martedì 19 luglio 2011

CRITICA
La poesia
secondo i critici
del "Corriere della sera"
e secondo noi.
Mayoor vs Berardinelli


Sul "Corriere della sera", magari perché è estate e non sanno come riempire le pagine, è stato dato spazio anche alla poesia. Sono intervenuti  finora critici à la page. All'intervento  di Alfonso Berardinelli, che si legge qui , risponde Lucio Mayoor Tosi.  Qualcuno vuole provare a mandarlo anche al Corriere? [E.A.]


Dico subito che mi sento a pieno titolo tra i lettori "sconcertati o sprovveduti", e quel che è peggio anche tra quelli con la pretesa di voler scrivere.  Però qualche idea ce l'ho e provo ad esporla sinteticamente. 
- Leggo: "La poesia è corrotta invece da se stessa, dall'idea che ha di sé: fuga dalla comunicazione o libera espressione del già saputo".
L'impressione è che Berardinelli non voglia dire esattamente quello che ha scritto.   Fuga dalla comunicazione?
Se qualche pazzo editore proponesse ai poeti di distribuire i loro libri sulla luna, dove non c'è anima viva, ne sarebbero felici? Non credo.
Berardinelli allude evidentemente al linguaggio della poesia dove ravvisa una mancanza di codici condivisi, penso io. Che leggere poesia non sia sempre facile è scontato ed è così da sempre, ma i poeti sanno cogliere i segnali del linguaggio mutevole del loro tempo? Sanno farli propri in modo sufficientemente creativo? 
I poeti "ignorano il pubblico e il pubblico ignora loro", sembra proprio che sia così. Solo che qui l'attenzione è posta esclusivamente sul fare poesia, non si considera il pubblico, non si fanno analisi sulla trasformazione della vita sociale, non c'è modo di capire dove sia rivolta oggi l'attenzione culturale del pubblico, quali siano i linguaggi in uso…

Per quel poco che intendo di pubblicità, so che tutti i  prodotti nascono per arrivare ad un destinatario,  non piacerà ai poeti, ma credo che potrebbe essere utile vedere le cose anche da questo punto di vista.
Una trentina d'anni fa, forse quaranta,  Giuseppe Ungaretti mise la propria faccia in televisione per leggere Omero e incatenò il pubblico, vi ricordate? Lo sapete quante visite il signor Ungaretti riceve ancora oggi su You Tube? Conoscete una poesia più popolare del suo "M'illumino d'immenso"? D'accordo che ha il pregio e la bontà d'essere breve, ma tant'è.  Forse però non tutti ricordano i poeti che si alternarono in televisione negli anni ottanta, io sì e sono anche andato a rivedermeli ( nella rete c'è proprio tutto). Schivi, impacciati ma vanitosi, con voci tremule ben al di sotto del tono che s'intuisce esserci nella loro scrittura… erano figli di quel non-io e di quell'amore per il significante di cui tanto si parlava allora tra i poeti? Vai a saperlo, per me erano fisicamente al di sotto delle aspettative. Una vera noia.  Il poeta non fa spettacolo, ma grazie a loro non lo faceva nemmeno la poesia.

Berardinelli  scrive che si dovrebbe ragionare per singoli, autori e libri, e non per generi.  Come dire che quando piove non si dovrebbe portare l'attenzione sulla pioggia ma solo sulle gocce che ti toccano. Ecco, da pubblicitario questa mi sembra una buona enunciazione, un punto di partenza interessante per arrivare poi a comprendere la poesia (la pioggia oltre le gocce che ci riguardano), e per scoprirne il valore ( la qualità).
"La tecnica è tutto, quando si sa che cosa dire o non dire", ma di quale tecnica stiamo parlando? Ho l'impressione che i critici soffrano per la perdita di riferimenti stilistici, almeno dove viene a mancare un accento lo si vede bene… ma capisco che tutto possa sembrare campato per aria.
Questo articolo mi ha divertito, viene detto che i poeti non sono onesti: "solo l'onestà è geniale", ma Saba probabilmente cercava di essere possibilista e con semplicità dava un suggerimento alla critica, di cercare di leggere nelle poesie almeno la loro onestà. Secondo me il resto dovrebbe riguardare principalmente il pubblico.



1 commento:

paola ha detto...

...Per vivere in eterno nel cosmo universale ti ho lanciato lontano, lontano per incontrarti un giorno ancora una volta e parlarti d'amore.
Sono una poetessa "onesta e geniale" e la copertina del mio libro di poesie che si intitola "Il profumo di rosa Winchester" l'ho disegnata io, ho preso 3 brevetti, scrivo con il cuore anzi con l'anima. Paola Cerroni