martedì 15 novembre 2011

SEGNALAZIONI
Abate, Bertoldo, Franzin,
Massenz, Mastrangelo,
Portaccio, Simonitto.





Segnalo l'uscita quasi in coincidenza di alcune raccolte poetiche di persone con cui sono in contatto. Spero che c'incontreremo in qualche posto per parlarne. [E.A.] 



*
Ennio Abate
Immigratorio
Prefazione di Pietro Cataldi
Edizioni CFR - ottobre 2011

 
Mai in alberghi o nei letti sontuosi della memoria.
Mai.
Per i vicoli, ti dico, fu tutta
la mia trepida lussuria. Abbandonai
la gialla casa mediterranea
palpeggiata nella malinconia
degli aranceti
sotto piogge di primavera
(un vento aspro, là a redarguirci!).
Sparì presto il ricamato corredo
di famiglia.
Ninnoli, specchiere, polsini d'argento
ceramiche, medaglie di guerra
armadi accatastati per vendita d'urgenza:
nessun malloppo cavai.
Le decorazioni paterne
aggettivi
di stanze altrui.
Il brillio degli ornamenti rapiti ristagnò
su petti d’estranee.

*
Roberto Bertoldo
Pergamena dei ribelli
Postfazione di Sandro Montalto
Joker aprile 2011

Vivessimo per i baci delle nostre ragazze
che fossero limpidi, però, e casti
voi fareste altri soprusi
ma i baci riempiono la nostra dispensa
di fucili e forche,
voi non sapete come il popolo vi condanni,
quale allegra danza componga i plotoni
e quanti nodi sappiano i marinai.
Ricche labbra sono i nostri foderi
e le corde vivono di lunghi capelli,
non c'è popolo che muoia solo
e le donne hanno il ventre forte
quando muoiono i loro amanti.

*
Fabio Franzin
Canti dell'offesa
Prefazione di Gianfranco Lauretano
Edizioni Il Vicolo - novembre 2011


Questi vostri nomi Andreas Peppe
Jordanu Emir Mailat questi nomi
sporchi di sabbia e calcina volati
da impalcature posticce il giorno
stesso dell’assunzione queste urla
perse fra putrelle e betoniere sono
il grido che resta imprigionato fra
le celle in cartongesso dei nostri
appartamenti e nelle intercapedini
le piastrelle sono lapidi che il mocio
lucida il detersivo cancella sangue
e nomi sudore e precariato caporali.

*
Mario Mastrangelo
Nisciuna voce/ Nessuna voce
Prefazione di Franco Loi
Raffaeli Editore - ottobre 2011
  
Nessuna voce

Niente, dentro il silenzio che avvolge
la tua storia non riesci a sentir niente,
nessuna voce, parlottìo, bisbiglio
che la sostanza solenne dell’infinito
sappia farti capire. Non ti viene
vicino melodia di canzone
che ti dica che stai
nel corpo di vertigine del tutto,
non viene ad aiutarti una parola,
capace di scorrere come sangue o fiume,
assieme ai segreti che vuol far sapere.
Senti solo maligna una risata.
E capisci cosa pensa la vita di te.
 
Nisciuna voce

Niente, rint’ ô silenzio c’arravoglia
sta storia tója nun riésce a sentì niente,
nisciuna voce, parluttìo, bisbiglio
c’ ’a sustanza sulenne ’e l’infinito
te sape fà capisce. A tte vicino
nun vene meludia lenta ’e canzone
ca te rice ca staje
rint’ ô cuorpo ’e vertiggine r’ ’o ttutto,
nun te vene a succorre na parola,
capace ’e scorre com’a ssango o sciumo
nzieme a ’e segrete ca vò fà sapé.
Siente sulo maligna na resata.
E capisce che penza ’a vita ’e te.

*
Marina Massenz
La ballata delle parole vane
Postfazione di Andrea Inglese
Casa  editrice L'Arcolaio - settembre 2011

NOI, RIDOTTE AD IDOLI
  
Sfogliamo questo immenso libro
dalle pagine sottilissime con
le nostre manine, diventiamo più
piccole e quello sempre più grande,
noi non vedute.

Dentro il suo passo tutto il discorso era
scritto, non l'ho voluto udire poiché
già l'udivo, noi idoli ridotte a
simulacri, come Cassandre cieche
straziate dal vedere.

L'urlante, posseduta dalla voce
col dono della parola, la sola,
tu sola, noi idoli a noi stesse,
le non vedute, vediamo ciò che
non si può rivelare. Mute.

Ma verranno cavalli con garretti e
pennacchi echeggianti; schiumando
la tesa tela di ragno s'unirà all'acqua
in una forma imprevista generando.

Allora le nostre ossicine tremeranno
un poco e lasceranno cadere l'immenso libro. 

*
Stefania Portaccio
La mattina dopo
Prefazione di Alberto Bertoni
Passigli Editori - giugno 2011


certo ostico è farsi convesso
arco e freccia acuminata
e al tempo stesso - o appena a ridosso
culla germinante
pozza immota
antro dove risuona il fragore
della vita, lo stupefacente suo vigore

ma cos'altro fare?

*
Rita Simonitto
Su la  Tor
Società Filologica Friulana - settembre 2011


        Primavera

L'aria si sveglia in primavera
sul luccicore di lumache umide di rugiada.
Il fresco dell'erba bagnata cura le ferite
delle spine dei pungi topo che sul greto
si preparano a far crescere gli asparagi selvatici.

Così, prima di andare a scuola,
mio padre ed io andavamo a fare la spesa
tra le corsie del mercato del bosco.
Un merlo di passaggio, una lepre spaventata,
e la cincia che assordava col suo stridìo:
"cence bêçs, cence bêçs”*

L'ombra malandrina ti accecava di buio
e di mistero: il buono e il cattivo, il sano e il fradicio
stavano lì assieme, l'uno accanto all'altro.
Sotto lo stesso cielo.

 * “Senza soldi, senza soldi"

        Vierte

Inte Vierte, la buinore si svee
sul lusignâ dai cais muei di rosade.
Fresc di jerbe bagnade al lenç lis feridis
dai spins di ruscli che su la roste
si preparin a da fûr i sparcs salvadis.

Cussì, prin di lâ a scuele,
jo e gno pari o levin a fâ spese
vie pes semidis, intal marcjât dal bosc.
Un mierli di passaç, un jeur spaventât
e la parusse che tontonave cui so strît
continuant a cjantâ "cence bêçs, cence bêçs",

L' ombrene malandrine ti inceave di scûr
e di misteri: il bon e il mat, il frait e il san
a stevin là un dongje chel altri.
Insieme.
Sot dal stes cîl.
18.10.2010



1 commento:

Anonimo ha detto...

Belle e fortissime queste poesie. La vita dentro le percorre ,a volte incerta, dolorosa, imprevedibile, vera. Quella di Abate mi ha morso il cuore.
Emy