SERENO
Su frangia di torre
Lambiva ancora tiepida
luce arancio rosa
Tra spinte d’echi e
stridii di voli
Ospiti padroni sottili
Un respiro veloce celato
tra spighe alte
L’antico rifugio
Tardo e chiuso a cedere
fermo al piccolo sonno
Bianchi labirinti
specchiano in profili d’ombre
Rimbalzi di voci e
sorrisi
Sghembi plagi d’infanzia
dal muro vinto per breve
Rincorse e silenzi di stagno
Strappammo more dolore e
salite più sorde
Tremore nei pollini
nuovi
Scomposti nel cerchio
che gira di giostra
E muove orizzonti di
spalle
Cancelli ad arpa col
giunco nel vento
Foglie di sole a campana
Alterne palmate nel
corso del viale
Spinto d’affanni nell’aria più fonda
Ancora un giorno
Parole sentite nostre
Infermi testi ignorano
vermigli
Pietre serene di storia
Con pause di malta e
vele di ragno
Fili recisi da lacrima
scesa
Che non ritorna.