giovedì 11 agosto 2011

CONTRIBUTI
Enzo Giarmoleo
Un messaggio da Ferlinghetti:
Una piazza per i poeti

 

E' apparsa in questi giorni la notizia che presto, a North Beach, quartiere di San  Francisco in California, sorgerà  un’isola pedonale, dedicata a quella banda di ribelli impenitenti definiti “Poeti della Beat Generation”. L’isola avrà un podio fisso per reading e incontri letterari.

 

Si tratta della “Poets Plaza-Piazza Saint Francis” ideata dal poeta  Lawrence Ferlinghetti. Per associazione, insieme al significato che la città di San Francisco audace, cosmopolita e ribelle, ha assunto nella vita errante e inquieta del poeta mi sono tornate in mente alcune sue poesie di grande respiro “Away Above a Harborful” e “How to paint sunlight”.

Un po’ di storia : 1950, Ferlinghetti arriva a San Francisco via terra con il treno, prende un ferry dal molo di Oakland  al “Ferry Building”, il terminale dei vaporetti di S. Francisco.”  La città gli appare simile ad un porto mediterraneo, una piccola città piena di luce, con tanti bianchi edifici, quasi una Tunisi vista dal mare. La luce assume una grande valenza per il poeta : “I poeti e i pittori sono portatori naturali di luce, e io ho sempre voluto dipingere la luce sui muri della vita”.. La ricerca della luce è legata a quell’impegno che caratterizza da sempre le azioni del poeta. 

Il poeta entra subito in sintonia con la città e con  North Beach luogo poetico dove grandi poeti e pittori hanno trovato ispirazione. Il luogo rappresenta buona parte della storia della “letteratura americana”, da Mark Twain con il suo indimenticabile Huck alla poetessa Ina Coolbrith mentore del giovane  Jack London che rivelerà i lati oscuri del “sogno americano” e da London alla Beat generation. Qui Jack Kerouac concepisce “Angeli di desolazione” e “I Vagabondi del Dharma “ .

Il sogno visionario di costruire in questo quartiere un luogo per la poesia, “un forum permanente di poesia a cielo aperto” è legato alla coerenza con cui Ferlinghetti ha sempre portato avanti le sue idee. Solo pensando alla sua instancabile attività letteraria, al suo impegno per la giustizia sociale, alla sua insofferenza di fronte alla distruzione della bellezza,  si può capire come la poesia riesca a intrecciarsi alla riprogettazione di un luogo. Ferlinghetti  poeta d’assalto, nel 1998,  poco prima della cerimonia per il suo riconoscimento a “Poeta Ufficiale” della città di San Francisco, manifesta il suo senso di ribellione contro la dimostrazione militarista dei Blues Angels (le “nostre” fiamme tricolore) avvenuta poco prima, chiedendosi perchè ogni anno ci vogliono  far ricordare come hanno bombardato i paesi del 3° mondo. Poi spiega le ragioni per cui accetta il riconoscimento dicendo che “è meglio essere Poeta Ufficiale di San Francisco che di qualsiasi altra città perchè questa città è stata  sempre un centro della poesia, una frontiera per una libera vita poetica , con forse più poeti e più lettori di poesia di qualsiasi altra città al mondo.”

Segue una nota dolente. Dice il poeta : “.. forse rischiamo di perderla.. Anzi rischiamo di perdere qualcosa in più. Tutto ciò che ha reso unica questa città sembra fallire ad una velocità allarmante. Il fatto è che San Francisco sta diventando un’enclave per persone ricche, la città si imborghesisce (gentrifies), non è più la città che accoglieva immigrati e  rifugiati da tutto il mondo. Il divario tra i ricchi e i poveri è aumentato del 40 % negli ultimi due anni. “Per moltissime persone che sono state il cuore di questa città dai pescatori ai produttori di pasta, dagli operai fino ai musicisti jazz, ai poeti agli hippies, ai punk e molti altri (formidabile il suo senso di empatia nell’enumerare le categorie, i gruppi che formano il tessuto urbano di questa città), sta diventando impossibile sopravvivere”. Sono loro che hanno creato la morfologia del quartiere. “E quando avete perso questa parte della città, avete perso San Francisco”. Ferlinghetti non è solo poeta, è uomo pragmatico, da molto tempo ha fatto e continua a fare proposte realistiche che riguardano la città come quella di far diventare North Beach Distretto Storico, difenderlo dalla distruzione commerciale delle attività legate alle corporazioni, sostenere centri culturali indipendenti, sottrarre alcune zone della città al traffico automobilistico.

Tornano in mente alcuni suoi versi dove parla di “….cittadini menomati in macchine colorate con strane targhe e motori che divorano l’America.

Una piccola speranza: corre voce che da Fisherman Wharf, a ridosso di North Beach, all’alba salpano ancora i pescherecci colorati!

Uno Spazio Libero da dedicare ai poeti non molto distante dalla “City Light” libreria simbolo che grazie a Ferlinghetti poeta ed editore ha fornito linfa ai grandi poeti protagonisti del Rinascita Poetica di San Francisco. Nel 1947 cominciano i primi reading, da qui l’idea di fondare nel 1953 il S.Francisco’s Poetry Center con poeti come Philip Lamantia, Gary Snyder, Jack Spicer, Philip Whalen…per la verità una poesia ancora formale per addetti ai lavori.

In questo clima Kenneth Rexroth “fellow rebel-poet”, dava in casa sua ogni settimana dei reading privati che raccoglievano una comunità radicale di poeti, alcuni di essi obiettori di coscienza della seconda guerra mondiale. La City Light diventa nel frattempo luogo di ritrovo dei poeti di S Francisco. Il fermento poetico che ora vede Ferlinghetti  in prima fila, culmina  con la vicenda della “Sixth Gallery “ dove Ginsberg legge per la prima volta “Howl (Urlo). Ferlinghetti in platea è colpito da quei versi arrabbiati e doloranti.  “Howl and other Poems” di Ginsberg diventa il 4° libretto della “Pocket Poets Series”. Seguono le accuse di oscenità, la repressione maccartista e un processo clamoroso contro Ferlinghetti e Ginsberg .

Ferlinghetti l’autore di “A Coney island of the mind” uno dei libri di poesia più letti al mondo, nel 1958  pubblica sulla “Chicago Review” un saggio dove dice “…La poesia che si è fatta udire di recente è ciò che potrebbe essere chiamata “poesia di strada”perché consiste nel far uscire il poeta dal suo interiore santuario estetico dove troppo a lungo è rimasto a contemplare il suo complicato ombelico.”

Le idee di cui il poeta ci rende partecipi sono sempre portatrici di grande ispirazione e frutto di una energia che nasce  dall’essenza della sua poesia, dalla fusione di forze contrapposte. Da una parte “l’artista lirico, portatore di luce, eros e amore, incarnazione del mito puro soggettivo” e dall’altra , “l’artista ribelle, che articola.. la voce del popolo, dando luce e spazio agli emarginati, all’umanità sofferente che abita il mondo…. mettendo costantemente in dubbio lo status quo.”(1)

La sensazione è che per tutto quello che ci arriva, non siamo mai pronti, da questa parte dell’oceano.

Ma dal nostro osservatorio non  possiamo che sostenere l’iniziativa poiché crediamo che lo spirito che sottende la realizzazione di questo sogno si rivolga a tutti i poeti del mondo non ad una piccola elite o come alcuni dicono in Italia, ai “Veri” poeti.

 

(1) Notizie preziose su Ferlinghetti poeta-pittore si possono trovare  consultando “Io sono come Omero” vita di Lawrence Ferlinghetti,  della biografa Giada Diano, Ed. Feltrinelli  e “Lawrence Ferlinghetti 60 anni di pittura” Silvana Editore.

 


1 commento:

Anonimo ha detto...

Emilia Banfi:

Una piazza per i poeti
e che nessuno si chieda
se siano veri quei ladri
di parole e di tempo
che nulla hanno da fare
se non pensare al modo
per chiudere in un solo canto
una voce, mille voci
uno sguardo un pianto.
Arriveranno a rubarvi
la vita dagli scuri socchiusi
nel vento nella pioggia nel sole
e se qualcuno salirà sul tetto più alto
ascolterà come la vita si scaglia
nell'aria e come cometa trascina
quello che il destino non vi avrebbe
mai dato.