mercoledì 22 febbraio 2012

SEGNALAZIONE
Weldon Kees


Questa qui sotto, nella versione di Damiano Abeni e assieme ad altre poesie scelte e a brevi notizie sull'autore, si legge sul sito Le parole e le cose (qui).[E.A.]

RAGAZZA A MEZZANOTTE
Poi cammina avanti e indietro, o rigirati nel letto
mentre i proiettili, freddi, ciechi, sibilano a ritroso dal centro del bersaglio,
e di’: “Non rifarò quel sogno. Non sognerò
sussurri da tempo consumati che svaniscono per i corridoi
che attraversano palazzi che non ho mai conosciuto;
lo schiocco dei guanti di gomma; il bimbo alto, cieco,
che grida il mio nome; le lenzuola macchiate
di un’altra ragazza. E poi una campana cupa,
che risuona dentro le ombre al freddo,
disturba lo schermo che è la mia testa nel sonno.
—Il tuo volto non è mai sereno. Rimani sempre
su soglie carbone, al buio. Parte del tuo volto
è scomparso. Dici ‘Solo farla finita con questo accidenti di mondo.
Nebbie contagiose calano. Cristo, potremmo morire
come a volte fanno i cervi, le corna impigliate,
marcendo nella neve’.


                                              E io non posso mai parlare.
Ma ti ho mai detto la verità?
Non me la sono cercata; una nuova malattia si fa strada.
Voglio le tue labbra sulle mie labbra, la tua bocca
sui miei seni, ancora, ancora, ancora, ancora;
voglio il mattino ricolmo di sole.
Ma devo sognare ancora una volta le città bruciate,
legno consunto, e silenzio lungo i moli.
L’amore è la camera di un malato dal tetto mezzo sfatto
dove le notti cadono in pioggia ininterrotta.
Cuore, cuore. Io non vivo. La menzogna di pace
riecheggia senza scopo; gli orologi sono morti.
Ciò che abbiamo avuto non lo riavremo mai”.





22 commenti:

Anonimo ha detto...

...la visione del mondo e la fine sensibilità di Weldon ti danno uno scossone facendoti sprofondare nel nulla, nella negazione dei valori di questa specie di civiltà. Senza dare giudizi di valore, un rapido parallelo con Kenneth Rexroth, protagonista del Rinascimento di S. Francisco (anni 50) che reagisce alle storture del mondo, non ultima la guerra, mi fa sentire di più quel vuoto che permea la poesia di Weldon, ma nello stesso tempo mi trasporta per cercare di capire il male oscuro che ci sovrasta. enzo

Anonimo ha detto...

Uno stile visionario, onirico, in questa poesia. Inquitudini esistenziali che si fanno immagini, e ci coinvolgono e attraggono in un gorgo. Amore e cuore possono coesistere nella stessa strofa. Sì. Senza dubbio. Un poeta che non conosco. Grazie per la segnalazione, andrò a vedermelo su LPLC.
Ciao
Flavio

Unknown ha detto...

1
Stasera noi vi offriamo un film
di morte: osservate le scene che
rivela la sottile celluloide
senza pubblicità, esentasse.
Chiediamo solo questo:
le gomme vanno appiccicate sotto
le poltrone o inghiottite in fretta, i sacchetti
di popcorn lasciati all’ingresso.
Durante lo spettacolo le porte
resteranno chiuse. Consultando
il programma noterete
che non ci sono uscite.
Una precauzione necessaria.
Non vi aspettate dialoghi né il suono
di voci umane: abbiamo preferito
sincronizzare il film con lo stridio
dei porci,
il suono fiacco delle pistole,
il clic smorzato del
distributore di barrette vuoto.


2
Ripetiamo: qui non ci sono
uscite, né guardiani da corrompere,
né finestrelle alla toilette.
Il film non ha un finale a meno che
non siate voi a scriverlo. Spegnete
le luci, al proiezionista
rammentate la tessera del sindacato.
sedetevi davanti, lasciate che lo schermo
vi riveli la vostra eredità,
la logica che ha il vostro destino.

Weldon Kees
trad. di Ottavio Fatica



Presagi, barlumi o forse indizi tra i versi
delle sue poesie come fuochi fatui, quei bagliori che
errano a lungo dove il pesce sta a marcire, producendo
anidride solforica. Ci vorrebbe un detective,
uno di quei detective dei film di serie B – i noir classici
di oggi – che Kees prediligeva, per ricostruire
il puzzle di una vita elusiva e, da ultimo, svanita.
Ottavio Fatica
http://www.adelphiana.it/pdf/kees_fatica.pdf

Anonimo ha detto...

Grazie Rò!
F

Anonimo ha detto...

Quanto disagio in queste parole, in queste vite, in questo amore.
Sento il fallimento, la stanchezza quasi follia ,gli incubi di chi è allo stremo. Poesie che invadono e pervadono , accettarle è difficile come è difficile capire il disagio quando il disagio non è nostro ma degli altri. Riflettere molto per capirle è compito ripeto arduo ma importante tanto quanto la bravura di Kees. Grazie per avermelo fatto conoscere. Emy

Anonimo ha detto...

Grazie anche a Rò. Ottima ricerca.Emy

Anonimo ha detto...

Anche le sette poesie tradotte da Ottavio Fatica e pubblicate su Adelphiana, mancano dell'originale inglese, come quelle pubblicate su LPLC, tradotte da Damiano Abeni. Per questioni legate ai diritti d'autore, dice. Peccato.
F

ha detto...

Ecco qua: fino a 12 poesie è lecito ripubblicare. Se non mettono l'originale è per evitare il confronto, avendo probabilmente, i traduttori, idee sulla traduzione di un certo tipo... che non vi sto a dire perché prenderebbe troppo tempo. erminia



('Girl At Midnight')
Weldon Kees

Then walk the floor, or twist upon your bed
While bullets, cold and blind, rush backward from the target’s eye,
And say, “I will not dream that dream again. I will not dream
Of long-spent whispers vanishing down corridors
That turn through buildings I have never known;
The snap of rubber gloves; the tall child, blind,
Who calls my name; the stained sheets
Of another girl. And then a low bell,
Sounding through shadows in the cold,
Disturbs the screen that is my mind in sleep.


“—Your face is never clear. You always stand
In charcoal doorways in the dark. Part of your face
is gone. You say, ‘Just to be through with this damned world.
Contagious fogs blow in. Christ, we could die
The way deer sometimes do, their antlers locked,
Rotting in snow.’
“And I can never speak.
But have I ever told the truth to you?
I did not ask for this; a new disease threads in.
I want your lips upon my lips, your mouth
Upon my breasts, again, again, again, again;
I want the morning filled with sun.


“But I must dream once more of cities burned away,
Corrupted wood, and silence on the piers.
Love is a sickroom with the roof half gone
Where nights go down in a continual rain.


Heart, heart. I do not live. The lie of peace
Echoes to no end; the clocks are dead.
What we have had we will not have again.”

ha detto...

“Ragazza a mezzanotte”
Weldon Kees

Poi cammina avanti e indietro, o torciti sul letto
mentre proiettili, freddi e ciechi, rimbalzano dall'occhio del bersaglio,
E dici: "Non voglio sognare quel sogno. Non voglio sognare
sussurri esasuti che si dileguano per i corridoi
che s’aggirano per edifici a me del tutto ignoti;
colpo secco di guanti di gomma, il ragazzino alto, cieco,
che chiama il mio nome, le lenzuola macchiate
di un'altra ragazza. E poi una campana sorda,
che rintocca per le ombre nel gelo,
disturba lo schermo della mia mente addormentata.

"La tua faccia non è mai distesa. Te ne stai
tra stipiti nero carbone al buio. Parte del tuo volto
è svanito. E dici: ‘Facciamola finita con questo mondo maledetto.
Nebbie contagiose si diffondono. Cristo, potremmo morire
come muoiono a volte i cervi, con le corna incagliate,
che imputridiscono nella neve.'
‘E io non posso mai parlare.
Ma t’ho mai detto la verità?
Nemmeno l’ho chiesta; una nuova malattia s’insinua.
Voglio le tue labbra sulle mie labbra, la tua bocca
sul mio petto, ancora, ancora, ancora, ancora;
Voglio che la mattina s’effonda di sole.


"Ma devo risognare lontane città bruciate,
legno corrottosi e silenzio lungo i moli.
L'amore è un’astanteria con metà tetto sfondato
dove le notti calano sotto una pioggia ininterrotta.


Cuore, cuore. Io non vivo. La falsità della pace
echeggia senza fine; gli orologi si sono frantumati.
Ciò che avemmo un tempo, non l’avremo mai più.’


Erminia Passannanti © 2002

Unknown ha detto...

@Emy
conosco quasi nulla di questo poeta, mi aveva colpito nelle mie vacanze poetiche(nel suo caso a random nella rete) perchè rappresenta quel senso di tragico totalizzante dovuto alla "necessità", che ancora devo capire se innata o meno in certe vite, di indagare fino al sub-atomo su certe verità così scomode, che normalmente vengono ritenute anche dai piu critici , viaggi nell'allucinazione.

Ma i poteri che governano il sistema e sottosistemi , questo sono:sono loro l'allucinazione, non tu.Una volta dentro l'indagine, non hai infatti "porte di uscita" o di sicurezza, più investighi con i tuoi normali mezzi di serie b ma anche zeta, più ne verrai divorato, a meno che la conoscenza si rifletta in una conoscenza altra , di te stesso...o a meno che a un certo punto ti salvi o anche dissolvi nella morte, ma solo fino a un certo punto, perchè comunque sia "la logica" che hai dato al tuo destino, forse da qualche parte rimarrà per una parte che non avresti mai voluto sederti su quella poltroncina senza mai piu poter chiudere gli occhi.

ps
grazie a te e a Flavio

pps
la questione dei diritti mi fa sempre alquanto incazzare

Anonimo ha detto...

Be', valeva davvero la pena di leggerla nell'originale. La trovo musicale, quasi ipnotizzante. Mi piace la lingua che mi pare piuttosto raffinata.
...comunque sarebbe interessante conoscere quel "certo tipo" d'idee dei traduttori...anche se capisco che il discorso forse s'amplierebbe un po' troppo.
Ciao e grazie
Flavio

Anonimo ha detto...

Ehi, vedo adesso la traduzione di Erminia...grazie davvero! bel regalo...
F

Anonimo ha detto...

Grande traduzione, Erminia. Quando leggo cose simili mi sento piccolo piccolo...e alquanto inutile (poeticamente parlando, s'intende...:-))
F

ha detto...

grazie...è un poco plathiana come poesia... siccome ho tradotto plath, non mi ha creato difficoltà capire il tipo di delirio di Weldon Kees. ti ringrazio, si fanno per piacere agli altri le traduzioni, erm

Anonimo ha detto...

...e il piacere c'è stato...no doubt...
F

Anonimo ha detto...

Davvero sorprendenti le differenze, complimenti a Erminia. La poesia sì è delirante, ma così tradotta appare meno pensata, meno premeditata, e rapisce il ritmo discorsivo che rivela meglio l'abilità della scrittura.
Poesia sorprendente per creatività incessante e talento. Ci sento fuoco interiore che si alimenta di emozioni e sentimenti. Infelice, mi ha ricordato le emozioni che provai leggendo le pagine del diario di Nijinsky, che so non c'entra tanto ma sapete anche voi quanto le associazioni possono essere a volte imprevedibili. Sinceramente, la prima versione mi ha incuriosito ma non avrei commentato.

mayoor

ha detto...

grazie mayoor, sono contenta vi piaccia. ne ho anche un'altra versione che per non sprecare spazio qui ne ve indico la pubblicazione sul mio blog erodiadehttp://erodiade.blogspot.com/2012/02/ragazza-mezzanotte-di-weldon-kees.html
cambia lievemente.
sì, la poesia è delirante ma non dal punto di vista di chi scrive, essendo dal terzo verso in poi, tra virgolette, un discorso riportato, il racconto a lui della ragazza angosciata che gli racconta il suo incubo ricorrente, dunque ha quella discorsività del "blank verse" che risulta poetica non tanto per argomento tono rime ...ma per la tensione emotiva nella scelta dei vocaboli che solo può produrre chi cerca disperatamente di farti capire il proprio stato d'animo, o quello di un'altra persona, come in questa poesia.
erminia

Anonimo ha detto...

Quant'è bello conoscere la lingua inglese così bene! Emy

Anonimo ha detto...

Curiosità: ho trovato l'originale inglese della poesia inviata da Ro , basta digitare :" Subtitle" lyric by Weldon Kees"
In caso di emergenza se si digitano in ordine titolo/lyric/autore si hanno buone possibilità di trovare il testo originale. Nel caso specifico si cerca prima Ottavio Fatica il traduttore si trovano le dieci poesie da lui tradotte
A chi potesse interessare: Weldon Kees è uno dei tanti che hanno influenzato Jim Morrison
Ciao enzo


" Subtitle"

We present for you this evening
A movie of death: observe
These scenes chipped celluloid
reveals unsponsored and tax-free

We request these things only
All gum must be placed beneath the seats
or swallowed quickly, all popcorn sacks
must be left in the foyer. The doors
Will remain closed throughout
The performance. Kindly consult
Your programs: observe that
there are no exits. This is
A necessary precaution

Look for no dialogue, or for the
Sound of any human voice: we have seen fit
To synchronize this play with
Squealing of pigs, slow sounds of guns
The sharp dead click
Of empty chocolatebar machines.
We say again: there are
no exits here, no guards to bribe,
No washroom windows.

No finis to the film unless
the ending is your own
Turn off the lights, remind
The operator of his union card:
Sit forward, let the screen reveal
Your heritage, the logic of your destiny.

Weldon Kees, 1935

Unknown ha detto...

..grazie Enzo di averlo detto tu , davvero grazie e ti spiego il motivo. Ognuno ha i suoi punti di riferimento, il mio per l'inglese è stato solo quello dovuto a questioni musicali.Tranne eccezioni luminose,fra cui anche tutto il filone antico popolare, la nostra " canzone" contemporanea,pura e oscena canzonetta, mi ha sempre fatto cadere le palle, ripeto tranne le debite eccezioni . E' trita e ritrita, o banale la questione, ma è così.In quella angloamericana invece fra i punti di riferimento oceanici-poetici,Nick Drake, Dylan,Joplin, Reed,Waits etc e chiaramente tanto tantissimo Jim Morrison con tutte le porte della percezione aperte e il suo faro Huxley insieme ad altri fari fra cui Kees.. Logiche destinali in varie modulazioni del tragico in un racconto "altro" rispetto a quello del monopolio (a)culturale dell'impero alle sue colonie nel mondo, con la propaganda delle sue specifiche canzonette, peggiori addirittura delle specifiche a questa o quella colonia, vedi le nostre , nel caso concreto di uno stereotipo e di quanto convenga ingabbiarci fino ad apicella e al prossimo suo erede che è perfettamente nella sua moda del momento, di "sobrio", l'emma di turno...diversamente spaghetti e mandolino laqualunquemente...infatti silviuncolo ha recitato cosi bene quel film , copione che (con)veniva dall'impero,che tutti o quasi ci sono cascati, salvatori, di moda in moda in quota azzurra o rosa così nazionalpopolare da essere convergenti , innocenti colpevoli , emma compresa, allo stato contro lo stato voluto dall'impero .
Questioni legate alle masse/consumatori "cinematografiche" , di ampia metafora reale, poltroncine,attesa, finali improbabili,assenza di uscite, continue entrate e new entry... pelle .. pellicole, reality...meglio che mi fermo qui. ciao

Anonimo ha detto...

Se teniamo conto che Harry Weldon Kees oltre ad essere poeta pittore critico letterario romanziere scrittore di "Short storie" era anche pianista jazz e regista di film sperimentali , si può gustare meglio il video che potete trovare digitando "Subtitle a poem by Weldon Kees" che appunto ha per oggetto la poesia "Subtitle". Impagabile ! enzo

Francesca Diano ha detto...

Flavio, quelle idee sono completamente opposte a quelle che espongo nel mio post pubblicato oggi (23-2-12) su Moltinpoesia sulla traduzione. Tanta ma tanta teoria...