tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post8407636922989881477..comments2024-02-22T09:32:06.341+01:00Comments on MOLTINPOESIA : CRITICA Giorgio LinguaglossaIl discorso poetico nel '900. Con un'introduzione di E.A.Moltinpoesiahttp://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-30536360325463019822011-03-19T10:19:31.598+01:002011-03-19T10:19:31.598+01:00Mi sto sempre più convincendo che Ennio Abate, olt...Mi sto sempre più convincendo che Ennio Abate, oltre che essere un critico appassionato e un provocatore tenace e intelligente, sia anche un simpatico guitto che... una ne pensa e cento ne fa. <br />Vorrei rispondere alle cose dette da Linguaglossa in modo costruttivo, ma devo ammettere i miei limiti, non sono allenato per sostenere copiose argomentazioni e so che perderei troppo spesso il filo del discorso. <br />Trovo che il linguaggio di Linguaglossa sia ispirato, difficile sì, ma per via dei numerosissimi spunti di riflessione che sa offrire. Quindi per ora mi limito a ringraziare di tutto cuore. <br />Se mi riuscirà di mettere ordine ai pensieri proverò a dire la mia, gli argomenti che sono stati proposti sono davvero interessanti.<br /><br />mayoorAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-91121865113463614142011-03-19T09:56:01.676+01:002011-03-19T09:56:01.676+01:00Giorgio Linguaglossa:
Caro Ennio Abate visti gli ...Giorgio Linguaglossa:<br /><br />Caro Ennio Abate visti gli attacchi che sono stati portati alla mia scrittura critica, vorrei citare a mia difesa Alfonso Berardinelli.<br /><br />Poiché lo stile della mia scrittura critica appare, a volte, ai lettori, singolare, idiolettica, incomprensibile, instabile, aleatoria, provvisoria, priva finanche di uno statuto gnoseologico, chiamo in mia difesa alcune frasi di Alfonso Berardinelli tratte dal libro La forma del saggio (Venezia, Marsilio, 2002), che ritengo particolarmente significative intorno alle questioni legate allo statuto della critica militante.<br /><br />«La critica… mi sembra sempre di più un’attività da inventare, se si ha la forza e la voglia di farlo. Un’attività che richiede certe attitudini e certe particolari caparbietà e predilezioni cioè un personale e rischioso programma gnoseologico, morale, stilistico, una certa politica e un certo uso delle proprie letture» (p. 176).<br /><br />«La forma del saggio conserva sempre qualcosa di immaturo, ama dominare senza che il suo dominio appaia tale. Regola i rapporti fra gli altri generi, si insinua fra loro e al loro interno, li alimenta e trae vantaggio dal loro splendore, se ne fa schermo imitandoli o pretende di indicare loro la strada da seguire. E il saggista è scrittore di prove e di esperimenti, sempre incerto se preferire per se stesso la riuscita o il fallimento, la forma conclusa e definitiva o il frammento aleatorio, le taglienti e perentorie certezze o i mascheramenti, i paradossi, l’istrionismo. Il saggista è perfino indeciso se scegliere fra la scelta e la sospensione delle scelte, fra la decisione e l’incertezza. Come genere letterario, perciò, il saggio è forse il più mutevole e inafferrabile dei generi. Il più esposto alle influenza di ogni altro genere, il più passivo nel suo orgoglio, il più impaziente nella sua irresolutezza… Arriva sempre in ritardo o sempre in anticipo?<br />Troppo tempestivo e troppo polemico, dominato dal demone della meditazione e da quello del presente effimero, schiavo dell’occasione e libero di divagare, il saggista, incapace di creare un altro tempo rispetto al tempo storico e al tempo della vita quotidiana, non ha riparo. Non può né evadere né fortificarsi dentro la trascendenza della forma artistica. Non può fluire in un racconto né sollevarsi in un canto. Rispetto a quella del narratore e del poeta lirico, la sua ispirazione è sussultoria, incostante, disorganica… Non sceglie fra responsabilità artistiche e responsabilità politiche: la sua scrittura soffre e gode di una perpetua instabilità, dato che non si fonda né sulla coerenza logica né sulla coerenza fantastica. Il saggista è un visionario del pensiero e un dialettico della metafora: scontento di se stesso, finisce di scontentare tutti, sia chi lo vorrebbe più dialettico, sia chi lo vorrebbe più visionario. Aspira alla vita essenziale, ma non riesce a distrarsi dalla cronaca. Oscilla fra il rigore dell’aforisma e la fatuità della battuta. La sua lingua è minacciata da tutti i gerghi… La sua lingua non è mai un’invenzione, né un dono…» (p. 18)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-46137144582915544822011-03-18T22:16:13.743+01:002011-03-18T22:16:13.743+01:00Due battute, spero consone (anche se informali...)...Due battute, spero consone (anche se informali...).<br /><br />Mi piace il concetto di “asseribilità generalizzata” di Linguaglossa. Sembra davvero dominare sulla realtà. Sembra davvero esistere una confusione babelica. Ennio si pone su questa lunghezza... Mentre sto per accettare anch’io quest’affermazione però mi accorgo che i centri e le direttrici sono diversificati. Se ci sono delle line di confusione e di chiacchiera, ci sono ben precise (chiare ed evidenti) direttrici di potere che agiscono in maniera scientifica e tutt’altro che caotica.<br /><br />L’asseribilità generalizzata, anche se ammessa, andrebbe comunque ricalibrata: “asseribilità generalizzata a vari livelli” (?).<br /><br />Inoltre... Non riesco a conciliare la richiesta di formulazione di “una domanda fondamentale” (e conseguente formulazione di una “risposta fondamentale”), con la prospettiva posta come risolutoria e propria dell’atteggiamento beckettiano (meglio di Vladimiro/Estragone). Da una parte una richiesta di “forza” dall’altra di “coscienza annichilita”. <br />Credo che oggi (in realtà da sempre) vi sia una necessità “costruttiva” inappellabile. Un atteggiamento critico si può e si deve formare su molte linee ma non può venire meno alla richiesta di risposte "costruttive" (parziali e relative come sono sempre state le risposte...).<br /><br />Inoltre... Cosa intende Linguaglossa per “la problematizzazione del linguistico nel Dopo il Moderno dovrà necessariamente affrontare una nuova modalizzazione dell’esperienza linguistica” ?<br /><br />Cordialmente<br /><br />Visto che ci sono vi propongo la visione di un breve “video-poema...” Silvioman contro il nucleare. Buon divertimento. <br />Lo trovate con questo link:<br />http://www.youtube.com/watch?v=FERKHZt3LNg<br /><br />titotitoxyhttp://farepoesia.itnoreply@blogger.com