mercoledì 11 gennaio 2012

Maria Maddalena Monti
La tendina



In alto, nella vecchia casa
piano  piano  sposti la tendina.
Subito ricade
e  la notte precipita ricordi.
Si spegne la luce nella stanza.
Al buio,
appoggiati al legno del portone
due ragazzi - baci ingordi -.
 Nella lotta,
cadono ripari.
 Poi un riso indifferente,
un’unghia che stride sopra il vetro:
“Mettiamoci alla luce..
la vecchia…la guardona
ci vedrà."

Ma era per quel giovane respiro,
per quel dolce fiato caldo
che stacca il gelo delle ossa.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi è dolce questa tua poesia amara, Maria Maddalena.
Mi chiedo a questo punto (ma è una domanda così che passa dopo aver ragionato sulle poesie qui postate di Maffia e Linguaglossa) se non sia il caso di abbandonare i versi brevi, nel senso di ristretti e levigati, per darsi un respiro prosaico più diretto.

E ce n'è di forza e sicurezza in quei tre finali:

"Ma era per quel giovane respiro,
per quel dolce fiato caldo
che stacca il gelo delle ossa."

Davvero qui non mi sento di discutere.

Grazie.
Mayoor

Anonimo ha detto...

da Paolo Pezzaglia
Commento a “La tendina” di Maria Maddalena Monti e qualche considerazione sugli stili:
Si chiama verso libero e – corto o lungo, lirico o prosastico, libero sia … proviamo pure a
percorrerli gli altri modi, se ci attraggano. L’importante è che ognuno elabori, nel tempo,
il proprio stile e, se lo “stile è l’uomo”, si evolva senza seguire ogni esterno “accadimento”
letterario; senza cambiare subito, ad ogni piè sospinto, quello che abbiamo costruito nel
nostro interno laboratorio. E’ il nostro marchio di fabbrica, esclusivo, ne siamo responsabili.
Sarà che sono di “ancora di prima della guerra” ma continuo a pensare che se le nostre
poesie non sono destinate ad un libro, con un titolo che sia l’espressione della nostra vita,
che la unifichi, alla fine avranno solo il peso delle chiacchiere da bar.
Trovo dispersivo e diseducativo produrre poesia d’occasione per qualcosa di fluttuante
come un blog: si rischia di fare poesia vol-au-vent, si perde il contatto con la propria radice
profonda, quella che forse rimarrà.
Qualcuno dirà << la realtà moderna ti sfugge>> . Rispondo, guai se sfuggisse ma che questa
realtà deve sempre passare dal nostro laboratorio: deve essere sottoposta a trattamenti estetici e conservativi.
Fa bene Maria Maddalena a mantenersi fedele ai suoi ricordi che hanno quel suo ritmo
particolare, che si esprime - e bene - nei suoi versi brevi. Maria Maddalena non sarà mai
attratta,penso, da pensieri irruenti, da immagini sgargianti, invenzioni fine a se stesse.
Io amo le invenzioni, ma, vanno discriminate: ne funziona una su cento! Quelle evocate
solo per colpire (“piovono cammelli”) senza veridicità e valenza artistica a me non piacciono.
Se lei cambiasse stile per stare alla moda del blog si sentirebbe molto male dentro!
Tutto questo per dirvi che preferisco il gusto da provincia francese della “tendina di Maria
Maddalena.

Anonimo ha detto...

In poesia tutto può essere, le invenzioni sono davvero rare e preziose. Maria Maddalena dà alla vita l'invenzione magica dell'immagine così ben esposta e scorrevole da non lasciare alcun dubbio sulla grandi capacità di questa poetessa, che io leggo sempre con molta attenzione ed ammirazione.Emilia Banfi

Anonimo ha detto...

Paolo, non ho parlato di invenzioni. Al contrario, ho chiesto se non fosse il caso di considerare un rilascio della tensione sul verso breve, intendendo con questo non la sua misura ma la sua libertà.
Ad esempio, il verso
"Subito ricade / e la notte precipita ricordi." secondo me non ha la stessa fresca fluenza degli altri versi. Vabbè, sto esagerando e me ne rendo conto. Però, perché non utilizzare il blog anche per liberi confronti di questo tipo? Non può essere anche questo spazio una dependance del laboratorio?

Mayoor

Mario Mastrangelo ha detto...

La poesia Di MM Monti è efficace nell'evocare uno scenario al di là e al di qua di una tendina-barriera che separa più di una muraglia. Spostata piano piano essa ricade (notare il contrasto) e dà avvio ad un "precipitazione", quella dei ricordi: spostare-cadere-precipitare sono un bello ed efficace crescendo.
Poi emerge la scena che sta al di là (i due ragazzi che si baciano, baci ingordi) e viene ricordata la scena che sta al di qua (la vecchia guardona...). La prima è dipinta con delicata sensualità, la seconda è definita dalla sfrontatezza dei giovani, senza riguardo e rispetto.
Ecco che l'autrice-io poetante, destinataria delle parole, con i tre versi finali, sembra voler trovare quasi una giustificazione al suo nostalgico quardare, definito (da chi non può sapere...) come voyeurismo.
E la trova efficacemente e con parole assai belle, quelle che esprimono il contrasto tra il "dolce fiato caldo" e il "gelo delle ossa".
Bella poesia.
Mario Mastrangelo
Ps. Non mi soffermo su certi aspetti formali proposti da altri.

Anonimo ha detto...

….”Suscitano la rabbia dei passanti..”…”I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte” .. “e i passanti li segnano a dito”. Questo Prevert ! Con “La Tendina” di Maria Monti si va oltre il significato più immediato, oltre l’ovvio, il facile moralismo, con le armi della poesia. Enzo Giarmoleo

Anonimo ha detto...

Ringrazio per i costruttivi commenti alla mia poesia
Maria Maddalena Monti