lunedì 29 gennaio 2024

RIORDINARIO 1989 (2)



di Ennio Abate

quella torsione violenta
del bulbo oculare e dell’intera testa

come in una marionetta!

fu il padre-prete
a condurre il suo sguardo
all'occhio tremendo di Dio
nel triangolo della stampa appesa al muro
nella stanza 

così  fu interrotta la visione
del seno materno
e il bimbo diventò uno strabico spione
che guardava di soppiatto e di traverso
il corpo desiderato
e se lo fingeva altrove

lontano sull’orizzonte del mare
invadeva la finestra assolata

l'esperienza recisa l'inseguì
nelle scaglie di pesce morto
o - più tardi - sul foglio bianco


(16 ottobre 1989)



domenica 28 gennaio 2024

RIORDINADIARIO 1989 (1)


di Ennio Abate

OCCHETTO: "SIAMO UNA FORZA SOCIALISTA"

e sei servito/
nell'isolamento/
assieme a vecchi elefanti moribondi/
notte nera/ buio nel cuore/
coi morti /
e non c'è più tempo d'imparare/
quello che sai/ ti resta
i giovani compagni/
presto saranno/
soltanto amici irriverenti/ e distanti/
nel discorso che scrivi e rileggi/
conteranno i vuoti/ i silenzi/
da cui ripartiranno loro/
per dove, non sai più/


sabato 20 gennaio 2024

frammento (1994)

 




di Ennio Abate

nel dionisiaco giovanile  penetrassi/ 
coi corpi/ mente loro!
proverei l’immaginato sempre/ e sfuggente
piacere di abitare paroloni
godendo il mio corpo in ebollizione/
a contatto con l’altrui/ ma “nostro”
e i tormenti giovanil distruttivi/

ma l’io pio in corpo-adulta-mente sta/
e nella gabbia toracica della realtà
il mondo m’inspira e respira
mi nutre e denutre
si fa turgido e s’ammoscia...

ma il tarlo si sfrega nel solaio silenzioso e ombrato
del mio desiderio di “occupare” l’altro/
gli altri/ le altre
l’esodo giovanile salta il deserto da attraversare/ 
non vede/ e occupa il vuoto/
dove il mondo non respira più/
dove la farfalla si dissecca

il corpo è senza corpi/parole
senza chiacchiere e ideologie 
sì, che soddisfazione!)

e muore
(lenta-dolce-improvvisa-terribil-mente)

lunedì 8 gennaio 2024

Lacrime immobili


di Alessandra Pavani

Cròtalo nudo dai nervi scoperti
Cranio cui manca il soffitto
Il mio cervello è impregnato di pioggia
Sfiorami, ed io griderò di dolore
Senza corteccia anche un olmo è sconfitto
Da un solo palpito d'ali frementi
Il mio destino in qual eremo alloggia?
Forse in un cielo incolore
Di sabbie mobili
Donde anche il sole si tiene lontano
Ché morirei se un suo stral mi colpisse
Grigio deserto
Là dove rettili giacciono inerti
Senza calore e senza conforto
Urlano muti dentro un pantano
Pianto malsano
Di lacrime immobili
Come un rigurgito di stelle fisse.

 

(dalla pagina FB La falena Vassilissa)

 




mercoledì 3 gennaio 2024

Da “Il fiore sei tu”

 


di Claudio Accorsi

 

Luna

Luna ogni notte versi lacrime di rugiada,

gaia sorride al nuovo sole.

Luna muori per il tuo Sole

nel tuo morir anch’io muoio.

Come è dolce la tua rugiada

sulle mie labbra.