tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post8517443260311994410..comments2024-02-22T09:32:06.341+01:00Comments on MOLTINPOESIA : Flavio Villani I sommersiMoltinpoesiahttp://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comBlogger8125tag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-77517356091710171782012-05-30T00:54:32.293+02:002012-05-30T00:54:32.293+02:00Grazie Luigi, vedo solo oggi il tuo commento.
FGrazie Luigi, vedo solo oggi il tuo commento.<br />FAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-22098585170711543482012-04-22T20:57:51.031+02:002012-04-22T20:57:51.031+02:00Mi sono astenuto finora a commentarla per non scri...Mi sono astenuto finora a commentarla per non scrivere banalità, comunque cose non all'altezza della poesia. Ho avuto la fortuna di leggere molti tuoi testi, racconti e liriche, e queste ultime poesie mi pare rappresentino il più alto livello di sintesi di quello che hai scritto in passato. Come sempre al centro c'è la tragicità dell'uomo, senza giudizi, senza retorica. I salvati non hanno più meriti di quelli che soccombono. Muti attendono "la luce obliqua del mattino". Tutto è vacuo, ma resta la memoria, il rimpianto per quelle passeggiata, quella speranza "La luce arriverà, prima o poi." E poi non è arrivata. Come in tutte le opere di Flavio il senso della vita sta tutto in quei minuscoli momenti di tenerezza, di compassione disinteressata, di amore, anche loro vacui, ma, in fondo, immortali.Luigi Maffezzolihttps://www.blogger.com/profile/00701523844758010080noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-66339490831922397152012-03-13T13:29:54.855+01:002012-03-13T13:29:54.855+01:00Solo un'associazione degregoriana.
"...e...Solo un'associazione degregoriana.<br /><br />"...e senza ali e senza sete, e senza ali e senza rete, voleremo via”.... <br /><br />enzoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-25775525343179865132012-03-13T13:03:43.347+01:002012-03-13T13:03:43.347+01:00Grazie Ennio per questa tua lettura. E' vero q...Grazie Ennio per questa tua lettura. E' vero questa poesia e' ammissione dell'insufficienza degli strumenti della ragione nell'interpretazione di certi fenomeni. Il suicidio e' il paradigma, ma chiaramente non l'unico. La medicina cerca di spiegare razionalisticamente. Ma ne sento tutti i limiti. Il Mito e' un sistema interpretativo. Se tranquillizzi non lo so. Quanto meno (mi) aiuta a pensare che il mondo non e' solo caos senza senso.<br />Ciao<br />FlavioAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-51374230408765633992012-03-13T12:09:42.569+01:002012-03-13T12:09:42.569+01:00Ennio Abate:
Leggendo "I sommersi", mi ...Ennio Abate:<br /><br />Leggendo "I sommersi", mi è venuto in mente «cantando rumpitur anguis» (un verso delle Bucoliche di Virgilio, che è anche in exergo a "Paesaggio con serpente" di Fortini). Tradotto: col canto (di formule magiche) il serpente viene distrutto. Più liberamente: con il canto (la poesia) spezziamo l’angoscia. Questo mi pare faccia Flavio con questa poesia, che a me più che poesia-racconto (alla Cesare Pavese) pare una poesia-indagine. Certo si narra: di due suicidi, uno in un ambiente metropolitano e l’altro - di una ragazza - in un ambiente mediterraneo. Ma la narrazione del primo dramma è lenta, dall’impersonale si passa al tu, per tornare ancora all’impersonale, procede per ipotesi (Tu allora pensi a cadute d’altro genere), aggiunge dati senza mai definirli (il mio amico, quel tipo, un palazzo; su questo si torna più avanti per indicarne però dati scontati di modernità e funzionalità), accelera solo nell’acme del dramma (il volo/la corsa per le scale a perdifiato). <br />Poi c’è il cambio di scena (la telefonata; vengono rivelati altri particolari: la ragazza che ha preso a correre e ad urlare, l’amico che l’ha fermata). E poi le interrogazioni (cosa?!...cosa passa per la testa in quel momento?), i commenti (dei vivi) che segnalano una certa (residua) coralità. <br />Anche il secondo quadro (che mi pare richiamare i dati del suicidio di Primo Levi) è impersonale e breve. Ma dal terzo è l’io che rientra in scena con suoi ricordi precisi (una vacanza al mare) per parlare del suicidio di un’amica appreso dal giornale, che però resta anonima come il primo suicida (Per quanto mi sforzi il suo nome non lo ricordo./Non lo ricordo più./ Forse per quello, sì, è passato troppo tempo.) e dell’inquietante episodio a nessuno prima svelato ( aver risentito la sua voce dopo che «lei/il salto/a quell’ora e in quell’istante/ già l’aveva fatto.). <br />Qui il colpo vero, il fulcro della poesia: il contrasto tra un reale che sfugge all’indagine razionale e affiora solo nelle credenze (Dicono che per comunicare sia il mezzo/ preferito dagli spettri). L’indagatore ammette la sua impotenza. E mi pare che l’angoscia alla fine venga aggirata col ricorso al SEMPRE del mito ( il dolce Icaro, pallido fanciullo,/da sempre precipita nel mare/senza un lamento).Moltinpoesiahttps://www.blogger.com/profile/13401193672691074557noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-84415414924573380252012-03-13T10:21:15.125+01:002012-03-13T10:21:15.125+01:00...
"Ve ne siete andato, / come si dice, / al......<br />"Ve ne siete andato, / come si dice, / all'altro mondo.<br />Vacuità... / Volate, / speronando le stelle. "<br />...<br /><br />Majakovskij, A Sergej Esenin.<br /><br />da MayoorAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-75413732161558599202012-03-13T09:12:52.348+01:002012-03-13T09:12:52.348+01:00enzo :
Mentre leggo questi racconti in poesia mi c...enzo :<br />Mentre leggo questi racconti in poesia mi chiedo se molti significanti non contengano puntuali domande. Non credo che l´intento di chi scrive sia didattico, ma è come se queste domande si trasferissero quasi spontaneamente nella mente del lettore. Una sublinguaggio polisemico che si lascia scoprire lentamente. Accanto a "si dice : è la follia" nasce spontanea la domanda "è veramente follia ?" Certi fatti accadono all´ improvviso" e così via.... Come se quasi inconsapevolmente, il poeta volesse attaccare stereotipi e clichè che tendono a nascondere il disagio. Ma come fare a sommergere le urla, il tonfo, lo sguardo, le pupille, il pensiero. Sorge dopo il diluvio la necessità di fermare il tempo per rivedere a ralenti le immagini come in una illusione, come se si potesse riavvolgere la pellicola e partire dall´inizio. Liberarsi nella catarsi, si arriva alle allucinazioni uditive, si sentono distinte le voci mentre, coscienti del fenomeno, resistiamo in cima alla tromba delle scale e la sociologia o la filosofia del suicidio non bastano. Il tempo è ancora sospeso, non ci è dato sapere, attendiamo solo la luce del mattino.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5618133655638119700.post-17676418215069734522012-03-12T10:46:33.384+01:002012-03-12T10:46:33.384+01:00Drammi esposti delicatamente, per dare più evidenz...Drammi esposti delicatamente, per dare più evidenza ai fatti, ai ricordi, come si presentano lontani e sempre in agguato nel nostro piccolo pensare. La scrittura di Flavio mi piace tanto, il poeta quasi si nasconde dietro le sue parole e le parole lasciano grandi segni. Bravo Emilia.Anonymousnoreply@blogger.com