mercoledì 7 dicembre 2011
martedì 6 dicembre 2011
Qui c'era un post
di Erminia Passannanti,
Analisi della poesia
di Franco Fortini,
‘Neve e faine’
con un'appendice di Ennio Abate.
E' stato cancellato
per volontà dell'autrice.
Credo (ancora) nella critica dialogante. La pratico sia con avversari che con amici (Cfr. il "duello" con Salzarulo sul "piacere della lettura") nel Laboratorio MOLTINPOESIA, nella rivista POLISCRITTURE e su siti e blog che non la impediscono. Sulla questione dell'eredità di Fortini, riaffiorata nel post di Linguaglossa (qui), pensavo di potermi confrontare anche con una studiosa dell'opera di Fortini come la Passannanti; e avevo persino sollecitato altri amici a intervenire. Prendo atto che no, non è possibile. Proseguirò in modo autonomo la mia riflessione in un prossimo post. [E.A.]
Fiorella D'Errico
Poesie
da Lettere dal
ventre
*
Se non dormi, scrivi.
O prega: il corpo si piega nello stesso modo.
Ti alzi, lasci il letto – riprendi i nodi che trascini
normalmente al ventre.
Hai paura. Anche stanotte.
domenica 4 dicembre 2011
SEGNALAZIONE
Marina Massenz,
La ballata delle parole vane
Lunedì 5 dicembre, alle ore 21,
alla Libreria popolare di via Tadino 18,
a Milano,
Marina Massenz presenterà
la sua nuova raccolta poetica
(casa editrice L’Arcolaio)
Intervengono
Ennio Abate e Paolo Giovannetti.
Con garbo
Noi che siamo quelli che si amano
che sempre la sera si lavano i denti,
noi che rimbocchiamo il letto prima di
iniziare a litigare, serviamo
il garbo solo come antipasto. Poi io
parto con lo scoppio, esplodo nell’urlo,
“l’aguzzo nasino” ti fracasserei,
ti vorrei fare nero, pesto di pugni
per ridurti in poltiglia, azzerato,
assoluto finalmente il silenzio.
Prego, non c’è di che.
Donato Salzarulo
Il piacere è un fatto.
La lettura: un atto di libertà
REPLICA AD ENNIO ABATE
1. - «Si dovrebbe guardare allo scarto tra lettori forti, saltuari e non lettori…Esso è secondo me la spia di differenze sociali (o di classe) che poi ritroviamo in tutti i campi del sapere, della politica e dell’economia.» E’ più che probabile. Io, però, non saprei dire se quel 6,9 % di lettori forti appartenga automaticamente ai “capitalisti, ai leader di partiti e agli accademici”. La piatta empiria mi dice il contrario. Non so se gli appartenenti a Moltinpoesia che, stando alla definizione di lettore forte (colui o colei che legge più di 12 libri l’anno), sicuramente lo sono, debbano finire tutti nel mucchio dei “capitalisti, ecc.”. I lettori e le lettrici forti che conosco non li so a capo di aziende, di piccole o medie imprese, dediti al gioco in borsa o alla scalata di qualche banca, alla gestione di una gioielleria, di una macelleria, di un chiosco per la rivendita della frutta. Anzi, ne conosco diversi disoccupati, cassintegrati o disperatamente in cerca di lavoro.
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