Riprendo il commento di Rita Simonitto (da qui) con quattro sue poesie di accompagnamento e di provocazione alla discussione tra i membri della "scialuppa" dei moltinpoesia. Mi pare un modo di favorire il dialogo già intenso tra alcuni dei commentatori di questo blog. [E.A.]
*… di
qualcosa si dovrà pur morire, prima o poi, ed è impensabile che si possa fare
affidamento sul suicidio dei poeti*. Così dice Mayoor.
Mi ha fatto venire in mente un commento che, al liceo, ci fece il ns. Prof. di Filosofia, quando ci introdusse allo studio della stessa:
Mi ha fatto venire in mente un commento che, al liceo, ci fece il ns. Prof. di Filosofia, quando ci introdusse allo studio della stessa:
“la
filosofia è quella disciplina con la quale e senza la quale, il mondo resta
tale e quale”. Lui sapeva bene che non
era così (ce l’aveva più con i filosofi parolai che con la filosofia), ma per
noi fu un duro colpo (o, almeno per me, lo fu) circa la messa in moto di spinte idealizzanti sui
cambiamento del mondo che, in realtà, ben poco avevano a che fare con lo studio
della filosofia. E così è anche per la poesia: se d’un colpo sparissero i
poeti, non sparirebbe certo la poesia e la funzione importante che essa ha nel
metterci in contatto con il reale.