venerdì 26 novembre 2010

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Donato Salzarulo
La neve nel cuore













Le vedo in trasparenza,
soltanto nel cono di luce
del lampione.

I

Michela, la prima figlia, ogni tanto
mi consiglia di chiudere,
di serrarsi nel giardino delle nostre
delizie, dei nostri batticuori,
dei nostri sguardi d’amore.
Cosa puoi fare, del resto, papà?
Cosa possiamo fare per toglierci
di dosso questo male?

Michela non ha speranza.
Forse, come Giuseppe, non crede
a nessuna redenzione terrestre.
All’osso il male è il peccato originale.
Ma se regaliamo tutto all’Assoluto,
neanche il respiro mattutino
riusciamo più a salvare.

Ogni giorno il giorno ricomincia.
Lo facciamo anche noi insieme a lui.
Ricominciare, quindi, ripartire,
riattraversare confini. Non vi sono
disegni divini ad impedircelo.

Nevica. Il cielo è ancora buio
e nevica.



II

Forse Michela non ha capito
che non c’è rocca o giardino
in cui serrarsi, che l’infinito è
tutto in questo continuo scontrarsi
e incontrarsi, in questa storia poco
lieta dell’amarsi e odiarsi.

Non porto gigli su nessun altare.
Sono stanco di pregare. Desidero
donare tutti i miei fiori, i respiri,
i colori vivaci del loro inseguirsi
di generazione in generazione
e riaprirsi.


III

Qui succede di tutto. Michela
poco fa mi ha telefonato
allarmata. L’unica figlia della collega,
venticinquenne laureata, si è
schiantata sul selciato dal sesto
piano. Ooohhh!...Fa mia suocera
quasi in un lamento, un pianto corale
di fronte all’enigma abissale.
O forse non è lei la mente.
Forse è la corteccia più antica
delle emozioni, quella che scambia
la parte per il tutto, che condensa
e surdetermina, e riduce i colori
dei pensieri al  bianco o al nero.
Come l’amore di certi innamorati
che c’è o non c’è o il comunismo.

Ma la dea mi disse c’è e non c’è,
cambia la congiunzione, respira
negli interstizi e tieni a bada
la tua voglia infantile di puntare
i piedi.
Lo so. Tutto questo
non c’entra con l’ignota fanciulla,
- ignota a me -  tuffatasi tragicamente
nel vuoto.
Troppo povere le mappe
di Psiche, navighiamo a vista
tra fiordi, iceberg, burrasche.

I marinai consigliano di prestare
attenzione anche alle bonacce,
al mare tranquillo. Pare che nasconda
insidie incredibili. Il fallimento
è sempre nell’aria.

Forse la giovane portava
la neve nel cuore e stamattina morendo
ce l’ha regalata tutta.


Nota
Il 27 novembre di due anni fa una giovane di venticinque anni si tuffò dal sesto piano nel vuoto...Oggi molti nostri giovani si ribellano ed  occupano luoghi e monumenti simbolici. Credo che facciano bene. Così combattono anche la tentazione suicida.
La mattina di quel 27 novembre mi ero alzato, come al solito, presto (verso le cinque) e vedevo  le farfalline di neve svolazzare in controluce. Scrissi "la neve nel cuore".  Mi piacerebbe vederla pubblicata sul blog di noi moltinpoesia...anche per ricordare l'ignota fanciulla.
[D.S.]

2 commenti:

Moltinpoesia ha detto...

Poesia amara e delicata come neve nel cuore. Prosa e poesia, cronaca, senso, sensibilità e (sicuramente) Speranza al momento disperata.
Tutto qui? Merita un approfondimento perché contiene in sintesi finalmente utilitaria il tempo che viviamo - non necessariamente vita - e, ora che siamo tutti "avanti" nei numeri, della morte. Ma dove si muore si rinasce, ecco cosa credo bisogna aggiungere.
Complimenti Donato

Beppe Provenzale

anna maria ha detto...

sì anche la bonaccia non è serenità...
sotto la neve il sangue si raggruma
pensiero alla giovane sconosciuta
alla tua bella neve