tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post7124103972185880106..comments2024-02-22T09:32:06.341+01:00Comments on MOLTINPOESIA : Lorenzo Pezzato Altre osservazioni su"Per una poesia esodante"di Ennio AbateMoltinpoesiahttp://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comBlogger38125tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-45974549934962651732012-08-13T17:00:56.593+02:002012-08-13T17:00:56.593+02:00A Rita:
Partendo dal presupposto che uno quando è...A Rita:<br /><br />Partendo dal presupposto che uno quando è cretino non sa di esserlo e forse si vanta anche della sua condizione e magari si permette anche di tramandare le proprie idee con tutte le forze che ha in corpo,mi fa escludere il fatto che possa combattere la sua cretineria. Per quanto riguarda invece la parte "cretina" che c'è in noi ,come tu la chiami, la potremmo anche combattere, ma siamo sicuri che forse una parte non si debba conservare, per i momenti in cui la saggezza, l'intelligenza, il buon senso, la razionalità , cedono e noi dobbiamo comunque sopravvivere o addirittura ritornare a vivere? Io dico che se tutti noi abbiamo una parte "cretina" significa che sicuramente ne abbiamo bisogno.Tu o qualcun'altro non l'avete ma sperimentato? Ciao .Emy Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-22351412964249487522012-08-13T16:39:14.541+02:002012-08-13T16:39:14.541+02:00Ah Rò! Anch'io somatizzo allo stesso modo, ma...<br />Ah Rò! Anch'io somatizzo allo stesso modo, ma non giova a nessuno nè a ma nè agli altri, il potere comunque lo si eserciti mi fa paura , rabbia e un po' schifo. Oggi ho visto nascere delle piccole rondinelle , e questa è la terza covata , sotto la trave del mio tetto; sono certa che l'anno prossimo torneranno tutte quante e questo mi fa capire quanto valga la gioia di vivere! Ciao Bum Bum Emy Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-74575350414668967852012-08-13T10:48:57.208+02:002012-08-13T10:48:57.208+02:00in realtà però , se proprio devo dirtelo, io mi se...in realtà però , se proprio devo dirtelo, io mi sento moooolto manovrata, perché le grandi manovre dei poteri dominanti tanto quanto dei contropoteri di chi vorrebbe il potere dei primi, non mi appartiene ma ha determinato e determina una realtà fisica che mi fa cagare.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17558299591081066201noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-51304016505100915052012-08-13T10:46:18.609+02:002012-08-13T10:46:18.609+02:00Non ti ho sollevato dubbi sulle tue personali capa...Non ti ho sollevato dubbi sulle tue personali capacità o incapacità a sentirti o meno manovrata, ma domande plurali...l'interferenza, questo voleva essere tanto che se il plurale si fosse posto nei secoli delle non rivoluzioni, cosa gli avevano fatto passare per rivoluzione ( comprese quelle scolorate piu recente arabe) , non saremmo ancora qui a non intenderci né daun punto di vista cuore, nè da un punto di vista cervello.<br /><br />Tam tam...bum bum ..bacchette e fruste a TE!<br />:-)))<br />ròAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/17558299591081066201noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-16107952126113766842012-08-13T10:32:22.439+02:002012-08-13T10:32:22.439+02:00Risposta sul modello FB più che da Blog, ma mi sem...Risposta sul modello FB più che da Blog, ma mi sembrava doverosa(e mi scuso per lo spazio preso).<br />Cara Emy,<br />Sul mio libro le citazioni erano due.<br />L'una, quella che hai riportato tu, fa riferimento ad una circolarità importante io/noi ma che , espressa in quel modo, può adombrare una relazione chiusa, come se il mondo dentro del sè fosse 'finito' e 'conosciuto' e gli altri fossero necessari per scoprirlo e portarlo alla luce, come fossero dei maieuti. E, in parte, è così.<br />L'altra, di E. Canetti (La rapidità dello spirito, Adelphi)suppone una spirale.Una spirale aperta in verticale e legata al continuo confronto che il soggetto fa fra ciò che sa e ciò che 'ancora' non sa:<br />"E' meraviglioso pensare che si è intrisi di segreti. La cosa più bella che ci sia nell'imparare è che moltiplica i segreti".<br />Infine: non necessariamente il sentirsi umiliato passa attraverso una 'reale' esperienza di umiliazione e sopraffazione. Ci sono dei vissuti 'soggettivi' che sono veicolati da una interpretazione 'distorta' della realtà fattuale. Prendilo solo a mo' di esempio: quando tu affermi *La mia parte che tu definisci 'cretina' io la chiamo insicurezza' che cerco [...] di combattere*, io non ho mai dato questa definizione 'specifica', non posso 'conoscere' la tua parte 'cretina' e quindi non la posso nominare. Ho detto soltanto che ognuno di noi ce l'ha. Se tu la chiami insicurezza si tratta di un'altra cosa e rischi di fare confusione. Perchè l'insicurezza va accolta e trasformata e non combattuta, come dici tu, mentre è la parte cretina che va conosciuta e 'combattuta', o, per dire meglio, 'tenuta a bada' perchè non dilaghi.<br />Un abbraccio.<br />Rita S.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-58229892474951783182012-08-13T09:18:59.329+02:002012-08-13T09:18:59.329+02:00A Rò:
Ciao ,
non mi sento manovrata, assolutament...A Rò:<br /><br />Ciao ,<br />non mi sento manovrata, assolutamente , altrimenti non risponderei neppure a chi ho risposto. Voglio , come sempre essere dalla parte di chi per un motivo o per un altro esprime le proprie idee ,anche quelle che comprendono le debolezze umane, e qui mi pare che quasi nessuno riconosca le proprie. In poesia se non consideri anche questo aspetto il "nuovo" sarà nullità e nessuno avrà capito il nostro tempo, ma proprio nessuno. Ciao con il mio Bum Bum . EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-25569455337670015202012-08-13T09:06:49.007+02:002012-08-13T09:06:49.007+02:00Emy ..permettimi un'interferenza, sicuramente ...Emy ..permettimi un'interferenza, sicuramente non risolutiva ma almeno "c'ho provato" ..da cretina , of course eh eh eh .-)<br /><br />Il punto di non dialogo , anche se interessantissimo e importantissimo lo sforzo di ogni componente che leggo, è questo:<br />tu o i milioni come te(ma anche come me e non credere così pure i vari piu consapevoli), non ha analizzato abbastanza a quale livello di sofisticazione è giunto quell'insieme di poteri della dominazione e del controllo sociale, anti-uomo e anti natura, tanto da ingannare milioni su milioni di "sognatrici e sognatori" infiltrando in ogni buco del pianeta chi sembra, chi ha sembianze di sviluppo della vera vita sul pianeta stesso. Gli stessi " scienziati" delle piccole minoranze sociopolitiche non parlano in modo altrettanto scientifico ai " cretini" per consegnare loro un quadro come quelli elettrici dei circuiti effettivi, apri e chiudi, zero uno, dei funzionamenti della realtà visibile tramite il decoder di quella invisibile.<br /><br />Esempio, l'appunto che ti faceva Ennio, sul fatto che le mitiche rivoluzioni, le hanno sempre fatte bere di ciofeche per le masse ( quelle in base alle quali le facevano o le faranno "i poveri" o "gli oppressi" o " i deboli" ), è qualcosa che doveva ricevere, sia da parte sua nell'illustrarti, sia da parte tua nel chiedere, qualcosa che aiutasse tutte le componenti del simposio a interiorizzare meglio , anche sul piano poetico politico, una durezza "oscena" tanto del comportamento dell'èlite intellettuale quanto di chi da essa, pochi, manovrato, molti.<br /><br />la consapevolezza del" cretino" del basso, sarà rivoluzionaria quando riuscirà a penetrare gli effettivi meccanismi che hanno fatto il passato e che aumentati di volume, fosse solo per i miliardi in piu sul pianeta da controllare, stanno amplificando il grande inganno che già di per sé contiene la realtà in uan visione trascendentale, quella da cui peraltro al tuo richiamo "madre", natura o uomo o vita.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17558299591081066201noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-30844760689671264812012-08-13T08:16:08.346+02:002012-08-13T08:16:08.346+02:00a Rita:
vorrei anche dirti una piccola ma grande...a Rita:<br /><br />vorrei anche dirti una piccola ma grande cosa .<br /><br />Dal tuo libro -A prestito- sulla prima pagina si legge:<br /><br />"L'uomo scopre nel mondo solo quello che ha già dentro di sè;ma ha bisogno del mondo per scoprire quello che ha dentro di sè..." (H.Von Hofmannsthal, il libro degli amici, Adelphi).<br /><br />EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-52721859034936155412012-08-13T07:30:00.923+02:002012-08-13T07:30:00.923+02:00A Rita:
grazie per avermi risposto, ma vorrei agg...A Rita:<br /><br />grazie per avermi risposto, ma vorrei aggiungere che se chi crede di essere umiliato e discriminato è un cretino, io non ci sto mi sentirei razzista. Chi si sente umiliato e discriminato è perchè qualcun altro (e sono tanti)l'ha indotto a sentirsi tale. Certo poi ci sono quelli che hanno mollato , non trovano la strada per uscire dalla indifferenza , ma anche questi non li chiamerei cretini, assolutamente no. Beato chi non è mai stato "cretino", chi non interpreta mai le cose a suo sfavore, Egli avrà sempre la capacità di selezionare il grano dal loglio e vivrà felice con tutti quelli come lui. La mia parte che tu definisci"cretina" io la chiamo "insicurezza "<br />che cerco ogni giorno di combattere, sicuramente, e che spesso riesco a sconfiggere quando trovo persone che la sanno ascoltare. Un caro saluto EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-69379119802018630232012-08-13T01:05:18.477+02:002012-08-13T01:05:18.477+02:00Cara Emy, mi hai chiamata in causa e ti rispondo a...Cara Emy, mi hai chiamata in causa e ti rispondo anche se è difficile farlo in poche righe.<br />Dare del cretino *a chi non è in grado di rialzarsi o di affrontare un discorso al di fuori delle sue possibilità*, è già indice di cretineria.<br />Cretino non è l’antitetico di intelligente: anche una persona intelligente può essere ‘cretina’ quando usa la sua intelligenza non per capire ma per sopraffare, pensando di avere la verità in tasca.<br />E, detto questo, dobbiamo riconoscere che siamo tutti un po’ ‘cretini’, siamo tutti un po’ infantili perché ognuno di noi ha un ‘io’, più o meno narciso, più o meno maturo e disposto a sacrificare una parte di sé per entrare in contatto con l’altro.<br />Un punto cruciale consiste nel vedere quanto è esteso questo *un po’* e quanto dominio ha sulla nostra mente, sulle nostre scelte. Quanto ci rende ‘testardamente ottusi’ anche di fronte alle evidenze più conclamate. Tant’è che corre il detto “Meglio una persona cattiva che una persona cretina. Almeno la persona cattiva ogni tanto si riposa, mentre la persona cretina non si riposa mai”. A parte questa battuta ‘crudele’, chi è (o fa il) cretino si sta difendendo per evitare la sofferenza di una presa di coscienza. E lo posso ‘capire’, ma non posso certo farmi trascinare nel gorgo con lui. E i ‘cretini’ hanno questa peculiarità di tirarti giù, perché hanno un contenzioso con chi ne sa di più, temono sempre di essere discriminati, umiliati. Temono le differenze di gradiente perché le interpretano sempre a loro sfavore: e allora tutti giù per terra! Molte volte, pensando di bay-passare l’umiliazione, fanno alleanze scriteriate identificandosi con i vari 'guru’ del momento.<br />E’ importante dunque la consapevolezza della presenza di questa parte ‘cretina’ dentro ognuno di noi, della sua forza, della sua operatività e di quello che si può fare per non farla proliferare, perché è proprio una gramigna.<br />In farmacopea, gli infusi di gramigna sono molto salutari, ma nei campi devastano le parti sane della coltivazione. Anche le sacre scritture invitano ad esercitare la capacità di selezionare il grano dal loglio, e questo senza pre-concetto alcuno.<br />Un caro saluto.<br />Rita S.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-46259381866384857992012-08-12T23:23:30.444+02:002012-08-12T23:23:30.444+02:00A Rita:
se dobbiamo considerare l'io/noi dobbi...A Rita:<br />se dobbiamo considerare l'io/noi dobbiamo coinvolgere anche i "cretini" altrimenti che "noi"sarebbe? E poi fateci un esempio, chi sono questi cretini? Cosa fanno di diverso da voi o da noi? La poesia è e deve essere per tutti ,chi non la vorrà accettare o vorrà sottovalutare la sua importanza non la leggerà. come sempre è stato. Dare del cretino a chi non è in grado di rialzarsi o di affrontare un discorso al di fuori delle sue possibilità è troppo facile se non addirittura penoso. EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-78611946795487745292012-08-12T20:39:01.876+02:002012-08-12T20:39:01.876+02:00@ Emy e @ G. Cornacchia, tanto per fare 'tris&...@ Emy e @ G. Cornacchia, tanto per fare 'tris'<br /><br />Giocherelli<br /><br />Dorme la luna posata sul balcone<br />messa di sguincio ma non le importa niente;<br />temo possa saltare il cornicione,<br />lei mi guarda e sospira “deficiente”.<br /><br />Eppure sere addietro là sul ponte<br />stava facendo a gara coi lampioni<br />sembrò che scomparisse all’orizzonte:<br />tutto si spense e mi trovai carponi.<br /><br />bye,bye<br />R.S.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-16360756094909967412012-08-12T19:51:15.348+02:002012-08-12T19:51:15.348+02:00da Rita Simonitto
Mi interessano troppo questi pun...da Rita Simonitto<br />Mi interessano troppo questi punti per permettermi di farmeli sfuggire e di farli sfuggire agli altri (repetita juvant); anche perché non voglio far parte (da consapevole) di quell’opera di diseducazione che (da inconsapevole) posso aver portato avanti.<br />Punto primo:<br />- Non sappiamo * per quali cunicoli occulti comunichino le diverse età dell’uomo, il mondo della realtà e quello del desiderio, e come ognuno di noi sia composto di morti e di venturi, dunque attraversato da una corresponsabilità universale*. (Fortini)<br /> Quindi, anche se noi non ne abbiamo la percezione, esistono queste comunicazioni, ragion per cui non possiamo affermare che quella lingua che permetteva ancora di intendersi * anche quando si era avversari o la si pensava diversamente* non è *ora morta e di sconfitti* (Ennio) ma può avere ancora delle ramificazioni, proprio per quanto affermato sopra.<br /> A condizione però che gli sconfitti analizzino a fondo alcuni paradigmi. Se si continua a pensare che *..i ”cretini” sono la - legittima - maggioranza assoluta dell’umanità.. E’ con e per i “cretini” che dopotutto si fanno quelle rivoluzioni di cui si è parlato finora...”, bisognerà pur tener conto del fatto che è più facile che la maggioranza abbia la forza di trascinare giù al suo livello (di “cretini”), più di quanta ne abbia la minoranza di tirare su. <br />Punto secondo.<br />L’importanza della poesia in quanto essa c’entra non solo con la politica, con l’economia, le guerre, ma anche col «povero lettore». La poesia permette di *andare a vedere*, come dice Ennio, una realtà, un “fuori” che è in metamorfosi e *non sappiamo con sicurezza né che «è nulla» né che è “qualcosa”. E io non escluderei nessuna delle due strade, del resto “vecchie”: quelle della soggettività, che a un certo punto può incontrare anche il “reale”, e quella della oggettività, che pretende di afferrarlo mettendo tra parentesi la soggettività*.<br />Attraverso la poesia, dunque, si può tornare a riproblematizzare il reale, cercando - con parole più semplici - di ritrovare una corrispondenza più esatta e controllabile dagli stessi lettori tra le parole e le cose.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-35478370192587617062012-08-12T18:16:02.166+02:002012-08-12T18:16:02.166+02:00A Ennio:
Secondo te negare che ci siano Stati dem...A Ennio:<br /> Secondo te negare che ci siano Stati democratici a cosa servirebbe se non ad iniziare una rivolta , constatare che siamo in un mondo di sfruttati e di sfruttatori porta ad una maturità tale da poter cambiare le cose? E poi sono io una sognatrice! Tu da cosa partiresti per cambiare le cose e le idee? Hai una soluzione oggi e ripeto oggi che possa sfociare in qualcosa che non sia rovinoso per poi ricominciare? Io trovo che una via d'uscita oltre la rivoluzione sarebbe coltivare l'amore per il prossimo compresa la natura , ma questo è sì un grande sogno in cui vorrei credere ma tutti mi prendono per pazza quando faccio questi discorsi. Siamo tutti nello stesso pozzo in attesa che qualcuno ci tiri su e ci salvi, volendo ci si può arrampicare con mani , piedi ed unghie ma a sessant'anni mi è molto difficile. EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-76119284564733964552012-08-12T16:34:37.171+02:002012-08-12T16:34:37.171+02:00Ennio Abate (continua):
@ Linguaglossa
È vero, ...Ennio Abate (continua):<br /><br /><br />@ Linguaglossa<br /><br />È vero, quello proposto da Pezzato è un esempio esasperato e quasi ridicolo di «piccola narrazione» di un io «privato» che respira solo in un presente «attualizzato». Siamo però davvero passati dal «soggetto trascendentale» al «soggetto empirico» ? E questo «soggetto empirico» è davvero coincidente con il «soggetto della democrazia»? In altri termini, per seguire la tua terminologia, davvero questo soggetto empirico o soggetto della democrazia può rimanere a lungo in un « contesto di sproblematizzazione del «reale»»? E davvero siamo alla « ottimizzazione delle risorse umane nelle moderne economie a capitalizzazione del lavoro salariato»? A dare uno sguardo in giro sono innegabili invece gli sprechi e le distruzioni sia di risorse umane che naturali. E, in quanto al termine ‘democrazia’, siamo ad un punto davvero morto: o dobbiamo ammettere che l’idea di democrazia è davvero un guscio vuoto o, se vogliamo salvare ancora il concetto ( forza, potere del *demos*), dobbiamo negare che ci siano Stati democratici, dobbiamo dire che abbiamo solo falsi o copie deformi di democrazia.<br />Sul piano estetico, mi pare di capire che tu veda il minimalismo, candido o meno, come il guscio estetico della falsa democrazia. Combattere il primo (tornando a riproblematizzare il reale, tornando - con parole più semplici - a ritrovare una corrispondenza più esatta e controllabile dagli stessi lettori tra le parole e le cose) è combattere (sul piano estetico) anche la falsa democrazia.<br />Certo il minimalismo non coincide con la «brevità», come teme Mayoor. Non tutti i messaggi brevi, diffusi sui social network o in altri media, sono di per sé minimalisti (sproblematizzanti). Lo è invece quello raccolto e rilanciato or ora da Pezzato. Né credo che il messaggio breve ( accostabile, penso, alla forma aforistica o epigrammatica) passi obbligatoriamente «attraverso l’introspezione». E soprattutto mi pare falsa la conclusione a cui arriva Mayoor: « se il fuori è nulla non resta che volgersi al dentro, magari per scoprire un io problematico e immiserito da certa sovrabbondanza.».<br />Questa è il presupposto non provato dei postmodernisti. No, diciamo che il “fuori” è in metamorfosi e non sappiamo con sicurezza né che «è nulla» né che che è “qualcosa”. Insomma, forniamoci del coraggio per andare a vedere. E io non escluderei nessuna delle due strade, del resto “vecchie”: quelle della soggettività, che a un certo punto può incontrare anche il “reale”, e quella della oggettività, che pretende di afferrarlo mettendo tra parentesi la soggettività.<br /><br />[Fine]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-40065765477090131132012-08-12T16:32:28.341+02:002012-08-12T16:32:28.341+02:00Ennio Abate (continua):
Somigliava, come si vede...Ennio Abate (continua):<br /><br /><br />Somigliava, come si vede, con quello disegnato da Pezzato: « invece di cercare la via per emanciparsi dalla propria condizione preferisce uscire con altri poveri lettori, fare quindici giorni di ferie l’anno, avere un impiego mediocre che gli permetta però di acquistare l’ultimo Iphone, leggere la Gazzetta dello sport, stare sul divano a guardare calcio e fiction».<br />Ma allora, malgrado l’uso di una «terminologia da imperialismi», ai “cretini” (alias oggi “poveri lettori”, si guardava speranzosamente, tanto che Fortini concludeva il suo pezzo così:<br />“..i ”cretini” sono la - legittima - maggioranza assoluta dell’umanità.. E con e per i “cretini” che dopotutto si fanno quelle rivoluzioni di cui si è parlato finora...”.<br />Certo, oggi di rivoluzione non se ne può parlare (se non nel linguaggio dei pubblicitari che ne vedono una appena si sforna una nuova merce o in quello del sogno, che tanto piace alla Emy). <br />Né dei “cretini” né dei “poveri lettori” si parla poi in quei termini bassamente “emancipatori” e un po’ troppo “cristiani”. Che - ammetto - oggi sono davvero improponibili, dato che la situazione “complessa”, così adorata anche dai falsi oppositori governativi, ne prevede l’impoverimento e la cancellazione di ogni residuo e decente diritto. Per cui - come per gli operai dell’Ilva di Taranto - la loro “emancipazione” si gioca tutta nell’aut aut profondamente “democratico”: o lavori sapendo che ti beccherai un tumore o ti lasciamo disoccupato.<br />Questo è “nuovo” o “vecchio”? È peggio della guerra fredda o è post-guerra fredda?<br />Lasci a Pezzato la risposta.<br />Oggi nella piena, asfissiante postmodernità dell’eterno presente, un intellettuale aggiornato come lui si può concedere di esaltare (alla Baricco) il “barbarico” linguaggio («quanto è bella qsta canzone...wow ...wow... è una poesia... altro ke petrarca dante e leopardi»), di goderne esteticamente («Io li trovo di un candore abbagliante») e - io direi da cetomedista tipico - di negare «che ci sia qualcosa o qualcuno all'esterno contro cui rivoltarsi».<br />Rivoltarsi è una cosa “vecchia” e pericolosa.<br />Con la pace che domina il mondo, tranne piccole guerricciole da strapazzo e banche che riducono interi paesi in miseria meglio coltivare imperturbabili il propprio orticello “interiore” e giocare lì dentro una tranquilla rivoluzione “interiore”.<br /> Che dire?<br /> Speriamo che, prima o poi, Pezzato salga stabilmente su questa “scialuppa” con qualche discorsino… più mirato alle cose e meno al desiderio.<br /><br />[Continua 2]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-76003804882987397502012-08-12T16:31:42.138+02:002012-08-12T16:31:42.138+02:00Ennio Abate:
Nuovo/vecchio? Allora facciamo un co...Ennio Abate:<br /><br />Nuovo/vecchio? Allora facciamo un confronto.<br />«Chi cerchi di possedere il metodo (mentale e/o morale) per intendere come e perché l’ultimo libro di poesia edito a Milano, l’aumento del prezzo della benzina, le spese militari della Repubblica Sudafricana e questo presente discorso siano fra loro connessi; e èer quali passaggi e centrali di smistamento si influenzino a vicenda, costui meglio di latri conoscerà (o si avvierà a conoscere) anche per quali cunicoli occulti comunichino le diverse età dell’uomo, il mondo della realtà e quello del desiderio, e come ognuno di noi sia composto dimorti e di venturi, dunque attraversato da una corresponsabilità universale» (F. Fortini, Di tutti a tutti [1985], in «L’ospite ingrato - Primo e secondo», p. 187, Marietti, Genova, 1985<br /><br />Ecco la voce di uno scrittore e poeta che usava come me ( e meglio di me) una «terminologia da imperialismi», i quali - come tutti possono vedere dando un’occhiata in Irak, Afghanistan, Libia e ora in Siria - sarebbero stati «risolti con la fine della guerra fredda».<br />Mettiamola a confronto con la voce “nuova” raccolta da Pezzato nei suoi nottirni sul Web: «quanto è bella qsta canzone...wow ...wow... è una poesia... altro ke petrarca dante e leopardi». Mettiamola a confronto per vedere che corrispondenza c’è tra le parole e le cose, per vedere se quel «candore abbagliante» o addirittura quel «concentrato» della nostra discussione sui destini della poesia ci sono davvero. E si avrà la misura immediata, empirica ci cosa sia la «complessità» di un sapere non appiattito sul «qui e ora» e la tracotanza vera di chi vive immerso (speriamo che sia giovane almeno) nel suo immaginario desiderante. <br />Ma davvero - mi chiedo - Pozzato ha assaporato la « minestra riscaldata dagli anni ’70 in poi»? Temo che egli non sappia di cosa si parlava allora né di quanto quell’altra lingua (ora morta e di sconfitti) permettesse ancora d’intendersi, anche quando si era avversari o la si pensava diversamente.<br />No, non forniva « una lettura a senso unico della modernità». Ne coglieva anzi le contraddizioni (una appunto - non scomparsa neppure con la fine della guerra fredda - era quella tra dominanti e dominati). E tentava - ci sperava! - di far prevalere la modernità “buona” (chiamata socialismo/comunismo) contro quella “cattiva” (capitalistica e imperialistica…). E cercava, con uno sguardo a 360% come si vede dal pezzo di Fortini, di capire persino cosa c’entrasse la poesia non solo con la politica, con l’economia, le guerre, ma anche col «povero lettore». <br />Quel «povero lettore», che oggi non si vede «come possa interferire con le libertà di [ciascuno di] fare diversamente» , allora (negli anni ’60) era «il cretino».<br />E ci fu sui Quaderni Piacentini una famosa “difesa del cretino” proprio da parte di Fortini. <br />«Il cretino» degli anni ‘60 se la prendeva con i beats e a quelli contrapponeva se stesso “pronto a fare la mia parte, ma con una laurea in chimica, lavorando in campagna per poter studiare, senza capelli lunghi o vestiti sporchi, sbagliando, soffrendo, migliorandomi. Senza ragazze facili in minigonna a darmi forza, ma con la mia fidanzata che amo e che mi dà realmente forza, che rispetto perché merita rispetto, che sa che non credo in dio e che sono comunista e che non mi odia per questo. Io sono pronto, ma col lavoro, con lo studio, i consigli dei vecchi e dei giovani, con l’onestà...”;E Fortini, difendendolo, così autocriticamente rifletteva:«Che cosa si deride in quell’odioso personaggio? Non tanto il comun perbenista prodotto in serie dall’ultimo decennio di involuzione del movimento operaio, ossia il risultato d’una diseducazione di cui siamo anche noi responsabili...».<br /><br />[continua 1]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-24884961901617445602012-08-12T14:23:21.927+02:002012-08-12T14:23:21.927+02:00Una poesia in tono con l'ultimo intervento di ...Una poesia in tono con l'ultimo intervento di Emy.<br /><br />Le ossa a me che chiedo polpa<br />A me che vedo melograno<br />A me che porto lingua al fico<br />E mi lavo nel babà. Ho sapor<br />D'ananasso appena colto<br />Steso alle lenzuola sotto al sole,<br />Dell'iris ho il tramorto.<br /><br />Saluti. Giuseppe CornacchiaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-3519338620031242942012-08-12T14:08:59.190+02:002012-08-12T14:08:59.190+02:00da Rita Simonitto
Questo batti-becco è il miglior ...da Rita Simonitto<br />Questo batti-becco è il miglior esempio di difficoltà comunicativa che è, in questo caso, fondata dal bisogno non tanto di chiarire il proprio pensiero quanto di dimostrare che l’altro ha capito male (e, ovviamente, prendo dentro anche me).<br />Credo che, in buona parte, ciò sia condizionato dall’uso frequente di modalità “randomizzate” di lettura, condizionati come siamo da un sistema “dopato” che esige sempre il massimo della prestazione pseudo-conoscitiva. Sì, posso andare su Google per avere ‘notizie’ su Adele, ma non ne ‘saprei’ niente di significativo in più di quel ‘niente’ che so ora. Se fossi stata ‘supponente’, allora sì sarei andata ad informarmi per discettare (non certo per capire) del più e del meno su questo personaggio. Non ne so, non ho elementi sufficienti per parlarne, e allora taccio.<br />Ma andiamo per ordine. <br />Ciò che io contestavo era questo assunto * in un tessuto sociale ormai intriso di differenziazione, di personalizzazione, di unicità dell’individuo* che viene ribadito ulteriormente con un *mai come nell’epoca che viviamo l’individuo ha avuto gli strumenti per differenziarsi, per proporre se stesso ai terzi in modi nuovi che ne fanno una singolarità*. Ma lei dove le vede queste meraviglie?<br />E, a supporto di questa affermazione, mi viene portato il frequente e suadente ricorso ai suffissi I e You. Il processo di massificazione avviene proprio così, perché quell’Io e quel Tu, cui cedono imbesuiti gli allocchi, vengono sedotti proprio in questo modo e non potranno esprimere nessuna ‘originalità’ se non a prezzi molto alti. Visto che cita Fahrenheit 451, provi a darci un’occhiatina con una angolazione più ampia che non sia solo quella della bruciatura dei libri.<br />Ma un pur lieve sospetto sulla differenza che ci può essere tra apparenza e sostanza non le passa per la mente? Non si è mai parlato tanto di democrazia e di libertà e di privacy come oggi e mai come oggi abbiamo visto la sistematica e tronfia violazione di questi principi. Non le dice niente questo?<br />Infine sostiene * La massa è una partizione, un sottoinsieme variabile dipendente dall’osservatore e dal suo punto di vista*. Ma, e le dinamiche politiche, economiche, sociali dove le mettiamo?<br />O anche questo è frutto di una lettura *randomizzata*! Perché, allora, basterebbe individuare quegli osservatori che definiscono la massa, silenziarli e la massa si libererebbe dal suo essere partizione. Facile, no? Perché finora nessuno ci ha pensato?<br />Forse è meglio che torniamo alla poesia. Ma anche qui, quando lei fa la giustissima osservazione *che ognuno possa continuare a seguire la strada poetica che sente propria*, poi, quando aggiunge *senza preoccuparsi d’altro*, sta proprio parlando di un io-massa e non di un Io responsabile.<br />Viene da concludere, prendendo da una sua espressione: ad majora!Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-59495580247801981852012-08-12T12:31:06.868+02:002012-08-12T12:31:06.868+02:00Come vorrei sentir parlare di fantasia, abbandono...Come vorrei sentir parlare di fantasia, abbandono alla immaginazione ... creatività . Qualcuno adesso vorrà spararmi, ma sento che è arrivato il momento di parlarne. Amici, proviamoci o no? Emy<br /><br />In un bottone di una giacchetta,<br />ho visto un ago entrare<br />col filo blu cuciva il bottone rosso<br />che era caduto per gioco ,per amore.<br /><br />Il seno era coperto da una maglietta rosa<br />non si ricorda con chi e quando ma<br />quel bottone andava riattaccato ,presto,<br />prima di rientrare prima di rifare.<br /><br />BYEMYAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-1984028127116024362012-08-12T10:52:20.865+02:002012-08-12T10:52:20.865+02:00Come confuso è il concetto per cui ritieni l’indiv...Come confuso è il concetto per cui ritieni l’individuo di oggi depersonalizzato e indifferenziato. Quando non lo è stato? Quando una massa –che per definizione è omogenea in quanto privata del particolare- è stata formata da individui personalizzati e differenziati? Quando non c’è stata una massa? La massa è una partizione, un sottoinsieme variabile dipendente dall’osservatore e dal suo punto di vista. La massa dei servi della gleba, la massa dei legionari romani, la massa degli aristocratici falciati dalla rivoluzione francese, la massa dei politici che governano questo paese, la massa dei navigatori di internet, la massa dei lettori di libri, e potremmo continuare all’infinito. La definizione di massa è una tag, un’etichetta che chiunque si differenzi dagli altri per un motivo qualunque può applicare al prossimo, e stavolta sì prendendo una parte per il tutto. Ma mai come nell’epoca che viviamo l’individuo ha avuto gli strumenti per differenziarsi, per proporre se stesso ai terzi in modi nuovi che ne fanno una singolarità. Basta guardarsi attorno e vedere come siano fioriti i suffissi I o You su ogni cosa (persino la crema contro l’acne ora si chiama YouDerm), come il prodotto sia on-demand, come venga richiesto ovunque di esprimere la propria opinione o quello cui si sta pensando, come siano state create le figure del personal banker, del personal shopper e come il mercato pubblicitario -un altro indicatore di capace di reagire prontamente alle modificazioni socioculturali- si sia orientato sulle nuove tendenze (non nel senso di mode).<br />È abbastanza ovvio che in questo scenario nessuno venga ghettizzato, tanto meno chi ascolta Bach e Beethoven, ma far finta di niente è ridicolo.<br />Il moccioso (ma anche l’adulto appartenente alla stessa maggioranza) che si spela le mani per Adele su Youtube sarà –se non corre prima ai ripari- condannato alla subalternità, andrà a mangiare al Mc Donald’s e non leggerà poesia, ma al poeta dovrebbe interessare? Interessarsi di questo sarebbe come infilarsi sotto la stessa coperta di subalternità. Si badi, non subalternità a presunti dominatori ma all’autoimposizione di un minimo comune denominatore, all’omologazione col vicino.<br />Altra cosa è usare strumenti comunicativi che siano accordati con l’ambiente circostante. D’altronde senza intenzione comunicativa nessuno prenderebbe carta e penna (o tastiera) per scrivere dei versi.<br />Comprimere i tempi della mediazione percettiva –ad esempio- non è un vezzo stilistico per inseguire il gusto beota del fan massmediatizzato di Adele (o chi per essa), è un modus per imprimere la data sulla confezione, una trasfusione di habitus spaziotemporale che sia caratterizzante. Altrimenti si corre incontro alla medietà perpetua, ci si esprime per geroglifici.<br />Comunque, al di là dei falò appiccati al culturame che odorano un pochino di Fahrenheit 451, rimane il fatto che la proposizione di novità deve venire dai poeti e non da una pianificazione preventiva del percorso che la poesia dovrebbe compiere e che i poeti stessi dovrebbero impegnarsi a farle compiere.<br />In questo senso sarebbe davvero molto interessante che in chiusura di questa discussione, Ennio aprisse un nuovo topic in cui ognuno potesse postare a commento versi propri (o altrui) che esprimano l’idea di poesia contemporanea. Magari estendendo l’invito alla pubblicazione anche ai frequentatori di altri blog.<br />Da parte mia l’unica cosa che mi auguro è che ognuno possa continuare a seguire la strada poetica che sente propria, senza preoccuparsi d’altro. Il resto verrà a galla da sé.Lorenzo Pezzatonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-79051658854073483602012-08-12T10:51:53.012+02:002012-08-12T10:51:53.012+02:00Cara Rita (e cari tutti), riassumo la mia risposta...Cara Rita (e cari tutti), riassumo la mia risposta al tuo intervento in poche righe, anche perché forse non hai avuto modo di leggere tutto il discorso dall’inizio, dal primo post di Ennio Abate all’ultimo, compresi i commenti.<br />Non mi soffermo sull’iperbole composta con i commenti dei due utenti di Youtube sulla canzone di Adele, è chiaro che era un ammodernamento di quel “dormire di fronte ai simbolisti russi” di cui si parlava in precedenza e il resto si spiega da sé.<br />Trovo invece molta supponenza in quella specificazione tra parentesi dove dichiari di non sapere chi sia tale Adele e che cosa canti, un atteggiamento –mi permetterai- retrò. Bastava chiedere a Google, qualche frazione di secondo e avresti avuto la risposta (tra l’altro ti segnalo che avevo appositamente scritto di essere capitato su quel video navigando random, per lasciare intuire che neanche io sono un gran conoscitore della materia). Vedi, è proprio questa distanza preconcetta che con il tempo si trasforma in preclusione, in paio d’occhiali con la graduazione delle lenti sbagliata. È evidente che non condivido quei commenti e che tanto meno vorrei rappresentare quella parte di contemporaneità (né altra parte, rappresento a malapena me stesso), davvero devi aver fatto una lettura frettolosa dei miei precedenti interventi. Niente di male, ma entrare in una partita a briscola con le carte da scala quaranta crea solo confusione.<br />[continua]Lorenzo Pezzatonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-10898800118899956662012-08-11T15:02:16.821+02:002012-08-11T15:02:16.821+02:00Cari tutti,
Mi pare che Pezzato vada al gancio de...Cari tutti,<br /><br />Mi pare che Pezzato vada al gancio del contemporaneo e se ne inebri, come in un vitalismo immanente e definitivo. E' una via che nel Novecento ha gia' avuto il suo dirsi ed e' sempre finita in cenere, perche' dietro c'e' il fascino depressivo del nulla. Non sono convinto che questa volta andra' meglio, anzi, mi pare piu' probabile il contrario: avendo a disposizione tutta questa informazione, l'unico modo per resistere e non perdersi e' quello di legarsi all'albero maestro come Ulisse ascoltando il canto delle Sirene, e passare indenni la burrasca. Tale albero maestro potra' essere, a scelta, il "cuore" o la "ragione", entrambi radicati nella Storia dai fondamenti della nostra civilta' Occidentale (antica Grecia) e che costituiscono l'ossatura culturale del progetto europeo. <br /><br />Un moccioso che si spella le mani per Adele su YouTube e non ha mai sentito Bach sara' in ottima compagnia, numericamente parlando (visto il progressivo sfarinarsi della trasmissione gerarchica del sapere in questo Paese), ma e' destinato alla subalternita' perche' manipolatori di messaggi, maniere e contenuti ben piu' raffinati troveranno sempre il modo di disvelare la vacuita' sostanziale, effimera, del pop. Mi pare che Pezzato si auguri un falo' di tutto il culturame che imbriglia la libera espressione del singolo individuo ma, ripeto, all'atto pratico e sulla carta tramandata non rimane niente: non c'e' poesia, non c'e' politica, non c'e' comunita' nell'adeguarsi al minimo comun denominatore dell'umano, c'e' solo autodistruzione fine a se stessa.<br /><br />Saluti. Giuseppe CornacchiaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-8433157505639616112012-08-11T13:29:44.197+02:002012-08-11T13:29:44.197+02:00Da Rita Simonitto
@ L. Pezzato
Solo dopo aver post...Da Rita Simonitto<br />@ L. Pezzato<br />Solo dopo aver postato il mio solito ‘lenzuolone’ ho visto il suo commento.<br />E ho avuto un pugno nello stomaco. Ma non per la ‘barbarie’ o il ‘candore abbagliante’ di questi frequentatori di FB (non sta a me esprimerne un giudizio), quanto per il suo commento; operazione che non capisco se è di stampo buonista (assordante grido generazionale a cui si deve dare ascolto), se è di stampo funzionale (ecco un potenziale pubblico da cui non ci si può distanziare), o ingenuo (pensare che questo tipo di interventi su FB sia davvero un ‘indicatore’ della contemporaneità. E gli altri giovani che si appassionano di Leopardi, di Mozart, che usano un italiano non sincopato li ghettizziamo perché non sono più ‘contemporanei’?). Un 'indicatore' è sempre importante ma deve essere inserito in una ipotesi più ampia. Non voglio pensare male anche se,come diceva Andreotti “pensare male è peccato però a volte si indovina”, ma non le sembra una furbata da quattro soldi questo arbitrario prendere una parte per il tutto? Se lei (assieme ad altri) vuole farsi ‘cantore poetico’ di questa sezione di contemporaneità va più che bene, anche Adele va più che bene (tra parentesi, non so nemmeno chi sia né che cosa canti, pardon, ma non si può seguire tutto), ma tutto questo è solo una fascia nel mantello della tigre che non può essere venduta per la tigre. Sarebbe come parlare di Ceto Medio e ritenere che si sta parlando di tutta la società. Società che può avere delle rappresentanze anche nel Ceto Medio ma c’è anche dell’altro.<br />Quanto a me, personalmente, piacerebbe avvicinarmi un po’ di più alla tigre, che non è la somma delle fasce.<br />Saluti.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-45716226022450903232012-08-11T12:49:12.199+02:002012-08-11T12:49:12.199+02:00da R.S.
(continua)
Prendiamo queste espressioni d...da R.S.<br />(continua)<br /><br />Prendiamo queste espressioni di L. Pezzato:<br />a) *Non c’è democrazia in questo discorso ed è un fatto voluto, la poesia non è un evento democratico, non lo è mai stato e mai lo sarà…*<br /> b) *Non mi risulta ci sia mai stato un poeta che con i propri versi si sia dato l’alto e nobile scopo di trasformare le patacche in oro o i gonzi in lettori consapevoli…*<br />c) *Intuire un attimo[…] in anticipo in quale direzione muoversi è “compito” che spetta al poeta, non al critico, non all’editore, non al pubblico…*<br />d) *Il ceto medio mediatico –dominus del gusto prevalente orizzontalizzato- ha generato il ceto medio poetico […] ma in un tessuto sociale ormai intriso di differenziazione, di personalizzazione, di unicità dell’individuo …*<br />e) *E’ però fondamentale rimanga traccia poetica di un arco generazionale, una lettura in controluce dell’epoca in fieri, poi poco importa con quale mezzo sarà condivisa…*.<br />A parte il fatto che oggi assistiamo al dominio della in-differenziazione, della de-personalizzazione, della massificazione dell’individuo che ha perso la propria individualità (e non il suo contrario - come viene affermato più sopra sub ‘d’- ), le frasi a); b); c); d) ed e) se ‘sparse’ nel discorso possono anche avere un impatto suggestivo, ma se messe - arbitrariamente e quindi non democraticamente – assieme, in un confronto tra di loro, provocano un effetto del tutto diverso. <br />Ciò che mi sento di condividere, invece, in pieno è che *presto o tardi sarà palesata la rivelazione di chi si sia mosso nella direzione rappresentativa dell’oggi* anche se, nel frattempo, ma senza velleità di fare la mosca cocchiera, mi riesce difficile stare li a godermi l’ombra.<br /><br />(fine)Anonymousnoreply@blogger.com