tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post794576559695969014..comments2024-02-22T09:32:06.341+01:00Comments on MOLTINPOESIA : Gianmario Lucini La polis che non c'è (3). Su "Immigratorio" di E. AbateMoltinpoesiahttp://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-28888934260599269222012-02-15T16:27:53.977+01:002012-02-15T16:27:53.977+01:00Giunto a Milano e lasciati da parte, per quanto po...Giunto a Milano e lasciati da parte, per quanto possibile, i ricordi, Immigratorio sembra cambiare registro. Emerge l'intellettuale adulto, la scrittura si fa spedita e ragionata, meno sentimentale (in senso buono) e diaristica. <br /><br />Fanno da contrappunto al disorientamento, dovuto allo sradicamento dai luoghi d'origine, una fisicità serena, fin dalle prime pagine, rivolta al se stesso ragazzo e alle ragazze/donne poi, e un'allegria discreta, sotterranea, che qui a Milano non è dato trovare di frequente. E' un'allegria che tradisce quell'aspetto serioso che hanno di regola gli intellettuali. <br /><br /> Come quando incontra un noto artista di Milano : <br />"… Era così contento che, nel salutare, gli baciò la mano, come da bambino gli avevano insegnato a fare coi preti."<br /><br />Da Notturnisti, <br />"Sul rettilineo del Palmanova<br />… <br />Ed ecco, querce si schiantano.<br />Qui accoppano qualcuno!"<br /><br />All'ASL:<br />"…<br />che fa l'alunna ansiosa, la figlia, la rimbambita<br />(che un po' lo è)." <br /><br />Anche nell'amarezza: <br />"… Campa su di me, non finire giù di schiena, neh!"<br /><br />Per quanto riguarda le donne trascrivo solo questi versi bellissimi:<br /><br />"… <br />La valle, l'oscura valle profumata<br />solo alcune schiette donne l'offrirono.<br />E se lì, in fondo ai loro corpi amati, ci sia morte<br />non lo so.<br />Morte fu per me la loro assenza." <br /><br />Sul tempo, passato e presente, storia e approfondimento, eredità da condividere oppure no, rimando a quanto scrive nell'oggi di questo blog. Dal libro questi due passaggi:<br />"…<br />Deperito ora lo shock del moderno, resisto senza la vostra antica Parola al mondo dell'Istante replicato in orride serie."<br />"...<br />Nell'oggi del sempre oggi, dei nuovamente ignari, dei vecchi-bimbi rimbambiti."<br /><br />Non credo sia sbagliato mettere questo libro accanto allo strabordante " Viaggio nella presenza del tempo" (… ancora non mi so spiegare un titolo tanto macchinoso) di Giancarlo Majorino. Stilisticamente Abate è meno abile come slalomista, ma in Immigratorio mischia brani di prosa e poesie, italiano e dialetto, testi ragionati ed altri di puro trasporto ( come la breve poesia-gioiello dedicata alla madre). Le tematiche poi son quasi le stesse. <br /><br />Si capisce che il libro deve aver avuto una lunga gestazione. Quasi un atto dovuto, a Salerno e all'amico karl Bis. Come forse è stato un atto dovuto l'altro libro di Abate che ho letto, "Donne seni petrosi", dovuto alle donne della sua vita e a quelle di fine anni 70 che scombinarono politico e personale. <br />Questi due libri, proprio perché scritti da un poeta-intellettuale attento a leggere nel presente, sembrano arrivare in ritardo. Arrivano cioè mentre sbarcano altri e diversi immigrati, e mentre il femminismo ha intrapreso altre vie. E' però ritardo che storicizza, tratta di avvenimenti ancora molto vicini a noi, e soprattutto lo fa con pagine di poesia. <br /><br />Grazie<br />è un libro che conserverò con affetto.<br /><br />mayoorAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-83832491270760783192012-02-15T16:27:28.349+01:002012-02-15T16:27:28.349+01:00"Quando gli amici s'incuneano in stretti ..."Quando gli amici s'incuneano in stretti vicoli<br />di morte, un allarme suona. Essi sudano e noi<br />prudenti tremiamo. E per sedare i loro spasimi<br />furibondi ci caliamo sul volto un elmo di silenzio."<br /><br />Questi versi tratti dalla poesia "Lettera di lamento di Karl Bis" basterebbero per segnalare l'Abate poeta che mi ha convinto leggendo. Ve ne sono tantissimi altri naturalmente, ma qui vorrei far notare quel silenzio. <br />Più avanti prosegue:<br /><br />"Sono rimasto, sì, fuggendo io pure da fermo.<br />Pacato e ragionevole, non mi sono lacerato.<br />Se lacerato, mi rattoppo. E sposto un silenzio<br />dopo l'altro, di continuo…"<br /><br />Questa poesia immette negli occhi la visione dell'immigrato. Allontanandosi dall'amico rimasto a Salerno: <br />" Ora il filo residuo con SA erano le lettere di Karl Bis, che cercò di farlo tornare. Ma Vulisse estraneo tra estranei, s'aggirava per stazioni, strade e solo in qualche parco per attimi si riposava"<br />"… Lui dal presepe s'era tolto e accusava l'altro d'esserci rimasto e di non intendere più quel suo dolore da supermercato…" . <br /><br />Il silenzio di cui parlo è qui, il silenzio prudente e guardingo di un intellettuale immigrato, dagli aranceti alla piatta Lombardia. Uno sguardo ben diverso, si potrebbe dire per contrasto, da quello del milanese doc Umberto Simonetta, che negli anni '60 scrisse "Tirar mattina", che nei panni di un "randa" vede la città come abitata da rincoglioniti. Solo che il personaggio di Simonetta li manda affanculo, non è un intellettuale come Ennio che vede ribaltate e messe a dura prova tutte le sue appassionate teorizzazioni. Avrebbero dovuto incontrarsi. <br />(segue)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-12916655967289302372012-02-13T17:54:35.353+01:002012-02-13T17:54:35.353+01:00Immigratorio ha spezzato la gabbia,Immigratorio no...Immigratorio ha spezzato la gabbia,Immigratorio non spera,racconta esce dalle sbarre ,allargate con la forza delle sue mani, Immigratorio si ribella per continuare a credere nello spirito della ribellione e della giustizia degli uomini giusti, li troverà? ciao EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-18539557736837043652012-02-13T17:28:35.486+01:002012-02-13T17:28:35.486+01:00ecco perchè, pur essendo di sinistra, uno è oggi f...ecco perchè, pur essendo di sinistra, uno è oggi forzato ad essere stalinista, ovvero un/a fascista di sinistra: perchè la gente non si merita la polis, e gliela si deve imporre, in forza di leggie discipline dispotiche: pena il caos. siccome lo stalinismo non tornerà e non può mai tornare e nemmeno il fascismo, in nessuna forma, ma solo l'imperialismo capitalista avanzare a oltranza, ormai, la pena è il caos e l'assenza definitiva sia della polis sia del suo concetto. erminaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-81995508297322175212012-02-13T17:22:57.560+01:002012-02-13T17:22:57.560+01:00sono greci e romani che hanno concepito un' ac...sono greci e romani che hanno concepito un' accezione positiva della città come polis. idea che ci hanno fregato poi i nord-eruropei (prima ed istintivamente tribali), gli inglesi e gli americani. <br /><br />questo avveniva attraverso i secoli, intanto che la nostra nozione di polis decadeva e si contaminava con quella loro, più razionale e naturale, di tribù. <br /><br />infatti la polis è un concetto forzato dalle egemonie culturali sulla gente. <br /><br />in verità, il clan è molto più vicino all'istinto barbarico delle comunità. <br /><br />la polis è un concetto e non una realtà naturale, secondo me. <br /><br />che non ci sia, in questi tempi di decadenza della cultura, non mi meraviglia , sicchè la polis è solo un prodotto culturale, anche in senso giuridico del diritto civile -- <br /><br />vedere che non ci sia, affermare che non ci sia, è pervenire alla verità dietro lo specchio dell'utopia e della pianificazione dei modelli ideal-funzionali. erminiaAnonymousnoreply@blogger.com