lunedì 21 maggio 2012

Emilia Banfi
Ottocento



Chiuso nell’oleografica scritta
il volto di Leopardi, la sua più triste fine.

Più sotto
come in una catasta la poesia:

l’Ottocento ride
allo spregiato sguardo

Senza fiato senza colore
la sua Silvia rallenta un passo
di chi legge.

Piantiamolo lì.

Nel 2012
quale bisogno d’amore?

Si fiuta, si cade nel delirio
senza pietà.
Nel veloce prendere
nulla è reso ormai
né la più facile promessa.

Serrati in cornice si procede:
apporre una firma all’uscita.

6 commenti:

Massimo Caccia ha detto...

Nel 2012 quale bisogno d'amore?
Bella domanda. L'amore per la poesia, rispondo, ma so che rischio di cadere nel banale e non ho desiderio d'essere romantico.
Bella composizione, comunque, forte e carica di tensione. Vitale.

Anonimo ha detto...

com'è strano avere tanti critici alla mano
o sedicenti tali di Moltinpoesia,e non vedere una riga
che spieghi meglio, che dica una parola.
( poesia cmq bella )raaf

Anonimo ha detto...

Il mio parere amichevole di lettore lo darei volentieri a Emilia Banfi, il fatto è che questa poesia davvero non mi piace. Non era il caso di scomodare Leopardi ( quel ritrattino lo tengo anch'io sulla bacheca degli appunti e mi fa compagnia), o non era il caso di farlo in modo tanto superficiale e sbrigativo per giungere a considerazioni piene di risentimento: prendere e rendere in amore come fosse una trattativa... via, non ci fosse rischio non s'imparerebbe nulla. E nello stile non sa decidere se stringere sull'essenzialità dei versi o abbandonarsi alla fluenza discorsiva. Le tematiche, più che autorevoli, sembrano stizzite perché mal argomentate. Anche i versi in chiusura... esprimono un'amarezza verso la quale stento a provare solidarietà. Mi vien da dire, meno male che il povero ( si fa per dire) Leopardi s'è limitato a contemplare la sua Silvia dalla finestra.
Che confusione può produrre la critica, specialmente se piena di scontento!
mayoor

Anonimo ha detto...

caro Mayoor,
ero ad una mostra orribilmente impostata di poeti dell'ottocento. Ho riportato ciò che ho voluto riportare con amarezza e direi freddezza. Sai che io normalmento non scrivo così, un esperimento nel quale ho creduto e molto.Non ho scomodato Leopardi, Leopardi non si scomoda, ma in quel momento l'ho visto davvero buttati lì, come qualcosa di irrimediabilmente finito. Ero stizzita è vero. Non voglio solidarietà ma una riflessione, piccola anche, ma vera, la tua mi soddisfa molto. Ciao a presto Emilia.

Anonimo ha detto...

Aspetto con gioia le tue nuove :)
in fondo io e te mi sa che siam tra i pochi disposti a correre il rischio di bruciare con i nostri tentativi appassionati.
ciao
m.

Anonimo ha detto...

A Mayoor:
quant'è vero!!! Emy