mercoledì 6 aprile 2011

DISCUSSIONE
Enzo Giarmoleo e Leonardo Terzo
Sul "ready made"



Enzo Giarmoleo (3 aprile 2011):

Trovo il ready made e tutto ciò che possa scaturire da esso molto interessante. Certo molta acqua è passata sotto i ponti e non è più possibile sbeffeggiare la bellezza come aveva fatto Duchamp  con la sua Gioconda con i baffi. Molto interessante nel ready made la tendenza dell’autore a non intervenire soggettivamente nell’opera d’arte atteggiamento che troviamo anche nella pop art  di cui Duchamp e quindi Dada ne costituiscono la matrice linguistica.
 Se ci facessimo contaminare  senza guardare al risultato  da esperimenti di ready made, dalle suggestioni di scrivere al presente tenendo in mente Duchamp ma anche il grande Magritte , siamo sempre nel campo dell’opera dove l’idea diventa preponderante (ceci n’est pas une pipe)  kerouac, Joyce, Whitham verso lungo, le esperienze ironiche delle ottave sanguinettiane e dalla forma sostanza degli haihu etc… forse acquisiremmo più strumenti poetici e sapremmo come rispondere ai critici bacchettoni che non vedono al di là del proprio naso.
Ma forse lo facciamo già. Ho qualche dubbio sul ready made tale e quale,  mi è più congeniale almeno per ora accostare frasi titoli, mettendoci un po’ di mio quanto basta .E’ un pò quello che ho fatto con “Telemessaggio senza pretese”.Titoli incompatibili che stridono per poi però capire quanto le notizie siano omologate anche nella nostra mente  e come esse  non ci emozionano più di tanto. E’ un gioco pericoloso poiché mentre associo i titoli, v’è un intento moralistico che mi avvicina alla speranza che le informazioni vengano fruite con emozioni e  mi allontana da quella dose di nichilismo necessario per affrontare le tematiche moderne.

Vi mando un esempio che credo
abbia a che fare con quello che vado dicendo

...centinaia di sagome umane stanno marcendo nelle pozze intorno alla centrale di Fukushima te ne mando una due o tre te le scopi poi gli fai un regalino nessuno le ha raccolte perchè troppo radioattive in un campione di carne di manzo prelevato nella prefettura di Fukushima sono stati rinvenuti 510 becquerel di cesio radioattivo al telefono non parliamo di carne parliamo di pacchi che ti devo mandare ti mando un pacco due pacchi sono arrivate in Italia a fare marchette il livello massimo consentito è di 500 becquerel certo saper cosa sono i becquerel non mi cambia granchè la vita però mi conforta sapere che al prossimo vertice del G20 decideranno la soglia di radioattività per noi tollerabile una del giro vorrebbe tanto avere l’incarico di ministro degli esteri..... 
Leonardo Terzo (6 aprile 2011):

Caro Enzo,
Ricercando tra le mail ho recuperato quella a cui certamente ti riferivi.
Mi sembra interessante la tua riflessione ed è infatti sul piano teorico-critico che mi interessa la discussione.
In questo caso ad ogni modo mi piace il tuo esperimento. Tanto più che è in prosa e quindi secondo me più difficile. Il verso infatti crea subito un alone estetico intorno alle parole, alone che nel ready made è essenziale, ma dovrebbe apparire forzatamente imposto su un discorso che all'origine non lo ha. Nel tuo caso, come nei miei che ho definito "impuri" il significato, per quanto reso fortemente ironico dalla nuova disposizione formale, mantiene ancora una funzione comunicativa, che il ready made di Duchamp come anche la "Merda d'artista" di Manzoni già nel 1961, non voleva avere (secondo me), perché doveva risiedere solo nello spaesamento e nello scandalo. Nel tuo prevale l'enfasi politica e in questa direzione è riuscito. Ma questo è il punto: il vero ready made è un orinatoio o uno scolabottiglie, non una foto di cadaveri uccisi in guerra. Quanto più le parole contengono e conservano un messaggio che avevano all'origine, che rimane e viene riproposto come tale, tanto meno sono un ready made, il cui compito, azzardo, dovrebbe essere forse lo smascheramento della comune prassi di ricezione della comunicazione.
Ciao
L.

P.S. Approfitto dell'occasione per proporne un altro, che ho avvistato proprio adesso qui nella colonna della mail, e che continua ad essere impuro, ma meno impuro dei miei precedenti:

Ready Made 4

Nuova finestra,
Stampa tutto,
Espandi tutto,
Inoltra tutto.
Tutto?



*Nota (da wikipedia)
Il termine ready-made (traducibile come "instantaneo", "detto-fatto"...) è utilizzato per descrivere un'opera d'arte ottenuta da oggetti per lo più appartenenti alla realtà quotidiana, lontani dal sentimentalismo e dall'affezione, che possono essere modificati (in questo caso si parla di ready-made rettificato) o meno.
L'inventore del ready-made fu il dadaista Marcel Duchamp nei primi decenni del Novecento ed ancora oggi è una pratica molto usata (nelle sue varie evoluzioni) nell'arte contemporanea.
Il ready-made dunque è un comune manufatto di uso quotidiano (un attaccapanni, uno scolabottiglie, un orinatoio, ecc.) che assurge ad opera d'arte una volta prelevato dall'artista e posto così com'è in una situazione diversa da quella di utilizzo, che gli sarebbe propria (in questo caso un museo o una galleria d'arte). Il valore aggiunto dell'artista è l'operazione di scelta, o anche di individuazione casuale dell'oggetto, di acquisizione e di isolamento dell'oggetto.
Ciò che a quel punto rende l'oggetto comune e banale (si pensi alla latrina capovolta che Duchamp intitolerà "Fontana") un'opera d'arte, è il riconoscimento da parte del pubblico del ruolo dell'artista. L'idea di conferire dignità ad oggetti comuni fu inizialmente un forte colpo nei confronti della distinzione tradizionale, comunemente accettata e radicata, tra ciò che poteva definirsi arte e ciò che non lo era. Nonostante ai nostri tempi questa pratica sia ampiamente accettata dalla comunità artistica, continua a destare l'ostilità dei media e del pubblico.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Cellulare spento
farfalla nera
l'accendere facile
farfalla rossa
farfalla gialla
Mai.

Emyspengo

Anonimo ha detto...

Ennio Abate:

Se il ready made "è un comune manufatto di uso quotidiano (un attaccapanni, uno scolabottiglie, un orinatoio, ecc.) che assurge ad opera d'arte una volta prelevato dall'artista e posto così com'è in una situazione diversa da quella di utilizzo"(Cfr. nota) e, come correttamente nota Terzo, non sopporta troppo l'associazione con "una foto di cadaveri uccisi in guerra", ne discende per me che:
1. il ready made è un "gioco d'artista" (specie quando è "merda d'artista"...) e accoglie
senza fiatare la riduzione dell'arte a mero gioco comunicativo tra intenditori;

2. ha ragione Enzo Giarmoleo a sentirsi un po' a disagio nell'eseguire questo gioco, perché quello che lui chiama "un intento moralistico", che lo induce a sperare "che le informazioni vengano fruite con emozioni" (e che, secondo me, è l'attesa elementare di qualsiasi uomo che rivolge parola ad altri; ed è stata attesa per secoli dei poeti) contrasta proprio con la "dose di nichilismo" tipica del ready made;

3. E allora mi chiedo (da moralista?)
se, "per affrontare in poesia le tematiche moderne" (nel caso la morte seminata attorno alla centrale luclare di Fukushima) in poesia, il ready made proprio per la sua intriseca dose di nichilismo non sia da scartare;

4. perché a me pare che usando il ready made per parlare di Fukushima sia come andare a ridere a un funerale (il che può essere atteggiamento apprezzato solo da cinici incalliti).

Anonimo ha detto...

Mayoor:

Essere autori o contentarsi di essere interpreti? Far nascere qualcosa dal nulla o cambiare l'acconciatura di un articolo di giornale?
Se l'intento è quello di accostarsi al linguaggio quotidiano facendolo proprio, ben venga la didattica del ready mate. Ma non si pensi di essere nuovi, da noi mi pare che ne trattò Balestrini già negli anni 80. Ma certo che se i riferimenti son sempre quelli dei versetti ben ordinati...

Quanto a Duchamp ( principalmente un buon giocatore di scacchi, pare. Ma ha anche dimostrato di saper dipingere, e assai meglio di Man Ray), è da trent'anni che se ne parla. Oggi almeno la metà degli studenti delle accademie si stanno formando sul concettuale. Non è tutto oro, è solo un movimento che mancava al novecento, e riguarda l'uso della ragione che in arte, da sempre, non ha mai ricevuto tanta considerazione perché ad essa venivano preferiti l'estro e il talento. Un errore a cui si sta rimediando. Segnalo la mostra all'Hangar Bicocca, ci troverete parecchie installazioni, quasi tutte ad un passo dalla presunzione bell'e buona.

Un buon poeta dovrebbe rischiare di più, secondo me.

mayoor

Anonimo ha detto...

Ennio Abate @ Mayoor:

"è solo un movimento che mancava al novecento, e riguarda l'uso della ragione che in arte, da sempre, non ha mai ricevuto tanta considerazione perché ad essa venivano preferiti l'estro e il talento".

Ragione? No intelletto o giochi intellettuali, credo

Anonimo ha detto...

Sì certo, Ennio, scusami. Il termine "concettuale" è già chiarissimo.

mayoor

Anonimo ha detto...

SEMY:

IL READY MADE, trovo che sia una vera abominevole moderna schifezza, come un panino chiuso in un sacchetto di plastica, comunque buon appetito. Emy

Anonimo ha detto...

E quando nei prossimi anni Manzoni's "Merda d'artista" dovrà essere restaurata?
Per restare nell'argomento del post, aggiungo:

Concordo con la fulminante risposta di Ennio Fortini.
E cito un paio di mie frasi che, aggiornando tempi ed etichette, dipingono questa situazione, quella più generale della Poesia,
quella dei morti di fama e di chi é in crisi di successo.

"... clone dopo clone hai raggiunto l’empireo dell’Ovvietà e il Bum Bum d’Ogni Cosa. Mi stupisco sempre della pazienza dei teleutenti e (non) mi aspetto un moto di piazza. Credi di esserti omologata al rialzo? Contenuti? Qualità? No, vero?>
<Lezione breve che già metà è troppo. Non intendo né espressioni “alla moda” dell’inzuccheratissimo Zappi, arcadici vezzi di cagnoline, emozioni sulla frittura di pesce, né “lo sgocciolare perlaceo della celesta e del carillon” letto di recente sulla Corriera, ma. Ma questo è già un modo barocco scardinare la lezione del passato ricercando libertà espressiva… evitando di finire attaccato agli orpelli… orpelli? Le cazzate appena elencate; se tu le raccontassi con una curva di risposta favorevole faresti sembrare interessante anche il pupazzo sordomuto del ventriloquo fasullo."
Cos'é una curva di risposta favorevole? Capacità di comunicare, d'impegnarsi politicamente, di saggiare (nel senso di scrivere saggi), crearsi un personaggio ... ? Completate voi.

Giuseppe Beppe Provenzale

Anonimo ha detto...

Beppe sei imbattibile. Emy

Anonimo ha detto...

Beppe Provenzale:

Un fulmine!
Se l'americaneggiante Alberto Sordi alle prese con un piatto di spaghetti avesse saputo che stava recitando un ready made!
Allora si chiamava commedia all'italiana ora proviamo a tradurre ready made, giusto per raddrizzare le sorti della lingua...
Io ci provo, e invito a farlo anche voi

detto ma non pensato
detto fatto
detto e ridetto (in testa)
in testa avendone una
una che non é una luna
luna che é l'una che sobriamente tace
tace ma non acconsente
zuruck!
acconsente ma a che prezzo
prezzo?
Quanto costa?
Ahi! quanto mi costa, mi costi, mi scosti ...