tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post2493600844495559827..comments2024-02-22T09:32:06.341+01:00Comments on MOLTINPOESIA : Laboratorio MOLTINPOESIAMoltinpoesiahttp://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comBlogger18125tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-12550333392624473252011-12-25T12:08:36.899+01:002011-12-25T12:08:36.899+01:00Mayoor, le tue mucche le leggo e le rileggo ed ogn...Mayoor, le tue mucche le leggo e le rileggo ed ogni volta mi fanno tenerezza e paura...rifletto e m'accorgo del triste sorgere del giorno , della miseria che sta dentro e che ogni giorno spingiamo sempre più dentro.EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-54759401844693592012011-12-25T00:02:34.328+01:002011-12-25T00:02:34.328+01:00@ rita
chissà perché, quando non mi va di stare in...@ rita<br />chissà perché, quando non mi va di stare in un posto, mi vengono in mente le vacche svizzere e perfino gli ospedali.<br />:) <br /><br />onorato<br /><br />mayAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-44110406334338782422011-12-24T14:35:56.876+01:002011-12-24T14:35:56.876+01:00Ennio: porca Miseria! Che Natale! EmyEnnio: porca Miseria! Che Natale! EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-4992155796141059332011-12-24T12:44:48.974+01:002011-12-24T12:44:48.974+01:00Natale 2011
Ed ora fuggiamo
intermittenti
di pace...Natale 2011<br /><br />Ed ora fuggiamo<br />intermittenti<br />di pace<br />L'inutile cercare<br />porta miseria<br />solo miseria<br />nel cuore che vuole<br />ancora scoprire una vita<br />dentro la morte di cose<br />risorte solo di un giorno<br />forse di un'ora<br />inutili cose<br />cosucce scartate<br />dentro presepi<br />d'amore inchiodati.<br /><br />Emilia BanfiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-55731907512098113072011-12-24T12:10:50.313+01:002011-12-24T12:10:50.313+01:00@ Lucio Mayoor Tosi
Sette-nari a Natale
La vita...@ Lucio Mayoor Tosi<br /><br />Sette-nari a Natale<br /><br />La vita senza senso<br />ha il senso sperduto<br />fra mucche e margherite,<br />mortiferi Natali<br />lumini d’Ognissanti.<br /><br />Margherite su cacche<br />di alpeggianti vacche<br />sghignazzano ai pini<br />che staranno vicini<br />ai TG che spaccano<br />ciondolosi batacchi,<br />tazze vuote di stelle<br />senza palcoscenico.<br /><br />La nazione si beve<br />discorsi s-zuccherati,<br />non c’è un cucchiaino,<br />se li sono rubati<br />quelli delle minestre<br />lunghe da Ospedale:<br />il malato guarirà<br />quando sarà tosato<br />di ogni velleità<br />di voler vivere o<br />di voler morire o<br />d’avere una mucca <br />tutta sua da mungere.<br /><br />Senza più avventori<br />il Paese s’ avventa<br />ma senza denti sono<br />dolori. E soltanto<br />il sole può spaccare<br />questo truce Natale,<br />festa da sballo che va<br />svizzera-mente su-giù<br />dai Monti al Male.<br /><br />Rita SimonittoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-22163629982246403402011-12-24T01:45:54.033+01:002011-12-24T01:45:54.033+01:00I rapaci sono il dato iniziale che si contrappone ...I rapaci sono il dato iniziale che si contrappone al sogno del mondo che non è (finale). La descrizione del volo dei rapaci (alba, silenzio, volteggio) è la visione del cielo nello splendore di nuvole e sole, l’apparente ed evidente bellezza che anche il rapace attraversa e abita. Tutta la prima parte della poesia ci tiene avvertiti: i rapaci sembrano innocui. Non solo ci avverte, ci tiene avvertiti, perché la descrizione copre un volo che prelude all’affondo, che però non avviene ai nostri occhi. Sappiamo che avverrà, perché è la natura, ed è questa tensione (suspénse) che percepiamo, pur immersa nel ritmo pacato del discorso, persino quando “acuminati incidono”. L’essenza che affascina è il contrasto tra il significato tagliente e la pacatezza formale dovuta al calcolo preciso, del momento giusto. L’aggressività è eufemizzata in parole lievi: l’assalto diventa “ciò che più amano al mondo”, innocui, distanti, lassù. È tutto un mimetizzarsi, invisibili, persi nell’immenso, dove poi si apre persino uno spicchio di luce seppure ancora seminascosto. Tutto è misura e separazione. Al sangue si arriva, ma altrove, con un altro senso, fra le lenzuola, nel sonno: non violenza, ma sesso, seppure muto e ultimo. I puntini incombono sul mondo che ancora non c’è. Ma noi restiamo con chi ancora sogna.<br /><br />L.T.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-81009930304217610612011-12-24T00:25:38.808+01:002011-12-24T00:25:38.808+01:00Molto bella la poesia di Flavio. Appena ho un mome...Molto bella la poesia di Flavio. Appena ho un momento di tempo la commenterò.<br />Leonardo TerzoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-42957379422356287932011-12-23T22:51:28.679+01:002011-12-23T22:51:28.679+01:00I RAPACI
I rapaci s’alzano in volo
Poco prima del...I RAPACI<br /><br />I rapaci s’alzano in volo<br />Poco prima dell’alba<br />Silenziosi volteggiano<br />In alto<br />Oltre i cirri più ostili<br />In cerca di prede<br />Acuminati incidono il ghiaccio<br />Sottile <br />E mentre feriscono il cielo<br />Attendono il momento propizio<br />(Proprio il momento più giusto)<br />Per fare ciò che i rapaci<br />più amano al mondo<br />E paiono innocui <br />tanto distanti<br />Lassù<br />Poco più che puntini minuscoli<br />Quasi invisibili<br />Persi nell’immenso cielo cristallo<br />Fra nuvole bianche e lo spicchio <br />Del sole sorgente<br />Ancora seminascosto a oriente<br />Come giusto che sia<br />E tutto questo ne sono certo<br />Nulla spartisce <br />Con il sangue che scorre fluente <br />Fra le lenzuola dell’ultimo sonno<br />Nulla con il muto sesso<br />Di chi dorme ma <br />Ancora sogna il mondo <br />Per come non è.<br /><br /><br />(Flavio V.)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-57205887268763247482011-12-23T22:48:27.933+01:002011-12-23T22:48:27.933+01:00E.A. [Continua]
In strada che confusione!
Sui mu...E.A. [Continua]<br /><br />In strada che confusione! <br />Sui muri già attaccavano <br />un manifesto. C'era scritto: <br />«No ai panettoni con i coloranti. <br />No ai presepi di porcellana. <br />Vogliamo i pastori di gesso. <br />Vogliamo un Natale di uguali».<br /> <br />La gente si fermava<br />e commentava. <br />I giovani approvavano. <br />Brontolavano i vecchi: <br />«Adesso i ragazzini<br />fanno la rivoluzione?<br />Che esagerazione!»<br /> <br />Eppure in piazza arrivava folla<br />come per una manifestazione. <br />C’erano i nonni con e senza bastone, <br />gli operai, pur se in cassa integrazione, <br />il sindaco che tossiva imbarazzato, <br />Mauro con la nuova fidanzata, <br />la Pizzullo con gatto Cirillo; <br />e Donato con tutta la tribù, <br />e Gigi Degli Abbati con un quadro <br />appena dipinto in più. <br /><br />C'era anche la maestra Cassio <br />ma soltanto con le due figlie: <br />«Mio marito? È in farmacia. <br />Ha una forte emicrania». <br />C'erano pure Michelina Russo <br />e Faccia di Merluzzo. <br />E c'erano borbottanti<br />femministe che ce l’avevano <br />con Maria: «Fare un maschio!<br />Avessi fatto almeno una Gesù <br />Crista!». «Eh già! » - ribatteva <br />lei - «Ma la colpa vostra fu. <br />Se ammettevate Giuseppe <br />al collettivo, forse ora l’ avreste<br />un Natale femminista».<br /> <br />Attorno tante bancarelle <br />distribuivano panettoni <br />champagne e zeppole. <br />Su un palco Dario Fo <br />e Franca Rame <br />a recitar gongolanti.<br /><br />Poi invitarono sul palco <br />il ben noto Gesù Cristo <br />che gironzolava anonimo<br />in mezzo alla folla eccitata. <br />E tutti si aspettavano il discorso<br />finale sullo stato del Santo Natale. <br /><br />Questo Gesù, invece, tagliò corto. <br />Fece capire che, sì, un compagno era <br />ma come tanti altri.<br />E che, essendo nativo di Betlemme, <br />s'intendeva poco di modernità<br />e quasi nulla di economia politica. <br />Lui era specializzato in miracoli. <br />Questo sì.<br />«Ma, scusatemi»- sì, così disse -<br />«la rivoluzione non è un miracolo <br />e, come farla, non chiedetelo a me».<br /><br />Ognuno facesse <br />bene la sua parte.<br />Insomma deluse parecchio.<br />Anche perché concluse <br />con il solito slogan <br />dei suoi anni gloriosi: <br />«Lasciate che i pargoli <br />vengano a me». <br /><br />Quando i bambini capirono <br />che i pargoli erano loro, <br />fecero un casino della madonna <br />specie quelli di via Boccaccio. <br />Saltarono a decine sul bue e l'asinello <br />spararono miccette <br />nella barba di Giuseppe e del sindaco <br />e andarono in giro tutta notte <br />per le strade fredde ma illuminate <br />della città.<br /><br />Natale 1977 /revisione 22 dic. 2011<br /><br />[Fine]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-5971604364772588972011-12-23T22:44:16.311+01:002011-12-23T22:44:16.311+01:00Mi affascina l'idea che la poesia possa aiutar...Mi affascina l'idea che la poesia possa aiutare a scoprire nessi di realtà altrimenti impensabili. Oggi, per esempio, mi domandavo come fosse che dal motore della mia auto spuntassero margherite. Poi, finalmente, ho capito: l'auto è scandinava...<br />Grazie per le poesie di oggi...<br />Ciao e buon natale!<br />FlavioAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-76014072016287417502011-12-23T22:38:01.402+01:002011-12-23T22:38:01.402+01:00E.A [Continua]
«A me non piace
più nessun Natale...E.A [Continua]<br /><br />«A me non piace <br />più nessun Natale» <br />- borbottò afflitto <br />quello - <br />«né i botti, né il panettone <br />né il presepe di cartone. <br />Mi manca la rivoluzione!» <br /><br />«Frrr! Frrrrrrr!» -<br />rifece lo Specchio Magico. <br />Adesso gente in riunione.<br /> <br />«Natale o non Natale <br />qui muoversi bisogna! <br />Basta co' 'sto mortorio!»<br />- diceva una battendo <br />il pugno sul tavolo -<br />«Ci abbiamo la tredicesima? <br />E spendiamola!» <br /><br />Prese la parola <br />il compagno Fabio: <br />«Io sarei d'accordo <br />con la compagna mamma. <br />A me piacerebbe <br />fare il Diabolik natalizio: <br />comprare miccette <br />e sparare un razzetto <br />in testa alla barista. <br />Ma papà non vuole!». <br /><br />«Papà non vuoleeee!» <br />- strepitò furibonda <br />la compagna Elena - <br />«Abbasso i papà! <br />Basta coi tiranni! <br />Vogliono proibire<br />persino l'allegria. <br />E allora diciamo: <br />“Il Natale è mio! <br />Me lo gestisco io!”». <br /><br />Ci furono applausi. <br />Donne e bambini <br />si alzarono. <br /><br />Chi preparò la colla? <br />Chi le scope? <br />Chi il manifesto? <br />Chi le frittelle? <br />E chi i dolci?<br /><br />«Su, professore!» <br />- disse l'Uomo Nero - <br />«Diamogli un po’ <br />di collaborazione!».<br />«Ma non è la rivoluzione!» <br />- obiettò lui. Si scosse però. <br />E uscì assieme all'Uomo Nero. <br /><br />[Continua 4]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-26438018492954452402011-12-23T22:34:50.967+01:002011-12-23T22:34:50.967+01:00E.A. [Continua]
Toc! Toc! È permesso?
Era il fig...E.A. [Continua]<br /><br />Toc! Toc! È permesso? <br />Era il figlio del carabiniere <br />professore di mestiere <br />una barbetta liscia <br />che parlando gli cresceva <br />e attaccò: «Ecché ce pozze' fà <br />si a Natale triste me sent'e! <br />Cchiù a ggent'ammuina fà. <br />Cchiù me vene re criticà» .<br /> <br />L’Uomo Nero lo rianimò<br />gli offrì un caffè e canterellò: <br />«Bim, bum, bà! <br />Sì, il mondo finirà <br />ma come non si sa». <br /><br />Riaccese il Magico Specchio. <br />Futuro? No, soltanto buio! <br />Cambiò allora canale. <br />«Frrr! Frrrrrrr!» - <br />fece lo specchio <br />e indietro andò. <br />Apparve una scritta <br />in antica grafia: <br />millenovecento<br />quarantacinque<br />e sei, e sette ...<br /> <br />Seduto accanto a un braciere<br />canterellava ora un anziano<br />sulle spalle un cappottone<br />verde oliva militare:<br /><br />«Mmo vene Natale <br />e je nun tengo denari. <br />M’appicie na pippe <br />e me vad'a ccuccà.<br /> <br />E quenn'é a nott', <br />ca sparen' e bott', <br />m'affacci' a fenest' <br />e me mett'a guardà» .<br /> <br />Lasciava cadere nella brace <br />bucce di mandarino <br />che davano il loro buon’odore<br />mentre la moglie in cucina <br />friggeva zeppole, curava il sugo <br />con le vongole; e chiedeva aiuto <br />per tagliare il capitone. <br /><br />L'Uomo Nero tacque e lasciò <br />il professore ai suoi ricordi.<br /><br />Due ragazzi preparavano il presepio. <br />Prima si andava per legni e chiodi. <br />Poi si spostava il tavolo sotto il muro. <br />Prima di legno lo scheletro di monti e grotta. <br />Poi si copriva con carta da pacchi. <br />E poi, per la neve, si spruzzava la calce. <br />E poi si metteva il muschio. <br />E poi i pastori di gesso. <br />E nella grotta una lampadina. <br />E uno specchio faceva da lago. <br />E carta stagnola per fingere il fiume.<br /><br />E alla fine l'interrogò: <br />«Caro il mio professore <br />a lei, dunque, piace <br />il Natale poverello?».<br /><br />[Continua 3]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-33641543067795511682011-12-23T22:33:40.556+01:002011-12-23T22:33:40.556+01:00E.A. [Continua]
Fiaba natalizia (1977)
Venne Na...E.A. [Continua]<br /><br />Fiaba natalizia (1977)<br /><br /><br />Venne Natale <br />e l'Uomo Nero <br />che stava in una soffitta <br />- dalla finestra solo nebbia - <br />chiuse il giornale <br />ed esclamò: Ci siamo! <br />Ci pigliano per il culo <br />ancora una volta ... <br /><br />Nello Specchio Magico <br />lì, sopra il suo comò <br />si vedeva il mondo <br />come in televisione <br />ma coi fatti veri <br />e senza confusione. <br /><br />Ecco, in piazza Duomo<br />sotto uno striscione <br />stavano gli operai <br />della Lagomarsino. <br /> <br />«Il posto di lavoro?». <br />«È già toccato». <br />«Sull' Albero <br />di Natale <br />sia il padrone <br />impiccato!» <br /><br />E quelli dell’Innocenti? <br />In cassa integrazione <br />imparavano il latino <br />per la disperazione. <br /><br />Bussarono alla porta. <br />L'Uomo Nero spense <br />il suo Specchio <br />e corse ad aprire …<br /> <br />«Pace in terra <br />agli uomini <br />di buona volontà!» <br />- miagolò un prete <br />tondo come Gatto Nerone - <br />«La facciamo ‘sta benedizione? <br />Gesù, Giuseppe e Maria ... <br />Fuori il soldino<br />che scappo via». <br /><br />Svelto l'Uomo Nero <br />schiacciò il pulsante <br />e - click! - nel Magico Specchio <br />tutto splendente, in collegamento <br />via satellite con il paradiso <br />ecco a mezzo busto il Padreterno.<br /> <br />«Porco dio!» <br />- gridò al prete - <br />«Son duemila anni <br />che mio figlio Gesù <br />non nasce più. <br />E tu, Intascaquattrin<br />in giro a spruzzar acqua. <br />Pussa via!» <br /><br />E uno è sistemato! <br />Si fregò le mani <br />l'Uomo Nero <br />anche perché <br />freddo faceva <br />e i termosifoni<br />scaldavano poco. <br /><br />[Continua 2]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-65754181185228637702011-12-23T22:32:33.537+01:002011-12-23T22:32:33.537+01:00Ennio Abate:
Premessa
Il testo che vi mando in a...Ennio Abate:<br /><br />Premessa<br /><br />Il testo che vi mando in allegato appariva nella sua versione originale (del '77)<br />in una raccolta,"Samizdat Colognom", carica di riferimenti a Cologno Monzese, <br />la città di periferia dove abito da tempo e agli immigrati che lì, come me,<br />sono stati/sono "corpi ammucchiati che volevano, vogliono intessere buoni amori".<br /><br />L'ho ripensato e rielaborato in questi ultimi giorni del 2011, ripulendo<br /> la forma di allora, fin troppo immediata e persino trascurata.<br /> Nel tono narrativo fiabesco avevo inserito (contestandolo) <br />accenni di cronaca quotidiana e politica degli anni Settanta.<br />Infanzia e storia, insomma. <br />Ho, limando e correggendo, rispettato il sentimento di fondo: <br />un'amarezza ironica.<br />Da un certo punto in poi (quando?) la ricorrenza del Natale mi ha riproposto<br /> un dilemma che vale anche più in generale per ogni "manifestazione" di desiderio: cedere un po' alla pressione (vitale, ma ambigua, arruffona, sognante)<br /> della gente (qui nella poesia donne e bimbi soprattutto) o insistere a fare il guastafeste <br />(qui è la funzione del professore, in seguito diventato nella mia ricerca "prof Samizdat"; oggi direi: il critico), <br />figura antipaticissima, che scova ideologia e mitologia dove altri vedono soprattutto<br />vita, desiderio, sogno benefico o quantomeno medicina necessaria.<br />C'è chi il dilemma l'ha risolto concedendo, secondo me, sin troppo all'infanzia (o alla "bambinopoli" di cui parlò una volta Majorino).<br />Chì cancellandola senza pietà.<br />La mia scelta del '77 - mi accorgo in questa revisione tardiva -<br />rispettava, per quanto poteva, la dolcezza del mito, ma tentando di non dimenticare mai la storia.<br /><br />[Continua 1]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-3977506247030273692011-12-23T21:54:44.924+01:002011-12-23T21:54:44.924+01:00Lucio Mayoor Tosi:
A natale spuntano le margherit...Lucio Mayoor Tosi:<br /><br />A natale spuntano le margherite<br />le mucche svizzere suonano coi loro batacchi<br />come fa il cucchiaino su questa tazza.<br /><br />Fuori c'è un sole che spacca, preparo la borsa<br />per la piscina scandinava, mi trucco<br />mi specchio e ascolto le parole del TG.<br /><br />La voglia di morire non sta negli ospedali<br />viene prima, viene a vent'anni anche se oggi<br />si vive più a lungo, più a lungo con la voglia<br />di morire. <br /><br />Le margherite sono piene di zucchero<br />preparo la borsa scandinava e ballo <br />con la voglia di morire su questa tazza. <br /><br />A natale spuntano i batacchi sul cucchiaino<br />fuori c'è un sole che ha voglia di morire.<br />Vent'anni, tanto vivono le mucche.<br /><br />Le parole del TG son margherite scandinave<br />fuori c'è un sole che spacca, lo sapevo, ieri sera<br />c'erano stelle intermittenti. <br /><br />Ho sognato che mi morivo tra le braccia<br />perché la borsa da ballo era senza cucchiaino<br />le batterie del cuore erano scariche<br /><br />e non avevo soldi, ne' per comprarne di nuove<br />ne' per rifarmi i denti. Le stelle intermittenti <br />erano senza batacchi e le mucche cagavano <br />nella tazza. <br /><br />Per vivere più a lungo, più a lungo di vent'anni<br />bisogna avere la borsa piena di cucchiaini <br />e poi andare in ospedale dove abita la voglia<br />di vivere. <br /><br />Ti portano la minestra, il prosciutto <br />con gli spinaci svizzeri intanto che il TG<br />racconta fiabe sull'economia dove si parla <br /><br />delle aspettative di vita ormai tanto lunghe <br />che in pensione ci andranno le piscine scandinave<br />a natale, mentre c'è un sole che spacca<br /> <br />e le mucche svizzere preparano la borsa <br />con tanto di tazze e cucchiaini prima di morire <br />dentro, a vent'anni, sul più bello<br /><br />insieme alle margherite.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-57662431982646732922011-12-23T09:52:53.086+01:002011-12-23T09:52:53.086+01:00Ennio grazie del bel regalo che hai voluto farci !...Ennio grazie del bel regalo che hai voluto farci ! Ora aspettiamo la tua Poesia...e fai presto perchè poi è Natale... Ciao EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-7115412439749423402011-12-22T21:06:41.973+01:002011-12-22T21:06:41.973+01:00Passiamo il Natale con gente della quale faremmo v...Passiamo il Natale con gente della quale faremmo volentieri a meno e gli amici coi quali vorremmo passarlo ti sono lontani a fare anch'essi la stessa cosa. Il Natale che c'è dentro di me sarà così mio e così bello e nessuno saprà quanto.Emy<br />P.s.: Siamo sinceri e Buone Feste. <br /><br />Scusate ho corretto il testo ma non so come annullare il precedente Ennio puoi farlo tu? GrazieAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-12645874815873130482011-12-22T16:56:32.887+01:002011-12-22T16:56:32.887+01:00Uova di quaglia in salsa rosa
incipit delicato al ...Uova di quaglia in salsa rosa<br />incipit delicato al Cenone di Capodanno.<br />Per l’occasione indosserò<br />il tubino nero<br />che ti piaceva tanto.<br /><br />La tavola è un incanto,<br />gli ori dei bicchieri pronti alle bollicine<br />per gli auguri fra l’edera e il rosso<br />delle mele.<br /><br />Noi come automi recitiamo la scena<br />come nulla fosse accaduto:<br />non posti vuoti a tavola<br />nessuno che si aggrappi da fuori alle finestre;<br /><br />filiere di memorie giacciono nel sottoscala<br />con gli scatoloni vuoti dei regali<br />anonimi ora e inutili<br />come mi sento io in questa mascherata<br />di obbligatoria felicità.<br /><br />Rita SimonittoAnonymousnoreply@blogger.com