tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post3638338984934449893..comments2024-02-22T09:32:06.341+01:00Comments on MOLTINPOESIA : Giorgio LinguaglossaRitornare sulla poesia dell'essenzialità di Tomas TranströmerMoltinpoesiahttp://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comBlogger13125tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-40295472540685634682012-11-06T10:34:51.462+01:002012-11-06T10:34:51.462+01:00la logica è la grammatica profonda del linguaggio,...la logica è la grammatica profonda del linguaggio, al di là della sua grammatica concettuale che ne è la sintassi. È Essa che pone in evidenza le relazioni di senso (che non si dicono in quel che si dice ma che si mostrano, e che ciascuno è in grado di comprendere in quanto semplice utilizzatore di lingua naturale).<br />Il linguaggio poetico è la tematizzazione esplicita di ciò che è contenuto nel linguaggio naturale; per cui il secondo viene prima del primo. È un linguaggio in quanto scritto, decontestualizzato, in cui tutto è chiaro, univoco, intelligibile da subito perché costruito per questo scopo. Esso è il prodotto della riflessione del linguaggio su se stesso, l'esplicitazione delle sue strutture di senso soggiacenti alle relazioni dei parlanti immersi nel linguaggio naturale.<br />Dal linguaggio relazionale del linguaggio naturale al linguaggio poetico c'è una frattura e un passo, un salto e un ponte.<br />La problematizzazione del linguaggio poetico si esprime (quale suo luogo naturale) in metafore e immagini. Tutto il resto appartiene al discorsivo-assertorio che serve ad unire una immagine all'altra, una metafora all'altra. A rigore, si può sostenere che un linguaggio poetico privo di metafore e immagini non è un linguaggio poetico. e con questo scopriamo l'acqua calda, ma è indispensabile ripeterlo adesso in tempi di semplicismo filosofico-poetico.<br />Lo scetticismo - che data da "Satura" (1971) - in giù nella poesia it. e non solo, ha dato i suoi frutti avvelenati: ha ridotto la poesia it. ad ancella dei mezzi di comunicazione di massa, ad un surrogato di essi; l'ha resa sostanzialmetne un linguaggio non differenziato da quello della comunicazione.<br />Che nessun poeta it. da "Satura" in giù sia degno di stare allo stesso livello di un Tranströmer deriva da questo nodo non sciolto dell'Istituzione poesia così come si è solidificata oggi in Italia. La poesia che si fa oggi in It. è un linguaggio ingessato (nel migliore dei casi) e un linguaggio comunicazionale (nel peggiore).giorgio linguaglossahttps://www.blogger.com/profile/15496613805588057103noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-89661008692368075872012-11-05T13:15:40.977+01:002012-11-05T13:15:40.977+01:00Ma prima parlate di STORIA e poi cadete nella pozz...Ma prima parlate di STORIA e poi cadete nella pozzanghera degli elogi degli altri? Ha ragione Emy, noi apparteniamo al BRUTTO della nostra storia. I poeti italiano esprimono il momento attuale che non è peggiore dell’ ipocrisia svedese. Là si salvano le apparenze un po’ meglio perchè ci sono stagioni buie più lunghe e l’inconscio balza fuori più facilmente con le sue METAFORE.<br />Laura <br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-92133499702288806522012-11-05T12:50:40.379+01:002012-11-05T12:50:40.379+01:00A Linguaglossa:
tutto cio' che è interpretazi...A Linguaglossa:<br /><br />tutto cio' che è interpretazione di difficile comprensione in poesia, o comunque nell'arte in genere, ha sempre interessato i critici e tutti coloro che ricercano la validià di un'opera. L'essere comprensibili dunque,potrebbe fa scadere unn'opera o addirittura annullare il suo valore?.Mi sembra d'aver capito che l' estetica, mi pare sia il valore fondamentale della poesia di Transtromer che è imparagonabile a quella di altri poeti del tardo novecento, il momento storico , pare influisca anche sull'estetica e mi pare giusto, ma se il momento storico che stiamo vivendo influisce negativamente sulla nostra poesia (italiana), mi vuole spiegare perchè anche sulla miseria storica , un poeta non dovrebbe riuscire a dare poesia di alto valore? Solo perchè sarebbe schiavo del momento politico, oppure per lo svuotamento delle sue capacità dovuto ad una pigrizia mentale e spirituale riguardo la ricerca? Stento a crederci. Forse è più onesto dire che secondo questo punto di vista, i poeti non sono più poeti, ma qualcos'altro che non oso definire per rispetto verso tutti coloro che s'impegano seriamente in poesia. Vorrei sentire il suo od altri pareri. La ringrazio . EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-49996891811448139102012-11-05T11:50:52.191+01:002012-11-05T11:50:52.191+01:00Caro Ennio Abate,
io dico semplicemente che il di...Caro Ennio Abate,<br /><br />io dico semplicemente che il discorso poetico che si è configurato in Italia nel secondo Novecento ci ha lasciati ciechi e orbi rispetto ad altre tradizioni di poesia, rispetto ad altri modi di intendere la poesia; il fatto che Tranströmer non venga inteso in Italia ne è la riprova, è la conferma che la poesia it. da Sereni Giudici e Sanguineti in giù è una poesia di derivazione minoritaria. Tutta la poesia degli ultimi decenni del Novecento è epigonica e minoritaria (se vista nel quadro europeo). Tranströmer rispetto a Sereni o un Giudici è come paragonare un gigante ad un pigmeo. Bisogna quindi ripartire da una poesia che punta sul coefficiente altissimo di una poesia metaforica. Ecco il consiglio che mi sento di dare a chi voglia fare poesia di livello europeo in Italia; bisogna tornare alle nostre radici, ripartire da Ripellino, Ennio Flaiano fino a Maria Rosaria Madonna. So di dire cose difficili da digerire e accettare. La poesia da enigmistica e da soffio cardiaco che va oggi di moda in Italia (in specie delle donne Mariangela Gualtieri, Anedda etc.), la poesia da doping sentimentale, è, letteralmetne, qualcosa che non posso che rigettare al mittente: sono fatti privati che interessano soltanto un guardone, un voyer... non possono interessare alcun pubblico esigente ed evoluto. Sono modi di poesia minoritari se li consideriamo, ripeto, nel quadro europeo.<br />Una precisazione: la poesia va interrogata, alla poesia non bisogna chiedere Nulla... ma non per una sua presunta "superiorità" ma proprio perché essa rimane muta e sorda di fronte alle richieste di chi vuole applicarLe la stampigliatura del prezzo, del sublime, del desublimato etc. Ma il fatto è che per INTERROGARE la poesia occorre possedere una DOMANDA da porle; è la DOMANDA che fa squillare la RISPOSTA della poesia, non la richiesta. E anche la richiesta di voler sapere a che cosa serva la poesia è piuttosto indice di una mentalità borghese e impiegatizia, come se noi dicessimo a un matematico a che cosa servano queglle strane equazioni con otto incognite. A tali richieste non c'è risposta plausibile e possibile, tranne uno squillante silenzio. Se ci chiediamo a che cosa serva una immagine della poesia di Transtromer, l'unica risposta possibile è il silenzio.<br /><br />giorgio linguaglossahttps://www.blogger.com/profile/15496613805588057103noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-13536316410298944462012-11-04T00:05:40.098+01:002012-11-04T00:05:40.098+01:00Millenovecentocinquanta anni
il sole salì all'...<br />Millenovecentocinquanta anni<br />il sole salì all'orizzonte<br />ma un febbraio luminoso<br />accecò una madre.<br /><br />EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-59294687891541202702012-11-03T13:25:44.856+01:002012-11-03T13:25:44.856+01:00Ormai non si può più, ma il perché lo chiederei a ...Ormai non si può più, ma il perché lo chiederei a Raboni, e a qualcun altro magari meno importante di lui, come Antonio Porta. Non certo il Raboni-critico, ma il Raboni -"poeta di inezie" (così lo definì Carmelo Bene), e al Raboni-potente che, come sempre succede, si portava appresso schiere di poeti affamati di gloria, ben contenti di seppellire lo sperimentalismo per tornare in fretta a quelle inezie, appunto, che oggi vengon dette minimalismo. Comunque, siccome Raboni non lo si tocca nemmeno oggi, non c'è ragione di sorprendersi per la mancanza di linguaggio metaforico e altro. L'appiattimento è ancora in corso ( sono le 13,07 di sabato 3 nov). <br />Comunque mi fa piacere che condividiate quanto ho scritto sul rapporto conscio-inconscio in tema di Tomas Tranströmer, si vede che comincio a capirne. E ringrazio Francesca Diano per aver fatto cenno alla sua attività di psicologo, dettaglio per niente secondario. Inoltre vorrei dire che in poesia non tutto è metafora, che chiamiamo in questo modo ciò che altrimenti non potremmo definire, che se anche fossero metafore non andrebbero comunque lette come fossero mattoni che volendo si possono comporre e scomporre. Se scomposte non sono più niente, se ricomposte diversamente diocenescapi. L'esempio scellerato ce lo offrono proprio le mappature a cui fa cenno Linguaglossa, quel 50 e 50% trattano i versi come se davvero per Tranströmer avesse qualche valore la separazione tra un universo e l'altro ( fatto di cui era pienamente consapevole). Mentre qui servirebbe un ripasso di geometria iperbolica. <br />mayoorAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-661970591972332212012-11-03T11:30:17.884+01:002012-11-03T11:30:17.884+01:00gent.mi lettori,
...la metafora in Tranströmer è ...gent.mi lettori,<br /><br />...la metafora in Tranströmer è un prisma con tante facce che si riflettono l'una con l'altra, ma un prisma del tutto particolare perché l'interno e l'esterno del prisma sono entità confinanti con l'ignoto. Voglio dire che nel poeta svedese non si trova la costruzione tipo metafora ingenua o primitiva (ad es. "gamba del tavolo") ma abbondano invece le metafore che io chiamo «complesse», dove l'interno e l'esterno, il prima e il dopo sono inestricabilmente connesse. Ecco la difficoltà che si presenta al traduttore che voglia tradurre la poesia di Tranströmer in un'altra lingua! - Voglio dire, in altri termini, che quello che fa la differenza tra un poeta e l'altro è proprio il quantum di metafore impiegato, e lo sviluppo direzionale adottato. Ecco, direi che la procedura metaforica di Tranströmer gli consente una vastissima gamma di direzioni significative del tutto impreviste e imprevedibili, per cui la ricostruzione ermeneutica che il lettore fa quando legge la sua poesia è qualcosa di molto simile alla riscrittura della poesia, che viene riscritta nella mente del lettore e rivissuta proprio attraverso la inusitata tecnologia della «metafora cineticamente complessa». Si può anche capire adesso il perché poeti di livello mondiale come Brodskij, Bei Dao, Seamus Heaney e Derek Walcott abbiano ammesso i reciproci debiti rispetto al poeta svedese. Di fatto Tranströmer usa il linguaggio come un ricercatore di chimica usa gli elementi di base con cui fabbrica un nuovo tipo di plastica; il poeta svedese dimostra che è possibile fare una poesia che ha al centro della propria procedura la «metafora complessa» legata al tempo e allo sviluppo dello spazio; le metafore sono impiegate come i vagoni di un treno: stanno una di seguito all'altra e, molto spesso, una dentro l'altra, si illuminano a vicenda e si oscurano a vicenda, perché l'atto della comprensione è come un lampo che esiste per un attimo e poi si spegne nel mare oscuro dell'inconscio. Una mappatura base delle immagini preferite e più ricorrenti nella poesia del Nobel svedese dimostrerebbe che esse provengono al 50% dal mondo ctonio (dell'inconscio) e per il restante 50% dal mondo solare (della sfera della coscienza), entrambe inestricabilmente correlate e intrecciate.<br />Leggendo questa poesia si può capire fino a quale punto invece la poesia it. del secondo Novecento sia lontana da questo tipo di procedura (con la sua preferenza per il discorso analitico-razionale e la disposizione lineare del discorso), e quindi quanto essa sia arretrata rispetto alle esperienze più evolute della poesia di livello europeo. Sono almeno due decenni che con la mia analisi critica tento di rivalutare una poesia che ristabilisca al centro della propria procedura la metafora complessa e l'immagine, ma mi sono dovuto scontrare con una generale ottusità e impermeabilità... Eppure il discorso è da riprendere: perché non ripartire dalla poesia di un Ripellino anziché partire dalla poesia razionale analitica di un Sereni o di un Giudici in versione piccolo-borghese? Perché in Italia è accaduto questo fenomeno? Perché in Italia parlare di una poesia metaforica e di immagini è diventato una eresia?giorgio linguaglossahttps://www.blogger.com/profile/15496613805588057103noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-53168306991327183932012-11-03T11:06:08.949+01:002012-11-03T11:06:08.949+01:00In effetti quel verso ha l'aria di essere stat...In effetti quel verso ha l'aria di essere stato tradotto in modo poco chiaro. Anche a me verrebbe da pensare a un muro concavo, ma lo stesso rimane poco elegante. Ho cercato di trovare sul web la traduzione inglese di questo testo per vedere come era stato reso, ma non l'ho trovato. <br />Il problema, nel dover valutare un testo poetico tradotto da una lingua che non si conosce, in questo caso lo svedese, sta tutto nel filtro che è il traduttore. Per la poesia poi è davvero enorme il problema. <br />Un mio amico svedese mi ha detto che la lingua poetica di Tranströmer ha una musicalità intensissima e questo, ovviamente, nella traduzione, soprattutto se chi traduce non ha la capacità di trovare nella propria lingua una diversa, ma presente musicalità, è una grande perdita. <br />Il discorso sulla forte musicalità della lingua di Tranströmer è anche legato al fatto che lui è musicista.<br />Ma un altro aspetto che penso sia importante considerare è che Tranströmer è anche uno psicologo che ha esercitato con passione e questi tre aspetti, della poesia, della musica e dell'analisi del profondo, sono strettamente legati nella sua vita.<br />In una sua intervista ha detto che per lui le immagini sono molto importanti. "La mia è una memoria molto visiva. Ho immagini anche astratte."<br /><br />Da un'intervista a Maria Cristina Lombardi come risposta alla domanda su cosa possiamo imparare da lui: "Una grande onestà intellettuale e una grande modestia. La pregnanza della parola detta e l’importanza del silenzio fra le parole; addirittura i silenzi nella musica: la nostra attenzione deve andare a ciò che non si vede. In un momento come questo in cui la parola spesso è abusata, nella pubblicità e nella politica, invece ci chiama a una maggiore attenzione a ciò che veramente è importante. Non parole vuote, ma piene di significato, come spesso avviene."<br /><br />Mi viene da fare una riflessione su quello che avevo detto della poesia, che tra tutte le arti è quella che più si avvicina al silenzio. Dopo l'ictus Tranströmer non può più parlare, ma ancora riesce a suonare e a scrivere con la sinistra. Ecco, questo silenzio è essenziale.Francesca Dianohttp://www.emiliashop.wordpress.comnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-20802474501952193472012-11-02T18:38:10.131+01:002012-11-02T18:38:10.131+01:00Mayoor, io ci provo: forse dal dentro non andava b...Mayoor, io ci provo: forse dal dentro non andava bene perchè il muro non ha interno ma è posto all'esterno , nel dentro neanche, perchè nulla si vedrebbe , in dentro mi fa pensare ad una curva, un punto seminascosto a qualcosa da scoprire di una superficie non lineare... una scritta di rabbia, una protesta,una bestemmia, un grido. Mah, comunque è molto bello pensarci, al traduttore spetta un gran compito ma anche una gran piacere , quasi un enigma da risolvere. Ciao Poeta .Emy Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-85647037892240842482012-11-02T17:22:27.075+01:002012-11-02T17:22:27.075+01:00... non conoscendo il norvegese non posso dire nul...... non conoscendo il norvegese non posso dire nulla sulla traduzione, ma qualcuno mi sa spiegare il senso della ricostruzione italiana del verso "La silenziosa rabbia scarabocchia sul muro in dentro"? <br />mayoorAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-91340506422676056112012-11-02T17:17:59.241+01:002012-11-02T17:17:59.241+01:00A Linguaglossa:
Riempie lo sguardo e poi l'an...A Linguaglossa:<br /><br />Riempie lo sguardo e poi l'animo, è ciò che preferisco in poesia, ma devo leggerlo molto ancora per capire, forse lei o altri potranno spiegarmi meglio di quanto io abbia capito, per esempio la poesia -Meditazione agitata- . Grazie e complimenti per la scelta. Per quanto riguarda il Nobel ho sempre avuto dei dubbi su questa scelta , ma sono sicuramente miseri dubbi di una che per la poesia ha solo una grande passione. EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-23511289623320643092012-11-02T16:58:50.500+01:002012-11-02T16:58:50.500+01:00Avevamo già discusso del poeta Tomas Tranströmer, ...Avevamo già discusso del poeta Tomas Tranströmer, qualche tempo fa. Da allora mi è rimasta l'impressione che i termini che si sono adottati per definire e meglio comprendere la sua poesia siano insufficienti. Anche quando si fa ricorso al surrealismo, o quando si cerca di richiamare nell'ordine delle metafore il particolare linguaggio delle sue visioni. A me sembra che Tomas Tranströmer interpreti il reale utilizzando le parole allo stesso modo con cui un cinese usa le bacchette per cibarsi. Inutile tentare linguaggi d'altra provenienza, le sue non sono normali posate, e anche il cibo sembra cucinato diversamente. Entra ed esce dall'inconscio come non esistessero confini, e non vi ci sofferma neanche per un istante perché non lo definisce (è la parte conscia della mente che definisce l'inconscio, l'inconscio è continuità e non de-finisce nulla). Eppure il reale non ne risente, non si trasforma, non cambia per l'interpretazione, ma si evidenzia meglio che nella più spietata delle analisi. Capisco che non gliene importi dello sperimentalismo, lo sperimentalismo in fondo ha radici razionali, e spesso insegue rivalse estetiche. Tantomeno la poesia civile che in qualche modo è premeditata e si prefigge uno scopo. Secondo me è puro talento generato da una particolare postura mentale, che non è sconosciuta ai poeti (e forse nemmeno ai non poeti) e sta tra la veglia e il sonno, in quel breve istante in cui la mente lascia aperte tutte le sue possibilità.<br />mayoorAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-90095009818478377842012-10-31T11:22:01.602+01:002012-10-31T11:22:01.602+01:00Molto grata a Linguaglossa per aver scelto le bell...Molto grata a Linguaglossa per aver scelto le belle traduzioni di due bravissimi traduttori, che hanno lavorato sul testo svedese e non sulle traduzioni in inglese, come altri hanno fatto senza per altro ammetterlo, nemmeno se scoperto il trucchetto. Tranströmer è davvero un maestro, proprio per il suo isolamento, che lo ha guidato lungo vie ad altri invisibili o abbandonate perché ritenute obsolete, senza vederne il bagliore davvero boreale. Eppure continuatore, seppure in forme diverse, di quel filone che André Gide definì di "una corda tesa nelle tenebre", di quella "bellezza ferita" di cui Pär Lagerkvist, l'altro grande poeta e narratore svedese, premio Nobel nel 1951 è stato padre e maestro.<br />Francesca Dianohttp://www.emiliashop.wordpress.comnoreply@blogger.com