Laboratorio Moltinpoesia
a cura di Ennio Abate
Martedì 29 Maggio ore 18
alla Palazzina Liberty, Piazza Marinai d’Italia, 1
Milano
Luigi Cannillo
presenta la raccolta di
poesie
Derive
(edizioni il
Cavedio-Varese)
di Luca Chiarei
“…forse foglie da lasciare andare
un
limo di parole in cui restare”
Il libro contiene disegni del pittore Gaetano Blaiotta che
parteciperà all’incontro.
5 commenti:
Grazie a Luca Chiarei e a Luigi Cannillo per l'incontro di oggi. Ho seguito con molto interesse, e ho imparato a conoscere un poeta che fuori da Moltinpoesia mi sarebbe stato difficile conoscere.
Flavio
Quel'è il significato di "I moltinpoesia uno per uno"? Dove starebbe la diversità tra questa rassegna e la normale presentazione di un libro di poesie? Perché avvalersi della presentazione di un critico riconosciuto invece di organizzare una presentazione impegnando la critica, seppur raffazzonata, di qualcuno tra i molti come, mi pre, fosse nelle premesse?
Detto questo rinnovo i miei complimenti al bravo Luca Chiarei , che è per lui che mi son scomodato a venire, perché ritengo che tra i molti sia tra quelli che scrivono meglio. Ne ho tratto utili considerazioni su quella che, mi pare, Linguaglossa ha definito come "esistenzialismo lombardo". Fa niente se Luca ha precisato di essere di origine toscana. A Milo Di Angelis va riconosciuta l'influenza che ha avuto su parte di una generazione di poeti, particolarmente per gli intrecci del linguaggio dove almeno si tenta di porre dei distinguo tra metafora e poesia.
Ma la serata, così organizzata, non mi è piaciuta.
mayoor
Ennio Abate:
1. Sì, "i moltinpoesia uno per uno" è un titolo che mi pareva suggestivo per indicare che oltre al "noi" (inteso come insieme dei partecipanti al Laboratorio) c'è un'attenzione a ciascuno di loro.
2. Luigi Cannillo non fa parte del Laboratorio Moltinpoesia, ma sicuramente è attivo nella vastissima "nebulosa poetante" milanese e nazionale. E oltre a ringraziarlo pubblicamente per aver accettato l'invito a collaborare, ritengo che il Laboratorio Moltinpoesia debba evitare il più possibile di "fare recinto".
3. L'idea di "essere moltinpoesia" va - almeno per me - ben al di là della cerchia ristretta dei partecipanti al Laboratorio Moltinpoesia che si riunisce a Milano.
Ricorrere a questa formla -uno a uno- e a un critico, riconosciuto e bravo, ha avuto il significato di voler abbattere il muro di categoria nel quale a torto è relegato Moltinpoesia(forse è solo una sensazione!). E' da serie A a Luca Chiarei. Il suo fare poesia ha sicuramente meritato giudizi positivi. Poesia la sua piana e armonica, ma forse un tantino reticente per via del versificare stringato (ma questo significa serie B?).rc
Sì, ma non ha senso cercare di riportare la poesia di Chiarei negli gli ambiti noti del significato, facendo quasi opera di traduzione, mentre proprio lo stesso Chiarei impiega anni a fare il percorso inverso, bene attento alla ricerca di parole strettamente significanti. Concetto difficile? Avrei preferito se Cannillo, invece di farci impazzire nel puzzle della decodifica, si fosse contenuto individuando gli aspetti fondamentali della poetica e del linguaggio, e posizionasse ad esempio la poesia di Chiarei in ambiti più luminosi. Non certo per il gusto di incasellare la sua opera, ma per posizionarla criticamente nel confronto collettivo. E per fare questo non si parla per più di mezz'ora a fronte di poche poesie lette nello spazio di tre minuti. Ne va della qualità partecipativa dei presenti ai quali resta, come spessissimo succede, di dire la loro in coda a tutto e tanti saluti.
Critica alla poesia e, se permetti, anche critica alla critica. Questo sarebbe laboratorio, altrimenti è didattica. Non si tratta di alzare recinti, ma di evitare soliloqui. Cannillo non si è pre-oppucato d'essere utile a persone che scrivono poesia, ha semplicemente svolto il suo lavoro interpretativo ( per me nemmeno tanto condivisibile). Per questo la mia poca pazienza s'è presto esaurita. Poi, se tante parole premiano l'ego dell'autore e dei suoi amici presenti non so dire, non credo, ma ho il sospetto che nemmeno loro c'abbiano capito qualcosa nelle poesie dell'amico, altrimenti che bisogno ci sarebbe di sentirsi spiegare cose che non nascono per essere spiegate a quel modo? Tanto più che le poesie di Chiarei non sono state fatte circolare prima, cosa grave perché ci ha esposti impreparati all'incontro.
Avrei insistito presso i molti nel cercar qualcuno disposto a fare esercizio di critica ( questo sarebbe laboratorio), oppure avrei chiesto a Cannillo di non limitarsi alla decodifica dei testi ma di individuare, partendo dalla poesia di Chiarei, spunti generali di utilità per tutti, considerando che quasi tutti i presenti erano poeti.
mayoor
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