... «Le mani avanti (giustificazioni in forma di
premessa) di Andrea Cortellessa in «Andrea Cortellessa, LA FISICA DEL SENSO. Saggi e
interventi sui poeti italiani», Fazi editore 2006
Il titolo si spiega come premessa al libro, che è di ben 774
pagine. Il saggio è una difesa della
poesia contemporanea. Cortellessa prende di petto lo stereotipo che dice «la
poesia non serve più a niente». Non nega un mutamento in atto, una differenza
dal passato.[1] E trova che molte opinioni negative sullo stato della poesia in
parte colgano il bersaglio. Ma non si arrende, non accetta che questi discorsi
diventino un alibi. Indica le responsabilità della critica: «Negli ultimi venti
anni a latitare è stata proprio la critica». E passa alla difesa:«sì, è vero,
la letteratura è un microcosmo sempre più debole e appartato, nel presente buio
e scosceso che è sotto gli occhi di tutti. E tuttavia questo microcosmo resta
colmo di valori e di fedi - quelle, laicissime, nelle virtù umane - altrove, da
tempo, sviliti e svenduti». Oltre a rivendicare l’umanesimo, Cortellessa
relativizza la questione, rammentando che un lamento simile sulla marginalità e residualità della poesia
accompagna «con periodica puntualità, il cammino della poesia moderna». E fa
due esempi.