venerdì 1 aprile 2011

CONTRIBUTI
Autori vari
Scrivere al presente 17:
Poesia e non poesia
sul blog MOLTINPOESIA


In questo post sono pubblicati in occasione del 1° aprile solo i testi arrivati negli ultimi giorni. Ovviamente altri se ne troveranno navigando a ritroso. Il lettore  è invitato però a non perdere mai di vista quelli qui presenti con l'apposita etichetta DOC: 'poesia' . [E.A.]

1.  Poesia: Leonardo Terzo

Il maestrino di Cologno Monzese
Si vergognava d’essere borghese.
Ad ogni mosca che passava accanto
Insegnava la via col controcanto.
Camicia rossa, verde, bianca o bruna
Non ne lasciava in pace neanche una.
Ma volteggiando frenetico al trapezio
Era soltanto lo specchio di Borghezio.

1.1. Non poesia: Ennio Abate

Il liberal professoron di Pavia
amava ogni mosca come zio Tobia.
Ciascuna andasse per la propria via!
Viva la vostra libertà! Val più della mia!
Una mosca borbottò: non si sa più cosa sia.
E allora adirato lui intimò: Suvvia!
Voi a Lampedusa. Non qui da me a Pavia.


2. Poesia: Leonardo Terzo

Di Cologno Monzese il maestrino
Nutre tremendamente un complessino
Che d'inferiorità gronda dovunque
Ottenebrati sensi e sofferenze.
Ne soffre il verso: è un caso di scuola,
E la bruttezza si denuncia da sola.

2.1. Non poesia: Ennio Abate

Il freudian professoron di Pavia
ha esplorato pure l'anima mia.
L'ha trovata inferiore in poesia
e soprattutto carente in albagia.
Ohimé, quanta malinconia!
Giammai insegnerò in quel di Pavia,
dove lui ai danarosi della borghesia
tiene corsi di prosopo-filosofia!

3. Poesia: Leonardo Terzo

Edipo a Cologno

Tutto eccitato
Si crede a Lampedusa.
Ma sta al caldo a Cologno
Ed in cambusa.

4. Poesia: Leonardo Terzo
La narcisata

Arrivan le carrette
Da lidi non lontani,
Muoiono a bordo
E son nord-africani.

Muiono, e nel frattempo
I poeti impegnati
Compiccian la colletta
Di versi narcisati.

Lassù in quel di Cologno
Sono gratificati.

Uè ragazzi!
Questi son versi,
Mica prosette!
Uè ragazzi!

5. Non poesia: Donato Salzarulo

LE LETTERE D’OTTONE
   
Sprofondata nella terra, tra mille
radici e quasi a contatto con le vene
dell’acqua, mia madre non voleva
più tornare alla luce. Anche in questo
diversa.
Quando finalmente Abdul,
un somalo alto come una betulla,
scopre la linea della bara, il pietoso
lavoro si fa lento e attento.
Il primo a rifarsi vivo è il femore,
prima l’uno, poi l’altro. Tibia e perone
sono nelle calze di nylon insieme
alle falangi in frantumi dei piedi.
Si riconosce un angolo di bacino
e raccolte nella sottoveste – dio
se il nylon resiste! – le costole
della cassa toracica scomposta.
Abdul cerca la testa, il cranio
spezzato in tavolette confuse
col legno. Pulisce e ripone tutto
con delicatezza nella cassetta
sul lenzuolino bianco. Ricopre
con un altro lenzuolo e chiude
per sempre.
                    Mentre Abdul ripone
mia madre nella celletta sopra
mio padre, Giuseppina distribuisce
le lettere d’ottone del suo nome.
La E la prende Elisa,
un’altra E Michela, la L Lucia,
la P Marzia… (Domenico è in Qatar).
Purtroppo, nel disfare il monumento,
ne sono andate perse
diverse.

Al termine mio fratello -  forse per l’ansia
svegliatosi stamattina insolitamente tardi -
recupera la rosa cresciuta sulla tomba
per trapiantarla nel giardino.
Mia sorella conserva le parole
scritte in sua memoria. Io ho il compito
di scriverne altre, ereditando la fama
di parlatore instancabile
di mia madre.

29 marzo 2011

* Nota
Qualche giorno fa ho assistito all’atto di cui parlo nelle allegate “Lettere d’ottone”.
Pensavo a mia madre, morta e riesumata, per così dire, “normalmente” e pensavo alle migliaia e migliaia di persone morte violentemente, uccise, distrutte da guerre che sono ingiuste anche quando sembrerebbero “giuste”. Nella guerra in corso in Libia non c’è nulla di giusto. Finché gli uomini e le donne non riusciranno a rendere la guerra un tabù, molte e molte e molte persone non potranno scambiarsi neanche le “soavi cure” che la morte, qualsiasi morte richiede.
Un caro saluto a tutti
Donato

6. Prosa poetica: Leonardo Terzo

Caro Tuccio,
Se qualcuno mi stesse sparando, vorrei incontrare un bellicoso difensore della mia vita, e non un imbelle pacifista che mi lascerebbe morire. È così difficile da capire? Quindi piantatela.
L.T.

7. Prosa non poetica: Emilia Banfi

Difendere un uomo che sta per morire  lo può fare anche un pacifista che odia la guerra, anzi lo farà con più fervore La guerra è invece quell'altra cosa che ci manda a morire per salvare , per salvare...chi?. Ciao Emy

8. Prosa poetica: Leonardo Terzo

 Per salvare i ruwandesi o quelli di Sarajevo, e tantissimi altri in tutto il mondo, a cominciare dalla Libia tanto per non far nomi.
L.T.

 9. Poesia: Leonardo Terzo


Il week-end dei poeti impegnati

Se domenica è bel tempo
Ripensiamo a Fukushima
Poi scriviamo qualche rima
E beviamo un po’ di té

Nucleare, ecosistema
Che bei temi ed attuali
Pria che spengano i fanali
Li dobbiamo deplorar.

Deplorarli e denunciarli!
Scandiremo i nostri versi!

Che altrimenti sono persi.
Li mettiamo un po’ in vetrina
Io per me poi tu per te.

Lo tsunami lo mettiamo?
Perché no? Sovrabbondiamo!

Ci vediamo in Palazzina,
Ci saremo almeno in tre.

 
   



  





 



 

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ennio Abate:

Al di là della polemica, ormai sempre e solo acida, di L.T. nei confronti dei "moltinpoesia" e in particolare verso di me, faccio nuovamente notare che:

1. questo è un LABORATORIO e non una vetrina dove si pretende di esporre la crestomazia della poesia italiana contenmporanea;

2. si ha il diritto a commentare anche in versi gli avvenimenti che ci coinvolgono emotivamente e intellettualmente, senza il timore paralizzante che trattare certi "contenuti" impediscano di per sé un buon risultato poetico;

3. certi avvenimenti potrebbero essere commentati (e diversi di noi lo fanno) anche in prosa, ma non mi pare che ci sia più garanzia o meno rischio di "menare il can per l'aia" o di scrivere solo per "salvarsi l'anima";

4. sia in versi sia in prosa si capisce dove uno va a parare; e infatti in questo e in altri post s'intravvede chiaramente chi è favorevole e chi è contro la guerra dei "volenterosi" contro la Libia.

Anonimo ha detto...

SEMY:

Bella rima Leonardo, ma che ci vuoi fare questo è quello che succede, manderemo Berlusconi a Fukushima , Lui sì che ci sa fare comprerà la centrale nucleare!
I poeti possono solo parlare con l'amaro dentro il cuore
ci perdoni Professore!
Il week-end l'ho impegnato
in una cosa molto bella
volerò sopra una stella
a guardare all'or di sera
danzar fra i morti primavera.
Primavera vien danzando
vien danzando alla Tua porta
sai Tu dirmi che ti porta?

Cinismo al settimo cielo.

BYEMY

Anonimo ha detto...

Enzo:

Ma che solfa questi versi
sempre uguali mai avversi
per i piccoli borghesi
venerdì è già vacanza
rintanati in una stanza
con la rima con costanza
sempre lì a criticare
e non guardano oltremare. enzo

PS sabato scorso qui a Berlino manifestazione contro il nucleare: 500.000 persone

Anonimo ha detto...

Non Calpestare Le Aiuole

Adesso i parolai
Detestan le parole.
Troppo acida la satira
La voglion zuccherata.

L.T.

Anonimo ha detto...

Moltitudo Non Facit Genus

Spansa
Si scansa.

L.T.

Anonimo ha detto...

Ormai rancida
nemmen più acida
manco più satira
ma sol Terzatira

E.A.

Anonimo ha detto...

Non doveva essere l'ultima risposta quella del 30 marzo?
Ti stai imberlusconando!

L.T.

Anonimo ha detto...

SEMY

Mio Dio che tristezza
la Gioconda sorridere

Ber compra i barconi
trecento naufraghi

Derby partita nervosa
le ragazze non ci stanno

Nuove tariffe Vodafon
madre uccide il figlio

Gas salta un appartamento
piange, la contessa morta.

byemy