Si sa che i moltinpoesia fanno i molti, vanno in varie direzioni e rispondono a tante sollecitazioni. Casinisti? Indisciplinati? Individualisti? Oppure curiosi, aperti al mondo, alla vita, all'inconscio, al mistero? E chi lo sa. Riuscirà mai il Laboratorio-orchesta a suonare una sinfonia? E chi lo sa. Qualcuno ha nostalgia di un direttore. Altri dicono che sarebbe una noia mortale. Da coordinatore la prima cosa che mi sento di fare è coordinare degli esperimenti, dar voce a tutti. Anche quando personalmente non condivido o sono scettico, lo dico dopo con un post o nello spazio dei commenti. Il 22 febbraio scorso Enzo Giarmoleo ha proposto dei Fogliettini-Haiku "on the road". Sulla sua road altri/e si sono avviati. Qui in ordine cronologico le prime prove.Vediamo che succederà. [E.A]
22 feb. 2011
ENZO GIARMOLEO:
Fogliettini-Haiku “on the road”
Per almeno due motivi credo che lo haiku, genere poetico giapponese, possa essere una delle tantissime soluzioni per animare i “fogliettini” .
Lo haiku non è forma poetica descrittiva e quindi si presta di più ad una lettura “on the road”.
Roland Barthes nel suo “L’impero dei segni” conferma : Mentre “..l’arte occidentale trasforma l’impressione in descrizione”..lo haiku non descrive mai : la sua arte è anti-descrittiva nella misura in cui ogni stadio della cosa è immediatamente, caparbiamente, vittoriosamente trasformato in una fragile essenza di apparizione”.
L’altro motivo vede lo haiku come un’illuminazione che ci ricorda il satori del buddismo zen che nasce in uno spazio che non deve essere contaminato nemmeno dall’emozione personale e quindi lontano
dalla conoscenza progressiva logica e razionale.
Senza farne un dogma e senza necessariamente abbracciare nuove religioni, questi due motivi fanno venire in mente una serie di applicazioni utili all’arroganza della società occidentale.
Ma Haiku, illuminazione antidescrittiva, non vuol dire superficialità della composizione che invece è il coagularsi di una intuizione estetica possibile solo quando il soggetto, dopo “un lungo apprendistato”, “riesce a sottrarsi e lasciar posto all’oggetto, in cui si concretizzano la leggerezza, la rapidità e l’esattezza”. Un’espressione immediata che non descrive non giudica, non spiega , una manciata di sillabe che crea una pausa, messaggera di un’emozione.
Invio alcuni Haiku che ho dedicato a Onitsura (1661-1738), uno dei tanti discepoli del grande maestro Basho, con il quale condivido alcune immagini..
Solo i primi due rispettano la misura del 5-7-5
Giardini di Via Palestro
(Early in the morning)
Ombre grigie
Sull’acqua dello stagno
Abbandonato
Ora, ondate di luce
Rallegrano lo stagno,
Appena in tempo!
(Mid morning)
Il cielo 1
Nello specchio
d’acqua
nel vento
si inseguono festosi
frammenti di cielo
Il cielo 2
Piccole anatre
tra limpidi
pezzi di cielo
si agitano.
22 feb. 2011
AUGUSTO VILLA:
Visto cio' che sta accadendo, non posso non donare un pensiero ai "naviganti"...
Viaggio in Paradiso
Nera la notte.
Tutto inghiotte
il nero mare.
Tutto inghiotte
il nero mare.
L'approdo
Bucce d'anima
dal fato gettate
fredde su scogli.
22 feb. 2011
EMILIA BANFI:
Tramonto.
s'offende il cielo
al calar del suo sole
ride la notte.
Alba.
Veste di rosa
nuda di sole
del vento nuova sposa.
Byemi on the road
23 feb. 2011
MARILENA VERRI:
Mando anch’io qualcosa. Saluti. Marilena
La speranza è come la primavera: ritorna sempre!
IL MONDO CAMMINA
Non fate rumore:
Il bimbo dorme.
Non fate la guerra:
il bimbo cresce.
Non fate del male:
il mondo cammina!
23 feb. 2011
MARIA MADDALENA MONTI:
Barche di carta
nell’acqua blu del mare
viaggiano sogni.
Violino nero
le note colorate
come le onde.
La genziana blu
beve quelle lacrime
dal suo calice.
Gioco di bimbi
di un arcobaleno
luce sorpresa.
23 feb. 2011
EMILIA BANFI:
Carezza dolce
volo di notte rara
carezza sei tu.
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Noce di mango
noce di pesca tu sai
quanto è dura.
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Torna veloce
da me l'amore calmo
verde annuncio.
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Pioggia sull'acqua
come pianto galleggi
fuori dal cuore.
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E' vino rosso
il sangue degli eroi
al dittatore.
Ciao a tutti Emilia on the road
[Scusate i titoli Tramonto e Alba vanno assolutamente tolti , dimenticavo che nell'Hayku il titolo non va messo. Ciaooooo Emy]
24 feb. 2011
MARILENA VERRI
nvio anch’io il mio Haiku. Saluti. Marilena Verri
Un messaggino
divertente e carino
come un fiore.
Non ha profumo
né di colori è fatto
ma sa d'amore.
Chi lo riceve
capisce bene tutto
e si rallegra.
5 commenti:
Gli haiku rappresentano la storia di un istante, indecifrabili nei valori simbolici che stanno dietro al testo apparentemente elementare. Ma se anche la pura discesa verso "l'elemento" fosse un valore simbolico e di azzeramento? Mi sono sempre chiesto questo. In tempi di inquinamento poetico sono un traguardo raggiunto dal quale ripartire, come nei testi qui riportati. Stelvio Di Spigno.
Onde, anatre e nubi mi sembra siano estranei alla città, troppo distanti. Così anche le barche, gli specchi e i violini.
Invece una rara carezza c'entra.
Nulla contro gli Haiku, anzi, il messaggio breve è preferibile in questo contesto, ma ci dovrebbe riguardare, altrimenti sono fondali per dekstop.
mayoor
AAAH! Occidente quanto siamo lontani... . Emy
Fabiano Braccini:
5 HAIKU
per 4 stagioni
(Kigo - Piccolo Kigo
Sabi – Wabi – Aware – Yugen)
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breve risveglio
nei talami d’amore
la primavera
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furono biondi
come grano di giugno
i miei capelli
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per San Lorenzo
di desideri illuse
piovono stelle
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autunno spoglia
d’ogni ingiallita foglia
tralci di vita
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sul ghiaccio vivo
vacilla l’equilibrio
d’ogni certezza
---
Enzo Giarmoleo:
A proposito di Haiku e di altre due o tre cose o “Vincere viaggiando”
I “pochi piaceri“, “ la notte che ride”, i “messaggini”, “ le foglie come tralci” “onde”, “anatre”, “ nubi” ma anche “stagni” virtuali di giardini virtuali che si illuminano improvvisamente, metafore della speranza. “Specchi” come brulichio di vita. Ma vogliamo veramente distruggere “barche” “ violini”, “arcobaleni”? Credo che gli haiku, specie quelli scritti dai “Molti”, non sono rotoli dipinti ma la sintesi di una tensione interiore fortissima. Un pò come “il mare nero” che parla di “cose che ci riguardano”, gli immigrati…”o come “ vino il sangue rosso degli eroi…”. “ Talvolta” , disse il maestro, “comporre era come tagliare un grosso albero. Bisognava essere capaci di colpire al limite dell’elsa con un fendente come quando si spacca un melone in due”. Queste parole di Basho maestro di haiku non sono certamente le parole di un uomo che considera gli haiku un gioco, essi invece sono frutto di un fervore spesso in contraddizione con la figura dell’asceta o con il ruolo di viandante che alcuni poeti in Giappone assumevano quando lasciavano le città. Il risultato di questo fervore oggi acquista forme in parte simili e diverse. Basterebbe leggere bene gli haiku dei “Molti” per capire che sono di una attualità sorprendente. Alcuni rispecchiano quella tensione verso un’espressione, pura e concreta delle cose senza astrazioni o azioni aggiunte, un tuffo a capofitto verso il più vero tragico canto dell’uomo, altri a tutto questo aggiungono un forma di impegno più accennata. Non credo si possano salvare solo le “carezze” e suggerire ai poeti di scrivere di cose “che ci riguardano” o dire che si sfiora il messaggio pubblicitario. Ma perché? La stessa cosa succede nella cosiddetta poesia normale, è difficile dare suggerimenti, ognuno ha il suo peculiare modo di poetare. Si è vero, può accadere che a furia di sperimentare e confrontarsi ogni poeta possa acquisire dei modi nuovi di poetare ma bisogna iniziare a sperimentare senza intralci specie nella fase iniziale quella in cui si è un presi da un sano entusiasmo. Le iniziative possono sembrare cose d’antan o dejà-vu ma d’altra parte chi non ha mai adottato piccoli dettagli o modi di altri, che gli erano congeniali. Per ristabilire l’equilibrio ripropongo qui di seguito questa ottava con la T [di Raffaele Ciccarione]che trovo di un’ironia tranciante, esilarante, poco pettinata, quindi easy, spontanea facile da trasmettere ma non minore e in ultimo poetica. L’ironia, che può diventare una delle nostre armi sia in “Haiku on the road” che in ”Alfabeto Apocalittico”, non deve essere un must ma se appare, sia la benvenuta. Mi sembra sia affiorata in alcuni haiku e in molte ottave. A volte ci chiediamo dov’è l’Eldorado senza riuscire a spostare la nostra ottica di un millimetro. I poeti spesso sono i nostri compagni di viaggio - sono li a due passi da noi. Ciao a tutti enzo
tra tram, taxi traffico tranciante
ti trovi travolto dal tempo
trombato tubato in telespazio
tutto tuo, terra taroccata
truccata tale TAV; in treno
trivellante tubante tubo
transveloce tracannano Tuborg
tutto il tempo per trastullo
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