un
gran imbroglio, e sapevano i farabutti
guidar
bene le danze, colla faccia allegra a dirci
come
solerti i servi a far da sponda!
era
la perdita da cui cavar profitto
quando
il miraggio ci fotteva tutti senza
e
ciechi ci rendeva e remissivi
ora
che squilibri strutturali salgono a galla
enfi
del disastro, ora che bagliori
e i
latrati, quanti, dei mastini a guardia!
i
vincoli esterni, che vuol dir catene
e
vassallaggio e artigli nelle carni
in
eleganti panni il canagliume, che lo schermo affolla
giannizzeri
e scherani, sempre quelli
del
guai non si esce, semmai è colpa nostra
bisogna
farci tedeschi, e cinesi se non basta
se
non violenza è questa, la è spaccar vetrine?
un
trepestio nel vuoto, la voce roca di nebbia, non
il
freddo calcolo per pietà né errore ha fine
non
rimorso arresta il misfatto, finché c'è roba all'incanto
e
sangue da cavare, per asimmetrico gioco e sporco
in
moneta straniera ha conio la menzogna
*Roberto Bugliani (La Spezia, 1947) ha tradotto racconti e romanzi di scrittori latinoamericani, tra cui gli ecuadoriani Alicia Yánez Cossío, Joaquín Gallegos Lara, Pedro Jorge Vera, il messicano Carlos Montemayor, i due tomi del Subcomandante Mar-cos “Dal Chiapas al mondo” (1996) e il saggio dell’ecuadoriano René Báez “Messico zapatista” (1997). Ha scritto il reportage "Dove comincia il giorno. Viaggi in Chiapas e Guerrero" (1999) e due libri di poesie: “Cronache con paesaggio” (2001) e “Di quand’ero poeta (e non lo sapevo)” (2009).
2 commenti:
Un verseggiare denso, profondo nel dolore che viene evocato, forte per il disincanto. Impegno civile, vedute sul mondo reale.
Freddamente reale. Disgustano queste parole, come giusto che sia. "in moneta straniera ha conio la menzogna" grande! Mi vien da pensare quanto potente sia questa poesia e la rabbia del poeta che non vuole arrendersi ma che come tutti noi aspetta che si faccia giustizia, quella giustizia che sempre, purtroppo avrà bisogno di vittime. Emilia
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