Basta così è il titolo
della raccolta postuma di Wisława
Szymborska curata da Ryszard Krynicki e tradotta da Silvano De Fanti per
Adelphi. Poche poesie prima che sopraggiungesse la morte della poetessa polacca
avvenuta il 1 febbraio di quest’anno.
Poche
poesie che il curatore presenta nella forma autografa: foglietti scritti a mano
con una grafia attenta e minuta, attraversata da correzioni e ripensamenti. Piccoli
versi che non hanno nulla di prezioso, dove non c’è nessun struggimento
dell’anima ma una precisissima attenzione per i dettagli, gli spiragli del
quotidiano che ci aprono abissi di senso, cose che vediamo tutti i giorni senza
farci caso. Il viaggio nel mondo della poetessa polacca è il nostro viaggio,
quello che tutti ogni giorno facciamo. Traduzione in semplici frasi
dell’assurdo quotidiano del mondo. L’assurdo di chi mette «tutto in ordine
dentro e attorno a lui», chi crede di avere la risposta pronta per tutti i
problemi e «appone il timbro a verità assolute,/ getta i fatti superflui nel
tritadocumenti/, e le persone ignote/ dentro appositi schedari».
E poi ci
sono quelle esilaranti composizioni rivolte come frecce acuminate contro gli
intellettuali che si nutrono di «parole» inutili e superflue: «parole per
spiegare le parole», «cervelli intenti a studiare il cervello», «boschi
ricoperti di bosco fino al ciglio», «occhiali per cercare gli occhiali».
Giorgio
Linguaglossa