mercoledì 16 febbraio 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Emilia Banfi
Se non ora quando?

Per una riflessione sulla "manifestazione delle donne" del 13 febbraio 2011









Donne offese
polline sulle strade
nelle piazze
in attesa del vento
lo stesso che soffiava
sulle nostre spalle
in quegli anni di brigate
di lotte senza reggiseni
che fare ora che tutto
è reggiseno col ferretto
di pizzi o di seta fine
come il filo dello slip.
Gli uomini a guardare
a desiderare forme
con l'occhio inebetito
con la fede nelle tasche
con la testa nelle scarpe.
Non è bastato capire
libertà e franchezza
o solo tenerezza
così doveva  andare
e l'uomo ha visto
negli occhi lo sguardo forte
l'amore anche le botte
ma adesso che il vento
soffia e soffia ancora
sul limite del verde seno
e nel portafogli pieno
gli inchini son serviti
e come son serviti!
Debolezze in cima alla salita
caduta e poi frastuono
urla benpensanti
madri ansimanti
padri incoerenti
Facciamo della vita
quello che ci pare
la nostra, quella degli altri
lasciamola nel vento
a lasciarsi trasportare
così per ancora un po' di anni
L'unione fa la forza
solo in Piazza S. Giovanni?.

6 commenti:

Moltinpoesia ha detto...

Lucio Mayoor Tosi:

Sono appena tornato dalla manifestazione. Tanti uomini e donne, in ugual misura direi, e bambini e famiglie con il cane appresso. Tranquilli per il fatto che esserci sembrava bastare. Per oggi s'intende. Il solito casìno, un po' di ressa, ma mi sembra che sulla rabbia prevaleva un certa voglia di ridere, quasi che l'oltre-misura raggiunta da quel basso individuo in fondo non meriti di più. C'era fiducia tra la gente, fiducia nella gente che era lì. Talvolta il buon senso la dice più lunga di tanti discorsi, altro che moralismo al contrario, non è questione di essere bacchettoni, è che non ce la si fa più.
Da dov'ero non sono riuscito a sentire i discorsi, ma ho colto qualcosa, una donna che diceva più o meno " che non si tratta solo di un problema personale perché quel problema è anche politico". Io alle parole ci sto attento, ho imparato che quando una questione viene divisa in due parti ci sarà sempre qualcuno che sarà d'accordo con l'una o con l'altra parte, quando si dividono le cose in due si creano schieramenti. Sarebbe bastato dire che c'è un problema, e che se c'è un problema serve una soluzione. E poi se capita qualcuno che la soluzione ce l'ha è benvenuto, ma nelle piazze qualcuno che faccia il discorso ci vuole sempre. Pazienza. Io per me mi sarei messo a cantare, avevo una gran voglia di ridere, devo essere impazzito... di questi tempi, con quell'imbecille ancora libero di scorrazzare... eppure...

Moltinpoesia ha detto...

Marcella Corsi ( Roma):

Marcella Corsi:

grazie, Ennio, come al solito per averne parlato e al momento più opportuno. Credo che sia assolutamente opportuno esserci in piazza il 13, in moltissimi, donne a anche uomini, per chiedere con forza che "la scadente politica maschile si apra finalmente alla società e alla politica femminile, che assuma con decisione il doppio sguardo". Sintetizzo una delle motivazioni, che è anche mia, utilizzando parole di Marina Terragni in un aricolo alla p. 13 del Corriere della sera di ieri 9 febbraio. Soprattutto invito chi può a leggere l'articolo (stessa pagina) di Olivia Guaraldo, che sottolinea tra l'altro essere in atto in Italia una politica del sesso che persegue, attraverso apparenti cornici liberatorie, un pervicace pervasivo subdolo e costante addomesticamento del femminile. Che si impone attraverso lo sguardo maschile, canalizzato per lo più dalla democratizzazione dei programmi televisivi, con impatto enorme soprattutto sulle giovani generazioni: "la ragazze hanno chi più chi meno interiorizzato quello sguardo, ne sono state disciplinate...". Compito delle donne (sante e puttane, tutte incluse) è ora, senza moralismi, provare a decodificare quello che sta accadendo, a sbrogliare l'intreccio perverso che Guaraldo ben delinea e che ci soffoca.
ciao
marcella

Anonimo ha detto...

Marina Massenz:

Marina Massenz:
Ciao Ennio, io la penso così. Se vuoi, inoltralo pure agli altri della discussione, insomma fanne quello che vuoi.
Un saluto affettuoso
Marina

CONTRIBUTO

Io e noi, mi riferisco ad un gruppo di cosidette vetero-femministe, non andremo certo in piazza contro le donne, puttane o giovani fragili, o ragazze sedotte dal potere, o malfattrici di alto rango, o altro che siano. Non so neanche come si sia pensato questo!
L'indignazione è forte, in me senz'altro; non perchè sia lesa la mia dignità, ma perchè un certo modello maschilista, il macellaio divoratore di carne femminile, è quello che è oggi in prima pagina. E' quello di un imperatore che fa del suo essere potente, molto ricco e al disopra di ogni regola, il suo credo. Ma l'imperatore è il capo del governo del nostro paese. E' questo di cui si parla; non è una novità certo, ma di sicuro, (come per tanti altri aspetti di etica, cultura, modelli di relazione e di corruzione), Berlusconi è colui che sdogana e rende popolari e leciti comportamenti che si ritenevano almeno indigesti per molte persone, donne e uomini. La carne delle donne...significa considerare Korper (corpo anatomico) quello che è Lieb, corpo vissuto, unità di percezione, emozione, azione, cioè il corpo che è la persona (Husserl). Non commercio di carni quindi, ma compra-vendita di persone, di genere femminile (i maschi si comprano in altri modi). Questo è il motivo per cui manifestare le propria rabbia e la voglia di dire Stop, Alt, non è così che vogliamo la vita. Nè per noi nè per gli uomini.
Tutti i distinguo mi sembrano in questo momento fastidiosi; non perchè non ci siano differenze (ognuna/o andrà in piazza con le sue differenze, di genere e di idee, e ce ne saranno molteplici), ma perchè io credo che debbano essere messe da parte, in momenti critici, a favore di un comune senso di indignazione. Poi possiamo proseguire a discutere, confrontarci, fare e disfare, tra noi, come sempre. Ma non è possibile per una volta restare sul sentiero (magari stretto) che si può identificare come comune, e percorrerlo insieme, senza i mille distinguo che appagano forse il personale bisogno di chiarezza, ma non contribuiscono a creare nessuna opinione che possa almeno smuovere le teste di chi forse non sa, non pensa, si adegua?

Marina Massenz

Moltinpoesia ha detto...

Emilia Banfi:

Emilia Banfi
Santo cielo! Doveva arrivare Berlusconi per farci interrogare sulla differenza che c'è tra una donna prostituta e una donna non prostituta??? E quelle che si sposano per interesse economico convicendo i loro uomini di essere innamorate , dove le mettiamo? La prostituta è una donna che dichiara di essere prostituta e non imbroglia nessuno, il problema caso mai è dell'uomo che la frequenta. Smettiamola di fare del moralismo su un problema che non esiste . Una volta si andava in piazza sventolando mutandine e reggiseno, oggi cosa sventoliamo? Il mondo è pieno di donne belle e intelligenti, coraggiose e pronte a cambiare il mondo dell'ingiustizia al femminile, parliamone. Il problema è Berlusconi, non le sue prostitute le quali escono da questa turpe storia trionfanti. Ciao Emy

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate:

Cara Elena e care Emilia, Ilaria, Marcella, Marina,

posso dirvi che capisco le vostre emozioni, ma non sono d’accordo per nulla con la logica dei vostri argomenti?

Improvviso qui delle osservazioni che richiederebbero più tempo per essere ben dette, ma nessuno ce n’ha a sufficienza e ci si arrangia:



1. L’immagine femminile offerta da TV, cinema e mass media non è da oggi « una fotografia della maggior parte delle donne e ragazze di questo paese» ( o di altri paesi). Come mai l’indignazione porta solo oggi all’appello di Conchita De Gregorio e alla manifestazione del 13 febbraio? E in quale contesto politico (di scontro politico tra magistratura e governo ad es.) viene indetta questa manifestazione? Dal basso? Ma Conchita De Gregorio sta in basso o vive in periferia come me e mia figlia Elena? È forse irrilevante che la manifestazione venga rilanciata e sostenuta da una buona parte dei mass media e delle TV proprio in questo contesto politico così teso e non mesi fa? Davvero scendono in piazza solo quelle/quelli che non ne possono più dell’immagine femminile mercificata?



2. Ilaria crede davvero che «un leader corrotto e cosi poco preoccupato del suo ruolo e dell’ interesse del paese, che si è macchiato di colpe ben più gravi che pagare o barattare prestazioni sessuali, possa cadere solo per uno scandalo da bordello»? Beata lei! Ci sono dittatori più corrotti e più perversi che non cadono affatto. Sveglia, ragazze! Soltanto in determinate occasioni «uno scandalo da bordello» può essere preso a pretesto per buttare giù qualcuno e mettere al suo posto un altro, non necessariamente più onesto o morale, ma più comodo per quelli che governano. Le cause reali della prossima caduta di B. vanno cercate altrove. Proprio in quella politica sporca e brutta che i vostri discorsi “al femminile” non vedono o pensano di poter sorvolare. Vanno cercati nello scontro in atto tra poteri forti industriali, finanziari, politici sia interni a questo Stato Italiano, sia in campo internazionale. Non illudetevi che sia l’indignazione morale a far cadere B o qualsiasi altro governante di un qualsiasi paese del mondo!

[Continua]

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate [Continua]:


3. Mentre sul teatrino preparato dai mass media voi discutete (un po’ come loro suggeriscono) se sia giusto «dividere le donne in sante o puttane» o se sia corretto o meno condannare « chi ha scelto di fare del proprio corpo una merce di scambio», fuori dalla scena (ob-scena!), che nessun Santoro e nessun Travaglio e nessuna Conchita De Gregorio cerca di illuminare, si stanno ri-decidendo o si sono già decise, come accaduto in passato ai tempi di Mani Pulite, scelte economiche e politiche (nazionale e internazionali), che quasi tutti noi ignoriamo. Se ci fossero dei partiti decisi a spiegarle al “popolo” ( e capaci di spiegarle), se fossero note e discusse sui giornali o alla TV con la stessa acribia usata per il caso Ruby, ci farebbero rabbrividire. Tanto pesanti e durature ( per noi, i nostri figli e i nostri nipoti) saranno le conseguenze. Esse impediranno indirettamente (come già avvenuto in passato e come ben si vede dalla condizione di precariato di tantissimi e tantissime, compresa mia figlia) e ben più drasticamente che le donne ( e non solo loro) abbiano « l’opportunità di portare anche una visione “altra” che possa superare i confini ideologici, i corporativismi».



4. Legittimo andare in piazza per «vedere che aria tira». Ma si sappia che l’aria che sarebbe davvero da vedere e in che direzione tira non spira in quelle piazze. Sarà certamente bello « guardarle in faccia queste donne che oggi forse più degli uomini hanno il coraggio e la forza di dire basta». Ma sarebbe sicuramente più bello se il «basta» non fosse così generico, se il dibattito sulle questioni di fondo fosse già avvenuto in luoghi organizzati, mentre per adesso dovete solo augurarvelo e quasi nessuno/nessuna di quelli che scendersa « quello che può venire dopo». Perché non chiederselo subito? Perché Conchita De Gregorio o almeno i partiti anti B non ce lo dicono?



5. Pensatemi come un cinico e un freddo intellettuale se volete, ma « uno sguardo che non sia quello delle culture dominanti e dominatrici» non basta e non c’è; e il «bisogno di solidarietà ed empatia» che voi sentite non basta, perché è contrastato e soffocato dal bisogno ancora più forte di escludere e odiare i poveri, i diversi, gli immigrati, le donne, ecc. E questo è alimentato da scelte governative e complicità dei partiti, quello è affidato solo all’entusiasmo dei singoli o dei volontari controllati e gestiti dalla Chiesa.


Un caro saluto
Ennio