domenica 30 settembre 2012

SEGNALAZIONE



Mercoledì 3 ottobre 2012 alle ore 21:00
Paul Polansky
Poeta e Attivista dei Diritti Umani
Pugni, zingari e cani randagi
Reading e interventi sulla situazione dei Rom in Europa
Con la partecipazione di
Tito Truglia di "Farepoesia" e Fabrizio Casavola di "Mahalla,
Rom e Sinti da tutto il mondo – http:www.sivola.net/dblog "
Introduce Enzo Giarmoleo
Libreria Popolare di via Tadino Soc. Coop.S.r.l.- Via A.Tadino,18 - 20124 Milano 
Tel.02 2951 3268 i nfo@libreriapopolare.it


Paul Polansky: Arrivato dagli States in Spagna quasi 50 anni fa per scappare alla guerra del Vietnam, girerà l'Europa alla ricerca delle sue radici vichinghe, diventando un personaggio tanto famoso quanto scomodo: la voce dei dimenticatiGiornalista, poeta, scrittore, fotografo, regista e antropologo di fama internazionale, ma anche ex pugile e giocatore di football americano...Agli inizi degli anni '90 inizia un lungo percorso di ricerca sulle origini della propria famiglia, durante il quale scopre documenti che permettono di riportare alla luce l'esistenza del campo di concentramento di Lety, in Repubblica Ceca, che oggi è un allevamento di maiali. Le testimonianze raccolte lo rendono inviso al governo ceco. Nel 1999 viene ingaggiato dalle Nazioni Unite e inviato nel Kosovo  come intermediario tra le istituzioni e i gruppi rom perseguitati. Lotterà per 11 anni perché i Rom, cacciati dagli estremisti albanesi,  possano uscire dai campi profughi, costruiti su terreni altamente inquinati da piombo e metalli pesanti. Nel 2004 è insignito del premio Human Rights Award, consegnatogli direttamente da Günter Grass. Nel 2005 il suo film-documentario Gipsy Blood, visibile su youtube, è premiato al Golden Wheel International Film Festival di Skopje. Attualmente risiede a Nish, in Serbia, dove prosegue la sua attività per i diritti umani, tramite l'associazione Kosovo Roma Refugee Foundation.

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La libreria è raggiungibile con: MM Linea 1, stazioni di Porta Venezia o Lima; con i tram N.9 fermata di Porta Venezia; N.1 fermata Settembrini/San Gregorio; N.33, fermate Tunisia o Regina Giovanna/Buenos Aires; autobus 60 fermate Lima o Benedetto Marcello.

sabato 29 settembre 2012

SEGNALAZIONE



Conversazioni in libreria
Martedì 2 ottobre alle 18:30
Storie del terrorismo
made in Italy

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Ennio Abate e Bruno Milone
ne parlano con l'autore
Franco Tagliafierro

Ogni racconto è un misto di storia e di invenzione. La storia riflette i risultati delle ricerche più recenti. L’invenzione riguarda i modi personali di esercitare o subire la violenza del terrorismo negli anni 1969-1989.
Franco Tagliafierro (1941) ha pubblicato nel 1991 Il capocomico; nel 1999 Strategia per una guerra corta; nel 2008 Racconti a orologeria; nel 2009 Il palazzo dei vecchi guerrieri.


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venerdì 28 settembre 2012

Giorgia Stecher
Poesie
introdotte da Giorgio Linguaglossa



Di Giorgia Stecher scomparsa nel 1996 di cui ricordiamo Quale Nobel Bettina (Palermo, 1986), Album (Palermo, 1991), Altre foto per album (Roma, 1996) presento qui alcune poesie tratte dall’ultimo libro. Ho scritto della sua poesia in Dalla lirica al discorso poetico. Storia della poesia italiana 1945-2010:

«abbiamo tutti gli elementi di disinteressata autenticità che fanno di un poeta un piccolo classico. Una poesia che interpreta la memoria attraverso la lettura di alcune vecchie fotografie di famiglia.
Libro compiuto, adulto, opera di un poeta giunto alla piena maturità, documento artistico e spirituale tipico di quella sensibilità di fine Novecento che ha trovato nel Manifesto della Nuova Poesia Metafisica (n. 7 «Poiesis», 1995) una significativa esemplificazione. Poesie nate da fotografie perdute e poi ritrovate; si badi, non poesie di “derivazione” ma recherche di un “tempo perduto”, ricostruito con la sensibilità postuma di un poeta che alla poesia chiede la ricostruzione di un mondo tramontato sotto l’obblivione dell’epoca tecnico-scientifica. Nella deriva del Tempo, Giorgia Stecher arresta e ricostruisce l’attimo e la temporalità, i destini individuali e collettivi. La verità si staglia non alla luce del sole ma alla luce del flash. Nell’epoca del telecomando e del televisore, è la foto ingiallita dal tempo che rivela il  mondo». Con le parole della Stecher: «È accaduto che, dopo la pubblicazione del mio Album nel 1991, siano venute alla luce altre foto dimenticate nei cassetti e negli angoli più riposti della casa e della mente. È pure accaduto nel frattempo, che altri personaggi ed eventi abbiano richiesto, anzi reclamato, un flash per entrare a far parte della raccolta, accanto agli attori che avevano avuto la ventura di precederli. Questo nell’illusione di guadagnarsi così un diritto di sopravvivenza peraltro arduo se non improbabile ma ben consapevoli che in ogni caso ciò che non è scritto (o in qualche modo registrato) non esiste. Sono stati, come si vede, accontentati. Anche perché nell’Album c’erano, e ci sono ancora, numerose pagine vuote».

Giorgio Linguaglossa
Su "Nell’oltre delle cose"
di Giovanni Parrini


Giovanni Parrini Nell’oltre delle cose interlinea, Milano, 2012
 
Se si dovesse racchiudere in una definizione il lavoro poetico di Giovanni Parrini, si dovrebbe parlare di poesia della disseminazione prosastica in tutte le sue tonalità e modalità stilistiche, da quelle incidentali e laterali così forti da sconfinare nel loro opposto, a quelle, diciamo così, direttrici, alle corsie centrali, che appaiono più limpide, distese, con alternanza di penombre e di chiaroscuri. Da un lato, Parrini preferisce la raffigurazione di un quotidiano dimesso, con illuminazione laterale, direi di transito, temporalità del transito oltre le cose; dall’altro, c’è il progetto di indicare le «cose» come se fossero osservate da un finestrino di un treno in movimento, dove non sai se siano le «cose» in movimento o il punto di vista dell’osservatore.

giovedì 27 settembre 2012

SEGNALAZIONE




SEPT. 29th, 2012
650 Events – 110 Countries Confirmed So Far!

Visit the BLOG 2012 to search the Sept. 29th, 2012 Event Locations Index by Country & City!
View 100,000 Poets for Change 2012 in a larger map

Invitiamo a partecipare alla
Maratona di Arte, Musica e Poesia
Organizzata da
Associazione Culturale Milanocosa
a cura di Adam Vaccaro

29 settembre 2012 - dalle ore 17 alle 20

La manifestazione si svolgerà a:
ChiAmaMilano, Largo Corsia dei Servi 11

Pietro Peli
Poesie



Nelle maglie di un esodo
c’è da farsi acuminati
feroci

c’è da tornare indietro
e ripassare la corrente,
capire

senza animo di profeti
disarmati, offendere
il corpo

mercoledì 26 settembre 2012

Un omaggio a Carlo Oliva


Carlo Oliva è morto improvvisamente nella notte tra il 23 e il 24 settembre. Della poliedricità della sua figura, notissima a Milano soprattutto attraverso Radio Popolare, testimoniano a sufficienza i contenuti del suo sito personale (qui). Per ricordarlo scelgo una sua poesia da lì tratta. [E.A.]


cavalla giumenta baia pezzata blu
allegra vivace saltava tra gli asfodeli
nonno diceva temo la tenebra ma
più luce chiedevano i saggi nell’agonia
l’azione diretta è solo passata utopia
il libero esame non dà la felicità
ci nega il successo l’avverso volere dei cieli
alato custode divino proteggimi tu

Eugenio Grandinetti
Altre poesie sulla natura



Per conoscere  meglio le ricerche che ciascuno dei poeti che ruotano attorno a questo blog ha condotto o va conducendo, pubblico queste altre poesie di Eugenio Grandinetti. Riprendono il tema ispiratore del Savuto (qui) e ampliano, approfondendolo, il suo discorso poetico sulla natura. [E.A.]

Storia naturale

Il cerambice ha zampe che s'afferrano
salde alle pietre,
e lo si può afferrare per le antenne
e tenerlo sospeso con il peso
di un ciottolo tra le zampe.
E' solo un gioco,come è pure un gioco
ucciderlo,tanto
non gli si toglie nient’altro alla sua vita
che lo spazio di un giorno o forse meno.

Flavio Villani
Il buon pastore


Ecco il secondo racconto del filone narrativo che di tanto in tanto verrà  offerto all'attenzione dei commentatori di questo blog. [E.A.]

E voi domandate cosa Dio possa far di voi?
Chi son io pover'uomo,
che sappia dirvi fin d'ora che profitto
possa ricavar da voi un tal Signore?

(A.    Manzoni)


………………è mai possibile che non mi lasci
agire…umanamente, neanche per un attimo?

(M. Puig)

Il treno iniziò a rallentare quando il sole era ormai alto nel cielo. Erano partiti dalla Centrale intorno alle sei, in ritardo di una buona mezz’ora rispetto al previsto, e c’erano volute più di sei ore per coprire il tragitto. Sei ore per poco meno di centocinquanta chilometri, o forse poco più.

lunedì 24 settembre 2012

Ennio Abate
Oggi ho letto...


... «Le mani avanti (giustificazioni in forma di premessa) di Andrea Cortellessa in «Andrea Cortellessa, LA FISICA DEL SENSO. Saggi e interventi sui poeti italiani», Fazi editore 2006

Il titolo si spiega come premessa al libro, che è di ben 774 pagine.  Il saggio è una difesa della poesia contemporanea. Cortellessa prende di petto lo stereotipo che dice «la poesia non serve più a niente». Non nega un mutamento in atto, una differenza dal passato.[1] E trova che molte  opinioni negative sullo stato della poesia in parte colgano il bersaglio. Ma non si arrende, non accetta che questi discorsi diventino un alibi. Indica le responsabilità della critica: «Negli ultimi venti anni a latitare è stata proprio la critica». E passa alla difesa:«sì, è vero, la letteratura è un microcosmo sempre più debole e appartato, nel presente buio e scosceso che è sotto gli occhi di tutti. E tuttavia questo microcosmo resta colmo di valori e di fedi - quelle, laicissime, nelle virtù umane - altrove, da tempo, sviliti e svenduti». Oltre a rivendicare l’umanesimo, Cortellessa relativizza la questione, rammentando che un lamento simile sulla  marginalità e residualità della poesia accompagna «con periodica puntualità, il cammino della poesia moderna». E fa due esempi.

domenica 23 settembre 2012

SEGNALAZIONE


IN COLLABORAZIONE CON WORLD POETRY MOVEMENT E PREMIO ADA NEGRI,
PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO, 

GUIDO OLDANI CONDUCE LA MANIFESTAZIONE DI MILANO DAL TITOLO
L’ITALIA RUBA L’OSSIGENO DEL MONDO”.
DALLE ORE 11,30 PRESSO LA LIBRERIA POPOLARE DI VIA TADINO
CON LE INCURSIONI DI
PERCUSSIONI INDUSTRIALI.

Con il WPM e il Premio internazionale di Poesia Ada Negri 2012, il poeta Guido Oldani, al primo sorgere del sole darà luogo a Milano a 100.000 poeti for change con un effetto domino che troverà il suo culmine alle ore 11,30 locali .
Intervengono tra gli altri: Guido Oldani, Tiziano Rossi, Roberto Barbolini, Amedeo Anelli, Alessandro Quasimodo, Daniela Marcheschi, Adalberto Borioli, Michele Cannaò, Gigi Montico , Gianmarco Lucini, Fernando Vertemara.
Alle ore 17,00 la manifestazione si concluderà con il premio Ada Negri nella città di Lodi dove, tra i protagonisti, ci saranno Christine Koschel e Cesare Viviani.
Un tour per affermare la credibilità della voce poetica come unica oggi ascoltabile in un mondo che, vistolo alla prova, può solo andare dalla poesia in poi.


Sabato, 29 settembre 2012, ore 11,30 Libreria Popolare di Via Tadino - Milano


sabato 22 settembre 2012

Indarno Da Tempo
A Cecco Angiolieri


Angiolieri di Pietro Parigi

«S’i’ fussi papa allor lieto sarei»
Cantava in altri dì Cecco Angiolieri
«Ché tutti li cristiani ingannerei».
Quello che accadde dir non è mestieri
All’altro Cecco, d’Ascoli nomato,
Che mentre il primo, almen, salvò la pelle
Finì sul rogo e lì morì bruciato.
Ce ne han fatte vedere delle belle
Con Arnaldo, Jan Hus, Savonarola
E quei che grazie ad Ettore Ferrari,
Che non ultimo fu tra gli scultori
Ed eminente inoltre fu massone,
Ancor ci guarda da Campo de’ Fiori
E ci ammaestra con la sua parola
Quando per tanti secol fu questione
(Oh! Paradossi della vera fede)
Di spegnere i reati d’opinione
E incutere timore a chi non crede
Con il controllo della combustione,
Rimedio contro i rischi della Scuola
E ai cervelli balzan giusta mercede.

venerdì 21 settembre 2012

Giorgio Linguaglossa
Su "Con l'inchiostro rosso"
di Giuseppina di Leo



Giuseppina Di Leo Con l’inchiostro rosso  Sentieri meridiani, Cosenza, 2012

Se c’è una tendenza in atto nella poesia contemporanea questa è senz’altro la tendenza ad allungare il verso oltre i limiti anticamente stabiliti dal verso libero; voglio dire che il verso della poesia recentissima sembra essersi liberato della libertà che faceva del verso libero una propria bandiera. Del resto, questa continua proliferazione della lunghezza della versificazione, come nel caso della poesia di Giuseppina Di Leo, significa anche un’altra cosa: la difficoltà ad afferrare il «reale», la difficoltà a racchiudere il «reale» nella scatola metrica e acustica della metrica tradizionale di novecentesca memoria. Di qui la pratica della Di Leo di un concetto di lirica come «cronaca privata», «diario libero», libera tematizzazione di oggetti, poesia di «occasioni» con la correlativa abitudine a fissare il giorno, l’anno e, spesso, anche gli orari delle composizioni.

Paolo Pezzaglia
Condivisione del dolore



Il dolore del mondo era
la coda di ogni creazione,
lo sapeva bene, e lo volle
fare lo stesso il mondo,
pro e contra valutati;
alla fine l’assemblea degli elohim
assentì - corriamo il rischio
la felicità dei nuovi beati
sarà la ricompensa per tutti,
il resto bruci e niente rimanga! -

Rita Simonitto
Perdite


Galleria di Francesco I, Perdita della gioventù perpetua


Tentasti di fiorire
ma venne la neve a primavera.
Poi ci fu maggio, e il sole roteava
come non mai travolgendo la terra
nei sui baci. Non portò frutti giugno.

Capitasti certo male, ragazzo,
e negli occhi che ti guardano guardi
invelenito e perso quel mucchio d’altri
che godette di primavere e estati.

E ti chiedi a che serve che sai
che loro mai sapranno
ciò che tu sai.

15.10.2011

mercoledì 19 settembre 2012

sabato 15 settembre 2012

Per Roberto Roversi
Due suggestioni

Ascoltate! Cavalchiamo cavalchiamo nel sangue
la paura del cielo che strappa manciate di stelle
oscura la voce un abbraccio di gelido fuoco poi silenzio
e silenzio
solitudine antica – la terra è nel vento di foglie strappate
una morte è in corso
le onde uguali si sciolgono gridando vendetta.
Forse è la morte annunciata del nostro pianeta?

(Parte terza, vv. 2548-2555).

giovedì 13 settembre 2012

Eugenio Grandinetti
Due poesie


         Il Savuto

Si vedeva
dall'alto di Potame il mare
tremulo tra i castagni.Si tornava
con gli occhi pieni di stupori.Il mare
era un sogno lontano,una promessa
vaga,un'attesa inappagata :
la sola acqua possibile era il fiume
a un'ora di cammino,
attraversando il bosco,la pietraia
e la strada asfaltata.E sull'asfalto
c'erano le bisce appena nate,
sottili come diti,già stordite
dalla calura.E c'era

mercoledì 12 settembre 2012

Giorgio Mannacio
Salutari provocazioni d’estate
(Agamben, De Angelis,Fortini)


Salutari provocazioni d’estate ( Agamben, De Angelis,Fortini )
Rifletto sulle salutari provocazioni di Ennio Abate e che ho individuato nel titolo.
Nonostante la diversità ( parziale ) dei loro oggetti finiscono per confluire nel grande fiume delle considerazioni sull’attualità. Le provocazioni hanno curiosamente una sorta di tratto comune apparentemente banale dal quale ritengo utile cominciare.
Inizio da Agamben (qui), autore del quale ho letto diversi saggi e che ritengo dotato di straordinario acume filosofico ( raccomando la lettura di Il linguaggio e la morte, Einaudi 1982 ).C’era bisogno, mi chiedo,di avvertire i lettori ( quasi intimidendoli ) che hanno a che fare con una delle dieci teste pensanti esistenti nel mondo ?
Quale mondo,poi?

martedì 11 settembre 2012

Giorgio Linguaglossa
La tematica esotica di Hafid Gafaïti


 Hafid Gafaïti La tentazione del deserto  La Vita Felice, Milano, 2012 trad. V. Surliuga  

Questa raccolta di  Hafid Gafaïti  è il terzo volume della trilogia meutres et fraternités / omicidi e fratellanze, inaugurata nel 2006 con la gorge tranchée du soleil / la gola tagliata dal sole, seguita da le retour des damnés / il ritorno dei dannati (2007).

Scrivevo di recente a proposito della poesia di Tomaso Kemeny: «Ciò che, in Italia, originariamente, per i mitomodernisti, era il rapporto ontologico tra «mito» e «storia» che caratterizzava il tardo Moderno, oggi, nelle condizioni del Dopo il Moderno non è più la Sensucht  nostalgica quella che respira nei versi della poesia più evoluta ma una oggettività, un voler essere e voler apparire oggettivi o super partes in mezzo alla barbarie dei rapporti produttivi estranianti ed estraniati, talché il recentissimo è diventato, come apparenza e fantasmagoria, lo stesso antico, e l’antico (opportunamente modernizzato) è diventato il recentissimo (antichizzato), la merce segnaletica del cartellone mediatico».

sabato 8 settembre 2012

Luca Ferrieri
Appunti su Fortini
e l’ecologia della lettura



«E’ sempre più difficile anche solo venire a conoscenza dell’esistenza dei veri libri che ci interessano, è sempre più difficile approvvigionarsi, scegliere, e infine separarsi dall’ondata di libri che ci viene buttata addosso: a qualcuno come compito di lavoro, a tutti come un caleidoscopio di assaggi e di avanzi, destinati a produrre una perenne lettura di Sisifo». Così scrive Luca Ferrieri in questo interessante saggio, pubblicato sul sito di POLISCRITTURE assieme agli altri interventi arrivati per il n.9 su Fortini che si possono consultare qui. Lo ripropongo anche sul blog MOLTINPOESIA perché contiene indirettamente spunti notevoli  per procedere a una necessaria e auspicabile  una “ecologia dei blog”. [E. A.]



Con questo intervento voglio raccogliere, anche se in forma non ancora sufficientemente elaborata e sistematica, alcune osservazioni sull’apporto che Franco Fortini ha dato al concetto e alla pratica dell’ecologia della lettura e ai suoi possibili sviluppi.
1. Nell’ultima fase della sua vita, Fortini mostrò molto interesse al tema dell’ecologia della lettura, sia dal punto di vista teorico che pratico. L’interesse nasceva sicuramente da un’elaborazione precedente, riconducibile ai molti luoghi della sua opera in cui si accenna alla necessità di un’ecologia della letteratura, della scrittura e della lettura, che, anche se non sono temi sovrapponibili, sono sicuramente collegati[1]. Ma si trattò anche di un’elaborazione profondamente legata al lavoro che Fortini svolse nella scuola e poi nell’università, e a quello nei giornali e nei mezzi di comunicazione di massa. Non a caso l’emergere della tematica è coeva all’accentuazione che Fortini impresse negli anni Ottanta e nei primi Novanta al lavoro politico nelle “redazioni”:
“Anni fa scrissi, enfaticamente, che il luogo del prossimo scontro sarebbero state le redazioni. Quel momento è venuto, il luogo è questo. Chi tiene famiglia, esca. Chi ha figli sappia che un giorno essi guarderanno con rispetto o con odio alle sue scelte di oggi”.

mercoledì 5 settembre 2012

Roberto Bugliani
Greetings from the New World


E' affollato più del solito quest’oggi il Nuovo Mondo
di Erinni smandruppate, Cassandre ammutolite
Atteoni rabberciati alla menopeggio
Andromede zitelle, Tesei usa-e-getta
Menadi zoppe, Eracli anoressici, Sisifi spiaggiati.
.
Ciò che resta dei miti primigeni
marmaglia priva di pathos
a cui basta un profilo new age per rimettersi in gioco
custodi di un Pantheon-trash
in attesa dell’okkei che li sdogani
con il loro corteggio di rituali cool
e posture trend per l’home page.
Liquidato il codazzo di centauri e ippogrifi
al border control di Tijuana, si mettono in fila
per un job di vigilante al Manhattan Mall
o di sguattero in un fast food del Bronx
e la postcard con l’alba mozzafiato sull’Hudson
Greetings from the New World
spediscono all’Olimpo (Greece), ammesso che
il postino si avventuri fin lassù
tra templi diruti e giacigli di homeless. 

Ennio Abate
Nove poesie
da "La polis che non c'è.
Straccetti, rodii, artigliate"
(raccolta inedita)

Tabea Nineo, In fuga, Lug. 2011

POESIA LUNGA DELLA CRISI LUNGHISSIMA

A Gianfranco La Grassa

che fare compagni/ di speranze raggrinzite?/

nella città si preparano non percepibili eventi/ dagli scantinati arrivano rumori di scalpelli/ e dopo pause allarmanti/schianti/ pavimenti immagino in disordine/ calcinacci/ assenze di mobilio/ e quanta industria culturale accolta in quei libri sparsi/ e negli opuscoli redatti su realtà provvisorie/ che ci convinsero a metà/ a tre quarti/ di sbieco/ conservati poi per scrupolo/ quando ancora c’illudevamo di sostituirli/ con dieci/ cento incontri/ spurgati dalle più equivoche passività/  lontani dal chiacchiericcio di via Vetere/ bandiera rossa/ sempre più stinta/ e penzoloni/ sotto le piogge lugubri/di inverni conclusi/ nei quali andarsene in giro ora/ traversando ancora la Milano guardata con sospetto e ira / in centinaia di cortei/ e ritrovar1a più immobile per noi/ che ci fingiamo estranei/ di passaggio/ e abbiamo occhi mollicci che più non prendono/ se non il chiacchiericcio testardo/ senza rigore/ dei pensionati/ e vorremmo ritelefonare/ ma non serve/ all’amico/ all’amica/ perduti di vista / ricontrollare distacchi/ inaridimenti/ sussulti di desideri affondati / inesplorate viltà/ sbrigative semplificazioni/

lunedì 3 settembre 2012

Navio Celese a Giorgio Linguaglossa
Lettera aperta su minimalismo
e conflitto d'interesse


Caro Giorgio Linguaglossa
   sto seguendo su Poesia2.0 il dibattito che si è alimentato con il tuo intervento sulla poesia di Milo De Angelis. Non sono sorpreso della piega che va assumendo. E’ certo che uno dei punti controversi e impliciti alla discussione riguarda il costume letterario. Le posizioni nel blog si stanno appassionatamente orientando pro/contro Milo De Angelis. La sua poesia c’entra poco. La cosa è più evidente ora che vengono messi in campo nomi importanti della critica facendo ricorso a una sorta di contundente principium auctoritatis. Prassi che non è estranea ai vari aspetti della società contemporanea: da quello della politica e dello sport, a quello della stampa e della cultura in generale. Pubblicare oggi non ha connotati molto diversi dalla scalata al potere di qualsiasi tipo. Sullo sfondo lo scambio solidale all’interno dell’establishment (per esempio, la circolarità delle recensioni e dei premi letterari che creano fidelizzazioni oltre che blasoni e credenziali). Perché il blog non s’incarica di indagarne numericamente i circuiti per poi pubblicarne i risultati? Tante recensioni io a te, tante a debito verso me; tanti premi a te e tanti a me; qui in giuria io e là tu. Avrebbero più efficacia di qualsiasi dibattito critico. Benché il costume sia oggetto proprio della sociologia e non della critica.

domenica 2 settembre 2012

Giorgio Linguaglossa
Sette poesie
da "La belligeranza del tramonto"



Nostra Signora dei morti
Perdona nobis Nostra Signora dei morti
se abbiamo bevuto il tuo sangue e mangiato la tua carne
seduti al banchetto nell'ultima cena.
Perdona nobis se abbiamo negoziato col nemico nel Tempio
e convenuto con la meretrice nel talamo nuziale
preparando la guerra nel tempo della pace.
Ora pro nobis Nostra Signora dei morti
se abbiamo seppellito i nostri cari
e dissotterrato l'ascia di guerra per i nemici.
Tutto
è stato vano.
Ti scongiuriamo Nostra Signora dei morti
di umiliarci sotto il tuo mantello di neve
il fratello col fratello, l'assassino col sicario.
Una falange macedone di morti.
Deponi ora che siamo morti
il possente elmo di pietra sopra la spiga di grano.
Misteriosa Atena, donaci la mano
accompagnaci nel luogo dove sono i molti.