mercoledì 15 febbraio 2012

SEGNALAZIONE
Cantieri di "Poliscritture":
Su Fortini (per "Poliscritture" n. 9)



Pubblico la traccia di lavoro approvata dalla redazione di "Poliscritture". I collaboratori possono inviare suggerimenti, proposte e contributi (testi non superiori alle 15mila battute, spazi inclusi) a poliscritture@gmail.com [E.A.]
“Poliscritture” n. 9 in preparazione/ invito alla collaborazione sul tema: 
FORTINI (1917-1994):  BUONE ROVINE PER ESODANTI VECCHI E GIOVANI

«…‘Vi consiglio di prendere le cose che ho detto e di buttarne via più della metà, ma la parte che resta tenetevela dentro e fatela vostra, trasformatela. Combattete!’ » (Le rose dell’abisso. Dialoghi sui classici italiani,  Boringhieri, Torino, 2000)


1.C’è il “Fortini poeta” (titolo dei saggi su di lui scritti da Luca Lenzini). Riproporlo a quanti dopo di lui hanno continuato o cominciato a scrivere poesie. Misurarsi coi suoi versi di una vita, da Foglio di via a Composita solvantur, può essere un primo percorso di lavoro. Farlo liberamente (su  alcuni testi o raccolte ritenute “esemplari” o che parlano alla soggettività del lettore-critico) o in modi mirati (ad es. scegliendo  alcuni suoi testi “difficili”) e vedere come reagiscono di fronte ad essi  i moltinpoesia d’oggi: come interrogano questa sua poesia, come sono interrogati da essa; potrebbe essere interessante tentare degli “esercizi di rifacimento” ( non di imitazione) proprio per misurare vicinanze e distanze.


2.C’è il Fortini critico letterario accademico-militante. Qui c’è da pronunciarsi, al di la dei semplicistici atteggiamenti di rifiuto o di ossequio, sul numero che gli fu dedicato daAllegoria all’indomani della sua scomparsa, sul lavoro svolto in questi anni dal Centro Franco Fortini, su quello della rivista L’ospite ingrato e in particolare sul più importante convegno senese «Dieci inverni senza Fortini» svoltosi nel 2004, primo decennale della sua morte. Sono contributi  complessi, non di facile lettura e interpretazione. E  si potrebbe lavorare su campioni scelti a ragione proprio alla luce  della funzione svolta dalla critica letteraria più vicina in vita a Fortini per valutarne  gli effetti:  quale immagine di lui e della sua opera è stata salvaguardata?  Quale trascurata o messa in secondo piano? Perché? Che possiamo  pensare o fare noi da un punto di vista extra accademico? E questo punto di vista extra accademico (o ”militante” o “esodante”) ha davvero senso, è necessario? Perché?

3. C’è il Fortini marxista e comunista, volgarmente o spregiativamente detto “ideologo”. È il Fortini più “impolverato”,  messo sullo sfondo o in  soffitta, imbarazzante  anche per molti suoi  ammiratori o ex sodali. ( E forse molti, non tutti, preferiscono sorvolare, attenersi al Fortini poeta  dove l’”ideologia” sarebbe più diluita o accantonata dalla “poesia”.)  È il punto più difficile da discutere oggi. Perché è come dire che la Casa (della sinistra socialista e comunista) abitata da Fortini è crollata. E a questo punto si affacciano una serie di dilemmi anche con risvolti personali e generazionali che brutalmente possono sintetizzarsi in alcuni comuni slogan (il cui contenuto andrebbe poi esplicitato e scavato): da quelli  che affermano  la necessità della tabula rasa  o dell’oblio  o  dell’oltrepassamento definitivo (“fine del comunismo”, “oltre il Novecento”, “Good bye, Mr. Socialism, “uscire da Marx dalla porta di Marx”) a quello più amletico (“Rifondazione o esodo”) a quelli della riproposizione dell’Idea di Comunismo (“Comunismo e comunità”, il n. di “alfabeta 2” con contributi di Badiou, etc.)  o di una sua versione più pragmatica e ‘popolare’ ( la tematica del bene comune o dei beni comuni). I risvolti personali (almeno per alcuni di noi) riguardano quel “proteggete le nostre verità” dell’ultimo Fortini.  E la domanda potrebbe essere posta nei termini: le abbiamo protette davvero? Si possono ancora oggi proteggere?

4. Crediamo perciò di poter ripetere quanto già scritto il 15 dicembre 2011 da Ennio Abate sul blog Moltinpoesia: « Per me l’opera di Fortini è un falò che ancora brucia. Credo che quelli che ne sentono l’esigenza e l’urgenza possano avvicinarsi, non  solo per scaldarsi, ma per rifornirsi di buoni tizzoni con cui illuminare il buio in cui ci siamo venuti a trovare. Ridiscutere […] la sua figura,  le sue poesie e le sue  prose, permetterebbe di recuperare una potenza di riflessione oggi del tutto mancante nei discorsi che trattano di poesia e letteratura. Lo dovranno fare  soprattutto i giovani; e vincendo una tendenza a vedere in Fortini, sì, un maestro, ma quasi  trascurando proprio il Fortini più ingrato e, cioè, il critico della poesia e della letteratura. Certamente Fortini  va considerato un classico da riusare  tenacemente, ma non per inserirsi nei riti postmoderni  prevalsi nelle università, nell’editoria  e nello stesso Web. Piuttosto per combatterli. (Tutte da rileggere e commentare, ad esempio, sarebbero le due voci Classico  e Letteratura nella vecchia Enciclopedia Einaudi). Inoltre  pensiamo che questo riuso debba porsi l’obbiettivo di scegliere tra i suoi scritti e delineare, se non un “Fortini per tutti”, un “Fortini per molti”[…] ››.Varrebbe la pena allora di  rileggere  gli Atti del convegno del 2004 «Dieci inverni senza Fortini» e, distinguendo contributo per contributo,  smontare e rimontare quel volume  per scegliere ciò che serve oggi a noi, che abbiamo altri tipi  di interlocutori, di possibili destinatari e di problemi. Nel far questo dobbiamo tener conto dei mutamenti avvenuti (che non significa adeguarvisi). Si è avuta una cesura drastica tra l’epoca vissuta da Fortini (e Pasolini) e quella in cui noi ancora viviamo. E in questa che dovremmo imparare a  muoverci  tra “umanisti”  e  “scientifici” e  scegliere tra le rovine quelle buone  e nel nuovo ciò che non si riduce a «vino dei servi».

109 commenti:

Anonimo ha detto...

Una domanda: Chi ha scritto questo "call for paper"? Non c'è nessuna firma. A chi si deve attrbuire queste considerazioni su Fortini. Parla di Ennio Abate in terza persona, dunque chi è, per favore. Siccome fa delle affermazioni di cui dovrebbe addossarsi il merito e la responsabilità.
Grazie anticipatamente per fornirmi il nominativo dell'autore del "call for paper" della redazione.

erminia

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate:

I "Cantieri di Poliscritture" sono una recente iniziativa della redazione di Poliscritture.
I nomi dei redattori della rivista si trovano nella prima pagina del sito di Poliscritture (www.poliscritture.it). Le tracce dei vari "cantieri" verranno pubblicate mano mano. Ciascuno/a dei redattori ne cura uno.

Anonimo ha detto...

Si, ok, grazie, ho capito: ma chi è l'autore di questo scritto, Ennio: ci sarà pure una persona specifica, in carne et ossa, che ha scritto al tavolino le affermazioni di sopra nel "call for paper"? Chi (quale essere umano pensante, le opinioni di chi) devo citare se volessi rifarmi a queste indicazioni e riflessioni, in un mio scritto? Mica posso mettere "Laboratorio di Poliscritture." Scusa la pignoleria, ma chi è l'autore di tutte queste affermazioni su Fortini? Ti sarei grata di una risposta. Basta un nome o due. erminia

Unknown ha detto...

Erminia perdona, ti stai perdendo in un bicchiere d'acqua
1
perchè la tua critica al testo sembra devve passare dalla strumentalizzazione della mancanza presunta di un nome...siamo sempre alla storia dell' "anonimato", affrontata a piu riprese , di molteplici aspetti , che sarebbe bene sviscerare una volta per tutte, compreso quello che rivendichi delal responsabilità



2 perchè l'indicazione ora l'hai tutta...cioe prima della tua prima richiesta poteva sembrare un collettivo impersonale stile "la redazione" che a me non inquieterbbe piu di tanto , ma io sono una cazzona qualsiasi , quindi mi basterebbe il testo se dovessi trovarlo offensivo o al suo opposto , se lo trovassi piu che valido, mi spiacerebbe solo non stringere la mano che idealmente a un isneme di persone autori ..
ora invece , dopo la tua richiesta , hai ogni estremo
bvatsa cliccare su pagina principale che bene o male tutti o sappiamo ,tranne chi si affaccia per la prima volta e non ha letto ogni post in cui spesso viene citato ( vedi ultimo caso a proposito con thread marcella corsi )

prima clicchi su http://www.poliscritture.it

poi bello bello ti appare il primo post, che è facile identificare perchè ti appare come questo post, e uallà hai risolto il tutto
http://www.poliscritture.it/index.php?option=com_content&view=article&id=237:cantiere-n1-2012-su-f-fortini&catid=14:cantieri-di-poliscritture&Itemid=23

Anonimo ha detto...

A Ennio:

"Crediamo perciò di poter ripetere quanto già scritto il 15 dicembre 2011 da Ennio Abate sul blog Moltinpoesia: « Per me l’opera di Fortini è un falò che ancora brucia. Credo che quelli che ne sentono l’esigenza e l’urgenza possano avvicinarsi, non solo per scaldarsi, ma per rifornirsi di buoni tizzoni con cui illuminare il buio in cui ci siamo venuti a trovare. Ridiscutere […] la sua figura, le sue poesie e le sue prose, permetterebbe di recuperare una potenza di riflessione oggi del tutto mancante nei discorsi che trattano di poesia e letteratura."


Ennio, mi riferisco innanzitutto a questa frase, e all'uso del verbo al plurale "crediamo" - che implica che tu abbia avuto come un mandato dalla tua redazione e ci sono persone che sostengono la tua interpretazione. Mi fa piacere, ed è normale...

Ma nei saggi accademici o specialistici bisogna sapere esattamente "chi" sono questi "noi" (che credono in queste (tue o loro) affermazioni" tanto da costituire una specie di "fronte".

Scusami eh, ma sul fronte si schiera della gente, non un "noi" aspecifico.

Se uno/a deve "combattere", come il contenuto del "call for paper", sollecita, sulla base di una citazione dal noto aforisma di Fortini in Le rose dell’abisso. Dialoghi sui classici italiani,
uno/a deve sapere esattamente contro "chi", ....chi si espone o si nasconde dietro questo "noi crediamo"? Tutta la redazione? Ogni singolo membro? C'è stata una discussione, ovviamente, una riunione, chiaro... quando c'è stata? chi era presente? (mon dieu, di questi assurdi dettagli si anima la saggistica letteraria? a volte, sì)

per quale, se c'è n'è uno, evento concomitamte, esattamente, questo fronte si è costituito? Ognuno dei membri del "comitato editoriale" di Poliscritture è informato di queste affermazioni del ''call for paper'' su Moltinpoesia? Ne è compartecipe o solo sottoscrivente? Non vorrebbero, gli eventuali partecipanti, dovere entrare in dialogo o in disputa ''con'' o ''contro'' persone che non ne sono pienamente consapevoli e che non si manifestano con nome e cognome.

In breve, sembrerò pedante: quanti e chi sono coloro che aderiscono a tali affermazioni su Fortini sottoscrivendole, contenute nel "call for paper" della rivista?? (A distanza di anni luce ancora si va a spulciare su quale esatto autore sia o non sia stato autore o coautore di certi editoriali di riviste dalle politiche confuse, diversamente da quanto accadeva al Politecnico di Vittorini, dove ogni responsabilità era firmata: rendedo la vita facile ai ricercatori futuri...)

Ma soprattutto bisogna chiarire ''perché'' il Call for paper si conclude rivolgendosi agli "esodanti" e non agli stanzianti, per esempio? Cosa ha esattamente a che vedere Fortini con gli esodanti, cosa ha esattamente a che fare il concetto di esodo, con Fortini?

erminia

Unknown ha detto...

(((insider?)))


ah ora capisco un pochetto di più, grazie Erminia, sarà molto interessante leggervi ..speriamo non con la solita probabile diatriba (che non avviene solo per questo ambito, o questo o quel Fortini), e che sempre ripropone dalle caverne ad oggi, la divisione piu o meno conflittuale, produttiva o improduttiva, e rara moltiplicazione, fra chi si deve articolare o argomentare piu idoneo di altri ,nel corso e ricorso della rincorsa a erede piu legittimo di altri( dell’arte o la musica o il pensiero di un outsider)

Anonimo ha detto...

ahahha, sei un genio.
ma, chiarisco bene: io non sono in nessuna corsa ad essere "fortiniana" come poetessa:

come si dice? "Non sia mai!"

infatti, il mio unico modello e mito imperituro e dominante è Gadda. sono in corsa per apparire tematicamente gaddiana.

erminia

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate:

In testa al post è scritto:
Pubblico la traccia di lavoro approvata dalla redazione di "Poliscritture". I collaboratori possono inviare suggerimenti, proposte e contributi (testi non superiori alle 15mila battute, spazi inclusi) a poliscritture@gmail.com [E.A.]

Nella mia prima risposta è scritto:

immigratorioFeb 15, 2012 03:42 AM
Ennio Abate:


I nomi dei redattori della rivista si trovano nella prima pagina del sito di Poliscritture (www.poliscritture.it). Le tracce dei vari "cantieri" verranno pubblicate mano mano. Ciascuno/a dei redattori ne cura uno.

Sul sito di Poliscritture, sotto gli articoli pubblicati c'è lo spazio commento.

Unknown ha detto...

genio a chi ?
e bolide sgommato a chi altro?
:-)


io sono solo...

"Sono Lowell Bergmann di 60 Minuti. Togliete 60 Minuti e non sono nessuno"


cmq è solo una battuta da the insider , ma pensandoci ora, non c'entra e/o c'entra, innonda o secca "un attimo", come quello di gaddiana memoria e forse forse come l'aladino dell'insider all'ousider all'altro commento, in cui non mi riferivo al fatto che qualcuno di voi, tu o altri faceste un autodromo di un certo tipo, ma un altro...non quello poetico, ma egetico autenticità/interpretazione tutto compreso.

Unknown ha detto...

esegetico

Anonimo ha detto...

Grazie, quindi sono andata a vedere, e Il Cantiere n. 1 è a cura tua, di Ennio Abate, e hai redatto tu queste riflessioni su Fortini, per il "call for paper", che è quindi tuo, scritto di tuo pugno.

Avevo intuito bene che lo fosse e mi pare logico che lo sia, semplicemente in ragione del tipo di idee (tue) che esprime su Fortini che appunto sono le tue (conosco bene le idee le idee di ciascuno su Fortini avendo fatto continua disanima della letteratura critica secondaria sul soggetto) .

Io ti pregherei allora di mettere la firma a questo "call for paper", sul sito di Cantieri 1, call for paper o annuncio di editoriale, come lo vuoi definire, che chiama a raccolta gli "esodanti vecchi e nuovi".

Rimane irrisolta la questione di come si leghi la nozione di "esodante" (tua) con la poesia e l'opera di Fortini (in cui questa definizione non appare mai). Ti prego di chiarirla. Saluti, erminia

Anonimo ha detto...

Una richiesta: che ne direste, invece di sottolineare l'importanza più o meno discussa di Fortini nel panorama letterario a noi ancor vicino, di motivare almeno in sintesi e per chiari punti quali sono state le sue tesi nella critica delle quali si dovrebbe tener conto? E il Fortini poeta, che da quelle tesi non sarà certo distante, come se la cavò se paragonato ad altri, ad esempio Pasolini?
Se bastasse l'esempio del loro impegno nella critica letteraria come nel sociale, benissimo, ma mica si può continuare in eterno con la decodifica dei loro scritti procedendo per citazioni. Una valutazione complessiva la si dovrebbe pur fare.
Ad esempio, io mi sto convincendo del fatto che Pasolini sia stato fondamentalmente un intellettuale in crisi. Questo a dispetto della sua indiscussa vitalità artistica e culturale. Non seppe cogliere alcunché di buono nel cambiamento sociale che avvenne tra ruralità e urbanità diffusa. Mi scuso, ma di Fortini ne so poco, appunto stralci e citazioni copiosamente riportate, e qualche poesia che non riesco nemmeno a ricordare.
Grazie

mayoor

Anonimo ha detto...

Evinco di seguito: un altro dettaglio di Poliscritture (http://www.poliscritture.it/)è che è un sito gestito da te, Ennio Abate, come co-redattore e curatore-direttore, ovvero una sorella a Moltinpoesia con la veste di una rivista online di spirito collettivo, veste che anche Moltinpoesia mi pare abbia avuto, prima che venissero eliminati di recente gli altri curatori condividenti la password, rivista online quindi distribuita in varie librerie, giusto, di cui tu curi la esistenza?

Anonimo ha detto...

Leggo ora dall'altro post dove si parla di Fortini. Sue parole:
"Ebbene, debbo dire che ho probabilmente sbagliato; per scarsa modestia e tentazione di sublime. Non posso sapere quanto l’esitazione fra i due fantasmi del sé – quello che si rappresentava nell’atto poetico e quello che si figurava in un modo di essere piuttosto che in quello di scrivere – abbia leso uno dei due o tutti e due."
Un dubbio amletico. Majakovskij, mi si perdoni l'esempio buttato lì, saprebbe bene come risolversi.

mayoor

Anonimo ha detto...

No, Rò, i fortiniani, io ritengo, sembrano felici che vi siano ancora persone a ricordarne la memoria e a quanto ne posso dire, non viaggiano in direzioni antagonistiche ma abbastanza unite e solidali. erminia

Unknown ha detto...

Erminia quindi mi stai dicendo qualcosa fra le righe? fammi/fatemi capire meglio questo mondo che non conosco, provo a dire e correggimi a volontà

fra voi poeti poeti, vi sono dei punti di riferimento come per me sono stati pasolini esciascia, ma mica potevo rimanre solo con loro due, giusto?

io posso essere libera , rispetto ai poeti poeti di essere allergica a ogni scuola che mi darebbe sensazione di etichetta=codice a barre=gabbia etc etc

ma giustamente fra i poeti poeti per scuola , volonta, cultura e affetto ci si lega di piu a un faro, la sua vita e la sua memoria, è cosi?

se così, all'interno di questa strada, via , scuola fatta delle componenti di cui sopra, si stratificano studi, saggi,etc per tenere "vivo" il faro salendo e scendendo dalle sue scale, uscendone fuori, rimirarlo, ripararlo, rigenerarlo, costruendo strade per avvicinarlo meglio ad assenti o futuribili amanti di quel faro, o per collegarlo ad altri fari et cetera et cetera ...è così?

nel mentre si creano "correnti" come un po' in politica, è così?
ma invece nel caso fortiniano , paragonandolo a un vento, possono essere di un grecale a piu componenti atmosferiche ma comunque minimo denominatore quel grecale(o ponentino , o tramontana o altro esempio che vuoi farti adatto al caso "fortini" )..è così?

però invece nellla comunità che mi sembra, ho detto sembra, tu descrivi ..si crerebbe unospiffero , disunito da quel vento, rispetto alla autonomia che si è preso E.A. di farne un vento, un porto o un "cantiere"( parola molto bella, ma al cui suono per questione professionale/aziendale e non, sconfinato nella neolingua, sono molto allergica e mi stupisce sia usato proprio da Ennio...a meno che lo motivi come atto di forza di memoria alla nostra storia marinara, fincantieri compresa, bruciata per sempre)..è così?

conclusione
chi stabilisce le regole del gioco nella vostra comunità? è anche per voi l'anarchia del potere ?ma è anarchia del potere o piu semplicmente libera espressione a granzia della quale, qualsiasi componente della vostra comunita di poeti poeti puo fare e brigare attorno a un faro?

Unknown ha detto...

Erminia scusami, scrivo sempre di getto, potevo articolare meglio i passaggi perchè ce ne sarebbero altri fra l'uno e l'altro, che però dovevo sintetizzare vista l'affollamento degli argomenti "nodo" diciamo, cosi rimango sulla metafora reale sia cantieristica navale, sia itaca kavafis.

Anonimo ha detto...

Rò, ciao, grazie, posso rispondere solo per me:

io scrivo su Fortini per questioni di scholarsip, di ricerca.

Egli, Fortini, è stato libero di essere chi voleva e cosa voleva presso di me, dalla mia prospettiva critica: la mia analisi si è incentrata su tre aspetti che riguardano la principalmente, sebbene non esclusivamente, la inter/infratestualità della sua opera.

Né sposo e né attacco le sue tesi sul piano morale o, politico o ideologico, anche se le stimo e non cerco personalmente alcunissima sintonia, consonanza, con Fortini né come persona, né come poeta e nemmeno come intellettuale.

Ci dividono generazioni troppo grandi, essendo lui dell'età di mio padre, per potere sentire consonanza generazionale o mentale: l'ho osservato e lo osservo come costruttore di sinergie di generi e linguaggi, e ne descrivo i ritmi, ovvero gli andamenti ed i nessi, stop. Tutto qui.


I mie poeti modello invece, che sono vicini alla mia mentalità e vicini alla mia estetica, sono Pasolini e Rosselli. Dylan Thomas, Anne Sexton, Sylvia Plath ma non per le loro biografie ovviamente, da cui sono assolutamente disgiunta, ringraziando dio.
Io sono una che si riguarda, nessuno di loro invece lo ha fatto.

...anche di questi scrittori ho scritto in sede teorica, accademica, e non ne sono una fan, perché quando si studia da vicino un autore e lo si viviseziona, come si fa, pena la morte, nelle sedi accademiche di volumi collettivi e paper di conferenze, decade l'aura, e si abbatte il livello di fanatismo.

Spero di averti dato qualche idea del perché io mi sia interessata a Fortini.
:)

Ognuno ha una sua ragione per appassionarsi o dedicarsi alle scritture di un dato autore.Ed io posso rispondere solo delle mie.


salutissimi, erminia

Anonimo ha detto...

mi scuso per i typos ma questa finestrella dei commenti è così ristretta , piccola, che non consente di vedere quello che uno ha scritto come visione di insieme tranne che per poche righe. O almeno questo succede sul mio schermo, per cui quando gli dici "vai, parti", non sai quello che hai scritto sopra. Forse devo ridurre la risoluzione del mio schermo? Poi sono troppo pigra per usare la funzione "Anteprima"...

Anonimo ha detto...

Non che non possa esserci consonanza con i propri padri: il mio lo adoravo, ma mi ha avuto che aveva già 44 anni passati! erm

Unknown ha detto...

Grazie a te Erminia, dei tuoi fari ricordavo perchè mi aveva colpito l'equilibrio o dose maschile femminile dei fari .. veniamo dunque al "nodo" che credevo avvolto di doppi nodi in tripli. Invece è semplice.

ex commento Feb 15, 2012 10:59 AM precisi la tua esperienza, raccolta nella tua vita di studio. Questa ha un approccio indivuale personale , che ti fa assumere a "nome tuo" ogni parola,saggio in questo caso nei confronti di Fortini, nel senso in cui precisi ( né fan né suo opposto), ma nella piu ampia "liberta", anche da te stessa, per poter dare GARANZIA che il Fortini Essere Pensare Poetare, possa rimanere il piu inalterato possibile, anche "contro" se stessi ma esagero, per continuare a consegnarlo come se fosse lui e solo lui a riconsegnarsi senza interruzione e nel tempo quello che è stato ed è nel divenire, nè una virgola o un apostrofo di più né di meno


Tutto l' "accadendo", di questo post commentar, nasce dunque forse da un tuo bisogno , che era sì nel voler sapere chi era questo "noi" ma nascondeva altro, FORSE..
mi spiego:
perche io ho dato per scontato che quel "noi" era una finzione? finzione duplice peraltro , perche gioca sia a favore, sia a sfavore di chi lo posta comunque con tanto di suo nome e che per me non c'era dubbio fosse E.A.. ( a favore se gli altri di quel noi gli hanno dato delega totale, facendosi lui carico e fatica...a sfavore se quel noi viene speso per dare forza a un collettivo poeticopolitico estraneo, se del caso , non so, a come "il commentato" Fortini intendeva necessariamente distinti i due confini fra singolare/plurale ...oppure a sfavore per presentarsi ad altri " Fortiniani" ,posti contrapposti in gruppi e gruppetti, non come singoli a singoli tanto come tu ti poni )

Anonimo ha detto...

"C’è il Fortini marxista e comunista, volgarmente o spregiativamente detto “ideologo”. È il Fortini più “impolverato”, messo sullo sfondo o in soffitta, imbarazzante anche per molti suoi ammiratori o ex sodali. ( E forse molti, non tutti, preferiscono sorvolare, attenersi al Fortini poeta dove l’”ideologia” sarebbe più diluita o accantonata dalla “poesia”.) È il punto più difficile da discutere oggi. Perché è come dire che la Casa (della sinistra socialista e comunista) abitata da Fortini è crollata. " (Apparentemente questo testo , a detta di Ennio Abate, è da ascrivere al "Collettivo di Poliscritture, riunitosi per approvare questo testo redazionale in vista del Numero monografico su Fortini: dunque Marcella Corsi, Salvatore Dell'Aquila, Luca Ferrieri, Marco Gaetani, Alessandra Roman, Donato Salzarulo, Giulio Toffoli.)



Mah,...a mio parere, questa è una frase di quelle che vorrei (anzi che è necessario) si firmassero con dei nomi e cognomi (ovvero con la presa seria di responsabilità della persona esatta che ha concepito questa e dunque tutta la successiva serie di affermazioni. Soo davvero tutti Marcella Corsi, Salvatore Dell'Aquila, Luca Ferrieri, Marco Gaetani, Alessandra Roman, Donato Salzarulo, Giulio Toffoli,unitamente ad affermare queste cose così gravi?)

Non si dicono queste cose anonimamente, dietro un "noi" collettivo: si affronta la responsabilità di simili affermazioni con una bella sfilza di dichiarati sottoscriventi.
Queste opinioni sono compromettenti perché il lettore che non sappia della vicenda Fortini e della sua eredità può ritenere di dovere dare per scontate queste affermazioni senza andare a verificarle.
E chi è l'autorità che le presenta e diffonde? Sono quasi costernata da questa operazione.
erminia

Unknown ha detto...

Erminia cara, ho capito ti chiamerò Nolana, enon per questioni di filati caprini, sia mai!, ma per questioni più eretiche geografiche ..quindi meglio direttamente chiamarti Giordana ma con un pizzico di variante geografica comune a te e al Bruno, aggiornata musicalmente direi 77 e successivi in Giordana Bionda oppure anche Giordana Blonde ( tanto per non direttamente blondie)....
Torno relativamente seria per dirti che quanto ho appena letto è anche il mio portamento sentimento, sebbene da lettrice , è la caratteristica " ecumenica" che stona o intona a seconda forse del vissuto "politico" in cui mi calo in altri panni e comprendo la contraddizione dell' "esodo", compresa quella denunciata in altri post piu recenti, in cui E.A. diceva uan sua profonda verita, ma assegnandola a tappeto a chiunque: tutti faremmo ideologia..in realtà devono solo continuare a viverla in una certa antropologia delle relazioni al mondo, coloro i quali ne sono stati intessuti fortemente come una chiesa, finita la quale l'esodo dal temp(i)o, pur disconoscendo nuove chiese,iper-utopiche o pseudopolitiche, è assolutamente naturale che ripeta nel suo cammino modelli "collettivo" in cui possano riconoscersi identita forti di quel passato.

Chi, già allora in età o quasi in fasce, eretica o eretico , troverà pertanto tutte quelle incrinature che già allora riteneva lontane dalla struttura emotiva / intelletiva dell'autentica dimensione politica in cui praticare la sua idealità al netto di apologia/ideologia...

le tue considerazioni pertanto trovano in me assonanza perchè radicalmente eretica, ma al contrario di te, come semplice lettrice so che il mondo gira così..mi soprende lì per lì ma è fatto , come nel caso concreto da te posto, di queste contraddizioni...per non esserne portatori(ed esserne portatori di altre a te, o me, o altri singoli /plurale) occorre pagare un prezzo molto molto alto. E' pertanto molto umano, e di piena pratica di passione, vedere chi non ha potuto pagarlo..vederlo al di la di questo o quell'ambiente, poesia o non poesia;vederlo fin dalla vita del comune mortale che non può pagarlo. Puo smarrire il contemplare chi non puo pagare questo prezzo, ma non credo fino al punto di non trovarne le chiavi di lettura..rimanerne "costernati" ripete nel senso piu ombroso una contraddizione, tale per cui si crede nel singolo ego,di poter intervenire sulla correta formazione della conoscenza( diquesto o quel Fortini come di qualsiasi altro esempio e fino alla scienza) e della coscienza..ma non funziona così.

Anonimo ha detto...

FOGLIO DI VIA di Franco Fortini

Dunque nulla di nuovo da questa altezza
Dove ancora un poco senza guardare si parla
E nei capelli il vento cala la sera

Dunque nessun cammino per discendere
Se non questo del nord dove il sole non tocca
E son d'acqua i rami degli alberi.

Dunque fra poco senza parole la bocca.
E questa sera saremo in fondo alla valle
Dove le feste han spento tutte le lampade.

Dove una folla tace e gli amici non riconoscono.


(Un fatto, una poesia che si interpreta quasi insegna .Emy)

Anonimo ha detto...

Iop penso solo una cosa, Rò: che queste cose possono succedere,queste affermazioni possono essere fatte da "Poliscritture" a nome di un generico collettivo approvante e rimanere abbastanza là eoltre a me ahi non essere controbatute da alcuno, come vedo, perchè Fortini è morto, poverino. Ma se fosse stato vivo, se li sarebbe mangiati vivi, perchè la forza del dibattito era il suo forte, appunto, il forte di Fortini, e mi si scusi il bisticcio di parole. Ma fortini è morto e come tutti gli autori a cui il mondo ha tolto la parole (poesa citata da Emy) resta solo il aftto che in vita ebbero consapevolezza che questo sarebbe potuto accadere a loro, alla loro eredità identità e pensiero (di essere tanto osannata tanto tradita)

Ma che altro dire a questo "collettivo" di Poliscritture oltre che a dissociarmi radicalmente dalle modalità stesse espresse dal loro Call for Paper di giudizi tanto affrettati anche sulla nostra storia attuale, e tanto "di parte" da non potere essere la base di nessuna analisi onesta di un grande poeta come Fortini.Almeno il mio dovere di puntualizzare la stortura del loro Call for Paper, o editoriale, come lo vuoi chiamare questo scritto con punti da 1 a 4, tutti concepiti dall'ottica esclusiva di Ennio Abate, e dalla sua antica relazione conflittuale e risentita con Fortini, l'ho fatto.Ma non mi illudo che questo gli farà cambiare stile o idea. E il Fortini, essendo muto e impossibilitato da altra condizione umana, non potrà prenderlo alla gola.


erminia

Anonimo ha detto...

"troppi typos, ma leggi controbattute"....e.

Unknown ha detto...

..Erminia , il rispetto dei morti come lo sento io lo senti tu o un altro non si può imparare e poi insegnare,come se vivi e morti fossero contemporaneamente ad entrambi...questo movimento a tenere i vivi ai morti congiunti , nel senso piu orientale della parola, è tanto piu impossibile soprattutto a chi del sapere ha fatto una sua base rigidamente razionale in linea con l'assorbimento dell'uomo contemporaneo alla sua presunta potenza di attivita razionale( in senso lato dello spazio uomo ragione , scienza, et cetera) rispetto a quegli spazi altri " inconsci" che sfuggono alle regole di cio che è diventato dal precedente secolo a oggi il dominatore assoluto, appuntoo lo spazio ragione, che se fosse peraltro cosi illuminato e illuminista,non avrebbe lasciato "fabbricare", grazie al capitalismo, il vuoto di quello spazio inconscio,ampiamente detto anima vitale come il mare nulla d'altro o piu religioso connotato..svuotamento che infatti ha garantito al turbocapitalismo, vincente piu che mai, l'alienazione dell'uomo dalla propria intima essenza.

Il legame che tu rivendichi è in questo momento tempo spazio dì-battito, almeno per come respiro vivo penso sento io i vivi e i morti, collocabile in un 'ampia alienazione dalla partecipazione all'interno dei vivi, figuriamoci quanto e come quindi rispetto ai morti, fra i quali in questo caso il tuo, vostro, nostro , "suo " Fortini.

Unknown ha detto...

Erminia, provo a dirtela in altro modo . La legge della compenetrazione, che è uno di quei codici smarriti grazie alle forti ideologie (sia capitalistiche che non ) è solo una (ovviamente una del caso in questione) ...i vivi sono i forti , rispetto ai morti che sono i deboli, perchè solo i vivi possono invertire le parti , mentre i morti non possono fare il contrario, le leggi materia o fisiche glielo impediscono.

Se so questa legge in ogni minimo articolo, paragrafo ,punto e virgola , dipenderà solo da me fare da contrappeso , altrimenti la mia ignoranza di questa legge portera ad una assenza piu ampia, fino a quella gia presente in quella fisica

Anonimo ha detto...

Folla taci e spegni le lampade. Fortini ancora ci dice. Emy

Anonimo ha detto...

Non capisco:
Fortini fu tra i più impegnati a prendere distanze ragionate dall'ermetismo. Poi si oppose all'antifascismo generico per un richiamo più netto verso il politico. Poi se la prese con la critica puramente estetica che non considera la prassi e il rapporto con la vita. Poi ebbe difficoltà ad essere accolto nel contesto neorealista. Poi se la prese con la politica culturale del togliattismo, per via che non veniva dato spazio a voci poco allineate.
Insomma se la passò piuttosto male e sembra che i (pochi) riconoscimenti siano arrivati dopo la sua morte. Un personaggio scomodo a tutti dunque? Eppure io mi ricordo che quando arrivava Fortini (ero un ragazzo) c'era sempre un codazzo di intellettuali pronti a lasciargli l'ultima parola (spettacolo questo che ho visto più e più volte, anche oggi).
Va bene essere un dissidente verso tutto e tutti, ma a che pro? Tutto sembra ruotare attorno all'espressione del libero pensiero, ma anche Fortini selezionava quale dovesse essere il pensiero da incoraggiare e quale da avversare... era marxista, e come succede spesso ai marxisti era spinto, per formazione cattolica, verso l'idealismo. Ma quale? Una questione etica tra letteratura e vita? Ed è tanto fondamentale? La risolse o resta un discorso aperto? E se resta un discorso aperto, pure che l'abbia aperto lui, perché leggerlo come vangelo se non lo risolse?

mayoor
in questo momento volentieri studente

Anonimo ha detto...

Mayoor, ecco, questa è un'altra considerazione su cui dissento...beh, Fortini passarsela male!!??? niente affatto....avendo cattedra offertagli come professore a Lettere di Siena, ed insegnare questioni di retorica e stilistica e critica letteraria e filologia, avendo il privilegio della stima e della collaborazione di referenti intellettuali di grandissimo calibro in patria e all'estero....uhm, non mi pare se la sia passata troppo male come tu pensi. Dove le hai prese queste idee che se la sia passata male? Ha avuto tutti i riconoscimenti possibili in vita che si possano tributare ad un intellettuale, specie se si considera che pur creando conflitti dovunque, date le sue idee marxiste non ortodosse, e forse anche per le sue maniere, era stimatissimo e riverito. chi altri ha, ad esempio, già un ricchissimo Archivio a suo nome nella maggiore università italiana a soli 18 anni dalla morte? A chi gli si è porto un tale enorme tributo come il Convegno Dieci inverni senza Fortini a soli 10 anni dalla morte (non 50 o 100)?

Anonimo ha detto...

tutto nella vita resta un discorso aperto, nessuno ha l'ultima parola su nulla, o su date verità, si sa, men che mai la scienza.si può a piacimento analizzare la coscienza ormai muta di un morto. i suoi testi parlano, sì, ma non possono sempre ed in ogni caso contro-attualizzarsi da sé e rispondere alle varie interpretazioni: questo è fatale...
si sa che l'interprete riversa il contenuto delle proprie opinioni nell'interpretato. nessuno è immune da questo vampirismo e la critica ci vive e ci vegeta, tutti lo sanno e fanno. e.

Anonimo ha detto...

D'accordo, la mia era solo una deduzione per il fatto che le note biografiche che lo riguardano non mettono avanti gli incesamenti ma le difficoltà e i contrasti, almeno m'è parso. Meglio così. E d'accordo che potrei anche andarmela a cercare da me la risposta: non l'ultima parola, ma la sua ultima... o quella che l'ha accompagnato fondamentalmente nella sua ricerca. La poetica insomma.
m.

Anonimo ha detto...

approvo. e.

Anonimo ha detto...

... in nuce naturalmente :)
m.

Unknown ha detto...

"e." di emy? di erminia? di enzo? ..chiunque tu sia hai centrato un punto preciso delle frane di quel canale causa il vampirificio fra vivi, di cui per fortuna rarissime vite autoimmuni.

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate a Erminia Passannanti e Rosanna (In soffitta):

Se foste meno prevenute nei miei confronti (e ora anche nei confronti dei redattori di «Poliscritture»), se onoraste l’ospitalità che avete trovato su questo blog, se riusciste a sottrarvi al conciliabolo ininterrotto e in crescendo tra voi due (tanto intenso da azzittire gli altri o le altre o far passare la voglia d’intervenire), se non amaste così tanto la chiacchiera, l’ esibizionismo, il pettegolezzo, la malizia, l’insinuazione, se non vi riduceste solo a leggere tra le righe e quasi mai le righe, se aveste dedicato 4-5 minuti alla lettura attenta dei quattro punti della TRACCIA DI LAVORO proposta a POTENZIALI COLLABORATORI E COLLABORATRICI sul tema Fortini, capireste le seguenti cose:

1. vanno valutate e DISCUSSE le idee espresse nei 4 punti della traccia su Fortini, non la persona che le ha enunciate o le ha messe per iscritto);

2. le trovate troppo “mie”, tendenziose, non neutre, non vaghe? È un merito, non un difetto: permettono agli eventuali interlocutori di confrontarsi con pensieri precisi (non con pensierini da amebe);

3. siccome i 4 punti della traccia sono L’IPOTESI DI PARTENZA DI UNA RICERCA sono correggibili, ampliabili, criticabili, sviluppabili liberamente secondo la propria storia e visione delle cose;

4. e perciò i redattori di «Poliscritture» li hanno approvati senza porre le questioni di lana caprina (sollevate da Erminia con tono inquisitorio e antipatico soprattutto nei miei confronti); questioni che forse angustiano chi nelle università deve stendere «call for paper» tenendo conto di non pestare i piedi a Caio o a Sempronio;

5. quei redattori di Poliscritture sanno in partenza che non dovranno ripetere i 4 punti della traccia come fossero quelli di un catechismo; non hanno giurato sul vangelo fedeltà a nessuno; non hanno da sottoscrivere un contratto giuridico davanti al notaio che li impegni a svolgere il loro contributo al n.9 di Poliscritture come se avessero puntati addosso gli occhi di Zdanov (o di Erminia);

[continua]

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate a Ermina Passannanti e Rosanna (In soffitta) [continua]:


6. né per me né per i redattori di «Poliscritture» (niente affatto «anonimi»!) Fortini è un santino da venerare, un fantasma paterno da esorcizzare, un tema in esclusiva da studiare per avanzare in carriere accademiche o «per questioni di scholarship» o per tesi di laurea; non è neppure «un modello e mito imperituro e dominante» o il logo di una scuola (esiste forse una scuola dei “fortiniani”? ) o di una setta o congrega di fan o lobby per farsi spazio sul mercato editoriale, ma semplicemente un “continente” da esplorare, un lascito di «buone rovine» che si tenta di usare o ri-usare per fronteggiare un tempo storico tremendo del tutto mutato rispetto a quello in cui egli visse e operò;

7. non ho il culto dell’Io (monadico, narcisista, individualista) che avete voi due. E anche nella redazione di «Poliscritture» siamo tutti consapevoli della tensione esistente tra ‘io’ e ‘noi’ (ho parlato spesso su questo blog di un ‘io-noi’, che dovremmo imparare a riconoscere e sviluppare, per evitare sia il culto dell’Io tutto d’un pezzo sia quello del Noi altrettanto monolitico);

8. se invece di parlare a vanvera, aveste dato un’occhiata ai PDF della rivista accessibili sul sito di «Poliscritture» o ad alcuni articoli lì pubblicati, vi sareste accorte che la redazione ha più voci, anche dissonanti tra loro (e non lo nasconde, ma ne fa oggetto continuo di riflessione che chiamiamo «critica dialogante»… controllare per credere);

9. la firma la metterà ciascuno dei redattori e dei collaboratori sotto il contributo che scriverà e che ci parrà degno di pubblicazione;

10. voi non sapete distinguere il privilegio di chi “fa cultura” ben pagato da case editrici o università dalla fatica di chi cura un blog o un sito gratuitamente e si paga di tasca propria una rivista indipendente come «Poliscritture»;

P.s.

E tu, Erminia, non ti permettere mai più di insinuare una calunnia come questa: « prima che venissero eliminati di recente gli altri curatori condividenti la password». Informati prima di parlare a ruota libera.

Anonimo ha detto...

2. le trovate troppo “mie”, tendenziose, non neutre, non vaghe? È un merito, non un difetto: permettono agli eventuali interlocutori di confrontarsi con pensieri precisi (non con pensierini da amebe);


che punto autoapologetico. questa tua non è una risposta ai miei appunti: è, la tua, davvero una SFILZA A VANVERA di luoghi comuni e pregiudizi sull'accademia e sui suoi ricercatori (condita con una misoginia oggi che fa ridere i polli e che forse tu solo sbandieri senza vergognartene in pubblico sicché non hai nozione di cosa implichi). Non mi illudevo che tu potessi prendere atto dei miei puntalissimi addebiti. Il call for paper l'hai scritto tu stesso, citandoti in terza persona...questo non è assolutamente accettabile. E' una barzelletta. Tu mi hai detto di nutrire nemmeno tanto nasconstamente un grande risentimento contro Fortini e mi hai spiegato dettagliatamente le ragioni ed io non do alcuna fiducia a chi scrive sull'opera di un altro scrittore sulla memoria e l'onda dei suoi risentimenti.
Se onorare la ospitalità di un blog significa per te essere o affiliati o nulla, hai un concetto arcaico del blog.
Se uno lo cura, il blog con commenti invita chiunque a commentare anche anonimi e anche antagonisti, e dunqeu io non ho nessun bog da "onorare" siccome spero che per te non sia domestico come una casa giapponese.
se gli altri non intervengono è perchè stannno ad ascoltare laddove in altri momenti hanno parlato.
Io non ho nessun dialogo speciale con Rò, e sto rispondendo a chiunque intervenga su questo soggetto per spiegare perchè ho serie perplessità sul modo in cui il call for papers redatto da te ti citi in terza persona.
Tu hai scritto il call for paper ed è molto inquietante che tu ti citi.
Mi meraviglio di quanto ti stia scuotendo questo contrastarti! Non predichi il combattere? Poi parli dell'onorare il bog quale tua dimora. Io non ti capisco, ennio, sei paradossalemte in conflitto con i tuoi stessi assunti. Ti esponi con innumerevoli blog e riviste e poi ti offendi se uno ti fa degli appunti. Starnazzi, anzi, come una gallina ferita a morte, scusami l'immagine un poco risibile ma è questa esattamente l'idea che rimandi. Non è intesa come offesa, ma solo come figura retorica, la similitudine.

erminia

Anonimo ha detto...

Quello che volevo dire te l'ho detto, Ennio. Adesso mi accomiato, non trovandomici bene affatto, qui, a queste condizioni: tu avresti dovuto solo cambiare il "call for paper" , eliminare la citazione da te stesso come se l'avesse fatta un altro, auto-chiamandoti ad autorità, e firmare il Call for Paper, ridimensionandolo a più aperti e meno compromettenti, per Fortini, propositi.
Ma hai un ego 'auto-celebratorio' che veramente non è invisibile o tollerabile.

adieu.
erminia

Anonimo ha detto...

Nessun fuoco resterà acceso se non ci si mette legna. Va bene la correttezza, erminia, ma servirebbe anche un po' di testa (come dicono qui a milano). A meno che non si tratti di proprietà private in collisione (povero Fortini) .
Per chi legge conta la sostanza, e cosa si dice di così scandaloso in questo post? Si vorrebbe parlare di Fortini, per altro senza neanche avanzare tesi sull'utilità di discuterne. Dai e dai Ennio torna sempre su Fortini, lo fa periodicamente e in ogni modo possibile. Ci crede, per lui è stato fondamentale quanto, mi par di capire, lo è stato per te.
Comunque grazie, la discussione mi sembra si sia dispersa. Scusate l'intrusione.

mayoor

Anonimo ha detto...

Le saracinesche si abbassano le vetrine si oscurano.
la folla tace e spegne le lanterne.

Fortini sta di lato...tristemente.

Emy

Anonimo ha detto...

grande Fortini se scatena tanta passione

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo la risposta di Ennio ancor più fortemente delle tesi su Fortini.
Salvatore Dell'Aquila

Anonimo ha detto...

@ A SALVATORE DELL'AQUILA

Signor Salvatore, leggendo le sue davvero modeste scritture poetiche su Poliscritture si può senza sforzo capire perchè sottoscriva alla risposta del suo ospitante curatore di blog per aspiranti poeti, Ennio Abate. E le tesi di Fortini certamente non le conosce, pertanto, lei, ci faccia il piacere, che voce mai potrebbe avere in capitolo il suo giudizio su quelle?
Arrivederci.
Stefano MAGGI

Anonimo ha detto...

… la tua intrusione, Mayoor, mi sembra del tutto opportuna e appropriata. Quanto inopportuna mi è sembrata l’insistenza nel considerare anonimo (a parte il contributo di Ennio) il nostro scritto iniziale, giacché bastava leggere sul sito i nomi dei redattori (nei pdf dei cartacei, sempre sul sito, sono indicati numero per numero).
Il testo iniziale vuol essere un invito alla collaborazione al n. 9 (vale anche per Erminia e, appunto, anche in fase preliminare) ed è appunto una sollecitazione della redazione a rifletterci sopra e a lavorarci, su una figura così complessa e degna. Ogni numero della rivista è un’occasione, che la redazione si dà e dà a chi vuole collaborare, per riflettere su un tema (o una figura di spicco) capace di sollevare problematiche di forte interesse. L’invito iniziale – redatto da chi si assume la responsabilità di coordinare il numero e rivisto dagli altri redattori – esprime alcune convinzioni, pone alcune domande, suggerisce alcune direzioni di lavoro. Quando il numero, dopo mesi, sarà stato composto qualche domanda avrà forse avuto risposta, qualche convinzione avrà probabilmente avuto conferma o smentita, alcune direzioni di lavoro saranno state percorse, altre magari se ne saranno aperte. Il confronto tra convinzioni anche diverse avrà con tutta probabilità portato un arricchimento alla comprensione.
Chiunque può esprimere convinzioni diverse ma ha il dovere di argomentarle. Il sito può essere per questo un luogo preliminare alla rivista. Sembra opportuno segnalare “Poliscritture” anche sul sito dei Moltinpoesia perché la rivista ospita anche poesie, riflette anche sulla poesia, tiene alla poesia. Il prossimo numero sarà centrato su Franco Fortini, anche poeta. Stiamo cominciando a lavorarci, ognuno a suo modo e con le sue possibilità. Non potremmo farlo se perdessimo tempo in polemiche poco giustificate.
Un saluto a tutti
Marcella

Anonimo ha detto...

"Poliscritture" ha ospitato versi e prose di Salvatore Dell'Aquila perché ai redattori sono piaciute, ad alcuni non poco.
Certo si possono avere gusti diversi in fatto di poesia ma non sarebbe male esprimerli in modo più cortese.
Anche le imitazioni (quella di Totò in questo caso) bisogna saperle fare...

(di nuovo Marcella)

Anonimo ha detto...

Caro Maggi,
spostare l'indirizzo di una discussione dal merito delle opinioni al commento sprezzante sull'altro, configurato come nemico, evidenziando un difetto strutturale (la modestia della scrittura -tra l'altro, reale nel mio caso- o, che so?, la scarsa statura, uno strabismo, un difetto di pronuncia o l'essere in possesso della gobba) è tipico di mentalità reazionarie e segnale di indole un po' violenta, oltre che sintomo di mancanza d'argomenti. Si comincia così e si finisce per criticare il colore della pelle.
Le consiglio una più attenta manutenzione del suo inconscio.
Arrivederci a lei
Salvatore Dell'Aquila

Anonimo ha detto...

@ A SALVATORE DELL'AQUILA

Adesso mi fa pure la "vittima",...ohhh...poverino. No, signor Salvatore, lei che tanto solertemente è intervenuto a sostenere le brutali maniere inurbane del padrone di casa verso due signore del tutto innocue, si è sentito non dire che è basso, o di altra razza, o stupido: si è solo sentito dire che le sue poesie sono mediocri, che è dato ammesso appena adesso da lei, e che certamente non ha cognizione delle tesi di Fortini per sostenere i punti 1.2.3.4. redatti da Ennio Abate, su cui pare non ci piova. Tutto qua. Se poi le salta a sostenere, laddove non c'è nessuna necessità, un altro "uomo" a discapito di due donne, questo è un problema pari a quelli elencati da lei, come pregiudizio, che lei già ha. E non si meravigli più di tanto che c'è qualche residuo di uomo italiano che invece alle donne si affianca.

Stefano MAGGI

Cordialità

Anonimo ha detto...

-- Sul nome "cantiere".

Vezzo ed ambizione di definire con un sinonimo di "officina" una rivista online dall'impostazione molto piccolo borghese, e scimmiottare la rivista storica di alto prestigio intellettuale di Vittorini e Fortini, dal nome "Officina", senza averne i presupposti.

Sempre Stefano

Anonimo ha detto...

Posso intervenire con una piccola domanda tendenziosa?
Salvatore Dell'Aquila, per fare addirittura parte di un Comitato Editoriale (Poliscritture) con ambizioni letterarie specialistiche, di cosa si intende sul piano letterario, specificamente, quali competenze ha, da critico intendo, per fare parte di tale comitato? Quale il suo background, quali gli autori e le politiche del sistema letterario? In genere i membri dei comitato editoriali si scelgono in base ad una alta competenza o professionalità, per le riviste, ma googolando il nome di Salvatore dell'Aquila, io non ho trovato assolutamente nulla sul web a parte queste sue poesie su Poliscritture.

S.

Anonimo ha detto...

Caro/a S.,
effettivamente non ho presentato un curriculum a Poliscritture, né sono un critico letterario o tanto meno un esperto in alcuna disciplina. Nel web non esisto e chissà se esisto nella realtà. L'unica cosa che posso dirle è che ho letto tanti, ma tanti, libri (di carta).



Caro Maggi,
a parte il constatare che lei distingue tra maschio e femmina giudicando la seconda bisognosa del sostegno di uomini italici come lei si descrive, non posso che ribadire quanto detto da Marcella Corsi (per altro individuo di sesso femminile) in un post precedente. Oserei anche ribadire il mio sostegno ad Ennio Abate che ai miei occhi è apparso essere fatto segno di un attacco con non celate sfumature ossessive.
La discussione è palesemente sterile e mi permetto di invitarla ad lasciarla cadere, come faccio io da questo momento.


"Il valore ha i suoi limiti, come le altre virtù; varcati questi, ci si trova sulla via del vizio; sicché attraverso quello si può arrivare alla temerarità, all’ostinazione e alla follia, se uno non ne sa bene i confini, in verità difficili a distinguersi esattamente."

Montaigne, Saggi, Cap. XV


Salvatore Dell'Aquila

Anonimo ha detto...

@ A SALVATORE DELL'AQUILA

Ah, questa è bella. Non ho escluso certo che le donne (e non femmine come le definisce lei, e non io) offrano, come sempre fanno, all'uopo, ampio del loro aiuto agli uomini (e non ai maschi). Noto che lei scrive da maschio, e non da uomo, piuttosto.

Sterile è un termine che non si adatta a questa interessante indagine di chi siano i redattori di Poliscritture e quali le loro competenze, delle quali ancora non si è avuta risposta come si conviene ad un sito pubblico che si dice letterario, che ha dichiarato il suo comitato editoriale, ma non specificato il Curriculum Vitae, o anche una striminzita biografia dei suoi 5 o 6 co-editori.

Che scrivono, che criticano? Non chiediamo se facciamo i salumieri, gli impiegati delle poste, gli insegnanti, i bidelli, i magistrati?

Chiediamo solo di che si occupano nei campi della critica letteraria per essere membri di un Comitato degno di rispetto, chiamato, in questo numero 9 in corso di preparazione, ad aiutare Ennio Abate a scegliere, giudicare e selezionare i saggi su Fortini?

Un poco di trasparenza, su!
Vorrei invitare un mio amico ad inviarvi un suo saggio: ha conseguito un dottorato a Siena con Nava, guarda caso proprio su Fortini, ma prima dovrei fargli sapere n che ambiente si muovono i membri del comitato editoriale. E questo non è ancora chiaro.

Mica uno manda i suoi saggi critici a casaccio qui e là?

Intanto ho già provveduto a indicare l'iniziativa.
Cordialità.


Stefano MAGGI

Anonimo ha detto...

Schermaglie del cazzo, signor Maggi.
Qui ai Molti può succedere che si parli anche così.
Si regoli.

mayoor

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate a Stefano Maggi:

Glielo chiedo rispettosamente: basta con interventi che distraggono dalla discussione seria (e anche dura) nel merito dei contenuti proposti.
Questo poi non è il sito di Poliscritture. Può esaminare là i materiali pubblicati e farsi un'idea dei contributi; non indagando sul curriculum vitae dei redattori o dei collaboratori. Qui non siamo in università. Non viene chiesto un dottorato prima di parlare di un autore che abbiamo letto e che ci interessa.
Conosco vari dottorandi a Siena allievi del prof. Nava.
Qualcuno, ad es. Marco Gaetani, ha collaborato e collabora da tempo anche con Poliscritture. Se il suo amico è interessato a inviare un suo saggio, lo faccia. Non deve sapere "in che ambiente si muovono" i redattori di Poliscritture, ma cosa hanno scritto e scrivono. E può anche lui farsene un'idea -ripeto - visitando quel sito. Ci sono tutti i PDF degli 8 numeri della rivista visibile e scaricabili gratuitamente.
Se si convince che siamo esseri pensanti e liberi, invierà. Se no, si rivolga ad altre riviste o siti.

Unknown ha detto...

immigratorioFeb 17, 2012 08:30 AM

Ennio Abate a Stefano Maggi

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come dire : forte con i deboli e debole con i forti.
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Non me ne voglia il signor Maggi ma devo brutalizzare, cosi come brutale è stato il "trattamento" riservato:
dapprima col silenzio nell'assenza totale di tutti, e poi , ualà, una volta degenerato il tutto, con la comparsa delle consuete dinamiche relazionali , solite, tipiche da web e non solo, di muro contro muro.poi ci stupiamo della guerra, o dell'indifferenza, anzici facciamo pure poesie.


Sicchè poi alla fine, al signor Maggi, E.A. può riservare un commento rispettoso e ad altre invece no?..e perchè?

perchè non si sa mai nella vita, perchè è uno che conta, perchè è uno che dopo le cacofonie di quel commento di E.A. di ieri , ha fatto sentire come può essere da " maschio" a "maschio" e la solita solfa del chi comanda , e dei soliti perchè del caso (o del cazzo come direbbe Mayoor)

tutto l'avvenuto mai sarebbe successo se ci fosse stata chiarezza fin dall'inzio , tanto piu all'incedere di domande che venivano fatte, in modalita che possono piacere o non piacere, ma che rimanevano al vento.

"rispettosamente" ho cercato di capire quali fossero i dubbi e gli interrogativi che si poneva fra poeti Erminia Passannanti..però non come direbbe E.A. "rispettosamente" a due pesi,velocita, modulazioni ed enne misure, perchè mai mi sarei permessa di addentrami a capire la materia del con-tendere di questo thread, se mi fossi immaginata che la questione esplosiva vertesse sulle solite trite e ritrite questioni di perimetri cantieristici deontologici in cui ognuno cerca di ricavarsi i suoi spazi , spazietti, voci , controvoci, eredita legittime, illegittime.. che non so se tipicamente egoitaliani o meno, ma tali sempre vanno a finire non solo nelle comunità poetiche o di critica poetica.

non ho mai pensato di E.A. o di qualcuno di voi, le cose che ha scritto nel commento Feb 16, 2012 06:20 AM e successivo, di una gravità inaudita che non mi interessa se i vari Mayoor o altri possono trasfigurare in regole su cui darsi una regolata, o nobilitandole per chiamarle durezze di critica dialogica.

ridere ,ah ah ahah ah, ridere amaramente perchè poi facciamo poesie su questo o quell'assurdo, le guerre infinite dalle caverne ad oggi, o su questo o quell'iperreale, su questo o quello schiacciamento del potere, oppure sulle manipolazioni dell'impeor mediatico, oppure digestivo finale ci stupiamo degli ignoranti che se ne staranno sempre ben lontani da qualsiasi poesia musica o musa, vuoi tenuti ben alla larga, vuoi autoesclusi volentieri, visti i tanti inferni, da un ulteriore inferno, o infernet, non cambia.

Non so o forse so cosa avrebbe da dire "il" Fortini del pre-accaduto e poi dell'accaduto in questo post, ma lo immagino.

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate a Rosanna (In soffitta):

No, io mi rivolgo rispettosamente anche a te (lo sai e ne hai avuto le prove anche in altri sedi, tra cui quella della mailing list del Lab. Moltinpoesia). E ti chiedo, proprio come a Maggi e come a tutti/e, di intervenire nel merito delle questioni sollevate dai post, misurando (possibilmente) le parole, controllando la frequenza dei tuoi commenti, evitando di avvitarti in un dialogo a due, che spesso fa perdere di vista che questo è e deve essere, con la collaborazione di tutti/e, uno SPAZIO DI DISCUSSIONE PUBBLICA e non di dialoghi privati. Questi vanno svolti in altre sedi (posta elettronica, per telefono, ecc.) specie quando già si è in contatto per queste vie con l’interlocutore/ice.
Ripeto poi che questo post era una SEGNALAZIONE ai moltinpoesia di una iniziativa di ricerca sulla figura di Fortini proposta dalla redazione di Poliscritture. I dubbi, le richieste di chiarimento, le critiche potevano e dovevano essere rivolte alla redazione di Poliscritture, all'indirizzo che ho segnalato (poliscritture@gmail.com) o scritti nello spazio commento di quel sito.
Di una comunicazione meno disturbata, meno viscerale, meno a ruota libera e più centrata sulle cose tutti/e sentiamo il bisogno. Lo spazio di un DISCORSO PUBBLICO - oggi sempre più difficile perché da ricostruire quasi da zero per la mancanza di linguaggi e pensieri comuni - non può essere sprecato con interventi auto promozionali, polemiche pretestuose o pensieri in libera uscita.
E poi sia tu che Erminia Passannanti avete anche il mio recapito di posta elettronica. E allora perché non scrivermi? perché non chiedermi conto delle cose che, secondo te o lei o tutte e due, non andavano in quella traccia di lavoro aperta? Perché abbandonarsi - e ripeto su questo blog - a tante sparate offensive nei confronti miei e dei redattori di Poliscritture?
Se uno/a chiede rispetto, dimostri di saperlo avere nei confronti dei suoi interlocutori/ici. Che si scelgono perché ci dicono qualcosa. Se, invece, li si vuole demolire ( e la cosa non mi scandalizza) lo si faccia pure, ma non PERSONALIZZANDO, ma entrando nel merito dei contenuti, delle questioni poste. E nella sede adatta: in questo caso il sito di Poliscritture.
Non c'è, dunque, nessuna voglia di escludere nessuno/a . Passannanti mi ha proposto un suo scritto satirico; e io pur con perplessità personali, non ho esitato a pubblicarlo. E a dire la mia opinione in un commento. Come ho fatto DA SEMPRE in questo blog, ben prima che vi si affaccisse. Ma se vedo che lo spazio dedicato al post di Roberto Bertoldo viene invaso da ben sedici stralci di quel suo saggio, non posso accettare questa "invasione".

P.s.
Noto tra l'altro, con delusione e preoccupazione, il silenzio o i pochi commenti che ricevono vari post di poesia e saggi meritevoli d'attenzione per il loro contenuto.


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Anonimo ha detto...

Giulio Toffoli:

Sono solito non intervenire in questi dibattiti che mi par si perdano spesso in percorsi oscuri e in molti casi rancorosi. Ma questa volta desidero aggiungere una nota. Vabbè la disquisizione fra maschi e femmine/ uomini e donne ma forse qui si supera il limite. Leggo: "Che scrivono, che criticano? Non chiediamo se facciamo [=facciano] i salumieri, gli impiegati delle poste, gli insegnanti, i bidelli, i magistrati? Chiediamo solo di che si occupano nei campi della critica letteraria per essere membri di un Comitato degno di rispetto..."
Perchè un salumiere, un operaio un impiegato delle poste non possono occuparsi di letteratura ed essere membri di un comitato di una rivista che (come forse si sarebbe dovuto intuire se si avesse avuto la buona grazia di leggere) non è necessariamente di critica letteraria?
Diavolo, altro che i pregiudizi di genere. Qui siamo ai pregiudizi di classe!
Allora sì si può dire: povero Fortini!

Anonimo ha detto...

Che avrei dovuto dire ad uno che si presenta mettendo avanti le sue credenziali invece che se stesso, e che prima di dire la sua pretende di visionare altre credenziali? Mica siamo in un istituto bancario. E tanto meno dal parrucchiere.

mayoor

Anonimo ha detto...

Ho svolto lavoro d'impiegata per 36 anni e mi sono sempre interessata di poesia ed anche scrivo poesia da molto tempo,mi arrangio non eccello ma vorrei tanto arrivare all'eccellenza. Ho incominciato ad interessarmi di Fortini attraverso i Moltinpoesia. Non vorrei sembrare antipatica ma a tanti laureati, studiosi, accademici,critici vorrei dire ad alta voce, molto alta:- quanto serve la vostra cultura! Ma non perdete l'intelligenza se l'avete mai avuta!- Buona giornata Emy

Anonimo ha detto...

Sul nome "cantiere".
Non credo minimamente che"cantiere" nasca per scimmiottare "Officina" o le piante officinali. "Cantiere " viene usato in special modo nel primo decennio del secolo presente e rispecchia un modo nuovo di affrontare i temi politici, un fare politica abbandonando i canoni novecenteschi. un fare poesia che parte dai molti. enzo

Unknown ha detto...

immigratorioFeb 17, 2012 12:23 PM

Ennio Abate a Rosanna (In soffitta):

AnonimoFeb 18, 2012 01:42 AM Emy

AnonimoFeb 17, 2012 02:50 PM Mayoor

etc etc
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io non stavo, né sto da una parte o dall'altra o l'altra ancora delle due barricate che alla fine si sono manifestate.

1
non credo nei rapporti di un indistinto collettivo, ma solo in quelli uno ad uno. Se pertanto in queste tristi conversazioni(in altre piu scorrevol)i, non è stato presente chi poteva esserlo a compensare presenze eccentriche, non è mia responsabilità ma di chi ha scelto di essere assente...

ciò che qui si è verificato è un rapporto di forze contrapposte

Gli avvitamenti di cui mi si accusa , potevano essere molto semplicmente evitati con l'intervento di tutte le parti coivolte dal gioco al massacro, il solito. Non condivido I MODI di forza , ma quelli di fare chiarezza immediatamente con coscienza anticipata a cui attingere prima che intervenga il muro contro muro.

Se , e lo ripeto, fossi stata piu "furba" o meno "fessa",fate vobis, avrei lasciato il gioco al massacro di altri , tutti, in un rapporto di pura e semplice gioco.. gioco di potere

2
se le due principali forze ( in questo caso le chiamerei accademia /non accademia ma comunque accademia)sono entrambe a rivendicare spazi di razza pura critica e fortiniana , nessunaltro deve andarci di mezzo ..a maggior ragione se- come natura contadina innata o supportata( e sofisticata) con strumenti accademici culturali- non si vuole veramente ogni tipo di ipocrisia :
ogni tipo di vecchio o nuovo scontro di razza o "classe" , confliggerà sempre se non si fa chiarezza sulle gerarchie - nel rispetto e condivisione fra ogni anello inferiore e superiore alla catena bio-logica-che sole possono consentire questo o quel cantiere o nave in ballo per un orizzonte comune.
Se non si vuole essere presi , o autopigliarsi, per i fondelli dalle truffe della parola basso, molti o democrazia, con cui meglio hanno e stanno facendo guerre di ogni tipo, occorre praticare negli spazi che dipendono che da noi, il disinganno con modelli chiari e netti lontani millenni luce dai rapporti di forza fra forti , deboli , e guerra fra poveri, tutti riflessi voluti, tanto nel rapporto uno ad uno, che nel rapporto pochi a molti o viceversa, dai guardiani del mondo.

Anonimo ha detto...

Cara Emy, io faccio parte di quel gruppo di persone che bazzicano questo sito, e che qualcuno ha definito, con sommo disprezzo, gli "aspiranti poeti". Dopo questo triste scambio concludo (mio malgrado) che le aspirazioni di alcuni "laureati, studiosi, accademici, critici", sono molto, ma molto più banali. Rispetto ad altre categorie umane (con cui solitamente non vorremmo spartire nulla) in certi momenti sembra cambiare solo il linguaggio (anche se non mi è più chiaro quale sia quello più aggressivo ed involuto). E per me è maledettamente troppo poco.
Ciao
Flavio

Anonimo ha detto...

A me basta volare sul mondo e guardare tutto ma proprio tutto solo così facendo posso scrive di qualcosa odi qualcuno. Cerco sempre di liberarmi dal razzismo di qualsiasi tipo e non è facile. La vera forza la trovo solo nella natura che osservo quotidianamente e che mi fa capire quanto certa gente non si meriti certi miracoli . Se qualcuno vuole sapere cosa vedo volando mi contatti non siamo in molti ma sappiamo volare. Ciao a tutti Emy

Anonimo ha detto...

A Flavio:
anche per me è maledettamente troppo poco, ma per fortuna non sono tutti così, grazie a Dio so ben distinguere, almeno quello... . Ciao Emy

Anonimo ha detto...

A Giulio Toffoli:

"Che scrivono, che criticano? Non chiediamo se facciamo [=facciano] i salumieri, gli impiegati delle poste, gli insegnanti, i bidelli, i magistrati? Chiediamo solo di che si occupano nei campi della critica letteraria per essere membri di un Comitato degno di rispetto..."

mi pare che lei nons appia leggere affatto la frase detta: NON chiediamo se siamo salumieri, letterati, magistrati...vuol dire che questo NON interessa...ma è detto che interessa quello che hanno scritto. Ma sa leggere o no?
Non ha capito una mazza, Giulio, della frase: siamo all'ABC della comunicazione e alla frutta dell'incomprensione.

Stefano M.

Anonimo ha detto...

Io sintetizzo i punti sollevati da Erminia peché chiaramente la appoggio.

Nelle riviste accademiche e non accademiche, quando si redige un "call for paper" come curatore di numero moniografico, lo si manda a tutti i membri del Comitato editoriale che lo sottoscrivono.
Regola elementare.

Quando è stato chiesto ad Ennio Abate da E.P. chi esattamente avesse scritto questo "call for apper", Ennio Abate non ha risposto: "Sono stato io, di mio pugno, ed è stato sottoscritto dal Comitato", ma si è nascosto dietro "E' stato il comitato". Questo per non ammettere che nel suo "call for paper " al punto 4 si era autocitato come autorità, parlando di se stesso in terza persona, come se non l'avesse scritto lui.

La cosa è scorretta vuoi che si sia in una rivista di una officina di metalmeccanici vuoi che si sia ad una rivista accademica, o politica.

Ennio Abate deve accettare l'appunto e invece di mobilitare mezzo mondo a sua difesa (a difesa della figuraccia fatta), semplicemente ammetterla, e se non scusarsi almeno dire "Ah, già, non ci avevo fatto caso...nell'impeto della scrittura: correggero).

Ma forse questo è chiedere troppo. Mi pare di capire in modo limpido che per Erminia la questione è semplice: " se uno al punto 4 si cita in terza persona, confonde le acque su CHI sia l'autore delle riflessioni fatte nei punti 1,2,3,4 di cui un autore deve potere rispondere."


Questo è quello che ha detto.

Ma siccome Ennio Abate trova difficile ammettere queste puntualizzazioni a suo carico, certo scomode, forse irritanti, -- ma in democrazia è concesso, o no?,-- senza che uno passi direttamente alle armi...allora Ennio Abate, irritato, imbarazzato, chiama a raccolta, via email, TUTTI i suoi possibili cecchini per sparare a salve contro chi gli abbia puntualizzato una manchevolezza, una caduta...quanto meno , di stile.


Ma se uno deve potere scrivere di qualcosa, devono potere attribuire le maternità e paternità delle cose dette all'autore direttamente responsabile di una data riflessione, opinione, o frase detta, non deve essere posto nella condizione di dovere riferirsi a un autore "a vanvera", come al punto 4., un autore che nasconde dietro al dito sottile del "noi del Comitato" le proprie idee , vale a dire le idee che Ennio Abate, lui, personalmente, ha su Fortini, e che vuole far passare per verità riferite.

Questo è scorretto. Ennio, lo voglia ammettere o meno. Quando il censore si vede censurato, allora "Apriti cielo!"

Bastava che Ennio dicesse: "Hai ragione, scusa, sì, ho peccato di superbia e mi sono citato, auto-citatto, al punto 4. Scusa, grazie dell'appunto. Modificherò la formula fuorviante da "Come Ennio Abate dice...."

nella formula veritiera

"Come io, Ennio Abate, ho detto...."

Bastava questo, invece siccome a Ennio piace "battagliare", "combattere", "lottare" come sottolinea all'infinito, eccolo accontentato.E se ha avuto quello che gli piace perché adesso tanto si lamenta? Si sarebbe dovuto divertire, no?
PerchPé ogni battaglia prevede botta e risposta delle armi: mica ci si può aspettare che invece sia uno o l'altro contro un plotone di esecuzione?

Quella non è battaglia: è altro.


Buon Dio! Ci vuole tanto poco a capirlo.

Stefano MAGGI

Anonimo ha detto...

Guerra?! Cecchini?| Io non sono stata chiamata da Ennio ,vorrei tanto essere volgare...rispondere come mi viene...ma dico solo che l'intestino pulito giova molto alla salute. Emy

Anonimo ha detto...

Ma Emy, non hai letto la citazione di Ennio da Fortini? Hai seguito o no il contenuto dell'"editoriale", o no? Forse no, ad ogni modo se non ti vuoi scomodare a farlo (è all'inizio del post), eccotelo:


"«…‘Vi consiglio di prendere le cose che ho detto e di buttarne via più della metà, ma la parte che resta tenetevela dentro e fatela vostra, trasformatela. COMBATTETE!’ » (Le rose dell’abisso. Dialoghi sui classici italiani, Boringhieri, Torino, 2000)"

Poi per rifarmi citandoti alla frase che tu hai or ora detto "..ma dico solo che l'intestino pulito giova molto alla salute. Emy"

Ehmm, scusa, non vorrei essere volgare con una signora, appunto, ma significa che ne hai fatto appena esperienza del sollievo dell'intestino pulito?

Simonetta

Anonimo ha detto...

a Simonetta:
combattere significa resistenza almeno secondo me e non guerra contro....
Per quanto riguarda l'intestino pulito, sì ne ho fatto appena esperienza del sollievo, spontaneamente.... . Ciao a tutti auguri e passo ad altro. Emy

Anonimo ha detto...

Ennio Abate:
"Ma se vedo che lo spazio dedicato al post di Roberto Bertoldo viene invaso da ben sedici stralci di quel suo saggio, non posso accettare questa "invasione".
"
Questo fu un disguido.Io pensavo di stare postando sotto il mio post del Torsolo del Ventre, chiaramente, con l'intenzione unica di aggiungere, per il beneficio dei lettori a cui era piaciuto il pezzo, tutti gli altri pezzi della sequenza, ma a me e agli altri sul post sbagliato (di Bertoldo di cui nemmeno mi ero accorta) Ennio, tu non hai minimamente paventato l'ipotesi che io potessi avere in buona fede postato gli altri 16 pezzi del mio al post, nel post sbagliato. Quando me l'hai fatto notare ho ringraziato dello spostamento delle 16 altre parti sotto il post giusto.

Io ho chiesto che venisse su Moltinpoesia e non Poliscritture precisato chi fosse l'autore del "call for paper" per ragioni di responsabilità di opinione. Quello che io vedo essere oggi la giusta maniera di accostarsi a Fortini non è richiamarlo a forza dentro un dibattito politico ed ideologico a cui NON può più rispondere, come invece faceva puntualmente in vita con le sue dotte argomentazioni e articolatissime polemiche. E lo vedo ingiusto proprio se lo fa una X persona che in vita lo ha sfidato sulle sue posizioni e che ha avuto con lui scontri duri (come Ennio Abate non esita a riconoscere ).

Ora, ogni richiamata in causa su passate questioni politiche ed ideologiche di un autore morto da parte di un autore vivo per rifarsi a quei passati scontri è ingiusta, essendo appunto condotta da una delle due parti in lotta, rimasta in vita.

Ma non dico questo perché penso sia ingiusto chiamare dentro un dibattito un morto, in quanto questo accade agli estinti che hanno ancora un peso, ma per il modo di Ennio di dare, nei famigerati punti 1.2.3.4, delle sintesi del pensiero di Fortini e della sua fama a chi gli sopravvive o a chi lo conosce poco, riflette, a mio sentire, una prospettiva pregiudicante, ovvero sotto sotto portatrice del risentimento dei suoi scontri con lui.

Io questo non volevo dirlo affatto in privato, come se fossero cose di "famiglia", raggiungendo Ennio per email, come suggerisce egli stesso, ma sottolinearlo in pubblico, se è concesso.

Perché se Fortini non può rispondere ad eventuali nuovi attacchi e contestazioni relativi alle vecchie questioni che Ennio gli presentava, in vita, Ennio può, e deve mobilitarsi, psicologicamente, ad accogliere le dovute eccezioni mosse a lui, dotato ancora di una voce, sia ai suoi punti 1.2.3.4, sia all'impostazione tutta del "call for paper", dinanzi ai lettori di Moltinpoesia, che egli chiama in causa tanto quanto chiama quelli di Poliscritture.

Con questo spero di essermi spiegata e anche di dissociarmi totalmente dagli altri in questo post siccome ognuno parla per sé ed ogni tentativo di associare questo a quello è puerile.


Erminia

Unknown ha detto...

@EMY
scusa Emy , ma usare il cronologico dell'avvenuto è facile!!!
quindi ora che c'entra addirittura l'intestino?

cerca di recuperare obiettivita e logica perche altrimenti non si costruisce nulla e visto che ti riferisci alla natura ,vuoi che ti dica di recuperarne l'armonia?chi sarie per dirtelo?

qui sono saltate le regole di comunicazione e cerca id non guardare solo la tua parte offesa...io non sto da nessuna parte della barricata, perchè se porpiro vogliamo parlare di offesi, qui ne sono stati tutti offesi, non uno di meno..

anche unprgramma di un pc ha bisogno di gerarchie, altrimenti non funziona nulla dei lingauggi macchina e figurati tu quelli dell'uomo

da questa situazione non se ne esce se nessuno vuole imparare dalal lezione e la lezione, la vedi dalla cronologia e la devi intituire anche se non è tuo mestiere, come non è il mio, quello della deontologia in ballo

è facile chiarezza, senza la quale avviene quel che è avvenuto e ognuno viene bastonato...ce la facciamo a non vedere il nostro ego ferito e quale è invece il bene comune in ballo?

Anonimo ha detto...

Cara Rò, non sono offesa! Un po' stuzzicata, passiamo ad ALTRO TI PREGO.. . Visto che non si può comunicare , piantiamola lì. Io vado a preparare uno strudel per dei carissimi amici che verranno stasera .
Ciaooooo! Emy

Unknown ha detto...

Emy, un'ultima cosa, invece di parlare di intestini, puoi entrare sulle argomentazioni ri-portate da una parte da S. Maggi Anonimo Feb 18, 2012 04:12 AM , che erano alla base delle domande ,poste con modalita che possono piacere o non piacere, ma sono rimaste al vento e che faceva Ermina Passannanti e poi dalla stessa ripetute in intervento Feb 18, 2012 05:43 AM ?


secondo te hanno a che fare con ego "vivente", o con quello defunto di Fortini?

hanno a che fare con regole della comunita dei "poeti poeti" o no? di giochi di potere fra loro o no? dino a che punto regole e fino a che punto , se non rispettate, intervengono i rapporti di forza?

che idea te ne sei fatta?

Anonimo ha detto...

Interessante la reazione risentita di Ennio ad una minima critica ricevuta: se dovessero Berlusconi o Monti o Sarkozi o Merckel o Obama fare lo stesso calpestio incapriccito ed offeso di Ennio, con tutte le critiche e le satire che ricevono quotidianamente, avremmo avuto da un pezzo una serie di assassini o suicidi a raffica.
L'uomo e la donna che vogliano stare nel pubblico da gestire un blog o ricoprire una carica o un ruolo di Stato, siano pronti ad accogliere bellamente e graziosamente le contestazioni, e perfino le prese in giro, come fanno le persone "di mondo", senza inalberarsi e fare tutte queste scene!

Se poi uno odia essere contraddetto e vuole solo risolvere le questioni privatamente, rinunci al ruolo pubblico, la cui fama e esito futuro non sono mai chiari e assicurati come uno se li è, in cuor suo, nella su testa, progettati.
Vengo solo adesso a rileggere tutti i commenti, sentendomi di intervenire su questo, e non mi è stato suggerito da nessuno di farlo. Saluti.
Annamaria Vitiello

Anonimo ha detto...

dovresti chiederlo ad Ennio non a me . io ho chiuso. Emy

Unknown ha detto...

A chi stai parlando Emy?
Io mi chiamo Rosanna..ho paralto con te, non mi interessa parlare di Ennio, nè mi chiamo Ennio.

Inoltre che tu abbia "chiuso", è contraddittorio: se sono qui è perchè in parte ho seguito il tuo consiglio di non chiudere, ed ora mi dici che tu hai chiuso?
occorre che me ne fornisci linearità/trasparenza connettività.
grazie.

Anonimo ha detto...

A Rò: Ho chiuso questo discorso. Ciao Emy

Unknown ha detto...

..quindi , per logica, devo derivare che non l'hai mai aperto.

sempre per logica , devo, per quella che si chiama onesta intellettuale, derivare altre cose che non vado ad esporre, esclusivamente per non schiacciarti di logica.

Anonimo ha detto...

Ennio Abate scrive:

CITAZIONE "4. Crediamo perciò di poter ripetere quanto già scritto il 15 dicembre 2011 da Ennio Abate sul blog Moltinpoesia: « Per me l’opera di Fortini è un falò che ancora brucia. Credo che quelli che ne sentono l’esigenza e l’urgenza possano avvicinarsi, non solo per scaldarsi, ma per rifornirsi di buoni tizzoni con cui illuminare il buio in cui ci siamo venuti a trovare. Ridiscutere […] la sua figura, le sue poesie e le sue prose, permetterebbe di recuperare una potenza di riflessione oggi del tutto mancante nei discorsi che trattano di poesia e letteratura. Lo dovranno fare soprattutto i giovani; e vincendo una tendenza a vedere in Fortini, sì, un maestro, ma quasi trascurando proprio il Fortini più ingrato e, cioè, il critico della poesia e della letteratura. Certamente Fortini va considerato un classico da riusare tenacemente, ma non per inserirsi nei riti postmoderni prevalsi nelle università, nell’editoria e nello stesso Web. Piuttosto per combatterli. " FINE DELLA CITAZIONE

Anonimo ha detto...

Erminia risponde:

Questioni sollevate dal Call for Paper molto oscure e ambigue,personalistiche perfino, come a volere riscrivere Fortini dalla ottica di Ennio Abate, il cui scopo è molto esplicitatamente quello di smontare ogni singolo scritto del numero del volume 10 Inverni Senza Fortini, a cui egli non fu invitato a collaborare per contestarne i risultati, In riferimenti al linguaggio usato da Abate, si nota e si contesta il seguente.

A.
1. Perché bisogna combattere questi miti postmoderni? Vanno specificati nel call for paper esempi di “riti postmoderni” (x, y, z) altrimenti l’ esistenza di questi misteriosi “riti del postmoderno” è tutta da dimostrare.
2. Cosa sono e per quali ragioni sarebbero fuorilegge, questi famigerati “riti del postmoderno in vigore nella editoria e nelle università? Sono famigerati rispetto ai riti moderni, se ve ne sono e ve ne sono stati (dare esempi z, y, z)? Va spiegato.
3. Da quale esatta prospettiva si chiede di combatterli, questi miti? Non è esplicitata. Ce lo spieghi Ennio in sede preliminare per chiarire le sue posizioni ideologiche con onestà e senza giri di parole?
4. Spieghi per favore anche Abate perché i giovani “soprattutto” LO DOVRANNO FARE? (si noti il tipo di tempo del verbo usato da Abate, “dovere” al futuro (lo dovranno fare) come indicazone quasi imposta: con il futuro in luogo del condizionale …”lo dovrebbero”, “lo potrebbero” fare…)
5. Chi altri nel comitato di Poliscritture ritiene che nelle università e nell’editoria siano prevalsi i miti postmoderni? Quale linea in tal senso mantiene la rivista. Di negazione del postmodernismo come tendenza o teoria?

Anonimo ha detto...

B.

Università ed editoria, che Ennio nel suo Call for paper, definisce siti che i giovani dovrebbero evitare, sono infatti esattamente i luoghi prevalenti in cui si è mosso Fortini.

1.Perché bisogna combattere proprio quelli, visto che ci si è mosso Fortini? Per decontestualizzare Fortini e la sua opera? Per privarlo degli ambienti che Ennio qui dà ad intendere lo abbiano privilegiato e di cui ha goduto i privilegi? è questo che si suggerisce? si o no? Se è questo che si suggerisce è una presa di posizione estremamente polemica verso Fortini ed i suoi ambienti: la università e la editoria.
3. Se questo è il caso, ovvero se si contesta che Fortini vi ci sia mosso, e li abbia frequentati in modo privilegiato, Ennio dica esplicitamemte nel call for paper quali sarebbero dovuti invece essere gli altri ambienti più adeguati che Fortini ha scelto di non frequentare ma avrebbe dovuto scegliere (dare esempi x. y. z.)?

In sintesi, il commento al punt 4. imposta il call for paper sulla base di preconcetti forti sull'ambiente accademico e sull'editoria e li somministra come dati di fatto, da cui i giovani dovrebbero partire.

Non dice esplicitamente la propspettiva ideologica da cui Ennio Abate invita i saggi per il suo Editoriale, che è una operazione che sempre si esplicita negli editoriali e nei call for paper in modo che la gente si regoli se o meno partecipare ad un dato fronte schieratosi.

Io sospetto, insomma, che considerazioni al punto 4, ideologiche, con il loro uso de tono’imperativo “lo dovranno fare i giovani”, cercano di pilotare la risposta saggistica di questi, e lo fanno come se venisse da un legslatore o da un maestro , che al punto 4. ti dice adesso il modo giusto (che non è quello degli universitari e degli intellettuali come Fortini) per giudicare Fortini. Cercano di imporre un MUST per l’inserimento nel numero 9 di Poliscritture. Vale a dire, appaiono indicazioni pregiudicanti la libertà di interpretazione e prospettiva, e sembrano indicare i requisiti per soddisfare il Call for paper.

In breve, a mio avviso, questo punto 4 è la quintessenza di ciò che non si fa con un call for paper. Limita e indica. Impone perfino. E o fa usando la terza persona impersonale, come se a redigerlo non fosse stato lo stesso Abate, citandosi.

Siccome il Call for paper per questo numero siu Fortini è stato fatto pubblicamente, ne deriva, senza offesa o isterismi, che anche le obiezioni saranno avanzate non in email private , come suggerisce Ennio, ma pubblicamente. Soprattutto se le obiezioni sono, come nel mio caso, relative ai contenuti di un progetto collettivo e non personale.
(erminia)

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate:

PASSO E CHIUDO

Ho chiarito in due commenti precedenti (Feb 17, 2012 08:30 AM; Feb 17, 2012 12:23 PM)) rivolti a Maggi e a Rosanna (In soffitta) le condizioni base per confrontarsi su questo blog.
Non le vedo né prese in considerazione né rispettate nei successivi commenti, compresi quelli di Ermina Passannnanti, che aveva annunciato teatralmente il suo «adieu», ma è tornata sul palcoscenico sempre e solo per polemizzare contro di me e nel suo consueto modo professorale e inquisitorio. E perciò chiudo con due o tre precisazioni per i visitatori del blog:

1. non cancello certi commentacci, non per “rispetto della democrazia”, che non avanza con le stupidaggini, le insinuazioni e le piccole cattiverie gratuite, ma perché facciano da promemoria delle bassezze culturali da cui dobbiamo guardarci;

2. Del mio rapporto con Fortini ho fatto un dettagliato resoconto che si legge a questo link de “L’ospite ingrato” del Centro F. F. Fortini di Siena: http://www.ospiteingrato.org/Fortiniana/Abate-Fortini.html
È a disposizione di chi riesce a capire quel che legge.

3. Dei risultati del Cantiere n.1 di Poliscritture su F. Fortini ciascuno giudicherà sulla base dei materiali che nel frattempo verranno pubblicati su quel sito e quando verrà stampato il n.9 della rivista cartacea.

Anonimo ha detto...

@Ennio Abate:

"Quale trascurata o messa in secondo piano? Perché? Che possiamo pensare o fare noi da un punto di vista extra accademico?"

NULLA, NON POTETE FARE NULLA.

" E questo punto di vista extra accademico (o ”militante” o “esodante”) ha davvero senso, è necessario? Perché?"

NO, NON HA NESSUN SENSO, NON E' NECESSARIO.

Al "perchè" dvee rispondere da soli .

(Fortini è soggetto studiato in accademia, la sua poesia è troppo complessa e così anche il suo messaggio per essere collocati fuori dall'accademia senza l'aiuto degli accademici: consiglio da parte di Marco, uno studente di Fortini di nessuna rilevanza particolare per questo dibattito, ma che ne conosce le difficoltà)

Unknown ha detto...

immigratorioFeb 19, 2012 02:03 AM

Ennio Abate:

vedo che non sei l'unico a lanciare offese mostruose, e poi però pretendere , come se nulla fosse, un piccolo spesso rei credibilità...per la quale era , e lo ripeto, solo necessaria poca poca chiarezza.
Noto invece un continuo linguaggio stile "purghe" che offende come prima cosa , prima della cultura, la piccola logica,quella del bene comune.
Ma vuoi a questo punto continuare mai aprendo e quindi mai potendo dire di chiudere, confermando non solo per questo tuo gruppo come dire " coeso", che tutti non uno di meno, sono gli offesi.

I linguaggi di "macchie","schiocchezze" , "bassezze" e tutto il cucuzzaro che ho letto avvenuto, ancora e ancora, da ieri a oggi, è imbarazzante..usato da te e componenti di questo gruppo cosi premuroso tanto come non lo è con altri né di questi nè di altri gruppi, che hanno posto riflessioni, argomenti e non sberleffi, intestini, supponenze, strudel e ogni armamentario utile alla negazione dell'altro

se ti fosse caro altro alfabeto o grammatica, per cui lavorare, come appunto si fa in cantiere,edile o navale, pur non avendo impostato fin dall'inzio del tema, avresti avuto ancora tempo e tempo ancora per capire come fare critica e autocritica d'insieme...

come gia detto in altre occasioni, il sito è pubblico , se non conoscete le regole del web , occorre per le dinamiche relazionali che praticate , una chat privata, che vi ponga al riparo da vostre stesse contraddizioni..sventolare la censura e parlare di altrui opinioni come commentacci, è deprimente.Tanto piu lo è se si pensa che chi scrive cosi, osava parlare della censura di nazione indiana per i suoi commenti sulla guerra.

Qui non si tratta di deontologie fra questa o quella comunita di fortiniani, ma di ABC minimali pre-rete e poi anche web.

Anonimo ha detto...

Il blog di un sito come Moltinpoesia (Molti- in poesia, un sacco di persone...) lascia presupporre al malcapitato avventore che egli sia libero di andare e venire a suo piacimento per intervenire, sostenere criticare e non gli fa credere di stare per entrare in una specie di mini-lobby a rischio zero, minilobby sullo stile berluscao, dove appena esprimi parere contrario il capobanda (Ennio Abate-berluscon) chiama a radunata con la trombetta tutti i suoi compagnucci commilitons (la Lega) per giocare alla guerra con la camicia della cultura nazional-popolare. E vediamo chi la vince, ghe pensi mi, cumpagn...perché caro Abate se vuoi fare sul serio il combattente che fa il suo combattimento, come continui a dire e a divulgare, allora combatti tu e combattiamo noi, con le pipette in bocca, e lo scolapasta in testa, ....lottiamo, confrontiamoci, eh beh allora ti ci vuole il nemico: mica la guerra, il combattimento, la lotta la puoi fare, tu e la Lega di Poliscritture, senza un cencio di nemic????=??????
Uno che, come te, ci tiene tanto alla "guerra" (guerrirglia) non essendosi arruolato nelle milizie, a suo tempo, deve minerariamente avere dei nemici con cui giocare. Che li maltratti a fare? Dovresti, anzi, mandare, a tali pazienti antagonisti delle tue battaglie virtuali dei "cadeau", ritualmente;


ah già no, poi significherebbe entrare nei "riti postmoderni" (ti cito, Ennio) da cui tu "saviamente" dici ai tuoi giovani commilitoni di stare alla larga...

ma a dire il vero, tu, Ennio Abate, a a questi tuoi pazienti nemici dovresti fare un monumento: pensa che noia le tue giornate, alla tua veneranda età, nel tuo cantiere bellico senza di "loro", i tuoi nemici.

Ultima domanda oziosa. Ma sta benedetta militanza, di Ennio Abate e di Poliscritture, come si estrinseca? Che fanno? Dove militano? Che divisa hanno?

Non vi incazzate. Il mondo è bello perché è vario.
Sonia Lipenolch

Anonimo ha detto...

Ennio non è Gesù Cristo!

Anonimo ha detto...

In che senso??? Magari per lui se lo fosse!? MA NON PUò AMBIRE A TANTO???

Anonimo ha detto...

Ragazzi, penso che questa persecuzione farà bene alla fama di Ennio Abate.Stop.

Luciana

Anonimo ha detto...

No, davvero: PENSIAMO BENE a questo commento. Così iniziò la fama de Jesus el Christo.

Anonimo ha detto...

Qualcuno alla fine lo crocifiggerà! Chi vuol prendere il suo posto? o meglio Ennio o Barabba??? Pensateci.

Anonimo ha detto...

Barabba! Sempre! Meglio il ladro che il militante!

Anonimo ha detto...

Lapidiamo il militante! Ha rotto il cazzo...allora.

Anonimo ha detto...

Fascismo allo stato Puro, grande esempio , decisione.
Fortini ascolta un po'...ma cosa hai combinato!!!

Anonimo ha detto...

Caro Ennio,
la sequela di insulti più sopra espressi penso sia un ottimo pane da mangiare (anche se indigesto, non lo metto in dubbio) per capire di che pasta sono fatti i militonti (non è un refuso) che si alleano alle forze cosiddette progressiste, le quali, se tu tocchi il loro potere di decidere chi può parlare oppure no di Fortini (per parlare di Fortini bisogna essere accademici?) sguinzagliano la loro peggiore canèa, approfittando della libertà (oddio, ma che maledizione è stata la libertà!) di potersi esprimere come cazzo vogliono. In fondo siamo in un Blog, no? Aperto al rutto libero.
Ahi noi. Pensavamo alla rivoluzione e invece ci si stanno rivoluzionando le budella per questo sfasciume di incultura. Boh.
Ecco i destini del buonismo qualunquista.
Imparate, gente. Imparate.
Rita S.

Unknown ha detto...

Ciao Rita..

quanto torna utile ad una non tonta e non buonista nè qualunquista come te , fare di tutta un'erba un fascio o uno sfascio?

io non sono chi si è data al "rutto libero" e non ho parlato a nome di un "io" , né per stare con militanti di serie a o zeta o militonti...

ma come mai agli "insulti" ed altrettanto "sfasciume di budella", più sottili sottili pertanto piu pesanti del rutto libero, che mi sono stati rivolti, non hai detto bo, ba, bio bu?

per farlo, dall'altra parte bisogna essere veri militanti? padroni di casa? accademici di un determinato tipo o non accademici di un altro?

cosa c'è da imparare? o da imparare imparare?

che chi non è alle tue condizioni, o a quelle opposte che definisci del rutto libero, per cattivismo o non esiste o non esiste? e pertanto puo essere anche preso a calci ?

parlate poi di pasoliniane? o fortiniane? o altri simili viaggiatori?

In teoria, solo in teoria.

Unknown ha detto...

Grazie Sonia, condivido il quadro che ne hai dato,

grazie perchèmi hai fatto anche tanto ridere..ciao

Anonimo ha detto...

Quante parole si sono succedute da che ho scritto quello stizzito "schermaglie del cazzo" (scritto per evidenziare l'irrilevanza di certe obiezioni, salvo poi comprendere che erano irrilevanti per me che non ero al corrente di certe - per fin drammatiche - questioni deontologiche). Potenza delle parole, scadi e farai scadere. Certo non immaginavo che avrei avuto proseliti, tanto meno sul versante opposto. Comunque sia poco importa.
Tengo a dire che nessuna corrispondenza segreta è intercorsa tra Ennio Abate e i suoi "accoliti" come qui si cerca di far intendere, e che ciascuno ha piena responsabilità per quanto afferma. Prova ne è il fatto che tutti, ma proprio tutti, han potuto dire liberamente le loro sciocchezze, compresi quanti si appellano alle regole del web senza rendersi conto che ne stanno giovando grandemente. Mai assistito ad una discussione tanto squinternata e inconcludente.

mayoor

Anonimo ha detto...

Cara Ro, davvero la sedicente Sonia ti fa tanto sbellicare? Strano senso dell'umorismo. Davvero. A me invece per niente. Ma sicuramente è un mio limite. Ho uno sviluppato senso estetico, e un certo tipo di umorismo non lo gradisco. Trovo ripugnante questo susseguirsi d'insulti, a volte firmati da personaggi che (guarda che caso!) compaiono solo in certi momenti. Tizi a cui della poesia, della critica letteraria, interessa come a me dell'automobilismo e delle raccolte di francobolli.
Credo che dissociarsi da cose simili sarebbe il minimo.
Ciao
Flavio

Anonimo ha detto...

Ma come si fa a cadere dal pero! Non vorrete far credere che non conoscevate Ennio, si capisce dai vostri discorsi che lo conoscete nel bene e nel male, da tanto tempo.
Non mi sembra, come qualcuno ha affermato, che a difesa di Abate si siano alzati mille scudi contro i suoi detrattori. Credo che Abate non abbia bisogno di avvocati. Sono certo che i partecipanti al blog sono rimasti spiazzati da questi toni da telenovela e da scazzi che ci arrivano da derive lontane e appartengono a culture storicamente superate. Mi sembra poi che scadere in un linguaggio cosi volgare si addica solo ad intellettuali del c.... e nasconda gravi disagi. Posso assicurare la mia neutralità nel biasimare chiunque abbia usato in passato simil linguaggio.
E dire che anch’io sono un vero esperto di linguaggio volgare ma lo uso solo in alcune occasioni. enzo

Anonimo ha detto...

@ Rosanna,
mi spiace che tu la prenda sempre per il verso sbagliato.
Nulla di ciò che ho detto sopra faceva riferimento a te. O c’è invece una qualche ragione per cui sei tu ad includerti, sentirti parte di quei figuranti che sproloquiano di persecuzione, di lapidare, di crocifiggere, ecc. ecc.?
Io mi stavo riferendo a quel tipo di figure. Se tu ti ci vuoi mettere in mezzo, se senti che hai qualche affinità con loro, o se vuoi prendere le loro difese per amore di libertà, uguaglianza, democrazia e quant’altro ci vuoi aggiungere, fallo pure. Ma non giocare poi alla vittima!
Rita S.

Unknown ha detto...

Ciao Flavio..
1
ridere amaramente non è farsi di tanto sbellicare. La differenza è sostanziale.
Il quadro dato da Sonia, era speculare a quello che ho fatto in cui tutti, non uno di meno, hanno perso da questa situazione.
Se qualcuno si pone senza possibilita di mediare con l'altro, in questo caso sia rispetto alle prime considerazioni che erano squisitamente accademiche, sia rispetto alle successive poste su altri piani, deve sapere che le conseguenze sono solo quelle che portano gli uni, gli altri e gli altri ancora, a guerra..infatti nel quadro fatto da Sonia, tutti perdono, perchè è l'Anti o contro qualcosa "a prescindere" che li fa sconfitti in partenza e Sonia, autoironicamente, ha ben messo in luce il grottesco di tutte le parti coinvolte
--------
2
Usare inoltre "sedicente" come hai scritto , equivale a mettersi sullo stesso piano di chi ha insultato Ennio ieri pomeriggio.Se non si vuole autoingannarsi con sistemi di rilevazione che sanno rivelare macroscopicamente certe offese, ma non altre,che non sono nemmeno micro, ma più furbe, dette a belle parole, è autoridursi soprattutto per chi deve essere attento e dice di esserlo nell'uso delle parole.
Il fenomeno di ieri pomeriggio distrae semplicmente dall'avvenuto, allegoria se vogliamo rimanere nel realismo metaforico del berlusconismo, quello da palco truman show dei due spalti , identici, berlusconismo antiberlusconismo corrispondente ai piani di rinascita democratica

ciao

Unknown ha detto...

ciao Rita,
non hai risposto, preferendo spostare i piani logici solo per concludere conla solita neolingua, che chi non si adegua ci vuole fare la vittima, nei suoi estremi lo stesso gioco è più o meno equivalente all'adagio andreottiano che chi si è posto in un determinato modo se l'è andata a cercare.
Nel mio intervento precedente non mi riferivo certo a una tua inclusione della mia persona nei tuoi discorsi, ma a considerazioni che per la stessa determinazione e fermezza del tuo intervento "dovevano" vederti in un ventaglio più ampio della semplice presa di posizione a favore di questa o quella parte.
Valgono un po' anche qui le considerazioni fatte a Flavio nel punto 2 .
ciao

Anonimo ha detto...

Cara Ro, non sono le cose di "sostanza" che mi turbano o mi urtano. Delle polemiche sull'eredità fortiniana, in tutta sincerità, mi sento pochissimo investito. E non perché non pensi che siano rilevanti, ma piuttosto perché ho altre priorità oltre che un differente retroterra culturale. Non mi va di parlare a vanvera di argomenti che conosco superficialmente, ma sono ben disposto all'ascolto degli "specialisti" che, per fortuna, non mancano. Rimango tuttavia attento ai modi e ai tempi di ciò che si dice qui dentro, e ritengo che non si possa entrare in una cristalleria (certo, luogo pubblico ma comunque messa in piedi e gestita con sacrifici da altri) come bisonti impazziti. Soprattutto quando non esiste contatto visivo fra gli interlocutori, il tono con cui si dicono certe cose conta. Eccome. L'aggressività, l'arroganza, il sentirsi sempre e comunque nel giusto mentre gli altri sono considerate nullità indegne di parola o, peggio, "capibanda" o appartenenti a cricche (che evidentemente qui proprio non esistono) non fa che innalzare muri, elide ogni possibilità di dialogo sensato, induce reazioni altrettanto trancianti.
Per quanto riguarda il "sedicente", non si tratta d'offesa ma semplicemente di perplessità di fronte a nomi che appaiono e scompaiono alla bisogna, perplessità rispetto a stili e voci che si sovrappongono (non è necessario essere un fine interprete di testi per comprenderlo) e che sembrano venire tutte dalle stesse corde vocali. Se sarà dimostrato il contrario non avrò difficoltà a riconoscerlo. Il mio stile è diverso, credo che tu l'abbia capito. Amo il dialogo e il confronto. A volte una bella dose di "fair play" ci starebbe bene, sapendo perfettemente che la parola scritta ha ben altro peso di quella detta vis à vis.
Ciao,
Flavio

Anonimo ha detto...

... mi associo a quanto appena scritto da Flavio, che ringrazio vivamente per questo intervento. Non so se potrà servire ad evitare altri cristalli incrinati o rotti ma lo spero. (In questa direzione sarebbe anche augurabile che tutti firmassero ogni volta i propri commenti.)
un saluto
Marcella

Anonimo ha detto...

Mi auguro che con gli interventi di Flavio e Marcella ci si decida a cambiare registro. Li ringrazio e mi associo.
Cari saluti a tutti.
Maria maddalena Monti

Unknown ha detto...

in questo tuo,Flavio caro, ci sono più punti su cui essere non comletamente incontro-accordo con te, ma di più. l'armonia musicale non è tanto in quell'estremo abbellimento del fairplay, ma nella sostanza del come (o modo, o tempo, etc etc). E' il come che è saltato nel semplice "relazionale", sia fare che agire. "Il come" ,rispetto al cosa, non è però saltato solo da una parte, come dimostra anche questo caso, in questo post.
Il come è un gioco di specchi, in cui per volerlo fare, per desiderarlo di fare, non basta nè essere ospiti , nè essere padroni di casa.
Questo caso è particolarmente interessante come le mille e infinite volte in cui si presenta, fuori rete o in rete, perchè ciò che denuncia, ben al di la di questo o quel Fortini, e parti in causa o extracausa, è la crescente perdita di desiderio a costruire quel come, ben al di la di ruoli, o arruolamenti, o sostanze, o contenuti di volta in volta in ballo.
Chi piu chi meno è prigioniero sempre piu del suo io io io,con ulteriore perdita oltre quella descritta poco sopra, che è quella del bene comune di volta in volta , di caso in caso , in questione.
Come saprai da tua esperienza, molto piu che accademia,di questo come si può diffilmente insegnare, condividere, costruire insieme, tanto piu se anni e anni di cultura violenta, compresa quella nascosta in quella che si dice non violenta, hanno fatto di tutto per smontarne il desiderio.
Nessuno è escluso da questa contaminazione voluta, studiata al minimo dettaglio dai poteri forti per dividere ad atomi uno control'altro..tanto che anche se non avresti proprio voluto, pure io mi racconto che a questo punto per un "fair- play" più ampio, ben al di la di questa situazione, argomento o caso, è meglio rinunciare completamente..sapendo del desiderio smarrito , riconoscendolo ancora vivo in sè, ma non praticabile, se non in situazioni in cui da parte dei vari atomi, vi sia consapevolezza sulle causedella loro frantumazione e le soluzioni con fatica, volontà,cultura, affetto, per rifarne tessuto.
ti saluto caramente
ro

Anonimo ha detto...

Invitato a venire a leggere,anche io intervengo con modestia critica se pure rammaricandomi che non vi sia dialogo tra le parti, molte parti e molti personaggi, coinvolti nel dibattito, che appaiono e scompaiono. Il tuo stile, Flavio, sarebbe molto facile da imitare se uno volesse farlo così come è facile imitare lo stile opposto: dove ci sono anonimi, o nomi che a me e a te non dicono nulla, nessuno è salvo da imitazioni. Anzi quanto più ci sono uniformità tra voci diverse tanto più significa che una persona sola è stata imitata apposta da i molti e forse a fine satirico. Ci arrivi? Lo so, a non tutti piace il Carnevale anche se Bachtin ci ha fatto su una bella teoria che certamente conosci (sulla plurivocità).
Saluti, e a rileggervi presto augurandomi con tutto il cuore che il cielo ci mandi presto una nuova atmosfera. Mario Falvella

Anonimo ha detto...

Visto che Ennio ha postato dal sito Le parole e le cose, tengo a farvi notare quanto segue e ad esclamare:

Povera Erminia, attaccata da tutti i lati come una formichina rossa dalle formiche dal culo nero per avere semplicemente fattovi notare l'etica della responsabilità relativa a questioni di 'autorship'.

Etica (e politica) che -- non ci piove -- anche online e non solo nei libri va rispettata come responsabilità in quanto l'authorship va dettagliatamente distinto e non celato dietro il "noi" - si sia o meno amici non c'entra.

Etica della responsabilità anche legale delle proprie affermazioni sul web, specie se le affermazioni si fanno su dati autori che sono essi stessi copyright.

Etica e consuetudine che in altri siti di poesia e letteratura avente natura di collettivo (qui a Le parole e le cose, semi-accademico)è non solo sottolineata, ma esplicitata sul piano delle responsabilità legali di 'copyright' e 'authorship' di ogni singolo sottoscrivente e firmante i contenuti di un singolo 'post'. Anzi di ogni singola frase che può, su un autore o soggetto copyright, avere implicazioni legali non semplici.

Guardate e apprezzate come si fa a precisare chi è l'autore di ogni singola affermazione pubblicata nel web.

E giudicate la vostra inutile guerriglia contro chi vi ha solo fatto notare quello che altrove è non solo praticato, ma accettato come 'dato ovvio ed imprescindibile'.

Poi dovreste solo chiedere scusa a Erminia ma lo dico dalla mia individuale prospettiva che chiaramente non si è dimostrata essere la 'vostra', di Poliscritture. Non sempre chi parla franco è trattato da amico. Anzi chi è franco e diretto è di solito attaccato come nemico.

Mario



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