mercoledì 5 marzo 2025

OSCURATI DAGLI SCURATI



di Ennio Abate

@ Loredana Lipperini

certo che essere turbati
dagli articoli di Scurati

a favore della guerra
vuol dire terra terra:

come li abbiamo dimenticati
i nostri antenati incarcerati

perché rivoluzionari coraggiosi
e non scrittorucoli famosi!


Ammetto di essere profondamente turbata dall'articolo di Antonio Scurati per Repubblica (il link - spero leggibile - nel primo commento). Non ci sono più guerrieri in Europa, scrive Scurati: "Per fare la guerra, anche soltanto una guerra difensiva, c’è bisogno di armi adeguate ma resta, ostinato, intrattabile, terribile, anche il bisogno di giovani uomini (e di donne, se volete) capaci, pronti e disposti ad usarle. Vale a dire di uomini risoluti a uccidere e a morire".
E aggiunge:" Resta il fatto che non siamo più dei guerrieri. Il pacifismo è stata una rivoluzione culturale, e va meditato, rispettato ma non potrà mai diventare una piattaforma politica. Per tutti questi motivi, l’imminente ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, acquisito una volta e per tutte il ripudio di ogni guerra aggressiva, nazionalista, imperialista, dovrebbe essere un passaggio cruciale affinché l’Europa ritrovi lo spirito combattivo e, con esso, il senso della lotta. Fummo allora, noi europei d’occidente, per l’ultima volta guerrieri".
Ora, come ammette lo stesso Scurati, diventando imbelli siamo diventati migliori. E però dobbiamo ridiventare peggiori, da quanto capisco.
Si dirà che tornare a essere guerrieri è una necessità: ma io a questa necessità non credo e non voglio credere, e forse se non ci crediamo possiamo fare qualcosa per evitarla, e personalmente sono felice che non ci siano uomini e donne, ora, in Europa, disposti a uccidere e morire.
Si dirà che la parola pacifismo è insensata: non sono disposta a credere neanche a questo, né a sentirmi rigettare nell'orda indistinta dei putiniani, come pure alcuni colleghi stanno facendo qui, ora e pure prima (contenti loro).
Si dirà che non è così semplice, ed è vero, ed è vero che la situazione è così complicata che al momento non se ne vede l'uscita: ma, onestamente, dovremmo convincerci che l'uscita non è una nuova guerra mondiale.
Si dirà, ed è giusto, che un social non è il luogo per discuterne, e questo è verissimo. Ma qualcosa sentivo di dire, quanto meno per condividere lo stupore, e anche lo sgomento.

1 commento:

Ennio Abate ha detto...

SEGNALAZIONE
SEGNALAZIONE

Andrea Zhok
AMIAMO LA GUERRA

https://www.facebook.com/andrea.zhok.5/posts/pfbid02DFH7WFXAVE2Ny9wB3hzKZGSduT3b1wrNJLBvSAdBTUJxy3nJNJPtZjjkyDz2heQil

Stralcio:
La questione di fondo è semplice caro Scurati, cari lettori di Repubblica, cara von der Leyen: avete distrutto sistematicamente per decenni ogni senso di appartenenza, storica, culturale, territoriale, perché non era abbastanza moderna e globalizzata; avete smantellato ogni identificazione con sorti collettive ed ogni solidarietà, perché la competizione innanzitutto; avete coltivato pervicacemente il peggior individualismo autoreferenziale, perché questa è la libertà di mercato; avete frantumato la schiena a famiglie, comunità, lealtà personali, perché erano “conservatrici e retrive”; avete distrutto qualunque valore sostituendolo con un prezzo; ed ora dopo aver seminato nichilismo per due generazioni, vi lamentate perché non trovate manovalanza disposta a morire per la vostra ibrida e per il parcheggio in ZTL?
Questo è l’elmetto, questa la baionetta del nonno, prego, dopo di voi.