tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post1492882330732542400..comments2024-02-22T09:32:06.341+01:00Comments on MOLTINPOESIA : DISCUSSIONECritici e poeti sempre cani e gatti? Un episodio...Moltinpoesiahttp://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-35860193866605548082011-03-14T15:18:28.212+01:002011-03-14T15:18:28.212+01:00Qui il critico giunge
si sposta il poeta
con grazi...Qui il critico giunge<br />si sposta il poeta<br />con grazia ringrazia<br />non certo si strazia.<br />La rima s'inchina<br />e ride in sordina....Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-23524447151766390962011-03-13T20:51:15.238+01:002011-03-13T20:51:15.238+01:00m'iro
se
miro
verso
il
verso:
chi osa
non
ch...m'iro<br />se<br />miro <br />verso<br />il<br />verso:<br />chi osa<br />non <br />chiosaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-83626736878039587492011-03-13T17:15:38.831+01:002011-03-13T17:15:38.831+01:00Eugenio Grandinetti:
caro ennio,devo fare una pal...Eugenio Grandinetti:<br /><br />caro ennio,devo fare una palinodia:stamattina ti ho mandato delle parole messe insieme usando un linguaggio naturale che non ha il pregio di essere un linguaggio non linguaggio che potrebbe soddisfare critici e poeti,ma che vorrebbe parlare a tutti.Vorrei<br />portare anche delle citazioni di critici importanti come gennaro esposito o carlo brambilla o nicola caputo,ma adesso non mi vengono in mente:si vede che non mi aggiorno abbastanza.a mia discolpa c'è il fatto che io non pretendo di essere un poeta e non mi rivolgo ad un pubblico qualificato.cordialmente eugenioAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-42719921025555894062011-03-13T15:24:08.704+01:002011-03-13T15:24:08.704+01:00non ho capito nulla di quanto ha scritto Liguaglos...non ho capito nulla di quanto ha scritto Liguaglossa e me ne trovo abbastanza contento. Un appuntino: le ali sono almeno due, quindi PLURALEAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-46905716631038772972011-03-12T23:43:42.222+01:002011-03-12T23:43:42.222+01:00Bianche ali si spiegano
si piegano si perdono
rest...Bianche ali si spiegano<br />si piegano si perdono<br />restano banchi di sogni<br />e sedie di lillà.<br /><br />Ciao EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-90891659360387034232011-03-12T20:23:46.514+01:002011-03-12T20:23:46.514+01:00Tito Truglia [continua]:
Io non sarei d’accordo...Tito Truglia [continua]:<br /><br /><br /><br />Io non sarei d’accordo neanche per demonizzare la categoria dell’ideologico (Caccia all’ideologico quotidiano si intitola una bella rubrica di Radiopopolare...). In realtà tutti adottiamo più o meno consapevolmente dei “sistemi ideali” più o meno strutturati, più o meno coerenti, più o meno aperti, sistemi ideali che ci permettono di affrontare il viaggio nella quotidianità con l’obiettivo di riuscire a portare a casa le nostre quattr’ossa. Abbiamo passato un quarantennio di terrorismo culturale guidato da chi formalmente si è proposto come assolutamente liberale (e aideologico) mentre ha realizzato un sistema che quanto ad assolutismo idealistico non è secondo alle peggiori demagogie dittatoriali del Novecento... E noi ad accettare supinamente qualsiasi colpevolizzazione...<br /> <br />Io penso che la critica abbia ragione di essere e di praticare, sia in appoggio ma anche in antitesi ai testi, ma credo che abbia anche l’obbligo di tenere presente tutti gli sviluppi storici delle forme artistiche (nel nostro caso poetiche) e delle esigenze che attraverso l’uso dell’arte (in questo caso poetica) esprimono le società. Mi viene voglia di dire che se un poeta ha il dovere della qualità, il critico ha il dovere dell’onestà. Non mi piace la facilità con cui a volte si spara a zero... sui “molti in poesia”, mi piacerebbe anche vedere i critici randellare pesantemente i grandi nomi quando producono lavori mediocri. Altro stereotipo è quello "dell’antipatetico”. Se è vero che vi sono tonnellate di “sentimenti estremamente partecipati” è anche vero che Roma città aperta di Rossellini, o Miracolo a Milano, sono grandi esempi che possono ancora insegnare una partecipazione umana al dolore o quanto meno descrivere la concreta sofferenza umana (pur attraverso la finzione artistica)... La scuola si basa sul principio dell’utilità dell’arte. Se non può essere utile studiare una poesia o un quadro o un racconto o un film, perché i ragazzi dovrebbero stare seduti 6 ore al giorno dietro un banco? Facciamogli imparare solo le tecniche adatte a fare un mestiere, magari 3-4 mestieri... in epoca di flessibilità, cosi possono andare avanti fino a settant’anni senza rompere le scatole con menate sui diritti, sulla bellezza, sulla giustizia e sulla fratellanza...<br /> <br /><br />[Fine]Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-87482488070635223592011-03-12T20:22:58.671+01:002011-03-12T20:22:58.671+01:00Tito Truglia (redazione FAREPOESIA)
Mi permetto d...Tito Truglia (redazione FAREPOESIA)<br /><br />Mi permetto due note sulla poesia in oggetto e sul dibattito.... <br /><br />Sul testo.<br /><br />Trovo poco efficaci i primi versi, particolarmente dalla seconda metà del primo a tutto il settimo verso. D'accordo con Mayoor... la parte centrale è la migliore. Non mi soddisfa il finale: da "accartocciarsi come carte..." e deludono i due versi finali con ripetizioni, e rima che trovo inopportuna. Intenso ed efficace invece l'andamento e le scelte lessicali nella parte centrale.<br /><br />Sul dibattito.<br /><br />Linguaglossa esprime una posizione che in generale può essere condivisibile. Intendo la tesi della separazione tra testo poetico e “azione”. In linea di principio è una separazione sensata. Ma come ogni separazione permette margini occasionali di interconnessione. Si potrebbe dire che un testo poetico mira sempre a scatenare una “azione” (e per azione si deve intendere anche un “moto di emozione”, o un “movimento di pensiero”). Quindi forse l’errore è quello di assolutizzare e separare lo status della “scrittura” e le forme reali di vita/azione…Comunque è vero che, se per azione si intende una azione di modifica sociale, non basta un testo poetico... ma così come non sono sufficienti tante altre cose...<br />La cosa che trovo più discutibile delle note di Linguaglossa è la distinzione che in questo caso si esprime tra “composizione” e “poesia”. Io capisco che ci sia un dovere di qualità, ma questo non può mettere ogni volta in discussione lo status della poesia. Non sono più accettabili atteggiamenti censori posti in linea di principio. Pietro Bembo (uno dei principali responsabili di questo atteggiamento critico) ha voluto persino privilegiare la lirica petrarchesca in opposizione al plurilinguismo di Dante...E’ chiaro che si può e si deve scegliere... Non siamo obbligati a digerire tutto... Ma altrettanto non si può ogni volta porre la questione di cosa è poetico e cosa non lo sia o non lo possa essere. Il Novecento non può essere passato invano. Dalle cancellature, alle grafie futuriste, allo spontaneismo operaio, alle allergie fonetiche... Tutto ormai ha dignità di stare nella poesia.. Bisogna avere il coraggio (e l’apertura mentale) invece di porre la questione della qualità, della riuscita di un testo. Trovo giusto indirizzare il fare poetico verso una sempre maggiore coscienza di sé, verso la progettualità, verso il confronto con il suo essere soprattutto “operazione culturale”. Ma ci sta comunque una dimensione occasionale, frammentata, temporanea, gratuita, della poesia. Trovo che dietro l’assolutizzazione di una posizione stilistica vi si nasconda una forte caratterizzazione ideologica.<br />[continua]Anonymousnoreply@blogger.com