martedì 1 maggio 2012

"Made in Lab. Moltinpoesia"
Banfi, Moramarco, Verri



Emilia Banfi

Si era contadini.

Stranieri sulle rotte del vento
 se ne sono andati
sul carro del tempo riprendono vita
avevano ancora unghie di terra
e  volti rugati di sole

La casa spalancata ai ritorni
copre l’aratro d’ombra pesante
già la prima ruggine scava il cancello
Il glicine ha infilato il suo braccio
nel vecchio fienile il buio lo finirà
ostinati pampini adornano sbarre
coprono  vetri chiusi da mesi
pane secco e piume catene granaglie
Lontano nel lungo sentiero il rumore
del tempo che muore come un bambino
lascia sui sassi l’innocente profumo
della menta operosa che invade il silenzio
di una panca di legno.



Anna Maria Moramarco

Neve

La neve è un’ incanto
scende nell’anima
dal cielo
a piccoli tocchi soffici.

A poco a poco
la sua lentezza riluce
fuori dal tempo.

10.02.2012
   
Marilena Verri

A volte fa tempesta e temporale;
turbini e cicloni spaventosi
spostano tutto ciò ch'è loro intorno,
polvere soffocante si avvista nera
ed è difficile davvero la difesa.

Cerco di sfuggire ma non posso,
affronto ogni buriana con vigore
ma nulla può l'ardore contro un male
che arriva troppo forte anche per me.

Niente paura, amici,
perché del mio pensiero sto parlando
e con esso combatto tutti i giorni.

Questa è stagione di cicloni rari,
domani, forse, il vento cesserà!



6 commenti:

Mario Mastrangelo ha detto...

Magnifica la poesia di Emy!Ci fa immergere in un mondo contadino di cui evoca sapori e valori (..la casa spalancata ai ritorni...) con una sequenza di belle e pittoriche immagini, create dal gioco delle metafore (sul carro del tempo, l'aratro d'ombra pesante, il rumore del tempo che muore...). Il verso lungo descrive con efficacia e s'impregna degli umori del passato e degli struggimenti della nostalgia.

Anonimo ha detto...

Poesia in tre scritture diverse. Trovo anch'io che quella di Emilia Banfi sia ricca di belle immagini pittoriche, ma la mia lettura, se può servire, mi fa dire che ci son parole di troppo, e forse di conseguenza, anche qualche a capo sbilenco. E questo vale anche per la poesia, pur brevissima, di Anna Maria Moramarco.
Non è così per la poesia di Marilena Verri, ma non condivido il finale consolatorio. Dolore e smarrimento hanno ragione d'essere, e anche una loro tremenda bellezza, gli si fa torto a volerli redimere con la speranza.
Mayoor

Anonimo ha detto...

I contenuti del testo di Emy "Si era contadini” sono rilevanti, ma “sulle rotte del vento”,“sul carro del tempo” mi mfanno rimanere perplessa, sembrano frasi fatte. Anche io rilevo troppi termini mescolati. Non condivido, quindi, la scelta stilistica di linea prevalentemente nominale.
Giuseppina

Anonimo ha detto...

Cari Giuseppina e Mayoor,
E' vero ho voluto dipingere con le parole e la solita emozione ha descritto le cose così come le ho viste quasi fotograficamente. Troppi colori, troppe parole era questo il regalo che ho voluto fare a due miei amici contadini che se ne sono andati. La poesia ne ha sofferto? Terrò presente. Il poeta non è pittore quando non dipinge. Ciao e grazie. Emy
P.s.: Giuseppina fatti vedere a qualche incontro avrei piacere di riabbracciarti.

Annamaria ha detto...

..come nell'immagine del mosaico i tre fiori hanno un gambo comune, così le tre poesie, di autrici diverse, sembrano nutrirsi di una comune linfa: una intensa emozione
Annamaria

Anonimo ha detto...

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