mercoledì 14 marzo 2012

Lucianna Argentino
Poesie
dalla raccolta inedita
“L'ospite indocile”



Sta in quel di più – visione delle madri
lei che parla senza staccare la lingua dal dolore
e continuamente lo rifà presenza
di se stessa e di quel che
del suo motivo le avanza.


***

Qui stanno gli anni, le storie inconcluse,
gli sguardi senza più coraggio,
le assenze dentro i sogni
o le troppe presenze ancora
ancora senza degna sepoltura. Per questo
sarebbe meglio cambiare il pensiero
ora che è cambiato il millennio
e il silenzio si è fatto più fitto
e le parole avvizziscono
così che si diradi questa luce bruna
e la paura sorrida di sé
e sollevi il capo dal risentimento.


***

Dice che non c'è addio nelle asole
e asola allora sia:
poca materia intorno e vuoto.
Sia passaggio e allaccio
sia lo spazio dell'abbraccio e del ritorno
sia pertugio e rifugio
sia il chiuso esposto alla parola.


***
La guerra finì
e loro che c'erano nati dentro
ne uscirono con vaghi ricordi
di allarmi e vermi nella minestra.
E nonna, quella di cui porto metà del nome,
persa nella continuità spazio temporale,
è malamente è malamente, ripeteva
e quando le offrivano del vino
na cria diceva, una goccia, una lacrima.
No cry nonna no cry
passati ormai a un'altra storia
a un'altra guerra di tutto il lascito
ce ne resta na cria.
***


Sembrava facile pensare che potesse essere tutto lì.
C'era il sole, il vociare del vento, c'era l'infanzia con le altalene
a filare il tempo, c'erano i prati, gli alberi, il loro verde
materiale e mutevole e c'era un poco d'ombra
per non socchiudere troppo gli  occhi.

Sembrava facile, sì, pensare che potesse essere tutto
in quella luce a strati, nel desinare chiaro della rondine,
nel lavorio della formica, nella liturgia della morte,
nella sua sonora pietra. Felice di nulla edificare.


***

Sommale le storie, fanne cifre aguzze
come gli anni di quelli vissuti
sulla capocchia di  uno spillo;
prendimi il fiato, la rincorsa;
trattienimi dentro silenzi
in ascolto delle radici,
del crescermi dell'anima
mentre scrivo per sapere cosa è natura
e cosa è sostanza e come fa a essere buono
un frutto o un uomo.


***

Non so quale felicità avremmo vissuto,
o quale guancia avremmo offerto all'offesa
se felicità c'è stata, se c'è stata offesa.
Così lo scrivo, ne faccio segno,
per capire come si spiega l'albero la potatura,
il papavero lo strappo
i bambini il tempo e lo spazio:
- dove va la notte quando è giorno?
- mezz'ora è tanto o poco?
O come si spiega il vuoto degli esseri
che ci stanno accanto come un'assenza
o il senso irsuto della vita,
il suo difficile che diventa facile
quando cominci ad amare.

***

Prima il compito
il dovere
del sì detto d'incanto
e poi la prova
la misura
della visione
e della stonatura.
Le coste hanno luce
di rami spezzati
e gli schiocchi del mare
mordono il fiato al vento.
Risale a fatica l'orizzonte
col senso di noi offerti
in sacrificio alla creazione.

***

Andava incontro al padre
lo rimetteva al passo,
al presentimento postumo.
Fate presto, fu ciò che in ultimo
udì da lui - vero di voce.
Voce rimasta a vibrare
in qualche punto indeterminato,
catturata dove la memoria
non è questione di sinapsi e neuroni
piuttosto del moto armonico semplice dell'amore
che tiene alto il coefficiente di correlazione
tra i vivi e i morti.

***
Non risposero all'appello
ma la loro assenza
non provocò domande
semplicemente si stette
ad ascoltarne l'eco del nome
come davanti la lettura
di un testamento.

***

C'è qui – mentre le voci dei bambini
impollinano il tempo – come una nostalgia
simile a quella che del corpo hanno i morti.
Acqua acqua fuoco fuoco - giocano
a chi trova ciò che è nascosto
un gioco che durerà ancora,
a lungo.

***

Ci metto il nome
qui dove di me c'è spartizione
di me e dell'opera delle mie mani
che rifà giardino il nostro abitare terreno
e del canto un consolare l'angelo
posto di guardia obbediente e stanco
di tanto nostro non tentare
di rientrare.

***


Scrivo di nascosto da Dio
che nella bocca voglio parole mie
e niente niente
nel passaggio dalla fronte
alle dita alla punta della penna
al suo muoversi sul foglio
per mio sentire altro
per meditato silenzio e pulsare di tempie
per il mio stare accovacciata
presso lo scavo con l'angelo geometra
e la sua corda a misurare
quanta benedizione c'è sulla terra.




*Lucianna Argentino è nata a Roma nel 1962. Dai primi anni novanta il suo amore per la poesia l’ha portata a occuparsene attivamente come organizzatrice di rassegne, di letture pubbliche, di presentazioni di libri e con collaborazioni a diverse riviste del settore. E’ presente in diversi blog di poesia, come “lapoesiaelospirito”, “Imperfetta Ellisse”, “liberinversi”, “Isola Nera”, “Furioso Bene”, “blanc de ta nuque” “Amigos de la urraka”, “La dimora del tempo sospeso” (Rebstein), “Nazione Indiana”, “Le vie “poetiche”. Fa parte della redazione del blog letterario collettivo “viadellebelledonne”. E’ coautrice con Vincenzo Morra del libro “Alessio Niceforo, il poeta della bontà” (Viemme, 1990). Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli argini del tempo” (ed. Totem, 1991), “Biografia a margine” (Fermenti Editrice, 1994) con la prefazione di Dario Bellezza e disegni di Francesco Paolo Delle Noci; “Mutamento” ((Fermenti Editrice,1999) con la prefazione di Mariella Bettarini; “Verso Penuel “ (Edizioni dell’Oleandro, 2003), con la prefazione di Dante Maffia; “Diario inverso” (Manni editori, 2006), con la prefazione di Marco Guzzi. Con Pagina-Zero ha realizzato nel 2008 un e-book tratto dalla raccolta inedita “Le stanze inquiete” e nel 2011 un nuovo e-book dal titolo “Nomi” con il blog “Le vie poetiche”. 

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco qui l'amore per la poesia.Un'introspezione che da a questi versi una grande importanza. Scivolano parole e sentimento per arrivare a svelare ricordi e presenze forti della vita dell'autrice.Gli ultimi versi ne sono un grande esempio e mi piacciono tanto. Emy

Anonimo ha detto...

Sempre bella la scrittura di Lucianna, anzi sempre più bella nel senso di consapevole, matura e a suo modo unitaria. Grazie di questa anticipazione, e aspetto la raccolta con grande curiosità.

Francesco t.

Anonimo ha detto...

Stupendi versi come e più degli altri della stessa Autrice. "Non so quale felicità avremmo vissuto..." e "Scrivo di nascosto da Dio..." ho avuto il piacere di leggerli in anteprima. Grato a Lucianna di questo dono!
Enzo Cavaricci

Anonimo ha detto...

Sempre profondi i versi di Lucianna Argentino e attenti alla vita, alla condizione della donna e alle relazioni interpresonali. La sua poesia è una dichiarazione di esistenza segnata dalla ricerca ad oltranza di un rischiaramento attraverso la parola. La scrittura poetica è per l'autrice percorso interiore, ricerca di senso.

Rosaria Di Donato

r.m. ha detto...

lo scivere di L.A. resta sempre magia pura della poesia pura...
r.m.

Eugenio Nastasi ha detto...

In attesa dell'intero percorso, piace scoprire in questi frammenti una Lucianna ricca di pathos e di capacità evocativa quasi traboccanti, tenuti a bada solo dalla sua provata bravura. In gamba sempre.

Anonimo ha detto...

Un dire semplice lineare, senza nascondimenti. I versi scorrono veloci. E come dice Emy, qui c'è l'amore per la poesia.CAR

Anonimo ha detto...

Un sentito grazie a Ennio Abate per l'accoglienza e a tutti coloro che hanno voluto soffermarsi su queste mie poesie. Non aggiungo nulla alla loro sensibile e partecipe lettura. Confermo solo che sì, c'è amore per la poesia. Un caro saluto a tutti, Lucianna Argentino

Anonimo ha detto...

"Versi epidermici che trovano riscontro nella sensibilità più intima e intimistica al femminile, quasi si voglia qui trovare un senso che si esprime senza fronzoli, per quello che è misura della vita, un'esistenza segnata dal vivere costante e forse bella per quel suo assaporare colori e sfumature essenziali dalle cose del quotidiano, contro il vento cosmico che ci addolora. E' questo il tempo di guardare avanti, di saltare oltre la siepe e donarci per quello che abbiamo da donare, per quello che possiamo amare". Giorgio Mancinelli

annamaria ferramosca ha detto...

"mentre scrivo per sapere cosa è natura
e cosa è sostanza e come fa a essere buono
un frutto o un uomo."
sono i versi-luce che in questa minisilloge condensano la visione di Lucianna,che riappare sempre più chiara in ogni sua raccolta: il porsi con naturalezza un compito altissimo, quello della ricerca profonda di senso partendo dal quotidiano, dalle vicende semplici che attraversano la vita, dalle parole dense di chi ci ha preceduto, che Lucianna sa tradurre e dilatare in flusso poetico capace di stimolare pensiero e incanto.
annamaria ferramosca

Flavia ha detto...

L'amore per la poesia, l'amore per la lingua, l'attenzione nella scelta delle parole, le emozioni espresse al contempo in maniera molto personale ed empatica. Le leggo ad alta voce e mi lascio trasportare dal ritmo e dalla bellezza dei versi. Grazie Lucianna, leggerti è sempre un regalo.

Anonimo ha detto...

Quello che può sembrare spontaneismo creativo in realtà è accorta / felice organizzazione del verso e dell'immagine , progetto consapevole , puntuale confronto e resa con l'interiorità e con l'Altro .
L'espressività del linguaggio - la sua riconoscibilità - è certamente la nota più vistosa nel lavoro di Lucianna a cui auguriamo un ad maiora per lei e per noi che la seguiamo .

leopoldo attolico -

C.L.A. - Circolo Letterario Anastasiano ha detto...

Mi unisco ai lusinghieri commenti di coloro che mi hanno preceduto, per ribadire la grande efficacia, la grande incisività che connota la poesia di Lucianna, poesia (e persona!) che ho il piacere di conoscere da tanto tempo e che ho seguito sempre con affetto e ammirazione. Una poesia che sa dire "pane al pane e vino al vino", cioè senza sotterfugi o nascondimenti o giri viziosi, ma che va diritto all'essenza delle cose e dei fenomeni del mondo e dell'uomo.
Ancora e ancora i miei complimenti, carissima Lucianna, e un affettuoso arrivederci!
Complimenti anche all'ideatore di questo interessante sito letterario!
Pino Vetromile

Anonimo ha detto...

Trovo molto accogliente questa poetica delle asole, questo passaggio, pertugio e rifugio, che lascia passare luce, sogni, futuro e soprattutto poesia: “Dice che non c'è addio nelle asole/e asola allora sia:/poca materia intorno e vuoto.” Questo spazio vuoto con poca materia intorno che porge la guancia all’offesa o alla felicità, “…il suo difficile che diventa facile/quando cominci ad amare.” E la poesia per Lucianna Argentino è un atto d’amore..” E’ proprio vero che la sua poesia è inconfondibile, investe ed emoziona, diventa bellezza di cui non si può fare a meno; e Lucianna ha trovato il suo angelo geometra in quest’immagine straordinaria: “…per il mio stare accovacciata/presso lo scavo con l'angelo geometra/e la sua corda a misurare/quanta benedizione c'è sulla terra.”
Monica Martinelli

Anonimo ha detto...

Bellissimo poemetto, Lucianna, sembra scritto tutto di getto, comunque rapisce in un turbine il fortunato lettore.
Complimenti vivissimi!
lucetta

ilaria ha detto...

una ricerca della verità che passa attraverso i ricordi,i tratti, le speranze, un dolore mai ostentato ma vissuto in pieno e trasformato in bellezza.