tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post200632227415173387..comments2024-02-22T09:32:06.341+01:00Comments on MOLTINPOESIA : Adam Zagajewski, Cinque poesie. Con una nota di Giorgio Linguaglossa.Moltinpoesiahttp://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-66057449256442569802013-02-23T20:24:57.617+01:002013-02-23T20:24:57.617+01:00Giorgio,
ti ringrazio della risposta.
Apprezzo Zag...Giorgio,<br />ti ringrazio della risposta.<br />Apprezzo Zagajevskij proprio per la visione "di scorcio", come tu dici, grazie alla quale la sua poesia giunge a trascendere la realtà e a non ridurla a mera registrazione del quotidiano.<br />La dimensione di vuoto, che tuttavia c’è nel poeta, è da me intesa in un senso tutt’altro che limitativo, ed è anzi condizione necessaria che consente a Zagajevskij di leggere nitidamente ciò che lo circonda e fa sì che egli guardi e si rapporti abbandonando il rapporto degli occhi con il proprio ‘io’.<br />Giungere a simili livelli, saper cioè guardare nitidamente il mondo che ci circonda andando ben oltre la percezione che ognuno di noi ha di esso, presuppone un lavoro continuo e costante di ‘sguardo e scrittura’; un percorso intenso che, passando da un’idea, ovvero dalla percezione ‘di appartenenza’ permette di giungere a una visione di distacco, o se vorremmo ‘laica’. E, ancora, significa sentire chiaramente come superato il concetto del mondo come materia da plasmare; implica cioè una non-appartenenza, sintomatico di chi sente (il poeta è colui che sente) non già la somma bensì la detrazione dei termini del rapporto tra io e noi; significa, ancora, avvicinarsi, ma con molta umiltà, alla stessa idea di conoscenza.<br />Il brano “R. dicembre” - assolutamente meraviglioso - trovo che sia esplicito in tal senso.<br />Sulle tue perplessità circa l'esistenza di poeti italiani del calibro di Zagajevskij e Transtrommer convengo con quanto dice Paolo Ottaviani, e come lui non mi sento di essere pessimista al riguardo.<br /><br />Giuseppina Di LeoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-76485666497777599192013-02-23T11:55:14.464+01:002013-02-23T11:55:14.464+01:00Paolo Ottaviani
Colpisce solo del puntulissimo co...Paolo Ottaviani<br /><br />Colpisce solo del puntulissimo commento di Giorgio Linguaglossa all'intelligente chiosa di Giuseppina Di Leo il rigo finale: "In Italia non so chi potrei annoverare...". Un'improvvisa cecità causata da eccessiva esterofilia? Perché, pur senza far nomi, ce ne sarebbero e ce ne sono stati di poeti italiani che hanno costruito il loro poetare prediligendo "l'antifrasi e la contraddizione interna" e molti di essi, per giunta, amati e studiati dallo stesso Linguaglossa! Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-50512620405924964612013-02-22T09:25:24.665+01:002013-02-22T09:25:24.665+01:00Cara Giuseppina Di Leo,
in uno dei suoi versi, sc...Cara Giuseppina Di Leo,<br /><br />in uno dei suoi versi, scrive Zagajevskij: «la poesia vive nella contraddizione». Qui il termine «contraddizione» non è inteso nel senso prettamente pragmatico-ideologico in cui lo hanno inteso le finte e posticce post-avanguardie italiane degli anni Settanta e Novanta, ma indica un elemento interno alla costruzione delle frasi. Voglio dire che una cosa è la «costruzione» in narrativa e un'altra lo è nella poesia. Tenendo fermo questo distinguo, Zagajevskij procede nella «costruzione» nel solco della linea di scontro tra le opposte faglie tettoniche: la «costruzione» procede come una galleria sotto il Gran Sasso, tramite puntellature metaforiche che tengono a distanza le «faglie» che le costringono e le supportano. Zagajevskij intende la costruzione metaforica come qualcosa che si «oppone», «contro dice» le forze che si scatenano all'esterno della metafora. La meta fora è come una strettissima galleria che ci porta al di fuori della significazione colloquiale del linguaggio relazionale del quotidiano, che ci porta dentro una de-angolazione prospettica, una deviazione prospettica, una visione laterale, di scorcio. Cambia così tutta l'ottica della composizione perché cambia l'ottica della «costruzione» del poetico.<br />Zagajevskij si guarda bene dallo scrivere versi lineari consecutivi secondo il «metodo» di una poesia più facile, diciamo scontata, sì riconoscibile ma anche prevedibile. Il poeta polacco si muove all'interno di una ontologia del discorso poetico dello spaesante e dello straniamento, della distanza e delle forze contrapposte. Ecco il significato della «contraddizione»! Un senso molto più profondo e complesso di quello invalso nel concetto corrivo di «dire contro». Nel concetto di «contraddizione» di Zagajevskij c'è la complessità del prisma e la profondità della dimensione equorea. <br />Come ben detto da Giuseppina Di Leo la procedura di Zagajevskij si sviluppa per «antifrastica», cioè ciascuna proposizione metaforica è anche cinetica e ciascuna si muove in una direzione diversa da tutte le altre, il risultato di questo complesso meccanismo è un moto spaventosamente dispendioso non finalizzato alla significazione del linguaggio relazionale ma ad una significazione che si muove in un'altra dimensione. Il linguaggio poetico di Zagajevskij predilige l'antifrasi e la contraddizione interna. Ma anche la poesia di Transtromer, se non sbaglio, si muove in questa direzione.<br />In Italia non so chi potrei annoverare tra i poeti, giovani e vecchi, che si muova in questa direzione.giorgio linguaglossahttps://www.blogger.com/profile/15496613805588057103noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-55578039618707223822013-02-21T19:31:55.804+01:002013-02-21T19:31:55.804+01:00"siamo forse una forma transitoria in un lung..."siamo forse una forma transitoria in un lungo processo evolutivo,<br />il cui fine, l’indirizzo e il senso ancor a nessuno furono svelati..."<br /> <br />Sembra che a parlare siano gli uomini-libro incontrati da Montag durante la sua fuga. Un passaggio epocale è certo all’origine di qualsiasi cambiamento, dove la strada più certa da seguire è il bordo della rotaia come fosse un nuovo orizzonte, oltre il quale non c’è altro se non il vuoto.<br />Un vuoto dove La scienza dei santi (Bergamo) diviene un’antifrastica (che termine difficile!)“mistica per principianti”,così come eterno non è l’amore ma il bacio.<br /> <br />Volendo trovare un aggettivo alla poesia di Zagajewski direi “seducente”,nella sua doppia valenza di sviare e condurre, etimologicamente intendendo.<br />Ma forse anche “inquietante”.<br /><br />Giuseppina Di LeoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-87043620690057540362013-02-20T12:36:42.448+01:002013-02-20T12:36:42.448+01:00dalla poesia di Zagajevskij possiamo imparare come...dalla poesia di Zagajevskij possiamo imparare come a scuola il modo con cui si costruisce una poesia; innanzitutto le cose sono infilate (incastrate) nello spazio-tempo,sono strette, costipate,come ha bene detto Linguaglossa, e tutte insieme costruiscono un arco a sesto acuto. Non c'è spazio per il girotondo dell'io con le sue ubriacature pseudo liriche di molti poeti italiani che oggi vanno per la maggiore. Mi colpisce l'oggettività di queste poesie e, insieme, la grande potenza metaforica che scaturisce da questa «costruzione». È qualcosa di assolutamente unico. Addirittura superiore alla pur grandissima Szymborska. Complimenti per la scelta e il commento.<br /><br />Laura CancianiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-86352523923480883722013-02-18T15:27:21.358+01:002013-02-18T15:27:21.358+01:00scelta magnifica F. L.Bscelta magnifica F. L.Bfrancihttps://www.blogger.com/profile/07323425903495367811noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-75836319578233215932013-02-17T10:37:07.807+01:002013-02-17T10:37:07.807+01:00Sicuramente devo approfondire quest'autore, ri...Sicuramente devo approfondire quest'autore, ringrazio quindi Linguaglossa e Abate per la proposta. Ciò che mi ha trasmesso a questa prima lettura è qualcosa che ha a che fare con le misure...forse mi avvicinerò o distanzierò dai discorsi fatti da Mayoor, ma ho la netta essenza di questa poesia nella misura in cui fa toccare, proprio quasi letteralmente, spazi che normalmente, a una mente troppo pragmatica o scientifica in un senso solo tecnico, sono negati. Lo spazio in cui entri con questo poeta è al contempo verticale e orizzontale, nonostante e grazie alla descrizione di ogni imperfezione che l'avvolge e che, della dura e cruda e realtà, colpisce ogni oggetto della stessa ( e suo invecchiamento compreso, rugiade brizzolate incluse)...Tuttavia i tempi che si percepiscono in questo spazio poetico sono quasi oltre il tempo perché forse( in altre parole ma simili a quanto dice Mayoor), nonostante siano diversi per ogni arte espressiva, sono tempi con_tratti dilatati in modo diverso...I tempi ( e duqneu gli spazi) di un componimento musicale sono di per sé "lenti" e apparentemente fatti da una sola musicalità senza tatto e senza colore... l'ascolto di una tela ,inclusa per prima quella della visione mondo, anche se si consuma apparentemente in una frazione di tempo centinaia d volte inferiore a quella sullo spartito, e decine di volte inferiori a quello sullo spartito poetico, implica quella riunione di apparati per riprodurla con quella "polizia segreta di un poeta che forse giungerà al potere in una provincia lontana".Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17558299591081066201noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-74967564111233086412013-02-17T10:35:21.749+01:002013-02-17T10:35:21.749+01:00Paolo Ottaviani
“Iovis omnia plena” aveva scritto...Paolo Ottaviani<br /><br />“Iovis omnia plena” aveva scritto Virgilio (Egloghe. III, v. 60). In ogni pur minima cosa s’agita uno spirito eterno. “La poesia di Zagajevski è piena di reale, scoppia di reale” scrive Linguaglossa commentando il poeta polacco. Non v’è nessuna contraddizione tra la pienezza dello spirito e la “rugosità” della materia. “La lava uccide e serba”. La materia è garanzia d’eternità. Solo la grande poesia può affermare questo e solo un critico illuminato, anch’esso poeta, può cogliere e risolvere questa contraddizione apparente e reale. <br /><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-85736047716023012302013-02-17T08:45:49.626+01:002013-02-17T08:45:49.626+01:00E' dell'oscuro nulla che abbiamo davanti c...E' dell'oscuro nulla che abbiamo davanti che si vorrebbe parlare, come per illuminarlo. Ma facendolo non possiamo fare altro che ripercorrere ciò che abbiamo conosciuto, forse perché è ciò che non è, il nulla, che illumina la strada a ritroso e dove siamo. Il nulla che ci precede avanzando, quindi il nulla che retrocede (l'Angelo necessario di Cacciari) non fa che mostrare il nostro smarrimento (individuale e sociale).<br />Funziona! queste poesie immettono filosofia in forma non concettuale grazie al pensiero visivo (trasborda di "cose", scrive Linguaglossa), che è forse la prima forma di pensiero, pre-moderna, quella che riempie di immagini la nostra memoria, non solo con parole, e con le immagini ci fa pensare. I pittori direbbero che si sconfina nel loro campo del pensiero visivo, i musicisti no perché pensano ascoltando, e nemmeno chi danza pensando con il corpo. Nella parola tutte le forme di pensiero possono riunirsi, ma solo dopo che si è visto, udito, toccato. Mayoorhttps://www.blogger.com/profile/10681582953853808743noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-88551518244630172712013-02-16T15:42:07.917+01:002013-02-16T15:42:07.917+01:00Poesie che si fiondano nel reale, danno alla vita ...Poesie che si fiondano nel reale, danno alla vita delle cose e dell'essere nella storia un significato universale e preciso. L'irreale attraversa ilreale con una forza ed una dolcezza che spingono il lettore a cercare a riflettere ma anche a stupirsi di quanto la forma possa diventare piacere e la storia così compresa diventi una nuova poesia. La nota di Linguaglossa è utile a prova che nella realtà , l'irrazionale può esistere in ogni momento senza limiti e senza pregiudizi per trasformarsi in storia , quella storia che si ripete e che resta sempre dentro di noi attraverso l'esistere delle cose e della spiritualità. Qualcosa di sacro che mi sorprende. Emilia Banfi Anonymousnoreply@blogger.com