martedì 17 gennaio 2012

Amedeo Anelli
Tre poesie
da "Contrapunctus"

Contrapunctus VIII
                             
                                    Negli occhi di mia madre
Di sopra il tempo camminava sulle travi.
D'inverno la legna di traversa mandava fumo.
Il fuoco crepitava.
Cigolava lo sportellino in ghisa,
mentre guardavi nel fuoco
e tutto era silenzio.

Silenzio era il manto di neve sopra i campi,
silenzio erano gli alberi canditi dal gelo
silenzio era il rumore degli stivali sulla neve.
Silenzio era il fischio del treno,
che si perdeva fra luce e nebbia.
Ma la voce cresceva
cresceva il pungitopo in giardino,
cresceva l'ombra nelle tue spalle,
si alzava la nebbia nella luce.



Contrapunctus XII

                                                   a Rodolfo Quadrelli
In quel parco, la panchina e i pochi alberi spogli, le
                                                                                 [ basiliche
di S. Lorenzo, nella foto scialbata, sei contristato e
                                                                                [ lontano.
«Come si distrugge una cultura» e se ne toglie ogni
                                                                               [ radicamento
ogni possibile sviluppo, da ramo a ramo, si inquinano le
                                                                              [ fonti,
se ne blocca lo svolgimento, il futuro.
Non chiusi nel presente, il tempo respira dal futuro
il passato respira nel futuro, un po' gatto, un po' pianta, un
                                                                             [po' sasso.
Una linea melodica s'inabissa nel cartiglio, in un silenzio
                                                             [ millenario, un seme
millenario, dalla preistoria alla storia alla preistoria.
Alla fine delle dita, da una mano all'altra,
da un'impronta all'altra, da un segno all'altro,
da un significato all'altro, da un simbolo all'altro,
da un passo all'altro, da una voce all'altra, da silenzio a
                                                                                  [ silenzio,
dall'altra parte dello specchio, nel rovescio della mente,
                                                                        [ corpi fra i corpi.






Contrapunctus XV

(doppio canone)
                                      «Il Tempo /è un contenitore contenuto».
                                                                       Edgardo Abbozzo
Il cielo antracite nella pioggia e poca luce
il Trasimeno come uno scudo d'argento
è immobile come pietra e placido abbaglia.
Ribaltate le croste di formaggio dal cassetto
di noce in un suono bruno nel solido delle generazioni
sui cerchi della stufa roventi la polenta
e quelle croste fumanti.
La pioggia corre lungo il treno
in un trasporto di luce fra Passignano e Tuoro
vento e pioggia e gli alberi impassibili.
Il fumo del camino e il fuoco
la cenere e i tronchi schioppettanti
il gran calore e i limiti del freddo
così la memoria fa strani giri.
Con dignità l'acqua che lava
e scorre e pare immobile
con dignità il tempo lustrale
i molti cerchi dell'agone.

Le poesie sono tratte da Contrapunctus ,LietoColle, Faloppio (Como) 2011

Amedeo Anelli è nato a Santo Stefano Lodigiano nel 1956, ma dallo stesso anno residente a Codogno, si occupa di poesia, filosofia e critica d’arte collaborando con artisti, centri culturali, organizzando numerosi cicli di mostre ed altre manifestazioni. Ha pubblicato numerosi cataloghi, libri d’arte con artisti di fama internazionale, libri d’artista ed opere di divulgazione.
Ha pubblicato le raccolte poetiche: ‘Quaderno per Marynka’ (Polena, Milano 1987), 12 poesie da Acolouthia nell’Annuario di Poesia 1997 di Crocetti, Acolouthia(I). ‘Omaggio ad Edgardo Abbozzo’ (Vicolo del Pavone, Piacenza. 2006), ‘Contrapunctus’ (LietoColle 2011).  Ha tradotto l’opera dei poeti russi Arsenij Tarkovskij (Via del Vento 1998- Poeti e Poesia 2004,- Incroci 2009), Osip Mandel’stam (Via del Vento 2005) e Boris Pasternak (I luoghi dell’Infinito 2008), e curato i volumi L’urgenza della luce. Cristina Campo traduce Christine Koschel (Le Lettere 2004), gli Scritti sull’Arte di Remo Pagnanelli (Vicolo del Pavone 2007) e Nel sogno in bilico poesie di Christine Koschel (Mursia 2011).

1 commento:

Anonimo ha detto...

La natura , il tempo , la memoria. parole messe in perfetta armonia. Antidolorifici di grande effetto. Bravissimo. Emy