giovedì 24 novembre 2011

Ennio Abate
I MOLTINPOESIA UNO PER UNO



Sul mio tavolo (e negli allegati di posta elettronica) si accumulano le scritture - poesie, saggi, romanzi, testimonianze - di amici e amiche o conoscenti, che - chi più, chi meno  e senza  alcun spirito di corpo o tesseramento - ruotano attorno al Laboratorio/Blog MOLTINPOESIA.
Di solito riesco a darci soltanto un’occhiata. A volte riesco a leggere di più e persino a trovare il tempo per rifletterci e scriverci qualcosa di meditato.  Altre volte metto sul blog qualche testo (spedisco un messaggio in bottiglia in effetti), sperando che  altri leggano, commentino, si appassionino fino a decidersi di scrivere essi da critici-lettori. Andando oltre i complimenti, che fanno piacere sì, ma restano segni di cortesia e poco più. Nessuno credo può essere critico-lettore sempre, sistematicamente; e non burocraticamente o per compiacere. Ma di questa figura oggi più che mai abbiamo bisogno.
Perché  i testi, anche i più sicuramente poetici o ben scritti o densi di significati, non s’impongono di per sé. E neppure sarà il tempo che deciderà del loro valore. No, i testi hanno bisogno di una buona ricezione. Devono essere accompagnati da opportuni  commenti o introduzioni o riflessioni. E da calibrati passaparola. In una parola, hanno bisogno di incontrare dei buoni critici-lettori. Se no, testi e lettori rischiano entrambi di suicidarsi,  invecchiare malamente, finire nel dimenticatoio o nel niente.
Ecco perché vorrei ora, con la formula I MOLTINPOESIA UNO PER UNO, riprendere l’esperienza-pilota  fatta dal “Gruppo Critici” del Laboratorio Moltinpoesia (Chiarei, Corsi, Dell’Aquila, Mayoor, Mastrangelo) qualche anno fa. Ed estenderla anche a collaboratori - diciamo pure - esterni al Laboratorio o visitatori di questo blog; e che vivono in varie città e non possono essere presenti ai nostri incontri alla Palazzina Liberty di Milano.
Si tratta, cioè,  di trovare - possibilmente per ogni poesia o raccolta poetica o saggio riguardante la poesia (possiamo prevedere alcune eccezioni per altri generi senza perdere di vista però la problematica su cui è nato il Laboratorio: quale poesia oggi)  uno o più critici-lettori (“professionali” o meno non importa) che facciano  seriamente l’indispensabile lavoro di filtraggio e accompagnamento di quel testo o di quei testi verso altri lettori, usando per quanto possibile i canali del blog o degli incontri faccia a faccia.
Questi ultimi, sotto la sigla Moltinpoesia o assieme ad altre sigle (com’è accaduto di recente per la presentazione del libro di Linguaglossa) continueranno a tenersi alla Palazzina Liberty o alla Libreria Popolare di Via Tadino a Milano. Ma potranno avvenire in modi analoghi in altri posti o in altre città. Su inziativa di singoli o gruppi di partecipanti al Laboratorio Moltinpoesia. E magari in accordo con i tanti che già lavorano in  diverse riviste o associazioni in direzione di una ricezione approfondita e non distratta o consumistica della poesia. Che non è - sia chiaro - un’esclusiva del Laboratorio Moltinpoesia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' da un anno o poco meno, che ho intercettato la famosa "lettera riepilogativa.." su la nuova poesia modernista italiana, e mi sono impegnata nella lettura, non facile, ma che mi ha fatto capire e riflettere sullo strano mondo destrutturato della poesia italiana, e sulle domande che molti poeti e critici si pongono in proposito. Sono sfortunata perchè abito a Bologna, e la nostra realtà è disarmonica,le iniziative scollegate, la cultura difettosa e persino snobistica(sine nobilitate)nel negare importanza al sapere, e al conoscere movimenti, dinamiche, insomma, si fanno eventi vuoti e autopromozionali, e non si approfondisce nulla.
Mi ha interessato la "lettera", mi interessa il programma della Casa della Poesia, dove non andrò mai, mi accosterò ai vostri scritti, commenti e approfondimenti. Il mio pensiero sulla poesia attuale? La trovo destrutturata,fredda, ma la lettera mi ha aiutato un po' a capire che le finalità, tutto sommato, che lo si voglia o no, sono di sperimentare nuovi canoni, nuovi codici. Dunque una lunga fase di sperimentalismo, che in genere significa che si è in un'era di decadenza(come se ci fosse bisogno di dirlo!), in cui si raccolgono le energie per ripartire con nuova creatività.
Per ora io, che sono di classe 1942(ahimè)e non ho la vitalità proteiforme di Zanzotto, mi trovo piuttosto a disagio e frastornata. Che posso dire : io sono una pedagogista con formazione socio antropologica, ed anche se poeta, il mio Avatar pretende di capire e di potersi identificare. Io voglio patire con, amare insieme, condividere,e solo con sforzo (utile) riesco a dare alla mia poesia una forma che si sforma e concede lacerazioni del significato.
Spero che ci si incontri.
Alda Cicognani
chi2003@tin.it