venerdì 18 maggio 2012
DISCUSSIONE
Domande a chi recinge
Lucio Mayoor Tosi
Stella che...
Stella che non vedi nel cielo notturno annuvolato
ma c'è, come qualcuno s'accendesse una sigaretta
nel bosco degli alberi non più morti.
Questo agglomerato tutt'intorno ai supermercati
è solo spazio da riempire. Non fondamentale, dice l'architetto.
Da qui a qui zona franca, posteggi, aiuole e divieti.
Area per bimbi e cani, consolati e sedi della ASL.
Tutto ciò che potrebbe servire, ma che non serve
tra vita e non vita.
Eppure lì, ne sono certo, c'è una stella che s'è tradita.
mercoledì 16 maggio 2012
Robert Walser
Sui poeti
Un poeta si china sulle sue poesie, ne ha fatte
venti. Sfoglia una pagina dopo l'altra e trova che
ogni poesia risveglia in lui un sentimento tutto par-
ticolare. Si tortura penosamente il cervello per sco-
prire cosa sia mai quel non so che di sospeso sopra o
attorno alle sue poesie. Preme, ma non viene fuori
niente, spinge, ma non esce nulla, tira, ma tutto
rimane qual è, vale a dire oscuro. Si abbandona sul
libro aperto tra le braccia conserte e piange. lo
invece, quel briccone di autore, mi chino adesso
sulla sua opera e scopro con infinita disinvoltura
qual è il mistero.
venti. Sfoglia una pagina dopo l'altra e trova che
ogni poesia risveglia in lui un sentimento tutto par-
ticolare. Si tortura penosamente il cervello per sco-
prire cosa sia mai quel non so che di sospeso sopra o
attorno alle sue poesie. Preme, ma non viene fuori
niente, spinge, ma non esce nulla, tira, ma tutto
rimane qual è, vale a dire oscuro. Si abbandona sul
libro aperto tra le braccia conserte e piange. lo
invece, quel briccone di autore, mi chino adesso
sulla sua opera e scopro con infinita disinvoltura
qual è il mistero.
Giuseppina Di Leo
Due poesie
Sotto i portici di piazza Cavour di Rimini
una ragazza fa esercizi yoga.
Sulla adiacente strada la gente sfila
veloce in bicicletta
sento il battere delle ali di un piccione.
L’aria è fredda e pioviggina, non c’è
sole: sembra autunno.
Ma le ragazze sorridono comunque.
Perlomeno ci proviamo.
La pioggia ha la sua buona parte di verità
in questa domenica di fine luglio
una verità che rompe gli argini
dell’ipocrisia
di quanti vorrebbero supporre il pensiero
degli altri
gli abitanti indefessi del lato falso del
mondo della poesia.
domenica 13 maggio 2012
Experimentum moltinpoesia:
Testi poetici (e non) da immagini
Stamattina ho ricevuto questa foto inviatami da Mayoor. Ho
pensato: Ecco i moltinpoesia (vabbé mancano le signore...) se fossimo in
Africa! Potrebbe essere anche un'immagine allegorica: il carro dei
moltinpoesia nel deserto... Si potrebbe fare l'"esperimento":
versi o riflessioni a partire dalla foto...[E.A.]
....Comincia Emilia Banfi:
Guardate e
pensate, quanto è importante il colore in questa foto.
MOLTI
Siamo sopra
sopra le nostre cose
sopra i nostri sforzi
Non
perderemo nulla?
Saremo come nel colore
tutti da guardare
perderemo qualcosa?
un punto un equilibrio
e se andiamo è perché
siamo soli insieme.
Saremo come nel colore
tutti da guardare
perderemo qualcosa?
un punto un equilibrio
e se andiamo è perché
siamo soli insieme.
Altri e altre nello spazio dei commenti...
sabato 12 maggio 2012
Paolo Pezzaglia
Quattro variazioni sulla rosa
A proposito di rose e ricordando ovviamente le rose di Ronsard (Comme on voit sur la branche, au mois de mai, la rose,/ En sa belle jeunesse, en sa première fleur,/ Rendre le ciel jaloux de sa vive couleur...) ecco le mie “rose” tra naturale sboccio di primavera e l’inevitabile entropia (che mi ossessiona). [P. Pezzaglia]
L’APPRENDISTA
E LA ROSA
Legato
alla ruota degli eventi
nel
doloroso smuoversi
dell’eterno
orologio,
spingendo
anch’io la magìa
che
tutto svolge,
si
rivela la mia stessa
morte
abbagliante e certa.
In
una sola realtà, in una sola lusinga
rosa
di donna e fama.
Poi
sgretolamento e ritorno…
……………………………..
venerdì 11 maggio 2012
Giorgio Mannacio
Scuola di poesia
Correggio, Maddalena leggente (dipinto perduto)
agli amici di Moltinpoesia
Velata l’emozione
si fa giorno. Dai tini
non scorre vino ormai, ma solo sangue
sino all’affusto dei cannoni. Muore
con la rosa la donna che la pose
sul suo petto fiorito.
Non lacrime, ma parole
cercano di posare sopra il niente
di velina strinata
testimonianza estrema.
La sua mano non trema.
Perché dovrebbe se di una stella spenta
oggi
soltanto arriva lo splendore ?
Milano, 11
maggio 2012.
SEGNALAZIONE
Prossimo incontro
del Laboratorio Moltinpoesia
alla Libreria Linea d’ombra di Milano
Via San Calocero 29 Milano
Telefono: 028321175
Lunedì 14 maggio 2012 ore 17, 30
Letture e dialoghi sul tema
Fortini-Milano/Pasolini-Roma
Introduce Ennio Abate in dialogo con Giorgio Mannacio
…la
città /che mi porta s’intorbida nei viali / sui battistrada di autotreni, muore
/fra i ponti di bitume, fari, scorie. / Qui sarò stato vivo… (F. Fortini,
Al di là della speranza)
e non lontano, / tra casette / abusive ai margini del monte, o in mezzo // a palazzi, quasi a mondi, dei ragazzi / leggeri come stracci giocano alla brezza / non più fredda, primaverile…(P.P. Pasolini, Le ceneri di Gramsci)
«Non
è un accostamento deterministico. Non è che se Pasolini fosse arrivato a
Milano, invece che a Roma, sarebbe
diventato un Fortini. E viceversa. Ma il capitalismo ci fa vivere in
realtà anche fisicamente contraddittorie (città-campagna; centro-periferia) o
accentua le contraddizioni preesistenti.
E le culture, le biografie, (forse persino gli psichismi) hanno - sotto
il mantello omogeneo, globalizzante,
massificato - accentuazioni “locali”, “individuali”, “singolari”» (E.A.,
Appunti)
Gli incontri, curati da Ennio Abate e Giorgio
Mannacio, sono aperti a tutti.
martedì 8 maggio 2012
Ennio Abate
Su «Dopo il moderno»
di Giuseppe Pedota.
Lettera a G. Linguaglossa
Pubblico una mia lettera-recensione sul libro di Giuseppe Pedota e, di seguito e per completezza, una risposta di Giorgio Linguaglossa alla precedente versione di questo mio scritto, anche se alcune questioni lì trattate ho preferito stralciarle per non appesantire la discussione. [E.A.]
Giuseppe Pedota, Dopo il moderno.Saggi sulla poesia contemporanea, Edizioni CFR, Piateda 2012
Caro Giorgio,Giuseppe Pedota, Dopo il moderno.Saggi sulla poesia contemporanea, Edizioni CFR, Piateda 2012
su Dopo il moderno di Giuseppe Pedota abbiamo anticipato su questo blog una prima parte degli appunti (qui). Avevo in quell’occasione dichiarato quali erano per me i punti di vicinanza e di distanza dalla sua visione della crisi del moderno in poesia. Avendo ora letto la seconda parte del libro, incentrerò questa mia recensione in forma di lettera proprio sulla sua questione centrale: la scelta a favore di un’antimodernità astorica (ben diversa, come ti precisai, dall’antimodernità sempre storica di Fortini).
domenica 6 maggio 2012
SEGNALAZIONE
Prossimo incontro
del Laboratorio Moltinpoesia
Laboratorio Moltinpoesia
a cura di Ennio Abate
martedì 8 maggio 2012 ore 17
alla Palazzina Liberty, Piazza Marinai d’Italia, 1
Milano
Adesso vi
spiego com'è nata questa poesia…
Ne discutiamo con
Luisa Colnaghi, Grazia De
Benedetti e Augusto Villa
a partire da un loro componimento
«il lavoro che porta ad un
testo poetico compiuto è fatto di molteplici tappe nelle quali operano
esperienze e stimoli diversi (personali, sociali, culturali ) tutti sottoposti
ad un impegno cosciente e “ responsabile “ dell’autore» (G. Mannacio)
sabato 5 maggio 2012
SEGNALAZIONE
Premio Novello a Codogno
COMUNICATO STAMPA
CONCORSO INTERNAZIONALE PER VIGNETTISTI
Al via la fase
conclusiva
Codogno, 2 maggio 2012
Il Premio Novello, organizzato
dal Comune di Codogno con il sostegno della Provincia di Lodi e di sponsor
privati, entra nella fase conclusiva imperniata intorno alla mostra dei
migliori disegni in concorso prevista nei locali del Vecchio Ospedale Soave di Codogno, dal 19
maggio al 10 giugno 2012.
Le vignette in gara sono state accuratamente
valutate da parte di una giuria di qualità così composta: Lele Corvi, vignettista
e direttore del premio - Amedeo Anelli, direttore della rivista «‘Kamen» e
direttore artistico del premio - Lido
Contemori e Gianni Sorcinelli, vignettisti
- i popolari artisti Rudy Zerbi e Maurizio
Milani - l’assessore alla cultura ed il presidente della locale Pro Loco IAT di
Codogno. I nominativi dei vincitori verranno resi noti nei giorni
immediatamente precedenti la premiazione, fissata per sabato 9 giugno alle ore
17.30. Al primo classificato andrà un premio economico di € 1.500,00. Per
l’occasione, verrà edito catalogo.
Per tutto il mese di maggio
Codogno diverrà la “Città dell’umorismo” con un ricco programma di eventi che
accompagnerà la fase conclusiva del premio: pubbliche letture umoristiche,
incontri con gli scrittori Daniela Marcheschi e Guido Conti, con il Poeta Guido
Oldani, opere buffe e spettacoli musicali. Il programma dettagliato sarà
disponibile sul sito www.comune.codogno.lo.it
nonché sul sito ufficiale www.premionovello.it a partire dai
primi giorni del mese di maggio.
Organizzazione
Comune di Codogno
Assessorato alla Cultura
Ufficio Cultura
Via Vittorio Emanuele, 4 – 26845
Codogno (LO)
Tel 0377314263 dal lunedì al
giovedì 8.30 – 16.15 / venerdi 8.30 – 13.00
e-mail premionovello@comune.codogno.lo.it
mercoledì 2 maggio 2012
Indarno da tempo
Capitalismo
Oh! I tempi favolosi di Balzac!
Quando l’oro correva per la via
Ed i banchieri col cilindro e il frac
Finanziavan qualunque fantasia!
Speculavano, è vero, però pronti
A tutto: se le cose andavan male
Un colpo secco pareggiava i conti
Sparato sotto l’osso temporale.
Era il capitalismo che ruggiva,
Cui tenne dietro quello che fuggiva.
Oggi il suicidio è degli
imprenditori
E dei loro operai, non dei banchieri.
I soldi sono dei risparmiatori
E loro non son mica nati ieri.
(2 maggio 2012)
martedì 1 maggio 2012
"Made in Lab. Moltinpoesia"
Banfi, Moramarco, Verri
Emilia Banfi
Si era contadini.
Stranieri sulle rotte del vento
se ne sono andati
sul carro del tempo riprendono vita
avevano ancora unghie di terra
e volti rugati di sole
La casa spalancata ai ritorni
copre l’aratro d’ombra pesante
già la prima ruggine scava il cancello
Il glicine ha infilato il suo braccio
nel vecchio fienile il buio lo finirà
ostinati pampini adornano sbarre
coprono vetri chiusi da mesi
pane secco e piume catene granaglie
Lontano nel lungo sentiero il rumore
del tempo che muore come un bambino
lascia sui sassi l’innocente profumo
della menta operosa che invade il silenzio
di una panca di legno.
se ne sono andati
sul carro del tempo riprendono vita
avevano ancora unghie di terra
e volti rugati di sole
La casa spalancata ai ritorni
copre l’aratro d’ombra pesante
già la prima ruggine scava il cancello
Il glicine ha infilato il suo braccio
nel vecchio fienile il buio lo finirà
ostinati pampini adornano sbarre
coprono vetri chiusi da mesi
pane secco e piume catene granaglie
Lontano nel lungo sentiero il rumore
del tempo che muore come un bambino
lascia sui sassi l’innocente profumo
della menta operosa che invade il silenzio
di una panca di legno.
Lucio Mayoor Tosi
Tre poesie
Simm' nervusi, di Enzo Cucchi.
Dentro questa circonferenza da bersaglio
posso sperare nel distratto trascorrere altrove
di interi branchi dell’economia
impegnati in qualche rissa parolaia dove muore di fame
chi ne resta trasognato.
Fa freddo.
L’aria irrigidisce le spalle. Il cuore non c’è.
Fa tremare il mondo che prende più di quanto dà
seleziona la specie scrutando dentro ogni individuo
nessuna fuga consentita.
Solo morire lasciando le strade pulite.
Come mai esistiti.
domenica 29 aprile 2012
Indarno da tempo
Nove poesie
"Sotto questo
sibillino pseudonimo si nasconde
comunque una persona realmente esistente". Questa l'autopresentazione dettatami dall'autore dei testi qui pubblicati [E.A.]
King Kong
È perplesso, lo scimmione:
Alza il muso dal gabbione,
Vede il pubblico pistola,
Gli esce un grido dalla gola!
Che cos’è quella schifezza?
Le catene a un tratto spezza,
E la gente ora si aspetta
Che di lor farà polpetta!
Veramente non li tocca:
Fa da sé, la folla sciocca,
Calpestandosi con gusto
Nell’orribile trambusto,
martedì 24 aprile 2012
Letizia Lanza
Armonia di voci
Michele Mainoli La nuvola 1956 – olio su tela cm 50 x 60
Arricchita
dalle immagini di Michele Mainoli e dalla sobria quanto incisiva Prefazione di
Roberto Carlo Delconte (oltre che da due brevi note critiche, rispettivamente
di Bruno Galvani per il pittore, di Giorgio Bárberi Squarotti per il poeta),
esce, su iniziativa del Comune di Castelnuovo Scrivia, l’interessante raccolta
di Gianfranco Isetta (Quaderni della Biblioteca “P.A. Soldini” 20).
Congruamente intitolata Dialoghi,
tiene dietro a due fortunate sillogi pubblicate a stampa – Sono versi sparsi (Joker, Novi Ligure 2004) e Stat rosa (Puntoacapo,
Novi Ligure 2008) – entrambe impreziosite da interventi del famoso italianista
e poeta torinese, e al bel quaderno Caravaggesche,uscito in forma di ebook presso la rivista online “laRecherche”.
lunedì 23 aprile 2012
Czesław Miłosz
Canzone sulla fine del mondo
L’ape gira sul fiore del nasturzio,
il pescatore ripara la rete luccicante.
Nel mare saltano allegri delfini,
Giovani passeri si appoggiano alle grondaie
E il serpente ha la pelle dorata che ci si aspetta.
Il giorno della fine del mondo
Le donne vanno per i campi sotto l’ombrello,
L’ubriaco si addormenta sul ciglio dell’aiuola,
I fruttivendoli gridano in strada
E la barca dalla vela gialla si accosta all’isola,
Il suono del violino si prolunga nell’aria
E disserra la notte stellata.
domenica 22 aprile 2012
DISCUSSIONE
Il vecchio e il giovane.
Cosa si muove
nella “critica militante"
della poesia italiana?
Pubblico questo “contrappunto” (punctus contra punctum, nota contro nota): brani tratti dal libro Dalla lirica al discorso poetico di Giorgio Linguaglossa e stralci di saggi del suo giovane e antagonista interlocutore, Ivan Pozzoni.* L’emarginazione della poesia, il venir meno della polis («la polis che non c'è», di cui abbiamo parlato qui, qui e qui), il tentativo di reagire al postmoderno con un «inventario accurato di esistenze frammentate», la “catalogazione dell’esistente”: questi i temi sfiorati. Problemi: cosa rivela questo rispondere frammento contro frammento al libro di Linguaglossa, che si vuole «Storia della poesia italiana (1945- 2010)» (ne ho parlato qui)? cosa dice del “presente dei giovani” questo stile comunicativo che a me pare sfuggire il dialogo e l'argomentazione distesa? e la tendenza di Pozzoni a nobilitare l’emarginazione della poesia contemporanea con il ricorso a riferimenti classico-mitici? Parliamone. [E.A.]
Caro Giorgio,
tu scrivi:
1] «Il tardo moderno consiste in
questo: oggi il concetto di avanguardia, cioè di coloro che stanno in posizione
avanzata e che “guardano avanti”, è intimamente connesso e, in una certa
misura, dipendente dal concetto metastorico di Progresso […] Nell’epoca attuale
sono in “posizione avanzata” i linguaggi dello spot e i linguaggi della
comunicazione mediatica; oggi, una “posizione di punta” non può che
svolgersi in una posizione di “apparente retroguardia» (Dalla lirica
al discorso poetico, 281/282 con richiamo a Poiesis 13/1997).
venerdì 20 aprile 2012
SEGNALAZIONE
Presentazione a Roma
del n.8 di "Poliscritture"
Il 23 aprile alle 18.00
presso “Il polmone pulsante” al n. 21
della Salita del grillo
si presenta
il numero 8 del semestrale di ricerca e
cultura critica
PoliScritture
Come dice il titolo, è una rivista di scritture
plurali. Vi trovano ugualmente spazio riflessioni in forma di saggio breve,
poesia, prosa, narrativa, critica o dialogo. Ma la ‘S’ in rosso evoca in
sottofondo la polis, la città, fonte antica della politica e della
democrazia. Si vuole così segnalare ai lettori l’intenzione di ristabilire in
nuovi modi quella tensione costruttiva tra scritture e impegno
civile che oggi sembra perduta
Pensare in molti criticamente
Sul tema “Revisioni
e revisionismi”
interverranno con riflessioni e letture
Francesco
Briscuso, Anna Cascella Luciani, Alessandro Cavallo, Fabio Ciriachi, Marcella
Corsi, Luigi De Franco, Salvatore Dell’Aquila, Andrea Di Salvo, Giorgio
Linguaglossa, Stefania Portaccio, Roberto Renna, Annamaria Robustelli
Sul sito www.poliscritture.it potete
scaricare il PDF dei numeri precedenti
mercoledì 18 aprile 2012
Giorgio Tagliafierro
Tre poesie
SERENO
Su frangia di torre
Lambiva ancora tiepida
luce arancio rosa
Tra spinte d’echi e
stridii di voli
Ospiti padroni sottili
Un respiro veloce celato
tra spighe alte
L’antico rifugio
Tardo e chiuso a cedere
fermo al piccolo sonno
Bianchi labirinti
specchiano in profili d’ombre
Rimbalzi di voci e
sorrisi
Sghembi plagi d’infanzia
dal muro vinto per breve
Rincorse e silenzi di stagno
Strappammo more dolore e
salite più sorde
Tremore nei pollini
nuovi
Scomposti nel cerchio
che gira di giostra
E muove orizzonti di
spalle
Cancelli ad arpa col
giunco nel vento
Foglie di sole a campana
Alterne palmate nel
corso del viale
Spinto d’affanni nell’aria più fonda
Ancora un giorno
Parole sentite nostre
Infermi testi ignorano
vermigli
Pietre serene di storia
Con pause di malta e
vele di ragno
Fili recisi da lacrima
scesa
Che non ritorna.
lunedì 16 aprile 2012
SEGNALAZIONE
Marina Massenz
La ballata delle parole vane
Giovedì
19 aprile
alle ore 18
alla libreria Odradek
via principe Eugenio 28 Milano
“La ballata
delle parole vane”
edizioni L’Arcolaio
interverranno con l’autrice
Donato Salzarulo
Marina Massenz è nata nel 1955 a Milano, dove vive.
Psicomotricista, si occupa di terapia e formazione. È autrice in questo ambito
di tre libri e numerosi saggi. Ha pubblicato nel 1995 la sua prima raccolta
poetica: Nomadi, viandanti, filanti, ed. Amadeus, Cittadella (Padova). Suoi
versi e prose poetiche sono state pubblicate su: Accordi, Inverso, Qui-appunti
dal presente, Il Monte analogo, Poliscritture, Le voci della luna, La poesia e
lo spirito, X Quaderno da fare (di Biagio Cepollaro).
si
parlerà del libro di poesie di Marina Massenz
Giulia
Niccolai
domenica 15 aprile 2012
Rita Simonitto e Giorgio Mannacio
Un tema, due mondi, due stili
Rita Simonitto e Giorgio Mannacio hanno scovato tra le carte due loro poesie convergenti su un tema quasi classico: l'usignolo. Ne è uscito per il momento questo duetto di versi che, seguito da una prima riflessione di Rita, sottopongo all'attenzione dei visitatori del blog, nella speranza che altri intervengano. Anche questo è un modo solo in apparenza occasionale e "privato" di interrogarsi sul senso della poesia che facciamo. Giorgio per il momento aggiunge che il suo usignolo ha a che fare con la
predica agli uccelli di San Francesco. [E.A.]
Rita Simonitto
La morte e l’usignolo
Difficile è morire quando l’usignolo canta
e a nota fa seguire nota con selvaggia
maestria strenuamente imbricando
il passato al futuro.
E la notturna selva risponde a quella sfida
offrendo il ventre ombroso a inarcata schiena:
così note diverse intrecceranno altre
analoghe illusioni di continuità del tempo.
Come è difficile sciogliere gli amplessi
che la speranza adombra di continuità:
ed è solo un inchiostro di china
che scarabocchio/segno spazi differenti unisce.
La morte e l’usignolo
Difficile è morire quando l’usignolo canta
e a nota fa seguire nota con selvaggia
maestria strenuamente imbricando
il passato al futuro.
E la notturna selva risponde a quella sfida
offrendo il ventre ombroso a inarcata schiena:
così note diverse intrecceranno altre
analoghe illusioni di continuità del tempo.
Come è difficile sciogliere gli amplessi
che la speranza adombra di continuità:
ed è solo un inchiostro di china
che scarabocchio/segno spazi differenti unisce.
(18.12.2009)
venerdì 13 aprile 2012
Dante Maffia
Quattordici poesie
da "Papaciòmme"
1. Quìll'i beseòtte
A pasteccerìe sèmpre chjne
addòre du café me revegliàvede,
u làtte no, a sc' cùma jànche
mplacchièt'e quìll'i bescòtte
addòre du café me revegliàvede,
u làtte no, a sc' cùma jànche
mplacchièt'e quìll'i bescòtte
ca sàpen'i gòve.
Tùtt'i matìn'a stèssa stòrie
mànge figlie
ca se renfòrzed' a memòrie.
Attùrne gènt' allègre
Attùrne gènt' allègre
i vùcca bbòn' e nzalùte
grìded' allu bancòne nu babbà
e na guantìre mmesc' cchète.
e na guantìre mmesc' cchète.
QUEI BISCOTTI. La pasticceria sempre
piena / l'odore del caffè mi risvegliava, / il latte no, la bianca schiuma /
appiccicosa e quei biscotti / che sanno d'uova. / Ogni mattina la stessa storia
/ mangia figlio / ti si rinforza la memoria. / Intorno gente allegra / di buona
bocca e in salute / grida al bancone un babà / e un vassoio assortito.
martedì 10 aprile 2012
Rita Simonitto
Senso, religiosità, chiese e poesia.
Riflessioni sul post * IMoltinpoesia (2). La sporca religione dei poeti.Dialoghetti a puntate tra Samizdat e Poeta Invisibile” del 17 marzo 2012
Quasi a voler chiudere frettolosamente il post del 17 marzo 2012, Ennio dice: “Sapevo che questo secondo dialoghetto sarebbe
stato accolto con gelo o irritazione. Ringrazio comunque i pochi commenti
finora ricevuti”.
Credo invece che sia il tema ad essere un po’ ostico in
quanto si presta a discorsi troppo carichi emotivamente e ideologicamente per
cui si passa con facilità dal registro dell’analisi a quello delle opinioni.
Ma, pur riconoscendo questi limiti, potenziati anche da quel particolare mezzo
di comunicazione che è il Blog, da qualche parte bisognerà pur incominciare.
Un ulteriore limite, di natura diversa e ben più importante,
è anche costituito dagli strumenti interpretativi di cui oggi possiamo
disporre: purtroppo non è possibile fermarsi ai soli “illuminismo e
marxismo come solida base”, come farebbe intuire Samizdat, in quanto ogni
strumento interpretativo muta (o dovrebbe mutare!!) conformemente alla realtà
che esso interroga.
lunedì 9 aprile 2012
Giorgio Linguaglossa
Su "Fuori di sesto"
di Tiziano Salari
L’EPOCA DELLA
STAGNAZIONE SPIRITUALE
Tiziano Salari Fuori di sesto Neos, Rivoli, 2012
Storicamente, l’immediatezza
sensibile della lirica dell’epoca classica della filosofia tedesca fa sì che in
essa l’oggetto sia immediatamente prensile, sia a disposizione del lettore in
quanto riconosciuto. Nell’età classica della lirica («Agli dei di Hölderlin e al cielo stellato di
Kant»), in Hölderlin e in
Leopardi, c’è ancora corrispondenza tra
soggetto e oggetto, c’è una esperienza che richiede di essere tradotta in
poesia, e la forma-poesia assume una configurazione riflessa e conclusa in se
stessa tra un soggetto in posizione desiderante e un oggetto in stato
desiderato.
Oggi, le cose della lirica nell’età
post-lirica, stanno in modo ben diverso. L’epoca
della stagnazione spirituale si preannuncia senza squilli di tromba o clangori
di ottone: non c’è più una corrispondenza tra il soggetto e l’oggetto, non c’è
più una esperienza significativa, non c’è più alcuna riconoscibilità tra il
lettore e l’esperienza significativa descritta nella poesia. Il lettore è
abbandonato a se stesso tamquam
l’autore. In un poeta come Wallace Stevens questo processo è già molto visibile:
la poesia si avvia a diventare quel clicchete clacchete di cui parlava il poeta
statunitense, la poesia resta senza alcun destinatario. Così, anche nei suoi
momenti di maggiore gaiezza, come nella poesia di Stevens, la poesia
attecchisce al «lutto» di una perdita. Così è nella poesia di Salari, colpita
anch’essa dalla melancholia del «lutto».
domenica 8 aprile 2012
Patrizia Villani
Sette poesie
da "Conversazioni necessarie"
E.Hopper, Morning sun
Incompiuti
Incompiuti moriamo
perché altri nascano
calpestando resti
come noi abbiamo
calpestato altri,
indifferenti nella cruda gioventù
che pretende vigore fisico e bellezza.
indifferenti nella cruda gioventù
che pretende vigore fisico e bellezza.
È la vita: s'impara tardi la
compassione
quando le oscene infermità si fanno avanti.
quando le oscene infermità si fanno avanti.
È la vita: giudichiamo
oggi errori del passato,
allestendo per domani nuovi processi
allestendo per domani nuovi processi
con mani certe, le
nostre.
Incompiuti e soli
moriamo,
un ultimo sguardo al
panorama eterno
che ci conferma il
destino dell'
età
nella luce fragile della rivelazione:
nella luce fragile della rivelazione:
è la vita, e noi di
più non siamo.
Meeten Nasr
Emmaus
Rembrandt, Cena ad Emmaus
Cleopa pensa:
Via, via, lontani da Jerusalem,
città del peccato universale!
Non posso non
amare quel Maestro
che tutti amava e da tutti era riamato.
Lui dolce, lui vero!
Da lui la nostra vita eterna.
Il viandante dice:
Di Gesù Nazareno tutto ignoro.
Ma a te, Cleopa, e al tuo socio taciturno
mentre andiamo svelerò certe Scritture
che annunciavano l’avvento del Messia.
L’oste racconta:
Già il sole era al tramonto, rosso il cielo
come sangue, come vino in tre bicchieri
quando i viandanti sedettero alla mensa
apparecchiata sotto il portico, all’aperto.
Due erano a me ben noti, invece l’altro
aveva bionda la barba,
azzurri gli occhi e franco
il bel viso arrossato, quasi sfidato avesse il vento.
Portai loro tre piatti, un lume, un pane. E fu silenzio.
Ma quando il giovane afferrò il pane e lo spezzò
dicendo “questo è il mio corpo”
ambedue gli altri si levarono gridando:
“Rabbi! Rabbunì! Nostro Signore!”
E si fece gran luce, in quel portico e nel mondo.
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