Quando la terra furibonda scalpita
e s’impennano le acque,alte,e sommergono
uomini e cose e nel riflusso portano
tutto quello che sporge,alberi e case,
a galleggiare inerti sopra le onde
non quietate,un subito sconforto
ci assale,noi,piccoli esseri
e deboli,spersi
in un universo ostile che irragionevoli
forze sovrastano e spengono,
come improvviso un vento la precaria
Ma dopo un primo smarrimento subito
riprende ancora un affannarsi vario
come di un formicaio frequentato
da un via vai di formicole che formano
file continue sempre in moto,
quale intenta a portare le festuche
raccolte e quale invece a rapinare
il formicaio altrui per arricchirsi
senza troppa fatica,scatenando
però la collera delle derubate
e dando luogo a una battaglia atroce
dove ognuna cerca di troncare
a morsi all’avversaria antenne ed arti.
Ed alla fine in mezzo al campo restano
tronchi mutili,inetti pure a muoversi
e fermi ad aspettare che pietosa
giunga infine la morte a liberarli.
Certo però sarebbe possibile
unire le forze per resistere
all’inumanità della natura,
magari solamente per trovare
nel reciproco aiuto una ragione
di speranza,e invece
da ogni parte ci giunge aspro un frastuono
di disastri di stelle ostili,di richiami
senza risposta,d’esplosioni che dismembrano
esseri umani,mentre si disparge
al suolo il sangue dei moribondi.
E dopo giungono
attraverso mille pericoli le zattere
della disperazione col loro carico
di nuovi Palinuro accolti
da gente resa ostile dal timore
di dovere spartire le festuche
a fatica accumulate. E restano
le trenodie dei profughi,i lamenti
dei sinistrati,mentre s’induriscono
i cuori più aridi,mentre gli altri
vivono impotenti,in una società
che s’alimenta di odio e di paura solamente.
che s’alimenta di odio e di paura solamente.
1 commento:
Augusto Villa:
Invio anch'io qualcosa con la T...
“A tutta T”
Terremoto a Tokio.
Tremendo tellurico tip-tap,
terra tremante,
terrore teletrasmesso.
Tutto travolge lo tzunami.
Troppe tombe.
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