sabato 30 luglio 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Alberto Accorsi
Scrivere al futuro



Leggete amici  ?
“Draghi ,Mario, ha detto che la solvibilità di uno stato sovrano
non è più  così acquisita”
 
Ci pensate amici?
La Grecia 
la filosofia la politica
la geometria
potrà chiudere come fosse un’azienda
default! finita cancellata
...un’ espressione contabile
 
Quando il capitale soffia
gli stati sovrani volano come stracci !
 
 

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Emilia Banfi
La scelta











L'avevamo portato
in una casa di riposo
non si poteva evitare
questa scelta,
freddamente
per non piangere
con lui presente.
Non si poteva evitare
ogni cosa nelle mani
era un'arma , una bomba
una guerra,
faccende vecchie
rabbie mai sopite
amare voglie, sconfitte.
Al morire disse piano:
-  Bambino buono
   stai fermo e zitto
   nel banco della scuola
   stai composto.-
Tirò un sospiro
la moglie rimasta sola.

venerdì 29 luglio 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Lucio Mayoor Tosi
Turistici detenuti


(dalla poesia "Estate")


Turistici detenuti in un mondo senza confini da 
oltrepassare. Selva di insegne per ogni direzione



mai che ci sia niente. 



Forse i tedeschi la guerra non l'hanno mai persa.



Noi e gli altri, una volta finita, siamo tornati a casa.
Mica si faceva sul serio. 



Appese agli alberi tante sedie di plastica come elmetti.



Da che tacciono le sirene è estate.

mercoledì 27 luglio 2011

SCRIVERE AL PRESENTE
Fabiano Braccini
L'undicesimo Poeta


 Ecco una perla scherzosa prodotta nel Laboratorio Moltinpoesia, una foto di gruppo, puntuale nei dettagli e pepata più di quel che sembra,  con Signora Poesia, che fa capolino  là in fondo (la vedete?) e  non si capisce se sorride compiaciuta o ci fa le boccacce. Andrebbe meglio se pubblicata nei giorni di carnevale, ma i "critici del Corriere" non hanno avuto pazienza di aspettare la loro stagione e Fabiano gli ha reso subito pan per focaccia. [E.A.]


À la recherche del Poeta perduto… tra le pagine del “Corriere della Sera”  -  Luglio 2011

Cari Amici del “Corriere”
ma perché cercare altrove
nella gara appena aperta?
L’undicesimo migliore
è già qui in “Laboratorio”
pronto all’incoronazione.

lunedì 25 luglio 2011

CRITICA
La poesia
secondo i critici
del "Corriere della sera"
e secondo Fiorella D'Errico
e Maurizio Soldini

 Nella logica di  ampliare il dibattito del Laboratorio MOLTINPOESIA a nuove voci, mi pare giusto dare ospitalità e maggiore evidenza a questi due interventi riferibili alla discussione dei "critici del Corriere" e pubblicati dai loro autori nello spazio commento al post di Giarmoleo (qui).  Entrambi curano un loro blog: Fiorella D'Errico qui e Maurizio Soldini qui [E.A.] 


Fiorella D'Errico ha detto...


Ho seguito con attenzione gli articoli apparsi su Corriere, Unità, Avvenire e Repubblica del mese di Luglio 2011. I critici che li hanno firmati sono tutti più o meno autorevoli, e l'istantanea della poesia che esce dalla lettura è. a dir poco, desolante: pare che di poeti "veri" ce ne siano pochi o nessuno del tutto. I critici si astengono dall'indicarne i nomi, se non in qualche caso, e si tratta sempre di poeti avanti con gli anni e pluridecorati. Le voci femminili, infine, ho notato che non vengono quasi mai menzionate, o menzionate in negativo: clamorosa l'affermazione del critico circa la "fortuna biografica" della Merini, la cui produzione sarebbe stata ben accolta solo perché la poetessa ha saputo vendere la sua malattia; mi chiedo perché non basti eventualmente stroncare sul profilo tecnico un poeta, e mi rispondo che ci si aggancia alla biografia probabilmente quando non si hanno altri argomenti, così come si è fatto per secoli di fronte al meccanicismo/pessimismo leopardiano.

domenica 24 luglio 2011

CRITICA
Enzo Giarmoleo
Sullo stato della poesia


 Appunti presi da articoli apparsi sul Corriere della Sera a partire dal 10 luglio 20011 (qui)
 
Si potrebbe dire che negli scritti in questione emerge la  necessità di mettere in risalto la capacità “Eroica” di alcuni critici e poeti di sottrarre il linguaggio della poesia alla dimensione della letteratura commerciale.
Si potrebbe anche dire che dagli scritti traspare la “Volontà Responsabile” di salvaguardare il linguaggio della poesia messo a repentaglio dalle comunicazioni di massa: meglio tenersi lontano dal mondo delle immagini e dello spettacolo dove persino un cantautore può occupare nell’immaginario collettivo, gli spazi del poeta.
Si potrebbe dire inoltre che dagli scritti traspare la “Nostalgia” di un passato in  cui le case editrici davano grande spazio alla poesia e alle recensioni dei “Grandi” e i “Poeti” erano funzionari o anche consulenti editoriali di riferimento e quindi importanti nelle decisioni.

sabato 23 luglio 2011

CRITICA
I MOLTINPOESIA UNO PER UNO
Su " Voci e passi"
di Maria Maddalena Monti



È difficile pronunciarsi sulla poesia degli amici? I più preferiscono farne a meno o tenersi sul vago. Eppure, di fronte al fenomeno di una  produzione effettivamente eccessiva di testi, da tutti lamentata, e alla scarsità di veri critici disponibili a sondarla, c’è  oggi  la necessità  che altri suppliscano a questo vuoto e si prendano la briga  di diventare seriamente lettori- critici: per giudicare, far pulizia, sì, dicendo al meglio e semplicemente quel che veramente pensano di quel testo. Saranno esercizi critici fai da te, condotti in ordine sparso, ciascuno con lo stile, gli strumenti tecnici o teorici che al momento possiede. Con risultati magari discutibili e da discutere. E con questo? Meglio del silenzio, del lasciar correre, del sentenziare sulla poesia italiana contemporanea, che o sarebbe  incomprensibile  o sarebbe noiosa. Davvero? E chi l'ha detto?  Analizzare i moltinpoesia  uno per uno ci sembra la via giusta per non parlare a vanvera. Ecco un piccolo esempio di  laboratorio criticante sorto in occasione della pubblicazione di una raccolta di Maria Maddalena Monti. [E.A.]  

venerdì 22 luglio 2011

SCRIVERE AL PRESENTE
Enzo Giarmoleo
SKY a Genova


“SKY A GENOVA” è un rap and roll formato da sette strofe, qui ne appaiono solo tre che riescono ad essere autonome dal resto. Il rap è  costruito sulla traccia della prima grande intervista fatta a Mark Cowell giornalista inglese, SKY per gli amici. Covell tratta prevalentemente tematiche ecologiste. Io l’ho incontrato a Milano, prima del G8 di Genova, durante un convegno internazionale no-global e posso testimoniare che è una delle persone più pacifiche e pacifiste ch’io abbia mai conosciuto. Tra l’altro Sky a Genova non ha partecipato a nessuna manifestazione, è rimasto sempre nella sua postazione. Lui stesso dichiara : “Come hanno potuto accusarmi di essere un Black Bloc. Io non ho nemmeno visto una manifestazione. Sono stato sempre chiuso al terzo piano della scuola (Diaz Pertini) , dove c’era il News Dispatch di Indymedia. Da lì aggiornavo il sito con le notizie che arrivavano dalle piazze e dalle strade.”


CRITICA
Voci d'altri tempi
Enzo Paci*
Qualche osservazione filosofica
sulla critica e la poesia

* Enzo Paci (Ancona 1911  - Milano nel 1976). Dal 1958 insegnò filosofia teoretica all'Università statale di Milano. È stato uno dei più significativi rappresentanti dell' esistenzialismo italiano, da cui si allontanò per passare agli studi su Whitehead e Dewey e infine alla Fenomenologia . Fondò la rivista "Aut-aut  e aderì con entusiasmo ai movimenti studenteschi e operai del 1968-69. Tra le opere principali: " Nietzsche " (1941); " Esistenzialismo e storicismo " (1950); " L'Esistenzialismo " (1952); " Funzione delle scienze e significato dell'uomo " (1964); " Relazioni e significati, I : Filosofia e fenomenologia della cultura " (1965).

Il significato della parola non è nel segno linguistico ma in ciò che esso significa; il significato dei versi non è nei versi ma nel modo con cui l’uomo in essi vive, sia come lettore che come poeta. Ciò vuol dire non accettare una poesia che voglia isolarsi nella propria purezza ma vuol anche dire non contrapporre alla poesia oggettivata, feticizzata, isolata, un altro pezzo della realtà anch’esso oggettivato e feticizzato, sia esso la realtà oggettivata della filosofia o quella della psicologia e della sociologia.

martedì 19 luglio 2011

CRITICA
La poesia
secondo i critici
del "Corriere della sera"
e secondo noi o altri.
Dante Maffia
sul libro di G. Linguaglossa


Avevo appena scritto questa nota per la mailing list di Moltinpoesia sulla discussione aperta e subito chiusa sul Corsera:"Mi pare che le ultime considerazioni di P. Di Stefano (qui) fotografino ancora una volta la superficie del problema. Dicono che a scrivere poesia o "simil-poesia" sono/siamo in tanti. Che  c'è conflitto anche tra i poeti o i gruppi dei poeti.  Che i poeti non riescono a discutere ("Poche, per la verità, le osservazioni serene e costruttive, la netta maggioranza tra lo snobistico, l'irritato-aggressivo e il lagnoso-frustrato").  Succede così in tutte le "buone famiglie" (religiose, politiche, ecc.). Lo si sapeva. Ma concludere in fretta il dibattito (ristretto) con un niente affatto salomonico "Per dieci copie in più, per un premio di provincia, per una presenza in antologia ci si accoltella. Girano interessi enormi: non soldi ma la gloria eterna. Tutto molto (poco) poetico", a me pare non solo poco critico, ma confermare che lì, al Corriere o tra i critici del Corriere, non ci si voglia  sporcare più di tanto le mani con questa plebaglia rissosa dei poetanti.  Hanno ospitato per  qualche giorno una tantum (quando sarà la prossima?) i tre o quattro "addetti alle relazioni umane" con la  cenerentola poesia e ora tornano alle cose serie: soldi, potere, guerre ed euro (padronali) da sostenere, ecc. Ora, qui in basso, che dire?  Se ci teniamo a proseguire il nostro lavoro, rileggiamoci i 4-5 interventi che Giarmoleo ci ha gentilmente inoltrato e usiamoli come specchio: colgono delle verità? c'è da imparare qualcosa? sono da cestinare? Ha cominciato Mayoor.  Chi prosegue?".
Ed ecco che capita a fagiolo la riflessione di Dante Maffia* sul libro appena edito da G. Linguaglossa che ho già segnalato su questo blog (qui). Prosegue dunque lui e in modi pungenti, a volte pepati nei confronti di poeti e critici "milanesi", approvando o dissentendo   anche con lo stesso Linguaglossa. Come si deve fare. Come una volta si faceva nelle nostre defunte patrie lettere. A lui la parola. [E.A].  

CRITICA
La poesia
secondo i critici
del "Corriere della sera"
e secondo noi.
Mayoor vs Berardinelli


Sul "Corriere della sera", magari perché è estate e non sanno come riempire le pagine, è stato dato spazio anche alla poesia. Sono intervenuti  finora critici à la page. All'intervento  di Alfonso Berardinelli, che si legge qui , risponde Lucio Mayoor Tosi.  Qualcuno vuole provare a mandarlo anche al Corriere? [E.A.]


Dico subito che mi sento a pieno titolo tra i lettori "sconcertati o sprovveduti", e quel che è peggio anche tra quelli con la pretesa di voler scrivere.  Però qualche idea ce l'ho e provo ad esporla sinteticamente. 
- Leggo: "La poesia è corrotta invece da se stessa, dall'idea che ha di sé: fuga dalla comunicazione o libera espressione del già saputo".
L'impressione è che Berardinelli non voglia dire esattamente quello che ha scritto.   Fuga dalla comunicazione?
Se qualche pazzo editore proponesse ai poeti di distribuire i loro libri sulla luna, dove non c'è anima viva, ne sarebbero felici? Non credo.

sabato 16 luglio 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Emilia Banfi
Ul nòm

 
 
 
 
 
 
 
 
L' era propi na bèla cupièta
le  biunda cunti i oeucc
fresc de aqua nèta,
l'era in cumpra.
Lù magher e lung me la fam
al tegneva semper i man
sul pansciun dèla sua dòna.
Eren lì su l'utumana
a guardà un calendari,
a cercà  cun grand afàn
ul nom per ul sò nan.

mercoledì 13 luglio 2011

MOLTINPOESIA:
SCRIVERE AL PRESENTE
Abdulah Sidran su Srebenica


Credono forse
davvero
che siamo vivi
noi che stiamo qui
e da questo luogo
parliamo così
come se davvero fossimo vivi
Davvero pensano che si chiami
salute
davvero pensano che si chiami
ragione
ciò che in noi è rimasto
della salute e della ragione di un
tempo?
Non vedono, non sentono forse
non sanno forse che noi,
quelli rimasti, siamo più morti di
tutti
i nostri morti, e che qui oggi, con
la loro voce,
la voce dei nostri morti, dalle loro
gole,
gridiamo e con il loro grido – noi
parliamo?


(da «Le lacrime delle madri
di Srebrenica», Adv edizioni, Lugano
traduzione di Nadira Sehovic )


lunedì 11 luglio 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Maria Maddalena Monti
Ch'el om

                                             

L’era propi vuru ch’el om.
ch’el om mingherlin                                                                                
ch’el pareva sgura via
tal qual un passarin
al prim boeuf del vent.
Ch’el vardava de sotvia
mai in di oeucc, suturni
cum un gat.
Lè inveci l’era granda
e distenduda.,sfiucada
cum un pom, i cavei
negher e riz in su i spai.

sabato 9 luglio 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Alberto Accorsi
Hitler Tour


 

Il giorno due fotografai il campo
che pioveva ed era grigia Dachau
con una Adox Polomat
l’”occhio” degli anni favolosi
nella sua epoca, pensate,
qualche randagio ci abitava ancora
nelle baracche abbandonate

venerdì 8 luglio 2011

MOLTINPOESIA:
SCRIVERE AL PRESENTE
Emilia Banfi
Valsusa



* Chi volesse documentarsi non solo sulla manifestazione oggetto della poesia ma sulle ragioni di "quelli della Valsusa" si consiglia la visita del sito No TAV- Torino: http://www.notavtorino.org/
[E.A]


Eravamo là diecimila e diecimila
volevano il dialogo quelli della Valsusa
farsi ascoltare ,niente pianti, niente urla
per anni nessun ascolto nessun cenno.

Allora via, alla Maddalena era battaglia
si scende, la montagna porge i suoi fianchI
le fontanelle la loro acqua i Valsusini
i sorrisi e rabbia determinata, voglia
vera voglia di strappare le unghie mafiose
i soldoni non scavalcheranno queste montagne
ecologia? Ma no ! Giustizia e allora lotta

SEGNALAZIONE
Poesia condivisa

da http://www.poesia2punto0.com/2011/07/01/poesia-condivisa-il-mondo-e-vedovo-di-paola-turroni/

 

Poesia Condivisa: Il mondo è vedovo Paola TurroniCARTA BIANCA, 2010

 di


Gli spazzolatori, con una scopa davanti al carrarmato
a pulire dalle mine il prato.  Oggi nel deserto in cerchio il vento sbatte,
maestro sminatore
sbatte le stoffe il vento e asciuga
la voce, asciuga le mani che restano intere
a tenere una stampella.
Ecco tutti i tipi di mine, che imparino a stanarle
là dove vanno – a campare.
La testa china sulla terra acquitrinosa, a cercare
una mina nel riso – brillano al tramonto
le risaie, la superficie è docile da qui
come un lago calmo, come niente fosse.

SEGNALAZIONE
Giorgio Linguaglossa
Dalla lirica al discorso poetico.
Storia della poesia italiana (1945-2010)


Giorgio Linguaglossa*,Dalla lirica al discorso poetico. Storia della poesia italiana (1945-2010)
                           Roma, EdiLet, 2011 pp. 410 € 18,00
  
         

È uscita la storia della poesia italiana dal 1945 al 2010, il risultato di trenta anni di studi e di riflessioni sulla poesia italiana del Novecento. Uno strumento, ritengo, utile per capire qual è l’eredità che il Novecento lascia alla poesia italiana, le profonde modificazioni subite dalla forma-poesia nel corso di questi ultimi 65 anni e le sue possibilità di sviluppo per il futuro. Il libro tenta di rispondere ad alcuni pressanti quesiti:
Che cosa è successo nella poesia italiana degli ultimi 65 anni?
La poesia che si è trasformata in discorso poetico, ha un futuro?
È in grado la forma-poesia di accettare la sfida posta dai linguaggi della modernità?
Spero che questo mio sforzo possa risultare proficuo per una riflessione più vasta e articolata. Ovviamente, farò tesoro di tutti i suggerimenti che mi perverranno scusandomi per le inevitabili lacune che uno studio del genere inevitabilmente comporta.

Giorgio Linguaglossa

giovedì 7 luglio 2011

CRITICA E POESIA
Marcella Corsi
su testi di Augusto Villa:
un esempio


Presentiamo anche sul blog - finora l'avevamo fatto solo all'interno della mailing list - un esempio incoraggiante e  ben riuscito di "critica dialogante" tra partecipanti al Laboratorio MOLTINPOESIA. Qui il ruolo  del critico è assunto senza la prosopopea e l 'arroganza che troppo spesso  si ritrova tra i critici "di professione" ma anche senza il diplomatismo  un po' ipocrita del "parere amicale". Va precisato che Marcella Corsi ha letto e riflettuto sui testi proposti al suo giudizio senza conoscere il nome dell'autore, che solo a lavoro compiuto è stato svelato.
[E.A.]


Marcella Corsi / breve commento al file con prima poesia dal titolo Mattino domenicale


Anche in questo caso premetto che non sono un critico letterario. Leggo i testi e li commento a partire dalla mia visione dello scrivere versi. Con il piacere di leggere e di riflettere sugli scritti, con l’intenzione di contribuire alla riflessione altrui, in primis dell’autore, qualora ritenga le mie osservazioni pertinenti e utili. E consapevole che esiste ampia possibilità di critica al critico.
E infatti importante che, a partire dalle letture altrui, l’autore inizi ad elaborare una sua lettura critica di quegli stessi testi, anche in contrasto con l’opinione del lettore di turno. Metta a fuoco cioè criteri e modi della sua scrittura, affini la sua capacità di sentire dove il testo va o non va (non risponde, salvo le deviazioni feconde, a quello che intendeva esprimere e/o a come intendeva farlo) e come può su di esso intervenire per migliorarne la resa…

lunedì 4 luglio 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Giacomo Conserva
Onde





*Questo "frammento poetico" di Giacomo Conserva* è del 1982. Qui ne pubblico i primi 6 "accordi musicali" introduttivi. Il resto si legge, assieme ad altri numerosi scritti,  sul suo blog http://gconse.blogspot.com/


1.   arrivò al ponte. l’acqua scorreva lenta, portando sacchetti di plastica, contenitori, barattoli, formando una schiuma grigia, arrestandosi in gorghi. vedeva una figura sollevarsi e camminare, e questo la riempiva di gioia, perché era la prova vivente che qualcosa sarebbe cambiato. Un incontro avrebbe avuto luogo/ come era stato profetizzato/ un tempo.
   “Sono felice?” Esitazione del corpo, si sfiora la coscia, il ginocchio che emerge dalla sottana corta (taffetà e seta), il gesto che si sfiocca a mezz’aria, come l’acqua che va.
   Come in un libro di Virginia Woolf, pensò. Le voci che si intrecciavano - never did anybody look so sad - o K.B.

sabato 2 luglio 2011

OMAGGIO 3
IN MORTE
DI GIOVANNI GIUDICI
(1924-2011)
di Luca Lenzini

 Da http://puntocritico.eu/?p=2396

Luca Lenzini *, Saluto impenitente al signor G.


29 giugno 2011



«Ero io come sono ma un po’ più grigio un po’ più alto. // Andammo a piedi sul posto che non era / Quello che normalmente penso che dovrà essere, / Ma nel paese vicino al mio paese / Su due terrazze di costa guardanti a ponente. / C’era un bel sole non caldo, poca gente, / L’ufficio di una signora che sembrava già aspettarmi.» Ora che Giovanni Giudici ha lasciato il suo paese e il nostro, tornano alla mente i versi dell’ultima poesia di O beatrice (1972), intitolata Descrizione della mia morte. Questa la chiusa: «C’era un bel sole, volevo vivere la mia morte. / Morire la mia vita non era naturale.» Non aveva ancora cinquant’anni, Giudici, quando compose quella poesia; ma di visitazioni della morte i suoi versi, strada facendo, ne avrebbero conosciute altre ancora, come in Stalinista, del 1984 («Morivo come Tolstoj… ») e infine, con apparente leggerezza e in aria di congedo, nelle pagine di Quanto spera di campare Giovanni (1993).