lunedì 13 novembre 2023

ET LES INTELLECTUELS STRONZONES DU SESSANTUIT

 


di Ennio Abate


E gli intellettuali del sessantotto (Cezanne: Nature morte au)
che decretarono col lancio d'uova marce sugli smoking
la fine della vecchia mercantile mostra del cinema di Venezia
e di un turismo élitario e un poco snob? 

Oggi sono sposati, quadri dirigenti dei partiti di sinistra
consulenti culturali di enti pubblici.

 L'altra sera, coi loro vecchi jeans e gli occhialini alla Trotckij
erano tutti in Campo San Trovaso, alla rassegna di cinema-estate
organizzata dal Comune di Roma ad applaudire il "fascista”
John Wayne
in una vecchia pellicola  (Ombre rosse)
di tanto tanto tempo fa.

 

And the contestation? 2

 Et les intellectuels stronzones du sessantuit
(Ah, les nature mortes de Cezanne!)
ceux -qui decretettere, credettero di
col lancio dropping of r'ove marce
sugli smoking,  yes!
a fine ra vecchia, de la vielle merchant's wife del  mostro du cinema
(Mostramela! Mostramela! Mustrammancelle!)
et du turisme de figghie e mignotte nu pucurille snob? 

To-day il sont, se songhe spusate
son quadrati digerenti di partito de la gauche salottiere
consultings cul-cult –urali - neeevvero!
di enti pub-ludici
leccalulones des assessorones. 

Aiere ssere avec leurs vicchieariell's jeans
and avec les occhialins-pitalins strappati dal naso di Trotzkij
stevene sbracate tutt'e quante, into campus-ante Trovaso
rassegnati alla rassegna cinema-summer
organized par le comune-ist
a nchiavecarse, riapplaudendosi, il fa-ccia sci-mmia sta-nca
Gioveinedans un vielle pelli-cule m-uffà!

 

luglio 1979

 (da E.A, La polis che non c'e, CFR, Piateda 2011) 

[1Pierluigi Sullo  · 

La lettura del Corriere della sera di oggi, lunedì 13 novembre, mi ha fatto precipitare nel passato di almeno 35 anni. Quando sul manifesto usciva tutti i giorni, forse i lettori più anziani la ricordano, una rubrica intitolata "Mattinale" (era un gioco: il mattinale era e forse è ancora il resoconto che si fa in questura sui crimini commessi e quelli che si preparano). A farla eravamo in tre, i capiredattori: io, Astrit Dakli (era per me un fratello, ne sento la mancanza, dopo anni che è morto) e Sandro Medici (altro fratello con cui ho condiviso la tremenda esperienza del terrmoto dell'80 in Irpinia e molte altre cose). Leggevamo i giornali non tanto per scoprire le bugie, quelle sono facili, ma le mezze verità, le allusioni, l'uso fazioso di titoli e fonti, ecc. Insomma, il sale quotidiano della "grande informazione".

Bene, il Mattinale di oggi si apre con l'editoriale di Paolo Mieli, "Quei silenzi di troppo a sinistra". Ecco una campagna ossessiva condotta dal maggiori quotidiano italiano, in cui le armi più puntute sono quelle di Mieli, di Galli della Loggia e di qualche altro fazioso minore. Si legge che a Parigi si è tenuta una grande manifestazione contro l'antisemitismo, "all'indomani di quella londinese a favore dei palestinesi e delle dichiarazioni del presidente iraniano Ebrahim Raisi alla conferenza dei Paesi musulmani in Arabia saudita, 'baciamo le mani di Hamas'". Cosa c'entra la manifestazione di Londra (tra 500 e 800 mila persone, a seconda delle fonti) con il presidente iraniano? Mieli, che non è fesso, mette le due cose una accanto all'altra, suggerendo che ci sia una relazione, che i manifestanti londinesi in realtà sono d'accordo con l'iraniano (mi sarei piuttosto chiesto come mai tanta gente, e non solo musulmani immigrati in Gran Bretagna, ha sentito il bisogno di chiedere la protezione dei civili di Gaza).

Macron, prosegue Mieli, non è andato a quella manifestazione, per non mettersi al fianco di Marine Le Pen, già antisemita, dando prova così di "aver mantenuto intatta la disinvoltura che all'inizio della guerra in Ucraina gli consentiva di svolazzare tra Mosca e Kiev", Errore: Macron andò a Mosca per evitare la guerra, non ancora scoppiata, in un tentativo, magari inutile ma volonteroso, di convincere Putin a non invadere l'Ucraina.

Ancora, Mieli cita la presenza al corteo del comunista Fabien Roussel, "fischiatissimo". Da quando Marine Le Pen è diventata nemica dell'antisemitismo, e il comunista invece personaggio dubbio? Da quando la coalizione cui appartiene, la Nupes, Mélenchon, "ha abbracciato come è noto - sempre sotto le insegne palestinesi - la causa islamica". Una autentica calunnia. Non fosse che "secondo il filosofo Pascal Brukner l'estrema sinistra francese oggi è 'antisemita'". (Brukner appartiene alla corrente dei nouveaux philosophes, ha scritto libri sulle pene dell'uomo bianco, approvato la guerra in Iraq, insomma non proprio un pensatore obiettivo).

L'articolo di Paolo Mieli prosegue su questo tono, indicando nel tentativo di "agganciare" le minoranze islamiche, la svolta antisemita delle sinistra europee. Insomma, l'antisemitismo è un dato di fatto, da smascherare e combattere.

(Digressione su Paolo Mieli. L'ho conosciuto oltre quarant'anni fa. Un giorno Gad Lerner, che a quell'epoca lavorava al manifesto e di cui ero amico, mi disse: "Vuoi conoscere un tipo interessante?", e mi portò a casa di Mieli. Mi trovai in una stanza, insieme ad altra gente, Mieli era semisdraiato su un sofà e io ero colpito dalla riproduzione, un disegno, di Lenin a grandezza naturale e con la Pravda che spuntava da una tasca affisso con delle puntine a una porta. Mieli, che allora lavorava all'Espresso dopo una militanza in Potere operaio, mi fece l'impressione di un ragno al centro di una ragnatela fatta di pettegolezzi, scambi di informazioni, battute e altre facezie. Non ci tornai più. Lui ebbe poi una carriera folgorante, direttore della Stampa, del Corriere, del Tg1, eccetera. E mi ha fatto piacere sentire Gad, in una tv, dire con una certa ironia che "quando vedo Paolo Mieli in televisione, e lo vedo molto spesso...". Mieli ora è il boss di Rai Storia, che presenta cose pregevoli, come ad esempio una trasmissione sulle donne nella Resistenza, di cui poi si è occupato il libro splendido di Benedetta Tobagi, che suggerisco a tutti. Ma, finita la trasmissione, Mieli ci ha messo la sua goccia di veleno, che è il suo stile: mostra una foto celebre che raffigura tre donne con in mano il fucile, il 25 aprile del '45, e poi dice: la donna sulla destra, che non aveva mai impugnato un'arma, la sera stessa si spara per sbaglio, uccidendosi. Così che nello spettatore si forma la convinzione che le donne non sono capaci di combattere e che la loro partecipazione alla Resistenza è una favola. Il contrario di quel che il libro di Tobagi documenta).

E il Corriere della sera? Sulla scia di Mieli. Titolo a pagina 5: "Usa e Israele cercano l'accordo. Ma Hamas frena sugli ostaggi", Curioso: Israele cerca l'accordo. Ma soprattutto: "I palestinesi accusano lo Stato ebraico di aver attaccato gli ospedali". Per la verità ad accusare Israele sono l'Onu, l'Organizzazione mondiale della sanità, la Francia e perfino gli Stati uniti. Ma se dici "i palestinesi" vuoi far capire che quelle accuse sono parziali, nonostante i corpicini dei neonati morti perché le incubatrici hanno cessato di funzionare.

Qualche pagina più in là un altro capolavoro di tendenziosità, una intesa pagina intitolata: "L'appello anti-Israele che divide l'università". Si parla di un appello, firmato da 4 mila tra docenti e ricercatori che, in modo molto urbano e condannando ovviamente anche le atrocità commesse da Hamas (ciò che leva di mezzo ogni ambiguità), chiede alla ministra dell'università che vengano interrotte, o sospese, le relazioni tra università italiane e università israeliane, viste le atrocità commesse dall'esercito israeliano a Gaza e, come dice un docente interpellato in proposito, "le relazioni con le università di Gaza sono interrotte perché quelle università sono state rase al suolo". I colpevoli dell'iniziativa, o comunque firmatari? L'archeologo Paolo Matthiae, per esempio, che per il suo lavoro, magnificato a suo tempo da tutti i media, una eccellenza italiana, è stato insignito da una medaglia dal presidente della repubblica e pure dal presidente siriano, ed ecco la magagna. E Vittorio Agnoletto, "già portavoce del Genoa social forum e parlamentare europeo di Rifondazione comunista". Insomma, gente dubbia.

(Digressione su Vittorio Agnoletto. Vittorio è amico mio e di Anna, molto amico, Perciò conosciamo bene la vera e propria persecuzione che ha subito dopo Genoa, gli insulti e la angherie. Suo fratello è stato allontanato da una università, e quando ha chiesto perché, gli hanno risposto: "Ma con quel cognome...". E l'aggressione quando ci riunimmo in un centro sociale che sta o stava nel Ghetto di Roma, e all'uscita trovammo il servizio d'ordine della comunità ebraica, che aveva avvistato Vittorio, che urlava, minacciava aggressioni e ci tirava monete, e io mi schierai a protezione di Rossana Rossanda, che aveva partecipato a quella assemblea. Ora Vittorio promuove un movimento a difesa della sanità pubblica in Lombardia, che la destra al governo in Regione vuole totalmente privatizzare).

Ne avessi l'energia fare ogni giorno il Mattinale, specie sul Corriere della sera, un vero esempio di tendenziosità.


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