Mi è stato chiesto di comporre
un ricordo di Antonia Pozzi (quest’anno è il centenario della nascita) attraverso la selezione di alcune sue poesie.
Lo faccio volentieri.
La sua scrittura in versi – e la
sua vita – attestano quanto per uno spirito libero in un corpo di donna fosse
difficile tollerare le limitazioni culturali, storiche direi, a tale esigenza
di piena espressione di sé in relazione con il mondo. Non mi sembra un caso che
Antonia si sia uccisa, a 26 anni, dopo che le era stato impedito di vivere il
suo primo grande amore, senza che alla sua produzione in versi fosse stato dato
riconoscimento di pubblicazione, in una atmosfera socio-culturale resa
invivibile dalle leggi razziali appena promulgate. Pur nelle inevitabili
differenze storiche, l’attualità di questa “giovinezza che non trova scampo” mi
sembra evidente.