tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post8367737368917323317..comments2024-02-22T09:32:06.341+01:00Comments on MOLTINPOESIA : Roberto BuglianiDa "Versi scortesi"Moltinpoesiahttp://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-31434923023920327212012-11-22T10:33:11.475+01:002012-11-22T10:33:11.475+01:00Vorrei sussurrarvi una cosa: queste poesie mi hann...Vorrei sussurrarvi una cosa: queste poesie mi hanno commossa. EmyAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-66375984335746304012012-11-22T10:17:42.274+01:002012-11-22T10:17:42.274+01:00Ennio Abate (continua):
- gli squarci, anche nos...Ennio Abate (continua):<br /><br /><br />- gli squarci, anche nostalgici e stupiti ma sempre vigili, di altri mondi, in particolare coi colori e le immagini dell’America latina, che Bugliani ha conosciuto da vicino e della cui cultura s’è imbevuto. Un solo stralcio da «Realizzi quel viaggio che tanto desidera» (p. 65):<br /><br />[…]<br />Ma se non fossero soggette a un disegno infame, allora certo<br />sarebbe tutt’altra cosa il paesaggio<br />le terrazze andine pettinate a mais, le piantagioni<br />di canna da zucchero piacevoli alla vista, i pozzi<br />petroliferi ottimamente inseriti nell’ambiente, perfino gli eucalipti<br />avrebbero postura da manuale, e il mare sotto<br />una favola di turchese e di smeraldo.<br />[…];<br /><br />- certe accensioni erotiche e sadico-malinconiche, ad es. queste in «Rimanenze» (p. 50) che si confronta con l’eco di Cesare Pavese:<br /><br />Il mestiere di amare<br /><br />Il mestiere di amare, gli anni quasi trenta<br />la vita fatta a stenti, le cadute<br />sempre sorridendo: sissignore<br />e gettare dal palmo della mano<br />i pochi palpiti del cuore, a Milano<br />fu dolce un tempo, ma il vento sperde<br />anche l’ultimo sapore trattenuto<br />con rabbia e con disprezzo d’una vita.<br /><br />Al locale quanti<br />hanno scavato su quel corpo solchi.<br />E le bocche, quante<br />a ventosa sui seni, quanti<br />artigli ai glutei, quanti baci<br />scivolati sulle cosce come sperma.<br />Quanto sudore<br />è traghettato dalla pelle al nylon<br />quanti palpiti colati a picco<br />d’una vita alla rinfusa.<br /><br />Bugliani mi pare abbastanza immune dalle lamentazioni sulla crisi della poesia, perché la pratica appunto con aria sorniona e ironica (e sa come prenderla, quasi come una donna riottosa…), gettandosi alle spalle gli intellettualismi di certe teorizzazioni e direi anche i discorsi più petulantemente politici o le tentazioni epiche («per quanto attiene all’epos, ti confesso che / c’ho provato, ma / proprio no nriesco a prenderlo sul serio, mi pare / qui fuori-luogo come un don Chisciotte / nella sua mancha nativa» (p. 75). Godendosela in disparte, un attimo dopo aver fatto il bilancio politico di una generazione sconfitta. Evitando però anche in questo ogni rigidità moralistica e mai rinunciando a uno sguardo politicamente vigile sul mondo.<br /> <br />[Fine]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-50710425073986098282012-11-22T10:16:55.210+01:002012-11-22T10:16:55.210+01:00Ennio Abate:
APPUNTI SU «VERSI SCORTESI» DI BUGLI...Ennio Abate:<br /><br />APPUNTI SU «VERSI SCORTESI» DI BUGLIANI<br /><br />Ho dato una prima lettura al libro di Bugliani, del quale sul blog Moltinpoesia erano già uscite alcune poesie sempre dalla medesima raccolta, allora inedita (si leggono al link: http://moltinpoesia.blogspot.it/2012/08/roberto-bugliani-da-versi-scortesi.html).<br />Qui vorrei brevemente far sapere che sento vicinissimi questi suoi «versi scortesi». Non perché sono suo amico e entrambi siamo stati segnati dalle esperienze degli anni Settanta, entusiasmanti e roventi e poi condannate, per la sconfitta subita dalla parte in cui militammo, al ripensamento solitario, da clandestini.<br />Li sento vicinissimi per almeno tre ragioni:<br />- perché condivido alcune sue scelte formali. Soprattutto il contrappunto stabilito tra le parti in prosa, in cui trapelano senza infingimenti e senza esibizionismi rozzi le sue scelte politiche, i suoi riferimenti culturali e una sua vena profonda di narratore, e le parti in versi, dove emerge la sua soggettività e persino umoralità;<br />- per il saldo controllo intellettuale ed emotivo sulle esperienze riportate: si sente dovunque il possesso di un sapere letterario di tono alto, filtrato criticamente da una coscienza permeata dalle inquietudini e speranze del Novecento. Bugliani realizza in questo modo un doppio ascolto sia della realtà sia della storia; e si serve di due strumenti di conoscenza (prosa e poesia), non svilendo il primo per innalzare il secondo e mai confondendoli;<br />- per l’etica risentita, da sconfitto certo, ma rimasto con la schiena dritta e capace di non perdonare i «bastardi» con «le facce da sfinge / di ieri, di sempre» (p. 17).<br /><br />Ci sono altri caratteri di questa raccolta che mi attirano; e che sono propri di Bugliani, originali e espressi con ironia: <br />- l’interrogazione sorniona e da intellettuale che ha navigato a sufficienza tra sperimentalismi e teorizzazioni anni Sessanta sul poeta e sul fare poesia: gli fa produrre componimenti che paiono piccoli trattati sull’ ars poetica, ironici, dissacranti, contrari ad ogni seriosità o reinvestimento in una poesia vaticinante. <br />Cito ad esempio l’inizio di «Strategia d’approccio» (p. 39):<br /><br />Alla poesia bisogna<br />Accostarsi piano, mentre in sonno<br />Sogna. Non in punta<br />Di piedi, sciocca accortezza, ne menchemai<br />mettendo a soqquadro l’esistente<br />ma con passo un po’ felpato e cotidiano, attenti <br />quel tanto che serve<br />a sorprenderne il respiro lieve<br />e l’abbandonata postura. […].<br /><br />Oppure «Ex-cursus» (p. 49), dove dopo la premessa in prosa, che dice: «Non da oggi in poesia l’io lirico la fa da padrone. Rimirandosi in permanenza il proprio ombelico, al pari della rana vanesia dinanzi al bue della propria appagatezza narcissica, l’io si è gonfiato in modo spropositato di idealismo, falsa coscienza, solipsismo. E con atto arbitrario ha conferito al proprio simbolismo poetico valore universale», scrive:<br /><br />Allora, ricominciamo?<br />dal lilium auratum o dal sorriso dell’isola lontana?<br />dalle pinete qui assolate o dai carrugi là in ombra<br />dove il salino incrosta pure l’animo?<br />Ricominciamo, sì, ma a tutto tondo, e dunque:<br />La poesia è una gran ruffiana<br />finge, regge il sacco, fa la gnorri, trasfonde <br />orrori in idilli, gattamorta adorna<br />d medaglie il mentecatto, patemi elargisce<br />a piene mani dell’animo tarlato, amate<br />e ombelichi alla pari in dirittura d’arrivo:<br />al miglior supplizio di parole andrà il premio<br />di miglior fabbro (perditempo e bastian contrario astenersi).<br />[…];<br /><br />[continua]Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-74303480521286282422012-11-21T15:03:56.283+01:002012-11-21T15:03:56.283+01:00Caro Mayoor,
quando ho risposto a Linguaglossa, no...Caro Mayoor,<br />quando ho risposto a Linguaglossa, non avevo ancora letto il suo commento, che mi è comparso appena fatto l'invio (magia sciamanica dell'informatica). Se mi permette un'aggiunta rispetto anche a ciò che ho scritto sopra, è proprio nella citazione più estesa da lei fatta che si situa la problematicità "politica", mi si passi il termine, di questo testo. I primi quattro versi del brano da lei citato denunciano appunto, per come la vedo io, la contraddizione tra l'odierno referto della situazione sociale e ella vita quotidiana e la "visione" idilliaca del paesaggio e del mondo, che è contraddizione stilistica e poetica, in primo luogo, e politica in secondo. roberto bhttps://www.blogger.com/profile/05623967675463167106noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-74119506944995091092012-11-21T14:44:55.538+01:002012-11-21T14:44:55.538+01:00Caro Liguaglossa, la ringrazo del consiglio, credo...Caro Liguaglossa, la ringrazo del consiglio, credo che tutti i poeti ne abbiano bisogno (a parte quelli che sono convinti che il proprio ombelico sia il centro del mondo, e ce n'è), e io in particolare. Il brano da lei riportato fa parte di quella mimesi della tradizione poetica novecentesca disseminata qui e là nei miei testi, giocata in modo critico-ironico (ma senza chiamare in causa lo schiacciasassi del postmoderno), che viene fatta cozzare, come in questo caso, con la serie di versi successivi, producendo (mi auguro) effetti di straniamento (perdoni il brechtismo). Il ricorso alle figure mitologiche delle Erinni e delle Eumenidi, topoi letterari frusti, va in tal senso. Del resto, in altri punti di questo stesso testo ho volutamehte messo in campo sintagmi di sapore montaliano, o comunque aulico, come il "meridiano ronzio di orti / assolati", o il "breve ventare di scirocco", appunto per denunciarne l'insufficienza poetica, oggi, e la loro mancanza di tenuta (ossia la loro falsità) rispetto alla tragicità di lontane guerre in corso, non percepibili in territori arcadici (in questo caso la costa ligure)dove l'idillio permea la falsa visione poetica. E a proposito di "idillio", se un antecedente, parziale certo, dovessi indicare, sarebbe "Agli dèi della mattinata" di Fortini. Mi scusi se l'ho fatta troppo lunga, ma non ho resistito al piacere di questo scambio dialogico di punti di vista. roberto bhttps://www.blogger.com/profile/05623967675463167106noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-34161316939286600532012-11-21T14:22:27.600+01:002012-11-21T14:22:27.600+01:00Penso anch'io che siano questi i versi miglior...Penso anch'io che siano questi i versi migliori, ma più in esteso:<br />"Azzerati i codici<br />etici, altri saranno i protocolli<br />a misura di scolopendre e centri<br />commerciali, per intanto<br />batuffoli di nuvole a schiera<br />striate d’elegia fanno vela<br />su tetti irrorati di magenta. L’autunno è mite<br />da queste parti, dove le Erinni<br />sono quiete Eumenidi" <br />e mi piacciono i luoghi, gli elementi della natura per come s'accompagnano alla narrazione. Personalmente ritengo che, per l'intento d'estroversione che comporta, di critica e denuncia, il linguaggio sociale dovrebbe uscire più allo scoperto rendendosi più fattivo che descrittivo. <br />mayoorAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-61503715509149827022012-11-21T12:34:05.680+01:002012-11-21T12:34:05.680+01:00vorrei mettere in evidenza questi versi:
per inta...vorrei mettere in evidenza questi versi:<br /><br />per intanto <br />batuffoli di nuvole a schiera<br />striate d’elegia fanno vela<br />su tetti irrorati di magenta. L’autunno è mite<br />da queste parti, dove le Erinni<br />sono quiete Eumenidi ...<br /><br />sensibilizzerei Bugliani a proseguire sulla falsariga del pezzo riportato lasciando andare a fondo la poesia di rivendicazione ideologica o di critica razionalistica del sociale in quanto già detto e troppo detta, e quindi inefficace sul piano estetico.<br />Mi raccomando: sono solo umili consigli.giorgio linguaglossahttps://www.blogger.com/profile/15496613805588057103noreply@blogger.com