lunedì 16 luglio 2012

Luca Ferrieri
da "L'amore senza"


IN VECE DI POETICA
(Versacci, 5)

Scrivo quando la musica sale alle tempie
addenta la polpa
, il midollo, la luce.
Lo spasmo getta piccole gocce d'inchiostro,
artiglia la carta, scarnifica fino
a vederne zampillata l'arteria.
Quando si placa, anche le tracce della lotta
scompaiono
; nella distesa bianca nulla
che dica la strage fatta, l'orrendo nodo
mozzato alla gola. Stinge in parole
domestiche, che la mano pietosa
appallottola.


EGO UNO E BINO
(Versacci, 3 e 2)

[Uno] Sono e sarò soltanto uno che impallidisce
alla violenza, coltiva sensi di colpa
oppure annida sogni:
sono e sarò sempre chi non prova odio,
ma tristezza.
:
Del sole futuro ho fame e speranza,
ma tremendi presagi che sia quello di sempre.
E tu, chi sei per me? lo sospendo il giudizio
sapendo che l'amore è senza.
[Bino] Fatemi dire che non avete capito niente di me,
amici e nemici, che mi pensate molle al tatto
e debole al latrato degli affetti, che mi pensate
modesto perfino!
, ma cosa credete:
sono impenetrabile agli sguardi che non indugiano
che non sanno osare che stanno dove li mette
il bilanciere pigro del quieto vivere. Perché
non vi dico merda e stronzo, eh, per questo?
Perché non bevo sangue umano? Non artiglio
non mostro i muscoli non divincolo la preda
non gioco col topo; forse non sapete che
la mia strage, dentro, l'ho fatta da tempo -
ho perso la speranza di salvare me, figuriamoci voi.


POTERE VERBO PERFORMATIVO
(Dissensi, I)

Tienti forte quando sbanda la maleodorante
occhiaia del potere
, il triplo sottomento
sulla poltrona ad assetto elettronico
.
Senza parole dilaga iniettando segnali
e divieti, fa quello che dice, senza dirlo,
la signoria del capo, circonfusa di amuleti
e segreti. Boria che brama l'eco dei sottoposti,
il terrore inconfessato, il brusio vile
che si alza quando i passi sono lontani.
Dove quello ostenta, resta una zona d'ombra:
lì ti conviene riparare, nelle ferite
affilando la speranza. Presto sarà di nuovo
il tuo nome all'appello. Esita ora
per non esitare domani.

LA VERITÀ CONFICCATA IN GOLA
(Dissensi
, 7)

Non batte chioccia all'uscio la tua voce
sottovoce, il rancido sapore della vita
non ci tenta se la prateria incendiano
le criniere ribelli. Se vien fatto di morire
come atto necessario
, gesto che ad altri
tien dietro
. Per armonia. Per disgusto.
Perché è scritto. Solo una lama obliqua
ci strapperà a questo destino di commensali.

RISTORANTE
(Sapori,3)

Tavoli gracidanti estive risa sui camerieri
a vassoi protesi come ali. Gambe e seni
sgusciano spalla a spalla
. La noia
spalanca il pomeriggio. D'un tratto
è lì, perfetto, l'ovale incastonato
nel passavivande, il lungo collo
che muove due occhi incendiati. Gocce
trasaliscono ai lobi
. Forse
una lavorante o l'amica del cuoco.
Non credo sia bella. Solo un incrocio
di linee
, una saettare dell' oscura retina.
Inquadratura che toglie il respiro.
In che film potrò rivederla chissà.

ICE-DREAM
(Oggetti, 5)

Di notte il frigorifero si crede una locomotiva
che attraversa la pampa
, sbuffa di fatica
e sogna la stazione la gioia meritata degli abbracci,
le lacrime felici degli arrivi. Cianotico concentra
la sua idraulica senilità verso le luci oltre il tunnel
dove si uniscono i binari
, dove bianca senza fine
la banchina apre le braccia.

SINAPSI BINARIE
(Oggetti, 3)

Non ti dico la rabbia del tuo ragionare binario,
quando mi neghi gli accessi
, quando inspiegabile
fracassi le notti opalescenti
.
Non ti cedo lo scettro, ti detesto: preferisco
le mie, di sinapsi
. Ma già sei tu il padrone,
hai rapito il segreto, la pallida fiammella. Posso
anche supplicarti
: ridammi la memoria, il sogno,
la morbida grafite. Non voglio saperne niente
di ram di rom di bit di byte: ma se ti spegni tu
si perde ciò che ti sei preso di me, e chi custodirà
i custodi?

FORSE DICO PIÙ DEL VERO
(Braci, I)

Forse dico più del vero, esagero, invento.
Ma ti rispetterò in ogni vento,
amore, disamore, pianto.
Che è l'amore se non questo tremare
di ogni bellezza, piccola o grande cosa non importa.
Che la vita passi ma non cancelli
quest'avventura umana, questo dare
senza cambio.

MERIGGIO PRIVATO
(Braci, 6)

Lucore che bianchigina tra le valve
di dolce carnale compagnia, tuo schiuderti
che inc
lina al bacio, al solare
incantamento
. La bocca oh cornice
di denti oh lingua saputella oh correre
di mani. Musica vibratile appena.
Lenta distesa vertigine.
Fuori sedute spiritiche tavole d'affari
gente nel niente del lavoro e della chiacchiera
mentre io e te ci amiamo
d'amore altri mill' anni freschi arabeschi

È SOLO IL SOLE
(Ceneri, I)

Rientrando rivedo ancora mia madre
sulla sdraio leggere incrociando
l'ultimo sole settembrino. Felice talvolta
di quelle p
ause, angoli strappati
alla fretta, al dolore della nostra
f
amiliare innocente diaspora feroce.
Ora nessuno è più che rincolli i cocci,
che ci faccia esistere l'uno per l'altro.
Ora che l'abbiamo persa siamo davvero
pe
rduti.

TESTIMONI
(Ceneri, II)

Siamo testimoni l'uno dell'altro:
di più non oserei. Siamo così poco
da non avere le parole per direi.
Una notte ho sentito la tua musica
sulle scale; non eri tu, era un ragazzo
sbandato, e ha avuto asilo
.

NAUFRAGIO
(Ceneri,9)

Sulla battigia avevano composto
le molli squame e il tuo viso
controluce aveva riflessi
perlacei. L
'ansia saliva a groppi
nella sera sudata
. Dio se ci sei:
più sfida che preghiera. Ma la piatta
distesa non aveva più nulla
da dire, ora. Arrotato
tra le sartie il nostro sogno giaceva
come polpo nella schiuma. Tu sai
che intendo dire, medusa
.


*Luca Ferrieri

Lavora e scrive sul tema della teoria e pratica della lettura e su quello dell’associazionismo dei lettori. Ha pubblicato Il lettore a(r)mato (1993); La promozione della lettura (1996); con Piero Innocenti, Il piacere di leggere. Teoria e pratica della lettura,(1998). Ha collaborato al volume La biblioteca e l’immaginario (2004) con il saggio Le biblioteche amorose. Ha pubblicato testi poetici presso l’editore Scheiwiller, Il Pulcino Elefante, e su varie riviste.

*Queste poesie  sono tratte da "5 POETI DEL PREMIO  “LAURA NOBILE” Siena 1993, All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller, Milano 1995



6 commenti:

Anonimo ha detto...

Incantata da questi versi faccio a Luca Chiarei i miei complimenti. Uno scorrere di immagini che mi hanno rifatto il cuore e i nervi (giornata no). Uno stile gradevolissimo , insomma io direi che il tutto è davvero perfetto. Qualcuno dirà non nuovo....e chi se ne frega! Ottimo lavoro. Emy

Moltinpoesia ha detto...

Ennio a Emy:

Vedi che si tratta di Luca Ferrieri!

Anonimo ha detto...

Susatemi!!! Proprio ora vi sto scrivendo di questo errore! Volevo dire Ferrieri! Chiedo scusa a Ferrieri e a Chiarei!! Ciao EmY (l'avevo detto che non era giornata...)

Anonimo ha detto...

che meraviglia, Luca, queste poesie...
un abbraccio
marcella

Anonimo ha detto...

Sì è vero...sono molto belle.
Quella che mi ha colpito di più è stata Ristorante (sapori3)
Splendida!
Augusto.

Luca Ferrieri ha detto...

Scusate, vedo solo ora. Grazie a Emy, Marcella e Augusto per i commenti e grazie a Ennio che ha rispolverato questi vecchi testi.
Luca (Ferrieri).