Giuseppina Di Leo Con
l’inchiostro rosso Sentieri
meridiani, Cosenza, 2012
Se c’è una tendenza
in atto nella poesia contemporanea questa è senz’altro la tendenza ad allungare
il verso oltre i limiti anticamente stabiliti dal verso libero; voglio dire che
il verso della poesia recentissima sembra essersi liberato della libertà che
faceva del verso libero una propria bandiera. Del resto, questa continua
proliferazione della lunghezza della versificazione, come nel caso della poesia
di Giuseppina Di Leo, significa anche un’altra cosa: la difficoltà ad afferrare
il «reale», la difficoltà a racchiudere il «reale» nella scatola metrica e
acustica della metrica tradizionale di novecentesca memoria. Di qui la pratica
della Di Leo di un concetto di lirica come «cronaca privata», «diario libero»,
libera tematizzazione di oggetti, poesia di «occasioni» con la correlativa
abitudine a fissare il giorno, l’anno e, spesso, anche gli orari delle
composizioni.