venerdì 17 febbraio 2012

Maria Maddalena Monti
e Lucio Mayoor Tosi
Oltre il paesaggismo

Maria Maddalena Monti e Lucio Mayoor Tosi aprono qui, con una introduzione in comune e due loro poesie, una riflessione sul rapporto con la natura devastata dall'intervento umano. [E.A.]

E' nella natura che possiamo scorgere la via da intraprendere, e forse ce ne stiamo dimenticando. Siamo così presi da noi stessi e dalle nostre faccende che non ci accorgiamo dell'aria che respiriamo, della devastazione che stiamo creando intorno a noi. Non ci preoccupiamo del pianeta dove abitiamo, forse perché non ne sentiamo individualmente la responsabilità. Ma la responsabilità di cosa stiamo diventando è in ciascuno, riguarda individualmente tutti. Avere uno sguardo capace di guardare alla vita nel suo insieme non significa abbandonare le necessità quotidiane, non significa rinunciare a battersi per i propri diritti. Al contrario, significa dare alle istanze un obiettivo che va oltre le questioni economicistiche, è questione di sopravvivenza in senso lato. Offre obiettivi che, pur comprendendoli, vanno oltre gli interessi delle categorie sociali. I responsabili della devastazione sono gli stessi che ci costringono a vivere secondo leggi idiote perché distruttive, e che quindi ci vorrebbero idioti e distruttivi al pari di loro. Per i poeti però non si tratta più di fare paesaggismo, serve ben altro. I poeti possono generare attenzione alle cose, risvegliare memorie, aiutare la gente a rendersi conto delle ragioni per cui sono/siamo al mondo. E non occorre essere militanti teorici, non occorre schierarsi, non è più questione di ideologie. Capire e vedere aiuterà a capire e a vedere. I poeti non hanno da far sentire alcunché  perché la sensibilità è già nelle persone, non proviene dai poeti. I poeti possono farci affidamento. Se così intesa, anche una breve poesia sulla neve può fare più di tante chiacchiere. Non risolverà le difficoltà ma darà un senso, una direzione diversa che oggi quasi non si vede perché occultata da interessi di parte che sfiorano la pazzia. Altrimenti, se non è già così, pazzi lo diventeremo tutti.

Maria Maddalena Monti
Il Gelo dei Pesci

Spicchi, triangoli di neve sulla cupola.
Parallelepipedi  perimetrano  i tetti delle case.
Non scalfisce lo spessore del ghiaccio
il fumo del camino.
Questa neve così dura scricchiola
 e non demorde.
La montagna dai crinali minaccia  slavine,
 nitido metallo di un celestino nordico
 il lago.
 Cosa faranno i pesci?
Sarà vero che l’acqua là sotto
 mantiene il suo calore?
Mi guizzano colorati  all’improvviso.
Assiderata giù in fondo  la  loro buca.


Mayoor Lucio Tosi
Le regole della cavalleria

La vita è un gioco
che mette in gioco la vita.
Hai sbagliato tutto.
Dare e avere son regole della cavalleria.
Prima il dare poi l'avere, anche se nulla è dovuto.
Avere è l'amicizia.
La pioggia cade, l'acqua risale al cielo.
L'acqua resta lassù e si diverte. Poi torna
precipita o scende come neve.
Non trasgredire, sii un cavaliere. Gioca.
Precipita e risali. Resta nel cielo. Divertiti e fai divertire.
Lasciati guardare.
Il tuo gioco è nel cielo d'estate, restaci quanto vuoi.
Sei libero. Sii come l'acqua invisibile che risale in silenzio.
Non sgomitare, gioca.
Fai la tua parte. Dona a te stesso. Sarai l'estate
l'estate e l'inverno. Queste sono le parole del cielo.
Queste sono regole d'amore.
Cosa sei diventato? Non ti piace stare qui?
Vorresti comprarti il cielo, esserne il padrone.
Vuoi essere dio?
Dio ti sta rendendo cieco e sordo. L'acqua invece
bagna e disseta. Questo è il pianeta azzurro, il pianeta del mare.
Non te ne sei accorto?
Le regole della cavalleria non si possono trasgredire.
Non c'è trattativa. Non è di questo pianeta solo l'avere.
Non è di questo pianeta il denaro.
Il denaro è del pianeta di dio, e tu sei dio
colui che creò il denaro. L'avere soltanto è di un altro pianeta.
Hai sbagliato destinazione.
Qui nulla è dovuto. Avere è amicizia, è regola d'amore.
Fai la tua parte, divertiti. Sii un cavaliere.
La vita è un gioco. Il dare spetta a te, l'avere no.
L'avere è amicizia. L'amicizia non è denaro
ma se denaro c'è, allora che sia amicizia.
Non trasgredire, non te la compri l'estate e neanche la neve.
L'estate e la neve sono donate, le hai già. Divertiti.
Qui non servono invasori , qui non c'è servitù.
Qui nulla è dovuto. L'amicizia sa come fare.
Queste son le regole della cavalleria. 

60 commenti:

Anonimo ha detto...

Aria pulita stamattina un duetto che fa bene a tutti
a me è giunto come acqua libera che pulisce anche le ultime macchie. La poesia di Maddalena è una pensare alla natura molto originale nella sua semplicità rivela un grande spirito osservatore e un andare oltre lo stato delle cose, di quella vita vissuta solo in superficie, dove il -basta apparire- diventa una amarissima regola.
A Mayor come al sempre sorprendente e con uno stile diverso dal solito ci fa vivere nella natura con regole davvero speciali, l'amicizia e l'amore sempre presenti per poter capire accettare e non superare le leggi che la natura ci impone con tutta la sua forza. M'inchino cavaliere!
Scorrono le due poesie come musiche perfette e utili a rendere la poesia messaggio importante che fa cercare dentro di noi le qualità che già possediamo , che ci fanno essere veri uomini e vere donne , che ci portano fuori da quegli spazi dove davvero è possibile impazzire. Grazie a voi cari amici poeti m'inchino ancora in attesa di abbracciarvi. Emy

Anonimo ha detto...

sempre larga di maniche questa Emy!

Anonimo ha detto...

E nooo! siete voi grandi di poesia e di realtà. emy

Anonimo ha detto...

Complmenti! Il rischio era l'enfasi, l'insopportabile tono enfatico di chi vuole (o pretende di) trasmettere un "messaggio", tanto più se ritenuto Universale.
Non sento enfasi in questi componimenti, il tono è quieto, riflessivo, invernale; complici, credo, i versi lunghi che non danno fretta, impellenza, alla voce. Nella poesia di Maria Maddalena Monti l'osservazione e il silenzio dominano: la neve, il ghiaccio, tutto ricoprono, ma la vita c'è, invisibile, là sotto, pronta a scaturire in un guizzo di colore, all'improvviso.
Anche Mayoor evita, pur nella sequenza dei "precetti", il tono, fastidioso (quello che spinge a fare tutto il contrario...) del precetto, per l'appunto. Anzi le regole sono lievi, naturali, fatte della sostanza dell'acqua, ma nello stesso tempo capaci d'inchiodarti ad un dovere comune, planetario. Anche se è più prosastico di M.M., il suono incatena in una sequenza che ha qualcosa di musicale, e che può incantare.
Come già notato, sento un Mayoor inatteso.
Trovo meno azzeccata l'intro che mi sembra ricalchi un po' troppo cose già sentite.
Grazie e ciao
Flavio

Anonimo ha detto...

Il Montale prima di Satura fu un elegante paesaggista. Certo la sua poesia non si riduce a questo, ma già Ossi di seppia, Meriggi e ombre, Mediterraneo, Riviere, son titoli che parlano chiaro. Dico Montale perché è l'esempio più vicino a noi, ed essendo l'autore che ha maggiormente influenzato la poesia italiana per oltre un cinquantennio, va da se' che qualcosa ne resti ancora nell'oggi.
La natura non ha cambiato sembianze (la Luna che rimirava Leopardi è ancora la stessa), ma è cambiato il paesaggio. L'urbanità diffusa ha trasformato paesi e paesetti in luoghi consumistici dove per mantenere un livello di vita accettabile bisogna correre al pari di qualsiasi altro luogo sulla terra. All'ora di punta, nelle città, dagli uffici si riversano moltitudini di persone verso ogni genere di fast food, a New York come a Mumbai.
Di quale natura si può parlare oggi? Di quella offerta dalle agenzie di viaggio?
I poeti sanno che non è così, sanno che la pioggia è pioggia dovunque, che il cielo riserva tramonti bellissimi anche su città come Milano, che il mare è sempre quel mare incurante delle lottizzazioni costiere. La natura resta un baluardo che va protetto, non può ridursi a consolazione. E per proteggerlo serve che si ridiscuta l'intero nostro stile di vita che ebbe inizio negli anni del boom economico, e che non si è ancora estinto. Perché è indubbio che, in questi anni di crisi economica, è quel sistema socio-culturale che si sta via via estinguendo.
Da dieci anni a questa parte la pubblicità (intesa come sintomatica dei livelli di benessere) stenta a rinnovare la spinta ai consumi, non si vede più un annuncio che non metta in evidenza il basso costo anche per le merci considerate da sempre come lussuose. E' una comunicazione che mette vistosamente le mani nelle tasche della gente, più di quanto non abbia mai fatto in passato. Far sognare è diventato un problema perché i sogni stanno perdendo ogni riscontro con la realtà.
Guardare alla realtà è restare nell'evidenza delle cose. Le rinunce all'acquisto comportano cambiamento nei bisogni, riciclo e fai da te generano cultura differente. Ci portano a distinguere il superfluo dal necessario. Secondo me questo ci porterà lentamente ad un umanesimo meno illusorio e più responsabile. La povertà intelligente si sostituisce alla povertà indotta e subita. Si tratta di far passare ancora del tempo affinché sogni e conseguenti disillusioni si assestino. La società dei consumi non potrà più essere la stessa. E' già così per la maggior parte delle persone nei paesi industrializzati.
(segue)

Anonimo ha detto...

X Flavio.
Perdonami, con questa filippica so di aver rimesso l'enfasi che mancava nella precedente introduzione :)
La poesia "Le regole della cavalleria" è diversa da altre mie poesie, non solo perché m'è arrivata in forma di canzone ( e tale l'ho lasciata), ma anche perché non l'ho scritta come mio solito in estemporanea avvalendomi del contesto rumoreggiante della city. Fa freddo, scrivo in solitudine, e quindi la mia voce resta sola. Tuttavia in questa poesia ho tenuto conto di un'osservazione di Giorgio Linguaglossa che mi ha fatto riflettere. E' un passaggio nel suo commento alle poesie di Jacopo Galimberti:
"Come vediamo qui l’a-capo è perfettamente somministrato secondo le esigenze del racconto narrativo e non secondo le esigenze della stilizzazione e della formalizzazione poetica. È una novità di non poco conto."
La novità di non poco conto sta nel fatto che mettere l'a-capo in questo modo porta inevitabilmente la versificazione verso il senso compiuto. Diventa cioè quasi inevitabile che si giunga a maggior significato.
L'eventuale recupero della formalizzazione poetica verrà successivamente (qui mi sono limitato al ritmo narrativo). Nulla va perduto, confido che appena tornerò a scrivere nella city migliorerà l'ascolto sensibile e l'invadenza (cercata) dei luoghi si farà, per me, più ordinata e comprensibile. Dipende se l'inventiva lo consentirà. "Le regole della cavalleria" è poesia divulgativa nei contenuti, persino populistica, non mi ci diverto poi tanto a scrivere così.
ciao

mayoor

Anonimo ha detto...

@Mayoor L'enfasi in questo caso mi piace, così come mi piacciono e condivido le cose che dici che trovo talmente vere da lasciarci increduli per quanto poco l'umanità faccia nella direzione della propria sopravvivenza.
Ritornando alla poesia, il fatto di averti sentito diverso non era motivo di critica. Anzi. Se la tua ricerca stia andando in una direzione "giusta", magari, chissà, "linguaglossiana", oppure no, non lo so. Figurati, faccio fatica a comprendere la mia di ricerca...Mi sembra in ogni caso un gran bel segno di vitalità e d'intelligenza.
Ciao
Flavio

Anonimo ha detto...

Ossignur,adesso vuoi vedere che non la possiamo più chiamare "caesura", come da accademia delle forme retoriche, ma, dopo Linguaglossa, semplicemente l'"accapo"?

Ma che follia, questi "riti postmoderni"!

Stefano G.

Anonimo ha detto...

Flavio e Mayoor sono esempi perfetti, modelli ideali, addirittura, di partecipanti civili al cantiere ennioabatiano della poesia. imparano ogni giorno qualche strumento in più per l'espressione della loro ricerca. bravi.

S.G.

Anonimo ha detto...

con "paesaggismo" volete forse intendere la poesia "imagista"? ossignur...questi nuovi linguaggi...

Anonimo ha detto...

Mi inserisco dietro richiesta del mio amico Stefano che mi chiede di dare ai poeti di questo post una delucidazione tecnica. La poesia "Il silenzio dei pesci" non è una poesia espressione di paesaggismo.Non vi si descrive alcun paesaggio. Lo si da come esito di impressioni, e simbolizzazioni, e questa modalità si definisce all'uopo o simbolismo, o espressivimo o anche, se estremizzato, imagismo. Ogni cosa sta in luogo di un'altra. Così gli spicchi, il triangolo, la cupola. Spero sia stata utile la breve lezione.
Saluti cordialissimi.
Mimma Lepore

Anonimo ha detto...

Se uno manda ad un sito le proprie poesie per avere commenti vorrei solo dire scusandomi per la sincerità che la poesia del cavaliere per me è un pessimo esempio di poesia. Non so nemmeno se chiamarla poesia. Il contenuto di pensiero che esprime, mi si perdoni la sincerità, è terra-terra.

Annalisa Cafaro

Anonimo ha detto...

A Emy: Il cruccio della "macchia" è cruccio edipico: l'ossessione delle "macchiE" è problema psichiatrico.

Anonimo ha detto...

All'anonimo conoscitore della psiche:
-oppure perchè non uso Dash! Ciao mascherina

Anonimo ha detto...

Vorrei sapere nome e cognome di questo psicanalista dei miei stivali. Bion ritiene che l'anonimato sia suicidio simbolico per il disprezzo di sé.
Leonardo Terzo

Anonimo ha detto...

Vuoi vedere che abbiamo trovato i maestri protagonisti di future scuole serali di poesia. In fondo era la nostra massima aspirazione! First lesson : Come neutralizzare in ogni caso e democraticamente uno che manda le sue poesie ad un blog. Se volete possiamo anche pagarvi per le vostre prestazioni visto che avete tanti contractor, mercenari se vi piace di più, pronti a sparare su qualsiasi cosa che si muova e pronti a vendersi per portare avanti l'antico gioco delle tre carte. enzo

Anonimo ha detto...

E' vero, Stefano G, per qualcuno la frequentazione al laboratorio ennioabatiano ha un significato operativo di crescita. Non è così per tutti ovviamente. Per quanto mi riguarda ho accolto volentieri i ripetuti inviti di Ennio ad avvalersi della critica, ma non ne so molto. Provengo dalle arti figurative e il confronto con la critica letteraria ha per me ancora valenze operative, non teoriche. E' l'autore in me, piaccia o meno, che mi fa dire che Montale prima maniera trovava i suoi inizi poetici nei luoghi e nella natura. L'imagismo non c'entra. Da non-critico avrei potuto benissimo scrivere di natura anziché di paesaggismo. Il senso è un altro, ammesso che lo abbia anche per voi, e starebbe a voi critici precisare e approfondire.
Per quanto riguarda la faccenduola dell'a-capo vi invito a provare scrivendo. Arrivate in fondo ad un verso che si basti e vedrete se la tentazione al senso compiuto non vi accompagnerà perseguitando i vostri stilemi. Non credo proprio che Linguaglossa abbia scritto "E' una novità non di poco conto" a caso. E questo non perché si cerchino novità ad ogni costo, ne' per ragioni di ossequio al critico che stimo, ma per altre ragioni che possono incoraggiare l'autore a non perdersi nel lirismo e nel compiacimento. Estetica e comunicazione, per quanto mi riesce, per me sono parimenti importanti. Questo perché ritengo non sia più il tempo questo per evadere senza lasciare traccia alcuna.
Ringrazio.

mayoor

Anonimo ha detto...

A Emy: Il cruccio della "macchia" è cruccio edipico: l'ossessione delle "macchiE" è problema psichiatrico.

Annalisa

/pensavo fosse chiaro, seguendo questo di pochi secondi il post precedente.

Anonimo ha detto...

Per rispondere a Enzo e a altri che qui mostrano intolleranza verso i nuovi arrivati. Voi reagite come se qualcuno vi stesse invadendo il dopolavoro ferroviario, a cui avete accesso con tanto di tesseramento. Ma avete idea di cosa significhi stare sul web, per un blog, ragazzuoli? Vuol dire che il sito è aperto a mezzo mondo anzi al mondo intero e non chiuso. Non mi dite che siete di Varese.

Annalisa

Anonimo ha detto...

Pendiamo dalle tue labbra Annalisa. Mica possiamo risolvere la tua scontentezza se ti limiti ad esprimere i tuoi giudizi, per carità legittimi, ma detti così in malomodo... Che t'aspetti?
E dimmi, cosa c'è di tanto gentile nello stravolgere le parole di Emy ponendole come problema psichiatrico? A me sembri piena di pre-giudizi, questo sì è un male che andrebbe curato. E se ce la fai, tenta almeno di dire qualcosa di pertinente al tema. Nel caso non l'avessi capito si tentava di recuperare i temi naturalistici in chiave meno decorativa, ma più attinente alle necessità attuali.
Poi che la mia poesia non ti sia piaciuta, spiace ma è l'ultimo dei miei problemi perché detto così, terra terra, è un parere come un altro e ci può stare. Ciao
mayoor

Anonimo ha detto...

Annalisa vieni alla Palazzina, se puoi e se vuoi, perchè vorrei guardarti negli occhi forse capiresti meglio . Annalisa è un bel nome ottima scelta. Emy

Anonimo ha detto...

Quale sarebbe questa palazzina dove dovrei venire? A casa tua, Emy? Ma sarà il tuo vero nome? E Mayoor nemmeno poi sembra tanto un nome di battesimo del mondo reale. Si respira una specie di aria di paranoia ragazzi miei: perché sarebbe un'ottima scelta un nome? Il nome è dato e mica si sceglie? Io ho le maniere che ho e sono sincera ma anche voi a scortesia non ci scherzate. Annalisa

Anonimo ha detto...

A Mayoor chiedo "i temi naturalistici in chiave meno decorativa, ma più attinente alle necessità attuali." Quali sono queste "nuove necessità" e come mai dici che i temi naturalistici sono decorativi da cui la tua esigenza di renderli meno decorativi? Sarò ignorante ma non avevo mai sentito che i temi "naturalistici" sono decorativi per definizione stilistica. Dove la prendi questa nozione? C'è un sito, o un nome di autore per me che tu mi puoi dare per aiutarmi a capire che cosa intendi? Annalisa

Unknown ha detto...

@Annalisa
Ciao Annalisa, mi contraddico rispetto alla conclusione del mio ultimo intervento in precedente thread che lasciavo a Flavio. Il motivo è dato da un rapporto diciamo meno impersonale, che ho con un componente di questa comunità, anzi una componente, ed è Emilia Banfi, Emy. Quindi questo mio intervento è "stupido", alla luce soprattutto di quanto lasciato fra le righe dal commentatore Mario Falvella per Flavio.
Io non so se tu hai un rapporto a libro aperto , giu la maschera(= in questo contesto come a essere senza vetro o monitor o tastiera come mitra), ma faccio per finta per un attimo che tu non stia recitando una parte tranne quella del tuo vero volto o la tua anima. Lo faccio per dirti che tante parole hanno ferito, anche in questo luogo, la possibilità di costruire relazione un minimo autentica verso il tu rispetto al semplice io, fra queste anche le macchie che hai contestato a Emy maldestramente , perchè la sincerità , bene prezioso che giustamente rivendichi, potevi esprimerla con una logica "malattia" che ci appartiene laddove tutti non uno di meno , si fallisce nel momento in cui non si intende dialogare ma semplicmente rivendicare , come fatto da te in un modo, da Emy in un altro , la propria macchia come se ci fosse quella a plurale di un mosaico che diventa invece monomacchia, come se nelle maschere ci fosse solo arlecchino sol perchè ha tutti i colori.
Emy mi è molto cara,e quanto le hai detto mi ha molto ferito, perciò rischio anch'io in questo mio intervento, tanto come te o altri con tutte le rispettive "sciocchezze" , nell'appartirti "contro" o scontro anzichè cercare incontro...cosa che invece è nelle mie intenzioni altrimenti non derogherei alla rinuncia e i motivi dati a Flavio.
Mi piace in realtà pensare alle cose dette fra le righe da Mario Falvella nel gioco delle vere maschere, grazie a un tema che si ripete ANCHE in questo acquario, ambiente, rete , o sito, di estremo confliggere umano , immediato come il tuo o piu nascosto e quindi apparentemente meno contestabile . Credo inoltre che il ripetersi di capolini molto aggressivi (subìti anche da me, per quanto personalmente meno dolorosi di altri meno anonimi ma non meno feroci) sia dovuto da una competizione non produttiva, vista la radice identitaria "poesia"(anziché per prima quella di umanesimo rivoluzionario) che accomuna la maggioranza assoluta di questo sito...competizione conscia o inconscia , come quella ahimé assorbita dalla maggioranza dell'umanità della dittatura di mercato. La competizione è una brutta bestia. Forse si rimane feriti, tanto da fare guerra a questo o quel maestro, questa o quella scuola e suoi alunni. Oppure altre le spiegazioni , non so. Non so nemmeno se quanto suggerito da Emy del vedervi, possa dirimere qualcosa, perchè cio che non io non ho provato come desiderio , a parte Emy e pochi altri, è quello di approfondire la conoscenza . Non mi è sembrato cioè un punto cardine che vi/li tiene insieme,altrimenti sarebeb per primo sviluppato ANCHE in questa dimensione "scritta", a libro aperto,come pre-poetica diciamo. Devo riflettere meglio, leggendovi .ciao

Unknown ha detto...

e.c.
perchè cio che io non ho provato come desiderio

Anonimo ha detto...

Non ci ho capito nulla, scusa Insoffitta. Io sono venuta. Ma sono solo di passaggio perché ho messo su google dei termini su cui sto facendo la tesi e vi scopro. Scivo pure i miei commenti a Repubblica e a Beppe Grillo_ dovunque. Mi pare complicato questo nodo di persone nei loro affetti o forse odi pregressi non so in questo unico post che ho letto ma non siete più bellicosi che in altri siti. Forse nel vostro sito avete la consuetudine di farvi complimenti per qualsiasi cosa e allora vi lascio al vostro stile di consolazioni a buon mercato avendo anche una vita da vivere là fuori io e non tempo da perdere. Annalisa

Unknown ha detto...

Avevo messo in conto questa tua risposta,pazienza..se la rete ha fallito è grazie anche ai media di 'sta minkia che citi , che ne hanno diffuso la pseudodemocrazia..dal basso of course. ciao

Anonimo ha detto...

ad Annalisa: non sarà per una macchia che bisogna scontrarsi. ma Annalisa tu che sei così forte, davvero viene a qualche nostro incontro . Spesso anche nel nostro nodo ci si scontra, pazienza. In fondo è stato anche interessante trovare tanta voglia di combattere, di solito sono i nemici che si combattono, ma io non sono nemica di nessuno, odio le guerre come penso anche tu o almeno lo spero. Ciao Emy

Anonimo ha detto...

Ma quali incontri? Dove? Io sto a Roma. Venite voi qua: è tutto così orribile che vi divertireste. Annalisa

Anonimo ha detto...

ah!Ah!Ah! Emy

Anonimo ha detto...

Se ci ospiti veniamo !
Oppure potremmo pagarti la trasferta, stiamo raccogliendo i curricula per i corsi di poesia serali. Per ora abbiamo due nominativi ma siamo sicuri che nei prossimi giorni riceveremo domande interessanti. Puntiamo su persone dotate di un pensiero forte, diciamo alla Gelmini. Insomma delle maestrine come quelle di un tempo quelle che sanno dire, mentre tutti si stanno scaccolando : Avete capito la lezione ? E' vero che fra gli studenti puoi sempre trovare il figlio di una palestinese di quelli che non hanno niente da perdere e che ti scatenano una guerriglia poetica come niente.
Una voce dal back stage : Che ci volete fare, sono tempi duri per i bacchettoni ! Enzo

Anonimo ha detto...

Poi questo Enzo è proprio il più delirante tra tutti i folli qui radunati. Mi sa che sei un votante della Lega Nord. Riunitevi, riunitevi pure. Ma che la coltivate a fare la poesia se non ci capite una mazza? Dite solo fregnacce. Nemmeno ve ne accorgete. Questo è il bello. Il corso serale fate bene a frequentarlo. Ma siete pensionati o cosa? Non dovete però essere voi a scegliere i vostri insegnati altrimenti state freschi. Iscrivetevi, frequentate un corso, uno decente, e poi organizzeremo l'incontro a Roma. Ma state attenti che qua a Roma meniamo di brutto.
Ma guarda se dovevo capitare in un covo di str....

Annalisa

Unknown ha detto...

Enzo, perdonami..quando l'altro giorno, in precedente post, si sono scatenate certe "maschere" che sembravano contro Ennio,o tendevano a ribaltarne la sua, per mia consuetudine , professionale e non, mi sono chiesta se era un bluff, una simulazione, un "nulla è ciò che sembra"...quando poi Mario Falvella(che non conosco come voi tutti tranne eccezioni come Emy)ha lasciato il commento per Flavio, mi ha dato modo di lasciare ancor più aperte quelle porte della percezione al di là della parole che sembravano scritte lì per lì a diminuzione violenta di qualcuno, in quel caso Ennio.

La stessa cosa mi sa , posso però sicuramente sbagliarmi, può essersi ripetuta in altra forma e "imitazione" anche in questo post...insomma un labirinto di vero/falso falso/vero, prineo di inganni e gioco degli specchi...non so definirti da un punto di vista "est-etico" se diabolico, o terapeutico, o altro ancora ...lo osservo e basta , dicendoti di non sottovalutare parola per parola quanto ha lasciato scritto Mario a Flavio...

la domanda " poetica " ,di questo post rispetto all'altro ,perlomeno la mia, cambia ed evolve ...

osservando la nuova maschera che nata nell'"orribile" ne ha assorbito "innocentemente" la violenza stessa, è proprio su quell'innocenza..Annalisa dà cioè occasione in questo suo entrare in scena qualcosa che va oltre , molto oltre le parole d'urto che ha usato ..

però è un mio modo di vedere che rispetto all'altro post di altre maschere, può trascurare per un attimo il vuoto relazionale , la comunicazione impossibile, etc etc
ciao

Moltinpoesia ha detto...

Ennio Abate:

INVITO TUTTI/E A INTERVENIRE SUL TEMA DEL POST.
In caso contrario cancellerò i commenti.

Anonimo ha detto...

Macché mascherine e mascherette che ognuno cià il suo IP e si può sempre sapere se lo si cerca. Ma state proprio all'ABC. Informatevi. Fuori di testa, 'sta gente! Poi dicono che i poeti non sono squilibrati.
Annalisa.

Anonimo ha detto...

Chiudo col seguente commento, non senza chiedere scusa a Maria e a Mayor! C'è sempre una prima volta!

Cara Ro in certe circostanze la filosofia serve a poco.
Qui nessuno ha la presunzione di voler insegnare codici di comportamento. Il fatto grave è che persone sedicenti esperte, da cui ci si aspettava una comunicazione che andasse ad arricchire il dibattito, si sono rivelate una cricca che voleva solo deridere e insultare.
Frasi come
" Spero sia stata utile la breve lezione !" (é una provocazione!)
"Non so nemmeno se chiamarla poesia. Il contenuto di pensiero che esprime, mi si perdoni la sincerità, è terra-terra". (Una debuttante molto diplomatica !)
"Il cruccio della "macchia" è cruccio edipico: l'ossessione delle "macchie" è problema psichiatrico".Di violenza estrema, frase inconcepibile in una mente sana. Enzo

Unknown ha detto...

Caro Enzo,la pratica poetica è molto complicata rispetto alla teoria...io non so molto né dell'una dell'altra, mi sperimento, cerco di studiare, studiarmi, osservare, contemplare. Non trovo queste conversazioni fuoritema, nè mi sento diminuita perchè qualcuno mi ha dato della fuoritesta..non lo vivo così soprattutto in questo post in cui si parte da due liriche , che da sopra a sotto, come da teoria a pratica, tanto come da acqua a ghiaccio, o gelo, o da certe partite doppie della vita e regole, hanno come nucleo il perno non filosofico che precariamente o piu solidamente,dipende, tiene uniti i due versanti fra lo scrivere e il vivere Poesia anche nell' incidente , a mio avviso troppo smaccatamente teatrale,di scontro intenzionale e proprio per le battute che riveli.

Banalizzo per renderti e mai sminuendo la fatica di chi è e vuole essere poeta o critica o critico poetico ,
lo faccio con il mio, e non solo mio, Bukowski:
non è difficile scrivere poesie, il difficile è viverle.
un caro saluto

Anonimo ha detto...

Cara Rò, credo che il difficile sia vivere (senza "le"...), la poesia viene dopo, molto dopo.
Ciao
Flavio

Unknown ha detto...

ciao Flavio, penso che CB diceva -e diciamo quindi la stessa cosa- con o senza "le",importante è intendersi.

La pre-poetica necessaria, allo scaturire successivo nella scrittura, è un modo di vivere quella "malattia" che è appunto il vivere, ma fino in fondo o piu possibile fino in fondo,"all'istante" dell'accadere dei fatti e dei pensieri contemporanei e successivi, da un lato all'altro dei due estremi emotivi- intellettivi, ricomponendoli, con un anello o più sempre mancanti/e, dalla fatica alla grazia,dalla nostalgia alla gioia, co-mossi dentro sé e/all'altro da sé.

Infine non è detto che chi non ricorre a una determinata struttura scrittura, poesia strictu sensu nero su bianco, da tutto questo movimento più o meno mobile e immobile su quella "malattia" , non l'abbia scritta in ogni sua musica o canzone nella sua vita e nella sua morte.ciao .r

Anonimo ha detto...

Davvero pazzesco, ma non facevate prima a dire che di questo argomento non ve ne importa assolutamente nulla?
Fa niente, ora mi sento indeciso se ritirarmi a leggere Vico per sapere tutto sul sacro, oppure svaligiare una banca... per poi andarmene a Roma a prendere lezioni di bon ton.
ciao

mayoor

Anonimo ha detto...

... a Roma anche per rassicurarli che gli Unni leghisti son cento gatti impauriti d'oltrepassare il Po. Che non si spaventino quindi, perché male che vada possono sempre contare sul papa.
Per distrarmi, durante il viaggio mi intratterrò cercando di decifrare i commenti enigmistici della rò. Che mi piace sempre tanto.

m.

Anonimo ha detto...

Vengo anch'io! Emy

Anonimo ha detto...

L'idea di 'responsabilità', per quanto valida, rischia di portare in sè una direzionalità dello sguardo che va dall'alto in basso: quindi verso il gatto, i poveri pesci, la natura violentata da proteggere, eccetera eccetera. E, da questa posizione 'alta e responsabile' potremo sentirci a posto: oltretutto stiamo anche nella previlegiata condizione di 'interpretare il mondo', no?. Ma se provassimo anche a vederci da sotto in sù?
Dal diario di un cane:
8:00 - Cibo ! La mia cosa preferita !
9:30 - Un giro in macchina ! La mia cosa preferita !
9:40 - A spasso nel parco ! La mia cosa preferita !
10:30 - Coccole ! La mia cosa preferita !
12:00 - Pranzo ! La mia cosa preferita !
13:00 - Giochi in giardino! La mia cosa preferita !
15:00 - Scondizolo ! La mia cosa preferita !
17:00 - Merenda ! La mia cosa preferita !
19:00 - Si gioca a palla ! La mia cosa preferita !
20:00 - Wow! Guardo la tv con mamma e papà ! La mia cosa preferita !
23:00 - A nanna nella cuccia ! La mia cosa preferita !

Dal diario di un gatto :
Giorno di prigionia numero 983.
- I miei guardiani continuano a prendermi per il culo con dei piccoli oggetti ciondolanti.
- L'unica cosa che mi aiuta ad andare avanti è il mio sogno di scappare. Nel tentativo di disgustarli, vomito ancora sul tappeto.
- Oggi ho decapitato un topo e ho gettato il corpo senza testa ai loro piedi. Speravo che ciò li terrorizzasse, perché è la prova di cosa son capace di fare. Comunque, hanno fatto un piccolo commento su che "bravo piccolo cacciatore" io sia. Bastardi.
- Oggi son quasi riuscito ad assassinare uno dei miei tormentatori passandogli in mezzo ai piedi mentre camminava. Devo riprovarci domani, però in cima alle scale.
- Sono convinto che gli altri prigionieri siano lecchini e spie. Il cane ha sempre dei privilegi speciali. Viene regolarmente rilasciato e sembra pure che voglia tornare. Ovviamente è un ritardato.
-L'uccellino dev'essere un informatore. Lo osservo mentre comunica con le guardie regolarmente. Son sicuro che riferisce ogni mia singola mossa. I miei guardiani l'hanno messo in custodia protettiva in una cella in alto, così è al sicuro, per ora...
- Vi terrò aggiornati.
Un buon viaggio a Mayoor.
Rita S.

Anonimo ha detto...

Grazie per il significativo punto di vista proposto in forma così lieve e divertente. Interrogherò di nuovo i pesci, magari quest'estate quando sono a tu per tu con i pescatori con le loro lenze sui moli del lago ( di Como-informazone pe Annalisa).
Poi vi farò sapere.
Carissimi saluti
Maria Maddalena

Anonimo ha detto...

- e vabbè, ho analizzato a fonno le vostre differenti risposte. Siete matti da legà e sconclusionati pure ma simpatici forse e se ve dovesse capità de passà da via Cola di Rienzo a Roma a Capitale d'Italia in comitiva scampanellateme che me ne scenno e c'annamo a beve' un frascatello. Qua c'abbita puranco Michele Placido nella zona mia ma io non vojo fà parte del vostro gruppo de pazzi pecchè siete leghisti al core...e se sente.
Annalisa

Anonimo ha detto...

Io poi tendo a buttà 'e mani e a menà se me girano le cosiddette ovaie (non so se me so' piegata a sufficienza). Voi stazionate qua a pijà pei fondelli a la gente che ve capita a tiro, se capisce lontano un mijo. Ma 'a gente c'ha a dignità sua propria che ve pensate. A.

Anonimo ha detto...

a Rita: è davvero così io ho avuto dei gatti e qualche volta ho pensato quello che tu ci hai scritto.
Bello e divertente. la vita vista dal basso...siamo sicuri che sia dal basso??
Ad Annalisa: Uè Annalisa mi a vègni un dì, na scapada la fo ma ti cerca de vegnì disarmada , mi me pias el frascatel e a ti porti un po del mè coeur ,l'è no cumpagn del tò m l'è semper prunt a fa brindisèl. Ciao Emy

Anonimo ha detto...

me sa me sa che Emy è 'a simpaticona der gruppo e pur la più bona.

Anonimo ha detto...

Bòna, simpaticòna
ma minga de quèi
che fa rima cun cuiòna!

Emy

Anonimo ha detto...

Il numero 50 è sottoterra.

Piovono radici, guardano i sassi
e piove. Che gioia veder morire un po'.
L'alba si scosta, si fa più avanti.
Un campo di calcio, un torrente che striscia.
Presto è domani. Già oggi scuriva
l'odore morto dei rifiuti. Un fiore.

may.

Anonimo ha detto...

e 51:

http://www.dogwork.com/owfo8/

may.

Anonimo ha detto...

azz... una ripetizione. E' l'ora tarda.
m.

Anonimo ha detto...

Mayoor, bella! paesaggismo...imagismo...impressionismo...diamogli il nome che vogliamo, ma qui c'è il paesaggio e pure oltre...
Ciao
F

Anonimo ha detto...

A Mayoor:
Nella tua poesia il cuore si è fatto matita. Ciao Emy

Anonimo ha detto...

Auguri Mayoor! Emy

Anonimo ha detto...

Sto rileggendo poesie di Antonia Pozzi. Ve ne copio qui una di paesaggio ma non solo. Era il 13 agosto 1929 e lei aveva 17 anni.

Dolomiti

Non monti, anime di monti sono
queste pallide guglie, irrigidite
in volontà d’ascesa. E noi strisciamo
sull’ignota fermezza: a palmo a palmo,
con l’arcuata tensione delle dita,
con la piatta aderenza delle membra,
guadagnamo la roccia; con la fame
dei predatori, issiamo sulla pietra
il nostro corpo molle; ebbri d’immenso,
inalberiamo sopra l’erta vetta
la nostra fragilezza ardente. In basso,
la roccia dura piange. Dalle nere,
profonde crepe, cola un freddo pianto
di gocce chiare: e subito sparisce
sotto i massi franati. Ma, lì intorno,
un azzurro fiorire di miosotidi
tradisce l’umidore ed un remoto
lamento s’ode, ch’è come il singhiozzo
rattenuto, incessante, della terra.

Una buona notte a tutti
ciao
Marcella

Anonimo ha detto...

stupendo paesaggio, unico, accompagnato da una certa malinconia...quasi presagio- Emy

Unknown ha detto...

..perno della "poesia d'amuro" ! grazie Marcella di questo tuo "fare poesia" di strada nel web, che con la poetica di Antonia Pozzi , se fuori web si osservano i passanti, se ne può contemplare, rigorosamente o meno nascosti, quanto ne siano attratti ad ogni affissione, o appoggio, in questo o quel vetro, palo, panchina, o appunto muro..

vi è una visione cinematografica che conviene ricordare, di una grande donna che Marina Spada ( notevole anche in altri film come forza cani per i temi immigratori a milano) ..si è dovuto anche autoprodurre (e infine mettere anche in giri partitici pd) pur di girare film documenti spesso centrati sul mondo femminile, su cui anche uno memorabile che è appunto Poesia che mi guardi

"Partendo dalla figura di Antonia Pozzi, una poetessa originale e appassionata del Novecento Italiano, morta suicida a soli 26 anni nel 1938, Poesia che mi guardi vuole riflettere sul ruolo dell’artista e del poeta nella società di allora e di oggi.

Il film dà voce alla sua poesia e alla sua tormentata ricerca esistenziale, al suo disagio verso un mondo maschile che liquidava il suo talento poetico come disordine emotivo e verso il suo ambiente sociale, la classe alto-borghese milanese, che le impediva di vivere in modo sincero e passionale.

Motore e voce narrante del film è Maria, una cineasta che, affascinata dalla Pozzi, ne studia l’opera e ricerca il mondo e i personaggi della sua vita. Decisivo per Maria è l’incontro con gli H5N1, un gruppo di studenti universitari che diffondono le loro poesie ìn forma anonima sui muri della città, nella convinzione che nelle nostre vite ci sia tanto e sempre più bisogno di poesia. Maria li coinvolge nel suo progetto: vorrebbe che la poesia di Antonia Pozzi, tramite i ragazzi, rinascesse a Milano, non più come espressione solitaria e intima, ma come momento condiviso. Vorrebbe che questa azione diventasse riscatto per Antonia Pozzi, dandole quel riconoscimento e quella visibilità che le erano stati negati in vita.."

http://gruppoh5n1.blogspot.com/2009/08/poesia-che-mi-guardi-il-nuovo.html

http://www.mymovies.it/biografia/?r=20622

Anonimo ha detto...

E stamattina...


Presentimenti di azzurro

Stamattina
sono rimasta tanto alla finestra
a riguardare il cielo:
non c’era nessun velo
di nebbia, ma una decisa tela grigiolina.
Le nuvole parevan ritagliate
ed ingommate
l’une sull’altre, strette;
carnose, a sfumature nette.
E mi sembrava
che a saettar là dentro a capofitto
con un bel volo dritto
non mi sarei dovuta sperdere
per strade sinuose
in nebulosità fumose,
ma che sarei dovuta riuscire
dall’altra parte, immediatamente,
in un azzurro fresco, veemente.
E poi me ne sarei tornata
con calma strascicata
palpeggiandomi guardinga e gelosa
l’anima rugiadosa.

Antonia scrisse questi versi a Milano il 13 aprile 1929.
I seguenti il 10 luglio dello stesso anno.


Da capo

Tanti di noi come quel mucchio d’erba,
accovacciato a farsi bruciacchiare.
Lì sotto, un focherello pauroso
che rode e sugge, senza crepitio.
Di sopra, un’incolore fumatina
a svignarsela lenta.

Poi, due braccia robuste ad adagiare
sulla cenere un altro fascio verde:
Un’altra vita messa a consumare
sulla nostra ch’è spenta.


La prima è certo più adatta ad augurare un buon giorno ma mi è sembrato opportuno aggiungere anche la seconda, più in tema col blog.
ciao
(sempre Marcella)

Anonimo ha detto...

Rosanna, grazie. La tua segnalazione è molto importante per 'attualizzare' la nostra Antonia. Consiglio tutti, vivamente di darci un'occhiata. Il gruppo dei poeti d'amuro esiste ancora che tu sappia? la loro mi è sembrata un'iniziativa affascinante. Avevo letto di questo film-documentario su Antonia Pozzi, senza però riuscire a vederlo. Chissà che non lo si trovi ora almeno in cassetta...
Grazie ancora.
ciao
Marcella