domenica 24 aprile 2011

DIZIONARIETTO MOLTINPOESIA
Matteo Bonsante
Con rumore di foglie all'alba

Il vento all’alba è tra i melograni.

La notte è stata lunga. Di lucide stelle.
Ed ora è già perduta nel chiaro di laggiù.

- Dolce si sfoglia l’alba.

Mattino.

Il giorno va tranquillo. Possente.


Gli orizzonti - su lievi opalescenze - girano. Le       stelle se ne vanno.

Le vele nel mare e il mare nel vento.
Nelle divagazioni dell’alba.
Alba... alba felice del giorno.

(Spruzzi di aria chiara alleggeriscono
il lavoro del mattino).

E non un grido nei fondali del cielo.

Quietamente
si scorre verso un riparo di luce
del quale la mattina è lucentezza.

Mi incammino.

Me ne vado nell’aria.

II

Quando te ne vai per l’aria
la mattina
con te non hai più niente. Hai tutto dimenticato.
Il giorno è lungo. Le parole avare.
Amore. Amore lasciato in punta di balbuzie.
Bisognava partire.

Con un grido di gabbiano il sole si leva dalla
parte del mare.
Tanta brezza cade per le nostre guance di
notturni.

Mattino.

Illuminazione di uomini solitari sulla crosta
del mondo.
Incamminamento del giorno.

(L’uomo non pensi alle eclissi di luna. Alla
volta trapunta dei cieli. Ai rumori della
terra).

Mattino.

Ci manca l’amicizia dell’alba.

Il gabbiano è fuggito nel sole.

Tu gira la testa.

Le stelle non sono sentieri per gli agi del cuore.

Solitudine.

Solitudine tra i mirtilli dell’aria.

La biancheria lavata è sulle terrazze.
La luce scende cupa. le capre brucano
nel vento. Bisogna partire.

Andiamo.

E te ne vai nei desideri del cielo.
Dimenticando te ne vai.




III

Sei solo sui pendii dell’alba.
Nel vento.
In fondo a cieli che girano.
(L’alba brucia le altezze).

Mattino.

Uomini soli sul mare rotondo hanno calato
le mani nel silenzio.

E non ci sono eclissi di luna. Non rumori del
cielo.
Non esche impigliate nei sentieri dell’alba.

Solitudine.

Solitudine in acque tranquille. Nello smeraldo
della terra. Su vasti tetti.

(Le ampiezze, in circolo, si passano limoni d’oro).

Senza cenere...

Idea senza cenere è il mondo – dischiusa
conchiglia -
in bilico per chi di mattina si inoltra tra i sentieri
dell’aria. Per chi rinnega il profilo dei monti
- raggelate Ninfe, chiuse nella pietra... nel
mattino... nel bianco varco che fumiga tutto
intorno
- all’alba - con rumore di foglie.

Solitudine.

Al largo ci sarebbero distese per un ricco mercante
d’asini, non c’è che da scegliere. ma le onde,
- oh! le onde - con i principi di un temporale,
le onde si riversano lugubri sul mondo.

Mattino.

Né sale né spezie nel mercato del Sogno.
Nei diametri dell’alba. E l’uomo notturno,
che ha smesso la sua veste d’uomo - confuso -
avanza ancora nei desideri del cielo. Nelle
lusinghe del mare. nel mattino
che gira e se ne va. con rumore di foglie.

Da BILICO di Matteo Bonsante


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho camminato nel tuo mattino e mi sono inebriata di luce, fatica e pace ma ancora vorrei camminare ancora dentro questa meraviglia. Grazie Matteo bravo! Emilia

Anonimo ha detto...

Montale, prima di inventarsi quel suo famoso TU, così aneddotico, era un paesaggista. Mi sembra che la sua lezione ti sia arrivata. Solo che in queste tue poesie l'accento sul paesaggio a me sembra prevaricante, tanto da far vacillare le riflessioni. Montale ti fa capire dove si trova con precisione, è meno espressionista, se mi passi il termine.
Il paragone è eccessivo, in definitiva si tratta di una passeggiata solitaria, ma è ben raccontata.
Grazie.

mayoor