio essere avvocati come Previti? O soldati come Gheddafi, Castro e de Gaulle? O attori come Reagan e Schwarzenhegger? O medici come Mengele? O palazzinari come Pirlusconi? O pittori come Hitler? O poeti come Mao? E la moglie di Mao, della famigerata banda dei quattro, che mestiere faceva?

Non è la prima volta che i sedicenti di sinistra scivolano sulle generalizzazioni razziste. Ma qui il presunto ingenuo Ennio, se le è bevute tutte, e si è bevuto anche il cervello.

L.T.

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate a (va bene, Paolo?) L.T.

Il GRANDE ETICHETTATORE tira un altro fendente?

Rispondo:
1. Aver riportato le parole di Ben Jelloun ( tra l’altro la mia “presunta poesia” era intitolata 'Cronaca di performer' e lo stralcio mi pare coerente…) non significa aver “bevuto” le (supposte) “generalizzazioni razziste dello scrittore marocchino.

2. Io non sono un “sedicente di sinistra” ma critico della sinistra; né sono un “presunto ingenuo”.