venerdì 13 luglio 2012

Eros Alesi
Da "Frammenti"


Ben Shahn - Unemployed
Caro Papà.
Tu che ora sei nei pascoli celesti, nei pascoli terreni, nei pascoli marini.
Tu che sei tra i pascoli umani. Tu che vibri nell’aria. Tu che ancora ami tuo figlio Alesi Eros.
Tu che hai pianto per tuo figlio. Tu che segui la sua vita con le tue vibrazioni passate e presenti.
Tu che sei amato da tuo figlio . Tu che solo eri in lui. Tu che sei chiamato morto, cenere, mondezza.
Tu che per me sei la mia ombra protettrice.
Tu che in questo momento amo e sento vicino più di ogni cosa.
Tu che sei e sarai la fotocopia della mia vita.

mercoledì 11 luglio 2012

Ivan Pozzoni
Cinque "non-poesie"


INTERVISTA AD UN MORTO AMMAZZATO

Il comitato di redazione m’ha affidato un incarico strano
correre, filosofo in bicicletta, lungo le piste ciclabili di Milano
nella speranza di sottrarre all’anonimato
l’intervista ad un morto ammazzato.

Cercando il cadavere d’un bandito,
la morte dell’uomo comune non è fatto gradito,
mi rifugiai al fresco d’un deposito mortuario,
interrogandone ogni misero affittuario,
e mi imbattei nel disdicevole pallore
delle incallite spoglie d’un rapinatore.

martedì 10 luglio 2012

SEGNALAZIONE
Versi Umani FEST - 2012
a Milano


Venerdì 13:
Versi Umani FEST - 2012
dalle 21.00 presso FABBRICA DEL VAPORE in via Procaccini 4, Milano. 

Programma:
h. 22.00: presentazione dell'antologia MILANO, n. 0 della collana Manifesti. Con reading degli autori pubblicati.

Alejandro De Luna – A LA "MADONNINA"  Y EL DUOMO DE MILÀN
Alessandro Magherini – MILANO COME TOKIO
Andrea Ferrari – MEZZANOTTE DI COPRIFUOCO
Anna Lamberti-Bocconi – VIALE MONTECENERI; BONOLA;CRONACHE DA VIA FATEBENEFRATELLI
Beppe Ratti – (non un aliante a linate…)
Cettina Lascia Cirinnà – I MIEI ANNI OTTANTA A MILANO
Davide Ferrari – (Mi hai detto - uno sguardo…)
Davide Gigli –  AUTUNNO
Donald Datti – (milano, dal basso…); (il giorno che godzilla ha fatto la sua apparizione…)
Fabio Ventre – (A Milano sappiamo…)
Fabrizio Venerandi – (io a milano ci sono stato seduto…)
Francesca Genti – (Noi, dandy di Lambrate…)
Gianni Montieri – (A Lambrate la granita stava a quattro euro…); SALONE DEL MOBILE
Giuliano Mori – BRICIOLE STELLE STRISCE
Lucio Mayoor Tosi – AREA C
Manuela Dago – MILANO PORTA POESIA
Meeten Nasr – LUCCIOLE; NAVIGLIO
Pietro Fornari – CONTO ALLA ROVESCIA PER TROVARE SE STESSI A MILANO
Silvia Monti – INNAMORATI A MILANO
Stefania Carcupino -  GORLA
Tina Caramanico – STRADE
Veronica Liga – LA MIA MILANO 

h. 23.00: concerto di Johnnie Selfish & the Worried Men Band.
h. 24.00: dj set e dancefloor northern soul/motown a cura di Fred Bully (aka Federico Vinella).

lunedì 9 luglio 2012

Ennio Abate
Nature morte



a Gigi Lanza
E la contestazione? 1

E gli intellettuali del sessantotto (Cezanne: Nature morte au)
che decretarono col lancio d'uova marce sugli smoking
la fine della vecchia mercantile mostra del cinema di Venezia
e di un turismo élitario e un poco snob?

Oggi sono sposati, quadri dirigenti dei partiti di sinistra
consulenti culturali di enti pubblici.

L'altra sera, coi loro vecchi jeans e gli occhialini alla Trotckij
erano tutti in Campo San Trovaso, alla rassegna di cinema-estate
organizzata dal comune di Roma ad applaudire il "fascista”
John Wayne
in una vecchia pellicola  (Ombre rosse)
di tanto tanto tempo fa.

Emilia Banfi
Poesie



*
Chiedetemi del mio io
rendetemi partecipe
del vostro stare qui
con me che ascolto
il vostro esistere.

Per ciò che farò
non avrete grande interesse
ma sulla mia altalena c’è
un posto anche per voi.
  

Maria Maddalena Monti
Poesie


                           
MINUTI

E ci consegniamo a questi giorni
che sfuggono fra le pieghe delle dita.
Ore, minuti fissati a punta di spillo.
Sull’atlante il viaggio prosegue,
ma il dito puntato ritorna sempre
là,dove forse era  il nostro posto.

domenica 8 luglio 2012

Giorgio Linguaglossa
Poesia e ontologia
in Gëzim Hajdari




Gëzim Hajdari, Nûr – Eresia e Besa (Edizioni Ensemble, 2012)


Nûr è forse l’opera più complessa e di maggiori ambizioni di Gëzim Hajdari, quella che riprende e trasfigura gli elementi principali della poesia hajdariana attraverso una ridistribuzione drammatica dell’io nella varietà dei protagonisti scenici.Verità ed essere, e loro relative semantizzazioni, fanno da sfondo al discorso poetico di Hajdari, Occorre qui, in via preliminare, abbozzare la posizione di Hajdari su «verità» ed «essere». La verità, nella tradizione metafisica, è stata sempre intesa come il rispecchiamento di un dato, l’adeguazione alla presenzialità dell’essere: da una parte l’essere nella sua già data, già completa presenza, e dall’altra il pensiero che tenta di rispecchiarlo, e che tuttavia, in questo rispecchiamento non aggiunge nulla all’essere. Hajdari raccogliendo suggestioni heideggeriane, nicciane e gadameriane, intende la verità come «evento», come l’aprirsi di orizzonti storici entro cui gli eventi vengono all’essere; e, come tale, essa deve accadere e non è nulla al di fuori o al di sopra di tale accadere.

sabato 7 luglio 2012

Giorgio Linguaglossa
Su "BABEL - Oms, feminis
e cantonîrs"
di Lucia Gazzini


Lucia Gazzino BABEL - Oms, feminis e cantonîrLa Vita Felice, Milano, 2012

Dopo l’iperrealismo (con il correlativo speculare di un certo espressionismo in poesia) che è stato in auge in Occidente fino agli anni Novanta, oggi sembra prevalere, anche nella poesia in dialetto, tra le ultime generazioni, il genere intimistico. L’intimismo di Lucia Gazzino infatti predilige l’ingrandimento progressivo delle unità verbali prese ognuna per sé e le collega con elementi asintattici, con congiunzioni o particelle avversative, costruendo una sintassi liquida, come in sospensione, in emulsione. In questo modo gli elementi significanti e sonori del linguaggio, come accade in queste poesie in dialetto friulano di Lucia Gazzino, vengono esaltati ed ampliati. le parole diventano parole-immagini. Procedura già anticipata da un quarantennio da un film come Blow up di Antonioni, dove un fotografo, che ha scattato numerose fotografie in un parco, rientra nel proprio studio, e qui viviseziona le immagini attraverso ingrandimenti successivi e arriva ad identificare, stesa dietro un albero, una forma supina: un uomo ucciso da una mano armata di rivoltella che, in altra parte dell’ingrandimento, appare tra il fogliame di una siepe.

Giorgio Linguaglossa
Su "L’appropriato governo del fuoco"
di Alessandra Palmigiano


Alessandra Palmigiano L’appropriato governo del fuoco La Vita Felice, Milano, 2012 

Non siamo proprio alla teatralizzazione dell’io come avviene nel genere di poesia frequentata nell’occidente dell’epoca della stagnazione ma in un sotto-genere che elegge il «tu» quale destinatario dei testi-missiva; Alessandra Palmigiano opta per l’esplicita forma dialogica del «tu» e parla con un misterioso lettore «implicito», una specie di «doppio» (?) della propria coscienza, oppure con il lettore spettatore, etc. Leggo nel risvolto che l’autrice si occupa di «logica»; e non c’è dubbio che è una poesia che riscuote il plauso della sfera razionale del lettore senza penalizzare, direi, neanche l’emisfero deputato alla immaginazione del lettore. Palmigiano racconta sempre un evento preciso (un non-detto, un implicito) con il massimo risparmio di parole e con il massimo di elusività, ecco la ragione della incisività del verso lineare di questa poesia, che termina proprio lì dove deve terminare, ma il significativo è nel verso successivo: si nasconde in una omissione, in un patto tacito, nella elusione, nel non-detto. La traduzione in inglese dei testi ci aiuta a metterci in consonanza con il linguaggio dell’autrice, se non altro per la nota predilezione dell’inglese per le forme attive  e pragmatiche.

giovedì 5 luglio 2012

Raffaele Piazza
Poesie



Nuvole e Alessia


1
Da dove tu sei, in via Petrarca,
vedi la stessa nuvola, mi dici,
nel mio da Piazza Dante
scorgerla e

2
il telefono a unirci in voci
nel coro di questo postmoderno
occidentale. dici la nuvola
si sfiocca in forma di cavallo
candido il cielo sopra Napoli e

Lucio Mayoor Tosi
Gente, scoiattoli, formiche


The construction of Empire State Building

Ciao Ennio, ti mando per gioco queste poesie, che poi sono una sola, e che sono state scritte per la voce meccanica del ripetitore di un computer.[L.M.T.]

Sprofonda nella patta aperta l'Empire State Building
come precipitasse, e non si sa dove finisca.

Occhi vispi di uno scoiattolo impagliato. 

Gambe lunghe che non si sa dove finiscano:
            Qui è pieno di gente

Come quando vedi una formica sul piano della cucina 
e dici: 
            E' pieno di formiche.

mercoledì 4 luglio 2012

POESIA VOLANTINO
Inesistenti.
Dialoghetto tra Samizdat
e un democratico

ai lavoratori della cooperativa Ala di Bollate che
alzano la testa e scendono in lotta.


Questa mattina, 4 luglio 2012, è  iniziato..
Cosa? Lo sciopero dei lavoratori
della COOPERATIVA  INESISTENTI
Che fa ‘sta cooperativa?
Cerca di lavorare, di eseguire
l’imballaggio dei prodotti di cosmetica
per conto dell’azienda INNOMINATA S.P.A.

martedì 3 luglio 2012

PER UNA POESIA ESODANTE
Ennio Abate
La poesia passata a contrappelo.
Un nodo: Montale-Fortini-Mengaldo



La voce Montale, una delle Ventiquattro voci per un dizionario di lettere[1] scritte da Frannco Fortini e pubblicate nel 1968 contiene un giudizio sintetico e ostile, in seguito ribadito e approfondito,  sul poeta poi premio Nobel. Fortini lo presenta così: è un poeta intellettuale, con una formazione spiritualista e positivista, un amante da sempre degli «aromi dell’umanesimo alto-borghese» e, dunque, con  scarso senso della storia (definita una volta da Montale «sterminio di oche»); la sua poesia è lirica e laica; mira a costruire una corrispondenza (in termini più  dotti  gli studiosi parlano di «correlativo oggettivo»[2]) tra esterno (la realtà naturale, ad es. della arida costa ligure) e interno (stati psichici di atonia);  ha strofe brevi, ritmi robusti, abbondanza di rime e assonanze, lessico espressionista.

lunedì 2 luglio 2012

Marcella Corsi
Richard G. Kerschhofer.
Da una conversazione
a due traduzioni


Una conversazione con Claudia Hochstrasser mi ha fatto conoscere alcuni versi – da un blogger erroneamente attribuiti a Kurt Tucholsky – di Richard G. Kerschhofer, autore tedesco che nel 1929 li pubblicò sulla rivista austriaca "Zeitbuehne" con lo pseudonimo di Pannonius. Viene voglia di riproporli per la completa attualità che conservano dopo oltre 80 anni.

Giorgio Linguaglossa
Su "L'equilibrista dell'oblio"
di Zingonia Zingone

De Chirico, Ritorno di Ulisse

Zingonia Zingone L’equilibrista dell’oblio Equilibrista del olvido Raffaelli, Rimini, 2012


Ho assistito di recente alla presentazione del  volume di poesie di Zingonia Zingone (poeta e scrittrice bilingue: italiano spagnolo) al Santuario delle Tre  Fontane in Roma e ne ho tratto una impressione positiva. Il libro l'ho trovato vivo, intenso, a tratti anche struggente, ingenuo e sentimentale se diamo a tali termini il senso che gli dava Schiller nel suo famoso saggio sulla poesia ingenua e sentimentale. In una certa misura, direi che quella  di Zingonia Zingone è una poesia che rientra nel parametro schilleriano, e questo grazie anche alla sua cultura e alla lingua spagnola con cui Zingonia si esprime, il che le facilita il compito, evitandole così le congiunture nelle quali si è andata a cacciare la poesia italiana del secondo Novecento, con le sue idiosincrasie per tutto ciò che attiene all’«ingenuo» e al «sentimentale».

sabato 30 giugno 2012

Enzo Di Mauro
Poesie da "Il tempo che non venne"



Il tempo che non venne
Non pare - mi dico mentre scrivo
un mucchietto di versi servili -
l'inverno più freddo della storia.
Ma certo è qualcosa, è certo qualcosa
questa pastetta di terra umida,
questo grumo sporco
che si apparenta al cielo e resta giù
cascando e cascando
desolato e incomprensibile
- come desolata è la mia furia di uomo
che non possiede nulla e zoppica
non sostenuto neppure da catene o dall'artiglio
che strazia col suo gelo di speranza,
ed essere senza nome, impronunciato,
è una grandezza che fa tremare.

LETTERA/RECENSIONE 1
Ennio Abate
Su "Parking luna"
di Gabriele Pepe


Foto di Christoph Kopp @500PX

Pubblico, e altre ne seguiranno,  senza un ordine preciso le lettere/recensioni che negli anni ho inviato a  vari amici e conoscenti che mi hanno mandato in lettura i loro testi. Le faccio precedere da alcuni dei testi a cui fanno riferimento. [E.A.]

BANANE LUMINOSE

È denso vorticare questa notte
Notte cruda scannata sul rumore
Lucida e tagliente di parole
Sguainate come lame dagli abissi
Del livore. Voragine e crepaccio
Dove s’increspa l’ombra del dolore
Precipita la ghiaia dei giudizi

mercoledì 27 giugno 2012

Sandro Bajini
Ipogrammi


Klee, Paul - 1924 Actor's Mask

SANDRO BAJINI, Ipogrammi. Casabianca Edizioni, Sanremo 2011

(quoniam subesse malunt quam superesse)


SOLILOQUI                  

       ***

In casa mia
mi sento di troppo
anche quando
sono solo.

*
In bilico sopra una palla
che gira intorno al sole e su se stessa
non ti stupire
se in questo forsennato Luna Park
ogni tanto ti coglie un capogiro.

martedì 26 giugno 2012

CRITICA
Ennio Abate
A proposito di Kamala Das.
Mito e Storia, uno a zero?


Espongo qui  alcune critiche alle posizioni “orientaleggianti” e di liquidazione del femminismo storico occidentale che amiche e amici hanno espresso nei commenti al post su alcune poesie di Kamala Das tradotte da Francesca Diano (qui). Spero di farlo con ragionamenti fondati e rispettando la «visione delle cose» soprattutto di alcune mie interlocutrici che considero amiche. [E.A.]

1.
Si può partire dal mito (della Dea Madre) per valutare la storia? Certo. Ma nei commenti del post  dedicato a Kamala Das si finisce per  sostenere la superiorità del mito e a svalutare la storia, presentandola come  un pallido riflesso di quello, una sua forma degradata e pervertita da negare per ritornare, se possibile, al mito. Questo è lo schema che sottostà, secondo me, ai pensieri espressi in tutti gli interventi. Le differenze tra le affermazioni di Francesca Diano, in soffitta, Semy e lo stesso Mayoor  non mancano, ma sono dentro il medesimo paradigma: prima il mito, poi la storia; il mito superiore alla storia; il mito che si  abbevera alla fonte sacrale dimenticata colpevolmente dalla storia. In altri termini, il  discorso - che pur vuole polemizzare contro fissità e rigidità del pensiero occidentale, dominio maschilista, consumismo e colonialismi vari - si arrotola su di sé e diventa pur esso discorso fisso, rigido (e telelogico).

lunedì 25 giugno 2012

Giorgio Linguaglossa
Su "Il secondo dono"
di Sabino Caronia


Sabino Caronia Il secondo dono Progetto Cultura, Roma, 2012

Il secondo dono,  così semplicemente si intitola questa plaquette di Sabino Caronia, quasi a celare un pudore inespresso o a dissimulare una ritrosia più che manifesta, quasi a chiedere venia per tanta improntitudine di apparire quale autore di un mannello di liriche. E liriche d’altri tempi, quando ancora c’erano i bambini che giocavano con l’aquilone su nel cielo e calciavano il pallone ad ogni cantone del trivio o del quadrivio. Ma oggi che l’arte della simulazione si manifesta con la singolare propaggine della scaltra dissimulazione di massa, dico, oggi, che altro dire di una lirica che si rivolge ad altra lirica del passato come ad uno sconosciuto elitario interlocutore che mai più vedrà la luce se non nel segno di un altro segno o in una cosa chiamata sogno, che forse mai più incontrerà il proprio interlocutore?

Giorgio Linguaglossa
Su "Poemetto gastronomico
e altri nutrimenti"
di Tomaso Kemeny


Tomaso Kemeny Poemetto gastronomico e altri nutrimenti Jaca Book, Milano, 2012  

«è della massima importanza / intendere il processo di dissoluzione / dei linguaggi artistici» (T.K.)

Paradossale e politicamente «scorretto», stralunato, irriverente e bislacco questo libro di «invettive» e di «licenze» di Tomaso Kemeny contro «lo Spirito della Poesia Gastronomica» del nostro tempo dove il rapporto tra il «mitico» e lo «storico» appare trasmutato in «segno» linguistico, e quest’ultimo in effetto «gastronomico». In Kemeny è vivissimo il senso di un generale effetto di deriva, non soltanto della tradizione, ma di ogni concetto che voglia applicare un senso alle cose del mondo. Ciò che originariamente, per i mitomodernisti, era il rapporto ontologico tra «mito» e «storia» che caratterizzava il tardo Moderno, oggi, nelle condizioni del Dopo il Moderno non è più la Sensucht nostalgica quella che respira nei versi della poesia più evoluta ma una oggettività, un voler essere e voler apparire oggettivi o super partes in mezzo alla barbarie dei rapporti produttivi estranianti ed estraniati, talché il recentissimo è diventato, come apparenza e fantasmagoria, lo stesso antico, e l’antico (opportunamente modernizzato) è diventato il recentissimo (antichizzato), la merce segnaletica del cartellone mediatico.

domenica 24 giugno 2012

Anonimo francese
Allons, monsieur le Maire



Questo sonetto in francese sempre sulla faccenda Pisapia/Dalai Lama me l'ha passato  Indarno da tempo. Dice di averlo ricevuto da un suo cugino francese che sollecita una pubblicazione. Lo accontento. Così i "moltinpoesia" cominciano ad europeizzarsi. Però, 'sti milanesi che vanno sempre a piangere sulle spalle dei francesi per farsi aiutare! Non gli bastò Napoleone? Ne ho fatto una traduzione veloce, di servizio, passibile di vostre correzioni e miglioramenti.  [E.A.] 



Allons, monsieur le Maire, que pensez-vous ?
Que traiter d’une façon si cavalière
Un homme honnête et bon que vous et nous
Estimons tous et sa patrie vénère

Comme un saint, comme un chef de son troupeau,
Un héros national, un frère, un père,
Cela vous semble-t-il glorieux et beau ?
Je sais, vous dîtes : «C’est pour sauver l’Expo,

sabato 23 giugno 2012

Indarno da tempo
Pecunia non olet






I milanesi un tempo avevan fama
D’essere un po’ bauscia, però seri:
Persino in Borsa, per affari veri,
Bastava allora una stretta di mano.


Che cosa scopre adesso il Dalai Lama?
Che d’improvviso gli negano – oh no! – 
Per il timor di nuocere all’Expò,
Un onore del quale ha già quintali.


Che cosa avrebbe detto Vespasiano
Che ha dato il nome, fra i municipali
Celebri monumenti di Milano,


A quello ch’è rimasto senza eguali?
Che “pecunia non olet”? Beh, l’è vera:
Ma cosa avrebbe detto el scior Carera?
Indarno da Tempo


(22 giugno 2012)


*Nota per i  più giovani: “El scior Carera” è una statua di epoca romana, tuttora esistente, che per i milanesi è stata un po’ l’equivalente di Pasquino. 

CRITICA
Ennio Abate
A lato di una discussione
su «Le parole e le cose»
per un meridiano
delle poesie di Fortini



Pubblico anche su questo blog un mio lungo commento-riflessione su una discussione di cui non riassumo i termini. Gli interessati possono documentarsi direttamente  qui [E.A.]


Finora in questo post  ci sono stati spunti di discussione interessanti, ma di botto, emerse le differenti opinioni e menati gli ultimi fendenti [1] essa si è bloccata. Tento per conto mio di  rimettere  i pezzi finiti per terra sul tavolo e insistere. Tratterò due punti:

1. Meridiano delle poesie di Fortini: sì/no

Non sono addentro a nessuna faccenda editoriale. E ragiono solo per supposizioni e deduzioni dai dati che mi arrivano. Mi chiedo io pure: come mai la Mondadori, che pur ha già pubblicato «Saggi ed epigrammi» di Fortini, non accetta o ritarda la pubblicazione delle sue poesie? C’è o no questa *damnatio memoriae* cui allude Luperini? O magari opera in forme mascherate? Quali? S’è manifestata,  forse, successivamente alla pubblicazione del primo Meridiano dei «Saggi ed epigrammi»? Chi avesse dati per non farci sproloquiare a vuoto, è pregato di metterli a disposizione. Grazie.

giovedì 21 giugno 2012

SEGNALAZIONE
Gianna Zanafredi
Un'altra arte

G. Zanafredi, Pioppi, 1997 - gessetti su carta

Gianna Zanafredi
Un’arte altra
metamorfosi, mutazioni, paesaggi
Casalmaggiore 26 maggio - 1 luglio 2012
apertura: da martedì a venerdì ore 8,00 - 13,00; sabato e festivi 15,30-18,30
Museo Diotti, via Formis 17, Casalmaggiore (Cr)
tel. 0375 200416 www.museodiotti.it info@museodiotti.it
COMUNE DI CASALMAGGIORE

mercoledì 20 giugno 2012

CRITICA
Giorgio Mannacio
La poesia come oggetto




"Presto o tardi al commercio si arriva". Questo passaggio segna lo snodo di un'analisi ampia (si risale a Tommaso) che ripropone la questione poesia/mercato. Giorgio Mannacio la pone, per così dire, coi piedi per terra, in modi realistici e la sottrae alle soluzioni "estreme", con le quali implicitamente polemizza e che potremmo ancora chiamare degli "apocalittici" (anti Mercato) e degli "integrati" (apologeti di esso). Il saggio è interessante per la volontà di discutere della poesia non solo come oggetto estetico, ma anche economico e - perché no - sociologico. [E.A.]

I.
Pulchra enim dicuntur ea quae visa placent. ( San Tommaso: Summa theologica I,5,4 )
Con questa fulminea definizione sul bello, definizione che nessuno – fino ad oggi – è riuscito a confutare , il grande filosofo mette il dito in una delle piaghe che seguono i discorsi sulla poesia.
Una di queste è l’argomento della poesia come oggetto.

martedì 19 giugno 2012

Ennio Abate
Giorgio, adelante con juicio...
Ancora su alcune poesie
di Maria Rosaria Madonna



Riprendo e rilancio (spero!) in questo post la discussione sulle poesia di Maria Rosaria Madonna già sviluppatasi intensamente (qui). [E.A] 


Caro Giorgio [Linguaglossa],
 intervengo sulle poesie di Madonna (qui) tenendo conto sia della discussione a più voci  avvenuta finora   sia delle  tua analisi (integrative) di singoli testi della poetessa. Parto al solito dalle mie impressioni di lettura.

Può il merlo non gracchiare (specie se posato sul frontone di un tempio pagano)?
Può il mare non sciabordare (specie se entra in un peristilio)?
Può un narciso (con la minuscola?) non guardare nello specchio  la propria immagine riflessa?[1]

sabato 16 giugno 2012

Kamala Das
Poesie
tradotte da Francesca Diano


I VERMI
(da The Descendants 1967)

Al tramonto, sulla riva del fiume, Krishna
L’amò per l’ultima volta e se ne andò…

Quella notte tra le braccia del marito, Radha si sentì
Così morta che lui chiese: che hai?
Ti spiacciono i miei baci, amore? E lei rispose,
No, affatto, ma pensò, Che cosa importa
Al  cadavere se lo mordono i vermi?

THE MAGGOTS

At sunset, on the river ban, Krishna
Loved her for the last time and left...
That night in her husband's arms, Radha felt
So dead that he asked, What is wrong,
Do you mind my kisses, love? And she said,
No, not at all, but thought, What is
It to the corpse if the maggots nip?


venerdì 15 giugno 2012

SEGNALAZIONE
Prossimo incontro
del Laboratorio Moltinpoesia

alla Libreria Linea d’ombra di Milano
Via San Calocero 29 Milano
Telefono: 028321175
Fermata MM Linea verde Sant’Agostino 
Lunedì 18 GIUGNO 2012 ore 17, 30
Letture e dialoghi sul tema
Ironia Satira Grottesco
Introduce Sandro Bajini
 Gli incontri curati da Ennio Abate e Giorgio Mannacio sono aperti a tutti
I partecipanti potranno leggere testi propri o di altri
In preparazione di questo del 18 giugno qui sopra annunciato mi pare utile anticipare oltre alla nota di Sandro Bajini, che qui sotto leggete, anche quelle "integrative" di Giorgio Mannacio, che seguono subito dopo [E.A.]

L’ironia, la satira, il grottesco, a cui si dedica l’incontro del 18 giugno, non sono ingredienti tanto consueti nelle cronache letterarie. Alla mia tenera età continuo ancora a chiedermi come mai la letteratura satirica, che nell’antica Roma era così coltivata da assurgere a genere letterario di prestigio, sia andata nei secoli progressivamente perdendo il suo peso culturale. Dopo la grande stagione latina, nessuno ha mai potuto ripetere come Quintiliano: “Satura tota nostra est”.

martedì 12 giugno 2012

Indarno da tempo
L’Unicorno



“Alicorno prezioso,
Celeberrimo, raro,
Renna, rinoceronte
O dente di narvalo,
Esemplare squisito
Dalle virtù preclare,

Da quale punto arrivi
Dell’orizzonte estremo?
Chi sei, che fai, che vieni
qui da noi a che fare?
Prodigi noi vedremo
E accadimenti rari?”

Daniele Santoro
Da "Sulla strada per Leobschütz"
con una nota di Giorgio Linguaglossa



Daniele Santoro Sulla strada per LeobschützLa Vita Felice, Milano, 2012


nel cortile della morte

Cristo, l’ho visto io come tremava nudo
minacciato dal fucile che si era inceppato,
mica si scomponeva l’ufficiale
scambiava con il sottoposto una battuta
frattanto che ripristinava il percussore
e lo finiva - carponi nella pozza,
la nuca spappolata

pensate, aveva pure di che lamentarsi
l’assassino,    
del fatto che il fucile non sparava
(infatti era successo già altre volte),           
che fosse giunta l’ora di cambiarlo             
intanto sbadigliava


Adriano Accattino
Da "Poesia dell’impoetico"
con una nota di Giorgio Linguaglossa



Adriano Accattino Poesia dell’impoetico Mimesis, Milano, 2012

Molti corrono lungo la superficie
dell’esterno,altri al suo interno:
pochi all’interno dell’interno
e pochissimi si buttano fuori
dall’interno nel cavo sfondato.

Ma veramente speciali sono quelli
che spaziano su tutto e dall’esterno
dell’interno,e poi risalgono
nello spessore fra le due facce.

sabato 9 giugno 2012

SEGNALAZIONE
Altro oro
IX rassegna Poesiarte Milano

 Quintocortile
Viale Bligny 42 - 20136 Milano - tel. 338. 800. 7617

con la collaborazione di Milanocosa
Comunicato Stampa

IX RASSEGNA

POESIARTE MILANO
ALTRO ORO
Moneta e mondo – oro e terra. Termini e orizzonti entro i quali si colloca la necessità di definire il valore delle cose e delle persone. Possono i linguaggi delle arti restituire a queste smarrite identità un nuovo baricentro di senso e di valore?
11 e 12 giugno 2012
(h 17-20)

giovedì 7 giugno 2012

Ennio Abate
Una riflessione
per la serata del 7 giugno 2012
Palazzina Liberty di Milano


UNA PREMESSA E OTTO TESI  PER ESSERE (CRITICAMENTE) MOLTI IN POESIA[1]
di Ennio Abate
La ragione dell’ordine, la dimostrazione del disordine, e tu règgile. L’uno che in sé si separa e contraddice, e tu fissalo; finché non sia più uno. E poi torni a esserlo, e ti porti via.

(F. Fortini, L’ordine e il disordine,
da Questo muro, in Una volta per sempre, Einaudi, Torino 1978)

Premessa

Partiamo da qui: è crollata una chiara definizione dei confini della poesia, è stata svalutata dal prevalere della società dello spettacolo e dalla TV la lettura in generale  e lo studio di quei testi, che autorità riconosciute nel campo della critica e nella comunità dei poeti avevano fino a ieri garantito come  poesia. La poesia, come dopo un’esplosione, sembra disseminata  dappertutto: nelle canzoni,  nei testi di amici e conoscenti, nei poeti pubblicati dai massimi e dai minimi editori, nelle plaquette autoedite, sul Web…

domenica 3 giugno 2012

MARIA ROSARIA MADONNA
(1949 – 2002)
Poesie inedite


Anche in riferimento alla discussione su "Dopo il moderno" di Giuseppe Pedota,  che  vorrei, però, non interferisse con una considerazione autonoma di questi versi di Maria Rosaria Madonna, pubblico qui alcune sue poesie inedite accompagnate da una nota critica di Giorgio Linguaglossa. [E.A.]

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Il merlo gracchiò sul frontone d’un tempio pagano
il mare sciabordando entrò nel peristilio spumoso
e le voci fluirono nella carta assorbente
d’una acquaforte. E lì rimasero incastonate.


Due monete d’oro brillavano sul mosaico del pavimento
dove un narciso guardava nello specchio
d’un pozzo la propria immagine riflessa e un satiro
danzante muoveva il nitore degli arabeschi
e degli intarsi.