mercoledì 17 ottobre 2012

Emilia Banfi
Il cantante



E’ nella bottiglia il barlume
ancora una volta, è l’ultima volta
si vede com’era  alla macchina
la mani nere , olio, le impronte
sulla serranda che saliva e scendeva
come il rhum nel bicchiere.
Era il vizio di lavorare svuotato
da chi  non lo voleva autore
di rischiose canzoni,
allora cantava e cantava
anche quando perse le dita.

Con una mano puoi vivere
puoi  bere e sognare
guardare qualcuno avvitare
cambiare candele e motori
sporcarsi di olio e annusare
la vita di un giorno, di un’ora
ma nessuno ti sente cantare
nel vano di specchi
di un ascensore che sale.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto bella questa poesia,evocativa e realistica ad un tempo.lo stile deciso e sorvegliato ne fa un testo dal fascino particolare.Il personaggio con la voglia di canto, che non si spegne malgrado la vita grama e le disgrazie, ci prende e ci emoziona.
Maria Maddalena

Anonimo ha detto...

Grazie Maria Maddalena. Sì , questa poesia è molto chiusa in sè ,così l'ho voluta, il fallimento dei forti desideri, che spesso nella vita, purtroppo, rimangono solo e intimamente nei nostri sogni. Emy

Anonimo ha detto...

Va spedita nella scrittura questa tua poesia, Emy. E sembrano due poesie, perché "perse le dita" mi sembra una buona (si fa per dire) chiusura. Ma prosegue come per commentare, evidentemente ne sentivi la necessità, c'era un altro verso da spettare. "E' nella bottiglia il barlume" non mi piace, ma ormai io parlo come quel comico che diceva solo mi piace-non mi piace... meglio nelle chiusure. Comunque bene. Complimenti.
mayoor

Unknown ha detto...

Questa poesia di Emy mi colpisce perché -e posso sicuramente sbagliare- ripresenta alcune caratteristiche di "racconto" che sparge come tanti messaggi nelle bottigliette di lacrime, tutte colorate e soffiate , delle sue poesie, ma i cui riferimenti biografici o autobiografici, sono ambigui, o meglio, sono molto molto indiretti.La poesia di Emy sembra "semplice" e puoi prenderla anche così, cioè rimamendo in tema di cantanti , puoi prenderla come una ninna nanna, o una sveglia o una serenata etc etc ma invece contenendo, almeno per me, tante piccole o grandi domande, più la leggi piu ti chiedi e ti chiedi anche quale filo lega , o meglio collega, l'ultima alla precedente fino alla prima. Chi è il cantante?cosa successe alle sua dita? perché nessuno ascolta le sue cantate? chi ha schiacciato il pulsante di quell'ascensore? il cantante come c'è andato a finire?..se ti poni queste e altre domande, sei finito, ti trovi in un labirinto o in un groviglio e la prima impressione o meglio il primo "afferrare" di questa o di un'altra "ballata" di Emilia Banfi, si smarrisce, ti si intrecciano i piedi e ti smarrisci. Lo smarrimento che però produce Emy, almeno per me, è significato di lavoro, ti genera un lavoro interiore, che tu lo voglia o no, oltre i primi segni che avrebbero detto tutto il contrario. Le "mini" storie dei suoi versi brevi sono uno concatenato all'altro, ma solo Emy sa i dettagli che trattiene in modo "artistico" innato, spontaneo rilasciando al lettore il mistero e l'investigazione,in cui perde importanza il dettaglio stesso che pur vero e reale, se svelato, uno sull'altro, falsificherebbe/depisterebbe tanto il suo lavoro quanto quello di chi la legge.

Anonimo ha detto...

La poesia, secondo me deve avere la sua unica semplicità,la semplicità di un respiro, ma quanti significati e percorsi dentro un respiro... . Grazie Rò. Emy

Unknown ha detto...

grazie a te mia cara Emy!..le ramificazioni arteriose e venose sono molteplici, ascendenti,discendenti, intricate ma alla fine, come ben dici, ciò che conta è quel semplice battito, indivisibile, in cui si traducono tutti i giri connettivi che i vari filamenti producono in quell'unico impulso...è la dilazione del proprio respiro all'altro e viceversa ed è quella cassa poetica-toracica in cui naturalmente, a fatica, a ritmo innato, con bombole, senza, bocca a bocca, lievi, ci si ritrova nel mosaico respiratorio plurale come è del resto nel singolo, il proprio, pieno come per te di tante piccole e grandi storie, dal cantante al lume, dal soldato all'autunno, dalla rossa con le mani magre alle salvezze, l'inganno,e poi ancora e ancora i mè desideri e l'orso.

Grazie Emy!
bacetto