Emilia Banfi
Si era contadini.
Stranieri sulle rotte del vento
se ne sono andati
sul carro del tempo riprendono vita
avevano ancora unghie di terra
e volti rugati di sole
La casa spalancata ai ritorni
copre l’aratro d’ombra pesante
già la prima ruggine scava il cancello
Il glicine ha infilato il suo braccio
nel vecchio fienile il buio lo finirà
ostinati pampini adornano sbarre
coprono vetri chiusi da mesi
pane secco e piume catene granaglie
Lontano nel lungo sentiero il rumore
del tempo che muore come un bambino
lascia sui sassi l’innocente profumo
della menta operosa che invade il silenzio
di una panca di legno.
se ne sono andati
sul carro del tempo riprendono vita
avevano ancora unghie di terra
e volti rugati di sole
La casa spalancata ai ritorni
copre l’aratro d’ombra pesante
già la prima ruggine scava il cancello
Il glicine ha infilato il suo braccio
nel vecchio fienile il buio lo finirà
ostinati pampini adornano sbarre
coprono vetri chiusi da mesi
pane secco e piume catene granaglie
Lontano nel lungo sentiero il rumore
del tempo che muore come un bambino
lascia sui sassi l’innocente profumo
della menta operosa che invade il silenzio
di una panca di legno.