Alberto Cellotto Pertiche La
Vita Felice , Milano, 2012
La sufficiente
sostenutezza colloquiale di questa raccolta di Alberto Cellotto è indice di ciò
che altrove, sul pianeta Terra, viene stimato essere cosa gradita tra
interlocutori che si scambiano convenevoli, fatuità e prolegomeni. Le poesie
sono un po’ i prolegomeni a una vera vita che ancora non c’è. E questa raccolta
sembra quasi scritta da un poeta che non c’è per un mondo che non c’è, ci parla
di una estraniazione dal punto di vista di un estraneo alla vita, ci parla di
un mondo che c’è e non c’è. «Pertiche» potrebbe sembrare un titolo
eccessivamente generico proprio per quel suo restringere il campo semantico
della significazione ad un oggetto di uso quotidiano. Un quotidiano con la
consapevolezza che non in esso c’è il salvagente, un quotidiano che non è più
l’ancora di salvezza cui anelavano le generazioni di poeti del tardo Novecento.