mercoledì 16 febbraio 2011

CRITICA
Ennio Abate
Dan-Nazione Inglese-Indiana!

 Per continuare la discussione su poesia e politica.
Samizdat di E.A. pubblicato 14 febbraio 2011 alle 12:43  sul sito di NAZIONE INDIANA nello spazio 'commenti' del post

Poesia civilizzata sul popolo egiziano


di Andrea Inglese

Caro Andrea Inglese,
mi scuso per questa mia incursione incivile in Nazione Indiana. Le cose fuori dai denti che di seguito dirò forse oggi ti entreranno da un orecchio e usciranno dall’altro, ma io le invio a quel giovane che avevo conosciuto come studioso di Fortini e di Majorino, due scrittori vecchi più di me, ma che, in misura diversa e con scelte politiche e stilistiche diverse, non si erano/sono assoggettati alla democrazia pluralista di cui in questo sito senza bussole si discute.
La tua «poesia civilizzata/ in lingua umana, tutta scaturita da dentro», con il suo «contenuto» pur esso «in lingua umana», non mi è piaciuta. È ben scritta. Si “capisce” dall’inizio alla fine. Ma che me ne faccio della forma “bella” e “comunicativa”, se trasmette il pessimo e falso (per me) messaggio politico che in Egitto, con l’aiuto di Obama e degli USA, il “popolo” o “la gente” ««si fa la democrazia da sola», come se fosse in un paese liberato dai suoi invasori o dittatori?

Sì, forse non t’intendi di «diplomazia e geopolitica», ma se si decide di scrivere di certe cose, poeta o non poeta, bisogna un po’ conoscerle Tu hai deciso di parlare in poesia dell’Egitto d’oggi. Bravo. Alla realtà, alla politica, alle guerre in corso, ai drammi della Tunisia, dell’Egitto, dei palestinesi, ecc. tanti poeti lotofagi neppure ci pensano. Scusandosi e purtroppo scusati in nome della Poesia. Tu, invece, ne parli. E te ne do merito. Ma in che modo? Che escamotage inverosimile ed equivoco, è questo tuo parlarne mimetizzandoti nell’ideologia di «un tipo qualunque», di «un uomo medio irresponsabile» che dice di non preoccuparsi dei «fratelli musulmani»! Credi di farti ascoltare di più dai veri tipi qualunque e uomini medi irresponsabili che si fanno difendere dai «bossi borghezio dell’utri e ghidini» o li votano comunque come il male minore?
Spiegami poi, per favore, dove la vedi tu questa «cacciata dello zio»? Mubarak («lo zio di Ruby») ha manovrato, patteggiato, sistemato in segreto i suoi affari, puntato i piedi, ricattato ed è uscito di scena (e ancora non sappiamo bene perché), non senza aver lasciato la sua brava scia di sangue; e tu parli di «cacciata»? A me pare una cazzata. E il vero zio, di cui dovremmo preoccuparci di più, lo zio Sam (Usa), tu lo esalti o gli dici pure: Bravo! Bravo! Perché lui, sì, avrebbe mostrato « una certa reattività almeno retorica/ almeno simbolica» (quella che piace tanto ai letterati!) e che «negli europei poverini/ è andato perduta»?
Ma come ignorare che l’obiettivo perseguito da Bush con la guerra (il bastone) Obama continua a perseguirlo con guerre e belle parole? E che la “democrazia” imposta con la guerra “umanitaria” è lo stesso sistema di dominio che Obama continua a voler imporre in Nord Africa, in Medio Oriente, con gli intrighi, l’appoggio strumentale alle dissidenze più o meno spontanee e il restauro di dittature fino a ieri coccolate ma ormai inservibili e agli sgoccioli? C’è bisogno di essere raffinati geopolitici o geostrateghi per vedere come gli USA manovrano tutto sommato ancora indisturbati quanto c’era da manovrare nell’evento egiziano prima, durante e in vista del dopo di cui nessuno sa.
Dove la vedi, scusa, questa «gente» che««si fa la democrazia da sola»? Io vedo minoranze, certamente coraggiose e ammirevoli ma senza guide politiche (che non s’improvvisano dall’esterno, che non basta siano intellettuali di fama internazionale). Vedo preoccupato che o per ingenuità e inesperienza o per necessità (in mancanza di meglio) sono costrette a fidarsi o a subordinarsi a quello stesso esercito fino a ieri al servizio di Mubarak e che è stato formato, addestrato, equipaggiato, finanziato ed è ancora teleguidato dagli USA. Hanno il coraggio, hanno l’entusiasmo (sono giovani) queste minoranze, ma – ahimè! – non hanno teste politiche pensanti e forze militari che rispondano ai loro bisogni.
Dove lo vedi, allora, questo «popolo», che avrà, sì, «rotto i coglioni» per un po’ di giorni «a tutta l’intelligence araba israeliana statunitense europea», ma non ha rotto una sola rotellina della macchina statale egiziana-statunintese, che appena riassettata e rodata gli farà nuovamente la «festa», prevedibilmente non «democratica»? E del resto come potrebbe farlo se, appena stava aprendo gli occhi, glieli incerottano con promesse di elezioni e altre fetenzie del genere, con noi qua ad applaudire perché fanno la”rivoluzione”?
Come si fa ad essere contenti per come stanno andando le cose in Egitto o in Tunisia (o qui da noi)? Come si fa a scrivere che la democrazia dovrebbe essere «bella anche quando ce l’hanno gli altri», come se tu/noi qui ce l’avessimo? (Ce l’abbiamo, sì, quella parlamentare, con tanto di voto, ecc. Non faccio il pignolo. Ma a cosa si è ridotta?)
E tu sei contento perché gli esperti (consulenti militari statunitensi, polizie politiche etc) «c’hanno i coglioni girati»? Ti contenti di poco. Una volta non si era contenti fino a quando certi coglioni non fossero stati tagliati o resi inoffensivi. Sei contento perché « le cancellerie europee hanno dovuto/ riscrivere ponderando un sacco di discorsetti»? Ma è il loro mestiere. Sei contento e giudichi «un discorsetto che fila» il seguente da te citato:
“La Commissione europea crede fermamente che lo stato di diritto, il rispetto dei diritti fondamentali, elezioni libere ed eque, una democrazia pluralista poggiante su una società civile attiva, sono i migliori strumenti per raggiungere stabilità e prosperità.”
Un discorsetto che fila? Ma lo vedi/ lo vediamo a chi dà stabilità e prosperità questa «democrazia pluralista» ? Qui da noi e non solo nell’ex Egitto di Mubarak e in quello che i suoi soci stanno preparando? E che brutto slogan da terzomondismo spompato hai tirato fuori: «“egiziani fateci sognare/ toglieteci un po’ dalle nostre miserie». Fateci sognare? Ma se siamo sempre a sognare! Avessi scritto almeno: Fateci svegliare! Li vedi « felici come delle pasque»? Oggi. Aspetta tra qualche mese…
Un caro saluto
Ennio
Postilla:
Cari commentatori di Dann-Nazione Indiana,
ma perché esultate? Ah, sì capisco questa che vi dà Inglese è l’unica « lezione di democrazia» che potete accettare. Per voi, cresciuti nell’antiberlusconismo alla Veltroni, alla Bertinotti, alla Ferrero, l’«elogio ad una rivoluzione» va bene solo se, come ha fatto Andrea, non “scaturisce” « in una apologia della violenza». E se la “lezione” viene condita con una spruzzatina di «critica alla società occidentale in generale», un pizzico di «critica alla società italiana in particolare», una manciata di «individuazione della nostra piccolezza» e della «piccolezza dei meccanismi mediatici». Critica questa? Poesia civile o civilizzata questa? Riflessione « a più piani» questa? No, solo risata irresponsabile «per un paio di giorni» .
Sì, Stelvio [Di Spigno], questa è davvero «poesia extraterrena». Ma nel senso negativo che non tiene affatto i piedi per terra. È poesia «civilizzata», ma nel senso insopportabile del democratico politicamente corretto di moda solo nel pezzo d’Italia americanizzato e obamiano. Va’ oltre le «lunghe scansioni in prosa» di Andrea! Non tirare in ballo Pasolini e Fortini, come se fossero i gemelli Castore e Polluce. Non credo che questa poesia “civilizzata” sarebbe piaciuta a Fortini. Voi giovani, che pur ancora lo leggete, dimenticate sistematicamente che fu un comunista, un ammiratore di Lenin e alla cazzata della «democrazia pluralista», che voi osannate o alla quale vi siete abituati, non credeva. E, per favore, non mettete sempre in sordina il fatto che per tutta la vita fece il braccio di ferro politico e poetico con Pasolini, che aveva ridotto Gramsci in «ceneri».
L’unico posato e pensante (ma che ci fa in mezzo a voi una voce inascoltata nel deserto della vostra piccola democrazia da letterati un vero pellirossa tra tanti pelli-rosa?) mi pare Bugliani, che un po’ scettico dev’essere pure lui sulla panzana dell’ «insurrezione popolare» e che cautamente tenta di darvi la sveglia:
«Obama e il dipartimento di stato si stanno riposizionando, cercano di recuperare il loro predominio sull’area con giochetti d’ogni tipo, e israele fino a quando “subirà” gli eventi? e per seguirla, un po’ di visione politica sui conflitti geostrategici e sulla transizione mondiale alla multipolarità (che purtroppo non sarà indolore), dopo la decina d’anni di monopolarismo usa, bisognerebbe considerarla».
Ma voi volete sognare, cioè dormire, e tra i tanti salamelecchi e frivolezze che vi scambiate per e-mail su questo sito la sveglia neppure la sentite. Staccate Obama dall’apparato economico-industriale-culturale che lo tiene in vita e in alto e a cui deve rendere conto ad ogni passo di quel che fa (magari fino a un certo punto di quel che dice). E ne fate un eroe solitario e romantico « che ha voluto appoggiare la protesta» del popolo egiziano, come se fossimo nell’Ottocento. E che dire di questo commentatore che esalta il« popolo» perché « dopo aver manifestato, sta ripulendo la piazza, i muri, i monumenti» come un buon ecologista europeo! Ma dai!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il giorno 15 febbraio 2011 09:01, Giorgio Linguaglossa ha scritto:

Caro Ennio,

devo dire che ho trovato la composizione di Andrea Inglese «divertente» e, come dici tu, «politicamente corretta», «democratica» e «progressista», tutti appellativi che gli riconosco ma che mi aspettavo, aggettivi telefonati (ma forse Inglese si diverte a fare sfoggio di una effervescente coscienza critica!) ma tutto, devo confessarlo, ciò mi annoia... vedo con tristezza che la poesia «divertente» lo «fa sognare»... bene, il signor Inglese continui pure a dormire così sognerà ancora di più (ovviamente sarà un sogno politicamente corretto e anche poeticamente corretto!), e mentre Inglese fa una poesia «democratica a progressista» e divertente e anche frizzante (e ben scritta!) e si scaglia contro i venti anni di Berlusconi e i quaranta della democrazia cristiana, si può lavare la coscienza di fare poesie «civili» con la «coscienza civile» dell'intellettuale progressista e storicista... infine, che dire? mi resta una grande noia per questo tipo di divertimento, al suo stucchevole soddisfacimento poetologico preferisco meditare su come la coscienza critica degli intellettuali di oggi sia caduta tanto in basso da elettrizzarsi per aver scritto un compitino frizzante e divertente, da compagno di strada delle rivoluzioni magrebine... lui, Andrea Inglese, si diverte a scrivere cose divertenti in stile «irriverente» della sterminata massa di affamati che ha problemi reali e concreti: quelli del pane, del mangiare, del presente e del futuro... problemi angoscianti, gravi, gravissimi... Bene, il signor Inglese continui a scrivere cose frizzanti e divertenti in stile frizzante e divertente! Così, la sua coscienza di intellettuale borghese «critico» verso la società borghese si terrà la coscienza a posto... e potrà continuare a trastullarsi...

Cordialmente
Giorgio Linguaglossa